Fidel Castro: Concetto di Rivoluzione

Revolución
Es sentido del momento histórico;
es cambiar todo lo que debe ser cambiado;
es igualdad y libertad plenas;
es ser tratado y tratar a los demás como seres humanos;
es emanciparnos por nosotros mismos y con nuestros propios esfuerzos;
es desafiar poderosas fuerzas dominantes dentro y fuera del ámbito social y nacional;
es defender valores en los que se cree al precio de cualquier sacrificio;
es modestia, desinterés, altruismo, solidaridad y heroísmo;
es luchar con audacia, inteligencia y realismo;
es no mentir jamás ni violar principios éticos;
es convicción profunda de que no existe fuerza en el mundo capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas.
Revolución es unidad, es independencia, es luchar por nuestros sueños de justicia para Cuba y para el mundo, que es la base de nuestro patriotismo, nuestro socialismo y nuestro internacionalismo.

Fidel Castro Ruz (1ro de mayo del 2000)

15.11.11

C’E’ BEN POCO DA FESTEGGIARE!!!!


C’E’ BEN POCO DA FESTEGGIARE!!!!

Berlusconi si dimette ed i cittadini “liberati” brindano in piazza per festeggiare il tanto sospirato evento. Cosa ci sia da festeggiare è un mistero per i pochi ancora rimasti a giudicare con sana obiettività la realtà italiana. La rinuncia di Berlusconi non sana assolutamente i mali che hanno portato in pochi decenni il nostro paese verso il baratro, le cause vengono da lontano ed il compito che sta per assumersi Mario Monti è tutt’altro che quello di affrontare e combattere questi mali.
Monti è un economista funzionale al sistema finanziario internazionale, quel sistema liberista e neoliberale che è la principale causa del malessere economico e sociale che caratterizza questi tempi tristi che ci tocca vivere. Suo compito sarà quello di mettere in pratica i tagli richiesti dall’Europa per recuperare la credibilità dell’Italia. Di nuovo il popolo italiano sarà chiamato a versare lacrime e sangue per risanare i bilanci mentre Berlusconi non è affatto intenzionato ad uscire di scena, anzi, prima di salire al Colle per presentare le sue dimissioni ha costretto il parlamento ad approvare i 39 punti che aveva concordato con l’Unione Europea che chiede misure draconiane per evitare la bancarotta.
Quello che nessuno dice è che la bancarotta è già avvenuta, i lavoratori ed i pensionati italiani sono in bancarotta da molto tempo e nessuno sembra essersene accorto. Non se n’è accorto il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, che per dare il suo sostegno all’ex commissario europeo chiede che “tra le riforme deve esserci quella della riduzione dei parlamentari”. Questa sì che sarà la soluzione definitiva dei mali del paese! Per non parlare di Pierferdinando Casini, il leader del Terzo Polo chiede che Monti abbia “tempo per arrivare fino alla fine della legislatura”! E Di Pietro pretende che il nuovo Governo dia garanzie che venga cambiata la legge elettorale. Mentre Bossi starà a guardare per decidere cosa è più conveniente fare per soddisfare gli appetiti della Lega, i massimi dirigenti dei nostri partiti pensano che si uscirà dalla catastrofica situazione con una nuova legge elettorale, con la riduzione dei parlamentari e con Monti a capo del governo fino al 2013! Ottime prospettive per il popolo italiano! Popolo che dimostra tutta la sua lungimiranza con un sostegno, secondo il sondaggio commissionato da Ballarò, quasi plebiscitario al nuovo Primo Ministro incaricato di fare macelleria sociale, per quel poco che ancora rimane da macellare.
Sintetizzando si può dire che il popolo festeggia il fatto che colui che intendeva tagliare entrambe le palle agli italiani se ne va per far posto ad uno che dice che potrebbe restituirne una se si è disposti a pagarne il prezzo. Meglio di niente? Chi avrebbe pensato solo pochi decenni fa che un popolo che con l’impegno e la lotta era riuscito a conquistare uno stato sociale tra i più avanzati del mondo avrebbe finito per perdere tutto senza praticamente alzare la voce? Mistero? Niente affatto, solo ovvia conseguenza delle scelte scellerate di pseudo dirigenti succeduti a quei prestigiosi leader della sinistra italiana che furono artefici delle grandi conquiste del dopoguerra, e merito dello strapotere dei mass-media “democratici” regalati alla borghesia padronale ed ai grandi capitali internazionali che investono ingenti somme di denaro per lobotomizzare i cittadini.
Intanto il contesto internazionale che accompagna i tristi eventi nostrani è tutt’altro che roseo, la situazione italiana è solo l’iceberg di quella crisi internazionale di cui tutti parlano anche se nessuno spiega quali sono le reali cause che hanno portato il pianeta terra ad essere lo scenario di una situazione drammatica al punto tale che molti studiosi pensano che l’umanità sia ormai prossima alla fine della sua avventura.
I recenti avvenimenti culminati con il linciaggio di Gheddafi, lo sgozzamento del figlio e la feroce aggressione al popolo libico, hanno posto fine alla rivoluzione che fece della Libia un popolo sovrano non sottomesso agli appetiti imperiali, avvenimenti che sono stati tenuti nascosti o completamente deformati dai maggiordomi dell’informazione internazionale al servizio degli appetiti dei potenti che terrorizzano il pianeta. Il video della crudele esecuzione del leader libico forno diffusi da Al Jazeera  non dalla CNN, Reuters, Deutsche Welle, TVE, Fox News e BBC. Questi hanno obbedito al mandato di trasmettere poetiche e tenere immagini dei Freedom Fighters. Gli Usa ed i loro accoliti, prima incassarono i milioni di dollari con gli affari che l’imprudente Gheddafi facilitò, poi, con un finale degno di un’opera wagneriana, hanno preso il sangue del suo popolo, della sua famiglia e di lui stesso per farla finita con l’indipendenza, la sovranità e l’esempio di una rivoluzione che ha portato la Libia ad essere il paese più progredito dell’area, per sfruttare i facili guadagni derivati dallo sfruttamento del petrolio.
Chi ancora ha conservato la capacità di analizzare gli eventi può facilmente rendersi conto che in realtà i più prestigiosi mezzi di informazione altro non fanno che esibire un’accurata messa in scena che vuole convincere che i mostruosi crimini che da troppo tempo l’imperialismo egemone commette in ogni angolo del pianeta, altro non sono che interventi tesi a portare pace e democrazia nei “paesi canaglia”. E guarda caso i “paesi canaglia” altri non sono che quelli che intendono portare avanti un progetto autonomo che nasce e si sviluppa nel loro contesto politico, religioso, geografico e culturale.
Ciò che preoccupa è che i popoli del mondo nella loro quasi totalità tacciono di fronte a tali mostruosi crimini contro popolazioni inermi e leader scomodi. Se in passato ci fu qualche anelito di disapprovazione, ora sembra che l’omologazione stia facilitando il compito all’imperialismo devastante che sta riducendo in povertà persino i propri cittadini. Il silenzio di fronte alla tragedia del popolo libico, del loro leader e della sua famiglia, altro non fa che fortificare il gioco macabro dell’imperialismo, in pratica una cambiale in bianco perché continui ad ammazzare, distruggere e sottomettere come e quando conviene.

Tornando al tema italiano, qual’è la lezione che i nostri politici hanno tratto da questi recenti eventi? La destra fino a ieri al governo che ha partecipato direttamente al linciaggio del popolo libico non può che gongolare per il “successo” dell’operazione, questo è scontato, meno scontato è il fatto che l’opposizione di sinistra abbia accettato questi eventi con scandalosa e superficiale disinvoltura. La sinistra italiana che sinistra non è più, ha completamente abbandonato ogni anelito di opposizione al dominio dei grandi capitali sovranazionali con sede negli USA, la parola imperialismo non fa più parte del suo vocabolario e di organizzare la resistenza alle vergognose aggressioni della borghesia padrona, altro vocabolo dimenticato, nemmeno a parlarne. Come può chi da decenni insegue con perseveranza il sogno borghese farsi portavoce dei bisogni degli sfruttati? Se il tentativo di Mario Monti dovesse fallire, non capiterà per causa della sinistra ma semmai perché Berlusconi ed i suoi accoliti non sosterranno l’ex commissario UE se anche solo lontanamente cercherà di toccare gli interessi del Cavaliere. In questo caso ci aspettano elezioni anticipate dove la speranza più stimolante è che il centrosinistra candidi a capo del governo Niki Vendola. Quello che subito dopo il linciaggio di Gheddafi e del popolo libico si è affrettato a dire che ora tocca a Cuba!!!!
Sbaglio o pecco di pessimismo se sostengo ce con queste premesse il futuro dell’Italia è irrimediabilmente segnato?
Altro che festeggiamenti!!!!!! Serve subito una seria riflessione sui tempi che stiamo vivendo, sulla funzione dell’informazione, sui valori che vengono diffusi e sulle vere cause del disastro in cui siamo precipitati, cause ben diverse da quelle che vorrebbero farci credere i vari Berlusconi, Monti, ex sinistri e borghesie di ogni colore. Al popolo italiano non resta che riappropriarsi della sua capacità di analisi critica per poter elaborare strategie capaci di ridarci la dignità perduta, strategie che non possono che partire dall’azzeramento dell’attuale classe dirigente incapace, inefficiente, collusa e sconfitta nei fatti. Senza inventarsi leader che non esistono, personaggi che pretendono erigersi a capipopolo senza averne la minima consistenza. La fonte a cui attingere sta nel recupero di quei valori e quella grande cultura che furono frutto di grandi lotte di popolo, di organizzazioni di massa che basavano la loro forza sull’impegno quotidiano delle collettività, impegno collettivo che solo può combattere lo strapotere dei potenti di turno, che siano i Berlusconi in prima persona che i Monti al loro servizio.
Spero che i festeggianti buttino lo champagne e cerchino dentro di sé eventuali risorse dimenticate, che si liberino del soffocante condizionamento dei media e delle farse di ciarlatani che fingono di battersi per valori di cui non hanno più nemmeno il ricordo. Se questo non avviene lo champagne diventerà un letale veleno.


La Habana, 15, novembre 2011

8.11.11

UN CONSIGLIO DI CARLOS FONSECA

Oggi, il giorno dopo la contundente vittoria di Daniel Ortega e del Frente Sandinista de Liberaciòn Nacional alle elezioni presidenziali in Nicaragua, ricorre l’anniversario della morte di Carlos Fonseca, vittima della feroce dittatura di Somoza. Per ricordarlo ricorro a questa sua frase che ritengo molto adatta all’attuale situazione politica italiana.

“Non si tratta di ottenere semplicemente un cambio di uomini al potere, bensì di un cambio di sistema, lo smantellamento della classe sfruttatrice e la vittoria delle classi sfruttate”.

Meditare, per evitare che la caduta di Berlusconi si riveli del tutto inutile. La storia dovrebbe insegnare….