Fidel Castro: Concetto di Rivoluzione

Revolución
Es sentido del momento histórico;
es cambiar todo lo que debe ser cambiado;
es igualdad y libertad plenas;
es ser tratado y tratar a los demás como seres humanos;
es emanciparnos por nosotros mismos y con nuestros propios esfuerzos;
es desafiar poderosas fuerzas dominantes dentro y fuera del ámbito social y nacional;
es defender valores en los que se cree al precio de cualquier sacrificio;
es modestia, desinterés, altruismo, solidaridad y heroísmo;
es luchar con audacia, inteligencia y realismo;
es no mentir jamás ni violar principios éticos;
es convicción profunda de que no existe fuerza en el mundo capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas.
Revolución es unidad, es independencia, es luchar por nuestros sueños de justicia para Cuba y para el mundo, que es la base de nuestro patriotismo, nuestro socialismo y nuestro internacionalismo.

Fidel Castro Ruz (1ro de mayo del 2000)

6.12.10

Capitalismo fuorilegge?

Dal sito Movimento Anticapitalista per il Socialismo

Capitalismo fuorilegge?

Stiammo assistendo a degli eventi che se non fossero tragici rasenterebbero la comicità. Il capitalismo ha miseramente fallito dopo che si era illuso di aver sconfitto il comunismo, ma proprio questa presunta vittoria ha mostrato tutti i limiti e l'insosteniblità del sistema. Infatti senza più una forte opposizione interna il capitalismo ha potuto svilupparsi in tutta la sua essenza ed il risultato è che si sta assistendo alla sua autodistruzione. In questi anni si sono infatti accumulate ricchezze vergognose mentre si è assistito al totale abbandono delle classi più povere ed all'impoverimento del ceto medio. La parte ridicola della questione è che ci troviamo di fronte ad un maldestro tentativo di uscire dalla crisi attuando le stesse misure che l'hanno causata. I governi dei paesi occidentali che si trovano ad affrontare difficoltà economiche di proprzioni gigantesche, anzichè attuare misure atte a redistribuire il reddito per far ripartire l'economia, stanno iniettando montagne di denaro a sostegno delle istituzioni economiche e finanziare che hanno generato la crisi addosandone i costi alle classi a reddito fisso che sono notoriamente le più povere. In questa maniera non si fa che alimentare la spirale che ha portato alla situazione attuale.
Se entriamo nel merito delle questioni che riguardano il nostro paese ci si può rendere conto dell'insostenibilità del sistema che premia esclusivamente i prepotenti, gli arroganti, i furbi e le mafie di ogni tipo che da nord a sud impongono il loro volere sull' economia e sulla vita dei cittadini. Stiamo assistendo ad una ridicola contesa tra i banditi che stanno al governo, tra chi ne esce dalla porta per cercare di rientrare dalla finestra e chi utilizza i potenti mezzi di informazione che ha a disposizione per cercare di nascondere la tragica realtà che stiamo vivendo. Dulcis in fundo, abbiamo un'opposizione che non è in grado di raccogliere il disagio dei cittadini e di indirizzarlo verso soluzioni alternative, un'opposizione che nemmeno si sogna di criticare il sistema ma che vorrebbe solamente approfittare della situazione per sostituirsi agli attuali governanti.
Ma è proprio il sistema che è andato in crisi, e la prossima crisi sarà ancora peggiore! Il capitalismo non può trovare soluzioni all'interno di se stesso in quanto sistema criminale che sta distruggendo il pianeta e schiavizzando gli individui. Perchè è proprio questa la realtà che ci circonda, stiamo viverndo tempi cupi, la dittatura del capitale ha ridotto l'uomo in condizioni di vita inaccettabili e lo costringe a subire ogni tipo di sopruso. Per potere accedere ad un posto di lavoro che non è più tutelato e che viene retribuito con salari da miseria assoluta, un lavoratore deve rinunciare alla sua dignità.
Il capitalismo e l'imperialismo stanno mettendo a ferro e fuoco il pianeta, si stanno consumando inesorabilmente le risorse e si impongono condizioni di vita peggiori dei tempi dello schiavismo. Le condizioni di vita disumane sono in continuo aumento, sopratutto nei paesi ricchi che non vogliono sentire ragioni e vorrebbero continuare a dominare il mondo per assecondare i propri interessi mentre al suo interno le diseguaglianze aumentano in maniera esponenziale. Ma le condizioni di vita sono ancora più disumane in quei paesi che continuano ad accettare le imposizioni dei paesi ricchi a causa di governanti indecenti che per i loro tornaconti personali non disdegnano di sacrificare i loro popoli agli interessi del moderno schiavismo. L'altra faccia della medaglia è rappresentata dai paesi in via di sviluppo che hanno deciso di intraprendere percorsi autonomi o che, ancora meglio, hanno scelto la strada dell'integrazione regionale e del libero scambio tra paesi che vogliono vivere in amicizia scambiandosi conoscenze ed esperienze.
Da qualsiasi angolatura lo si voglia esaminare il capitalismo non può che essere considerato come un sistema violento, autoritario, ingiusto e criminale. Da quì non può che sorgere una domanda: ma è ancora possibile accettare che questo sistema possa continuare ad agire indisturbato? Non è ancora giunta l'ora perchè venga processato, condannato e messo al bando? Ne va del futuro del pianeta e degli esseri che lo popolano.

L'unica alternativa al capitalismo imperialista rimane il socialismo, un socialismo moderno che tenga conto della storia e della cultura di ogni popolo ma che coniughi libertà, giustizia, uguaglianza e fratellanza tra i popoli.

13.11.10

Liberata Aung San Suu Kyi: Evviva! Però....


Oggi Aung San Suu Kyi, la birmana Premio Nobel per la pace, è stata rimessa in libertà dopo che venne incarcerata in occasione delle recenti elezioni. Quando una persona viene fatta uscire dal carcere c'è sempre di che rallegrarci, è ovvio, però prima di parlare di democrazia a sproposito conviene addentrarsi meglio nella questione. Un osservatore attento potrebbe scoprire delle vertità molto diverse da quelle fornite dai media che impazzano per la liberazione della ricca signora ma ignorano allegramente che le carceri di tutto il mondo sono piene di poveracci finiti dentro per motivi politici o per motivi molto meno pericolosi di quelli che hanno portato in carcere la presunta rappresentante della democrazia nella Birmania diventata Repubblica dell'Unione di Myanmar dopo che per decenni l'etnia dominante aveva imposto il nome di Birmania a tutte le minoranze etniche. Io non ho mai amato le giunte militari al potere, di qualunque colore siano, però ho imparato a diffidare dei nostri media che troppo spesso usano la parola democrazia a spropopsito ed al solo scopo di distinguere i "buoni" servitori degli interessi imperialisti dai "cattivi"oppositori che magari difendono la sovranità nazionale e la dignità dei loro popoli. A me non sfugge il fatto che troppo precipitosamente i nostri media hanno accostato la Premio Nobel nientemeno che a Nelson Mandela senza chiedersi quali veri interessi stiano dietro all'appoggio incondizionato ad Aung San Suu Kyi. Non ci dicono per esempio che il Myanmar galleggia su immnesi giacimenti di petrolio e di gas e che è questo l'unico vero motivo del sostegno incondizionato alla Premio Nobel ed ai monaci buddisti che si oppongono ai militari al potere ma che altri non sono che rappresentanti dell'imperialismo che vorrebbe riportare la Birmania sotto la propria influenza dopo che le guerre popolari guidate dal Partito Comunista Birmano, poi reso fuorilegge, liberarono il paese dall'occupazione giapponese e dal colonialismo britannico.

La storia della Birmania è molto complessa e non può assolutamente essere ristretta tra i militari al potere e la signora San Suu Kyi che altri non è che la rappresentate birmana degli interessi imperiali. Ed è proprio il fatto di difendere questi interessi che portò Aung San Suu Kyi a ricevere il Nobel per la Pace, un classico dell'istuzione svedese che con le sue avventuruose scelte sta diventando sempre meno credibile. Io penso che se questa "vittima" dovesse prendere il potere decine di migliaia di birmani, o molti di più, sparirebbero nel totale silenzio dei media "democratici". E' successo praticamente in tutte le parti del mondo a cui è stata "regalata" la nostra democrazia. Prima usavano le dittature militari fasciste, ora, visto che quelle non durano per sempre, sono passati a metodi più raffinati ma non meno crudeli. Vi ricorda niente l'Honduras, l'Iraq, l'Afganistan, la ex Jugoslavia e le innumerevoli "rivoluzioni" colorate, solo per citare i più noti?

Felicità per la liberazione di Aung San Suu Kyi, però non glorifichiamola, è solo la rappresentante dell'imperialismo non la rappresentante della democrazia birmana. Non cadiamo nelle trappole dei padroni del mondo, please, agli Usa non sta a cuore la democrazia, tutt'altro, a loro stanno a cuore esclusivamente le ricchezze dei paesi da "democratizzare", la democrazia è altro che farsi sottomettere dai grandi capitali e dai loro eserciti che distruggono paesi e popoli. Se prima l'impero imponeva le sue leggi con le dittature militari e fasciste, visto che quelle alla lunga non durano ora hanno cambiato strategia e ricorrono alle rivoluzioni colorate. Che cavolo c'entrano in Birmania le magliette a sostegno della Premio Nobel con scritte in inglese? E' spiacevole sostenerlo ma bisgna dire che per fortuna i militari birmani resistono all'aggressione dei grandi interessi imperiali! A me non piacciano i militari, sia chiaro, però meglio loro che i Marines e la finta democrazia....

8.11.10

ANSIA. Le Niùs della settimana


Ho deciso di pubblicare le Niùs commentate con cadenza settimanale. Farlo tutti i giorni è lavoro da professinisti visto che l'indecenza cresce, cresce, cresce....

Settimana dall'1 all'8 settembre

Blitz all’alba a Brescia, sgomberato presidio (Lavoratori immigrati chiedono di essere regolarizzati ma il nostro governo li fa aggredire dalla poliza. Altrimenti come farebbero a dire che gli immigrati sono tutti delinquenti?)

Fini sfida il premier: Dimettiti (guerra finta tra fasci veri)

Trovato cadavere della torinese scomparsa (l’assassinio come espressione della nostra cultura????)

Califano: sono povero, chiedo sussidio (ma va ‘ffanculo!)

Camusso: Maroni ascolti gli immigrati bresciani (sì li ascolta, con i manganelli della polizia)

Nucleare, treno scorie giunto in Germania (prossimamente anche da noi, potevamo restare indietro?)

In Polonia la statua del Cristo più alto del mondo (ci mancava proprio, dopo Stalin, Gesù. Dalla padella alla brace….)

Veneto sott’acqua (il Governatore ex Ministro Zaia accusa le istituzioni… Ma lui non stava nel Governo del fare? Sì del far finta di fare….)

Bondi: Dimissioni se fossi responsabile (allora che aspetti cortigiano, che il monarca dia la colpa ai comunisti? E’ che tu sei stato pure comunista, non puoi cavartela….)

Elezioni in Birmania, Obama e la Clinton parlano di brogli (Ma se devono ancora iniziare…. Patetici rappresentanti di una patetica democrazia!!)

Reality, il Grande Fratello compie dieci anni ( e vogliono pure festeggiare????)

Cina prima potenza mondiale, Usa secondi (per ora, fra qualche anno gli Usa saranno il nuovo Terzo Mondo. Fare la guerra costa….)

Il 30 % dei bambini ha problemi di sonno (fiutano il futuro…. Glie lo diciamo che quando c’era il comunismo si dormiva benissimo?)

20 anni di confessioni e messe ma non era prete (come Berlusconi, 20 anni al governo ma non è un politico….)

Robot, ecco quelli da compagnia (no comment….)

Non trova crocchette di pollo, aggredisce inserviente (c’è fame e fame….)

Bertolaso va in pensione (700 Euro al mese?)

Irak: Al Maliki resta premier (Ha preso meno del 10 % dei voti ma è un “democratico”…. Le farse non finiscono mai)

Russia: grave giornalista aggredito (è la democrazia capitalista signori!)

Romani: risorse da gara sulle frequenze (l’informazione all’asta….)

Papa: mai nominare nome di Dio invano (appunto….)

Bologna: Accoltella genitori nel sonno (dacci oggi la nostra strage famigliare quotidiana….)

La Russa: questa notte dormirò (ma che ce ne frega!)

Afghanistan: Zapatero visita militari (era meglio il contrario….)

Papa in Spagna accolto dai reali (inutili incontri tra persone inutili….)

Berlusconi non apre conferenza famiglia (ci mancherebbe pure questa!)

Ruby: Berlusconi è un galantuomo (se lo dice lei….)

Fiat: Chrysler, utile sale a 239 milioni ( e Marchionne vuole pagare ancora meno gli operai. Stronzo!!! La sua fortuna è che la maggioranza degli operai non si iscrive alla Fiom, preferisce farsi prendere per il culo!)

5.11.10

SORPRESA! I PAESI DELL'EST RIMPIANGONO IL COMUNISMO


Il miracolo della democrazia capitalista sembra si stia rivelando per quel che è: un bufala. I paesi dell'Est Europa che venivano dalle illusioni successive alla caduta del cosidetto socialismo reale, si stanno scontrando con la dura realtà che sta facendo cadere qualsiasi entusiasmo per un futuro migliore. Seppure siano passati pochi anni e l'illusione sia ancora accattivante, la maggioranza dei cittadini di quei paesi sta addirittura rimpiangendo il comunismo! Lo dice un'inchiesta seria patrocinata nientemeno che dall'IICMER (Istituto per l'Investigazione dei Crimini del Comunismo e della Memoria dell'Esilio Rumeno) quindi una fonte non tacciabile di parteggiare per il comunismo. Secondo il sondaggio, molto articolato, alla domanda se si sta meglio ora o quando c'era il comunismo, la risposta è stata sorprendente, infatti il 61 per cento degli intervistati ha risposto senza esitazioni che era meglio il comunismo!!!!!
Analoghe inchieste in altri paesi dell'ex Comecon hanno confermato questa tendenza. In Ungheria la percentuale sale addirittura al 72 % mentre in Ucraina e Bulgaria è al 62 %. In Russia, Lituania e Slovacchia è attorno al 45% mentre sotto il 40 % troviamo solo la cattolicissima Polonia (35) e la Repubblica Ceca (39). Se si tiene conto dei molti incerti la percentuale di chi si dichiara contento per l'arrivo del capitalismo è veramente ridicola. Se i popoli che hanno sperimentato i due sistemi si esprimono in questi termini credo che sia il caso di fare una seria riflessione, in particolare la dovrebbe fare la nostra sinistra che insiste testarda a difendere la scelta liberale. E di conseguenza continua a perdere consensi....
E' ora di cambiare veramente, dare una decisa spallata alle false illusioni, ai monarchi ed ai loro cortigiani ed impulsare una vera lotta per la costruzione dell'unica società a misura d'uomo che si sia conosciuta in epoca moderna: il SOCIALISMO!

Avanti popolo, alla riscossa,
rispolveriamo la bandiera rossa!

23.10.10

ANSIA-Le Niùs di oggi.


Immondizia!!!!
Anche oggi, che triste vivere nell'impero.

-Napoli, cresce immondizia nelle strade (Si aspetta il nuovo miracolo del Premier, per ora ha mandato Bertolaso a preparare la scena....)
-Sarah, chiuse strade a turisti (e se chiudessimo i giornalisti?)
-Lodo Alfano, Berlusconi chiederà ritiro (Se Napolitano avesse più coraggio....)
-Crisi, Epifani, 5 mila posti persi (Posti di lavoro, perchè posti di comando non ne perdono nemmeno uno!)
-Pensionati, canone Rai rateizzabile (Ma andate a fare in c...!)
-Rifiuti, scontro UE-Bertolaso (Farebbe meglio ad incontrare i manifestanti....)
-Sesto Fiorentino, sconmtro tar auto, grave bambino (Ne succedono a migliai tutti i giorni.... ma quì sarà coinvolto qualche immigrato....)
-Scuola Adro, il sindaco: quale legge avrei violato? ( Sicuramente quella della decenza!)
-Denise, martedì riprende il processo (Lo sa, lo sa, Vespa lo sa!)
-Bologna, operaio ucciso in cantiere A14 (Speriamo sia l'unico per oggi, sarebbe un record)
-Haitì, epidemia di colera, 200 i morti (Tranquilli, ci pensano i Marines....)
-Rifiuti, guerriglia a Terzigno (Anche voi, tarnquilli, ci pensa l'unto del Signore....)
-Wikileaks, 4000 documenti (Spiegano la guerra di pace in Irak?)
-Roma, ucciso da vicino dopo lite (Perchè, c'e chi prima uccide e litiga poi?)

Per oggi basta così, è pure sabato....

21.10.10

ANSIA. Le Niùs della giornata

E' solo un antipasto degli eventi che allietano la vita dei paesi "democratici". E la giornata non è ancora finita....

-Rifiuti, sale la tensione. Bruciato il tricolore (Già sentita....)
-Taxista aggredito resta in coma profondo
-Sarah uccisa in garage (per oggi, aspettiamo domani e Porta a Porta....)
-50 intossicati a Milano (Magari fossero solo 50....)
-Haitì, oltre 50 morti per dissenteria (compagni di sventura, ci fanno sentire meno soli)
-Italease, Faenza condannato a 7 anni (Andrà in prigione? Macchè, è mica un poveraccio e le prigioni nei paradisi fiscali non le hanno ancora fatte....)
-Berlusconi cita Report (Mica si può parlare impunemente dei suoi affari nei paradisi fiscali! E lasciatelo lavorare per favore!)
-L'Agicom diffida il TG1 per forti squilibri a favore della maggioranza (domani B citerà l'Agicom?)
-P3, Marra si è dimesso dalla Magistratura (andrà a fare il manovale? Noooooo!)
-Piazza Loggia, il Pm chiede 4 ergastoli (alla fine assolvono sempre, i servitori del potere mica si condannano)
-Schianto sul Grande Raccordo Anulare, morti 4 ventenni (No comment)
-'Ndrangheta, tre arresti in Lombardia (Tra i quali un sindaco, se diciamo che è di centrodestra abbiamo il 90% delle probabilità di indovinare....)
-'Ndrangheta, arrestato responsabile attentato PG a Reggio (Pareggio nord-sud....)
-IOR, il Tribunale del Riesame conferma il sequestro di 23 milioni (Affari e Chiesa....)
-Agrigento, anziani coniugi sgozzati in casa. Forse una rapina (O forse delitto in famiglia? Anche quì abbiamo buone probabilità di indovinare!)
-Fisco, Tremonti: tassare i BOT (Ma non era il governo che abbassava le tasse? Sì, le loro!)
-Campania, sindaco vieta minigonne e scollature (Il Medio Evo è già quì)
-Canadà, shok, colonnello killer in lingerie (Sempre per sentirsi meno soli....)
-Cade in porcilaia, donna uccisa da maiale (Lui la pena di morte ce l'aveva già....)
-Pediatri, l'80% dei bambini non gioca più all'aria aperta (Se togliamo zingari e senzatetto la percentuale sale al 100%. Solo Berlusconi ha una percentuale più alta....)

Per oggi ci fermiamo quì, basta e ne avanza per dire che questa "democrazia" non ci garba....

29.9.10

Noam Chomsky: Le 10 strategie della manipolazione mediatica



Il grande pensatore nordamericano Noam Chomsky spiega quali sono le strategie messe in atto dai media dei padroni per manipolare l'informazione. Le riporto quì sotto insiem alla bella vignetta apparsa sulle pagine di INFORMAZIONE LIBERA

Le 10 strategie della manipolazione mediatica

DI NOAM CHOMSKYvisionesalternativas.com

1 - La strategia della distrazione.

L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2 - Creare il problema e poi offrire la soluzione.

Questo metodo è anche chiamato “problema - reazione - soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3 - La strategia della gradualità.

Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4 - La strategia del differire.

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.

5 - Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

6 - Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione.

Sfruttare l'emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell'analisi razionale e, infine, del senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti….

7 - Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità.

Far sì che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori" (vedi “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

8 - Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità.

Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...

9 - Rafforzare il senso di colpa.

Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di depressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!

10 - Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca.

Negli ultimi 50’anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.

12.7.10

Margherita Zorzi: Cantare il lavoro



E’ appena uscito per i caratteri dell’Editrice Zona, Cantare il lavoro-Mestieri e dintorni nella canzone d’autore, scritto da Margherita Zorzi, giovane veronese che si interessa di logica matematica e scienze quantistiche. Autrice di numerosi testi di carattere scientifico, Margherita Zorzi ha anche una grande passione per la letteratura, storia dell’arte, canzone d’autore e canzone politica. Dopo aver pubblicato nel 2008, sempre per l’Editrice Zona, Fausto Amodei-Canzoni di satira e di rivolta, ora esce con questo gradevolissimo lavoro frutto del suo amore per la canzone d’autore soprattutto quando questa coniuga l’arte con l’impegno sociale e politico.
Il tema del lavoro è stato trattato da centinaia di autori in ogni latitudine del pianeta, questo lavoro, per questione di spazio, si limita a raccontare una parte della canzone italiana, dagli anni ’50 ai nostri tempi, anche se non manca un accenno ai grandi autori, soprattutto francesi ed americani, che hanno scritto e cantato il lavoro, la fatica e le lotte per l’emancipazione dei lavoratori. Joe Hill, Whoody Gutrie, Peete Seeger, George Brassens, Jaques Brel e Victor Jara sono sicuramente da considerare una sicura fonte di ispirazione per chiunque voglia affrontare il tema del lavoro.
Per questo libro la giovane scrittrice si avvale dei consigli musicali dell’esperto Enrico De Angelis e della matita di Sergio Staino per la bella copertina, collaborazioni che danno ancora maggior pregio al suo lavoro che, come dice la contro-copertina, volge lo sguardo “ai canti sociali che delle vite raccontano fatica, disagi, addii, tristezze, guidandoci in un viaggio diverso, là dove le cose sono da cambiare, da migliorare, e dove, a volte, il prezzo è troppo alto”.
E come non essere d’accordo con l’autrice quando sostiene: “Possibile che siamo talmente ignoranti di passato e assuefatti di presente che non ci accorgiamo che bisogna ancora lottare per il futuro?”
E’ questo un libro da leggere tutto d’un fiato, per poi tornare a rileggerlo ogni volta che sentiamo il richiamo all’impegno per le tante cose da cambiare in questi tempi troppo tristi per chi aspira ad un mondo più giusto ed a misura d’uomo.
Questa lettura servirà a  coloro che hanno vissuto le grandi lotte del dopoguerra per dare dignità al lavoro ma che la convulsa realtà attuale troppo spesso porta ad affievolire la memoria storica, e servirà soprattutto alle nuove generazioni alle quali, salvo rare eccezioni, di come si è arrivati a questi tempi bui nessuno glie lo ha mai spiegato. Perché senza memoria e senza conoscenza si diventa facili vittime degli avvoltoi che divorano le nostre esistenze per perseguire i loro criminali piani di dominio sulle nostre vite. Il fenomeno dell’ascesa berlusconiana è un chiaro ed evidente esempio di quanto siano efficaci le tecniche di distrazione di massa per dominare i popoli e portare a termine politiche di sfruttamento sempre più occulte ed efficaci.
A nome di tutti coloro che ritengono necessario mantenere alta la guardia e resistere all’aggressione violenta dei potenti che oggi come sempre stanno portando avanti politiche di sfruttamento inaccettabili, voglio ringraziare Margherita Zorzi per questo suo eccellente lavoro al servizio della causa dei lavoratori e della dignità dell’uomo.
Grazie Marghi.

3.6.10

UNA SANA RIVOLUZIONE

La grave crisi che ci troviamo a dover affrontare non è solamente economica ma riguarda molti ambiti tra i quali il sociale, la cultura e l’ambientale. Per uscirne i dirigenti dei paesi capitalisti che l’hanno generata stanno agendo con misure che utilizzano come rimedi gli stessi metodi che l’hanno generata. Da noi in particolare, i mezzi di informazione, compresi quelli della stessa “opposizione”, stanno riempiendo pagine di giornali e spazi televisivi in estenuanti e ridicoli dibattiti per dirci che il governo sta lavorando bene, si però Tremonti fa meglio di Berlusconi, ma Fini sta giocando bene le sue carte, la Lega è quella che ne trae i maggiori benefici.... e via con stupidaggini simili che servono solo a creare consenso verso una classe dirigente che nel suo complesso meriterebbe la condanna a morte (io sono profondamente contrario alla pena di morte e pure all’ergastolo, ma quando ci vuole ci vuole….). Dopo avere sfruttato le classi lavoratrici fino all’osso ed averle spogliate di ogni loro diritto, coloro che si sono arricchiti sfruttando, evadendo le tasse, portando i capitali all’estero per poi rimpatriali con tanto di premio e anonimato, ora che arriva il conto da pagare stanno lavorando alacremente per farlo pagare a chi non c’entra un benemerito fico secco con le ruberie dei politici, degli amministratori, degli apparati di potere e dei cosiddetti imprenditori coraggiosi che l’unico coraggio che hanno dimostrato è stato quello di sfruttare i più deboli e le connivenze dei politici per arraffare tutto quanto c’era da arraffare. Ora gli italiani, qualcuno che ben li conosce a suo tempo non a caso li definì popolo bue, discutono se le misure che si stanno prendendo sono troppo pesanti o troppo leggere, colpiscono di più gli elettori di destra o di sinistra (come se ci fossero dubbi in proposito….) e via con menate simili. Ma come si fa, dico io, ad essere così imbecilli????? Non abbiamo NIENTE DA PAGARE!!!!!! Abbiamo soltanto DA CHIEDERE!!!!! Chiedere che ci venga restituito il maltolto, chiedere che i responsabili di questo disastro vengano perseguiti con ogni mezzo CHE NON SIANO QUELLI ISTITUZIONALI perché quelli sono parte del sistema che ha creato questa situazione. Avete mai visto i responsabili del depauperamento del nostro patrimonio finire in galera? Credete davvero che le caste si auto-condannino? Credete che politici, potenti e magistrati si facciano la guerra tra loro? Al limite litigano per spartirsi la torta ma niente più! Che fare allora? L’unica cosa che risolverà definitivamente la questione: FARCI GIUSTIZIA DA NOI!!!!! Tutti insieme, tutti coloro che per decenni hanno lavorato duro per costruire un paese migliore, che hanno sacrificato i propri interessi personali per costruire una società giusta e solidale per lasciarla in eredità ai nostri figli, tutti coloro che si sentono traditi e che non ci stanno a lasciare il nostro paese in balia di sciacalli, ladri e puttanieri.

Come fare tutto questo? Con quella che potrebbe chiamarsi UNA SANA RIVOLUZIONE!

Una RIVOLUZIONE che azzeri lo status quo per dare inizio ad una nuova epoca basata su valori etici e morali che impediscano il ritorno della barbarie dei tempi che stiamo vivendo. Una Rivoluzione SANA perché fondata sulle idee e non sulla violenza, perché sia VERA, niente a che fare con le finte “rivoluzioni colorate” messe a punto negli uffici di Washington per sottomettere i popoli ai loro sporchi interessi. Una rivoluzione vera che affondi le sue radici nei grandi movimenti popolari che storicamente hanno portato alla liberazione dei popoli ed alle conquiste dei lavoratori, una rivoluzione scevra dalle stupide e velleitarie illusioni di quattro fanatici che pretendevano di erigersi a capipopolo consumando efferati delitti che sono serviti al potere per rafforzarsi ancora di più. Una rivoluzione che si liberi dall’appartenenza a mille movimenti e partitini che portano solo a stupide divisioni anziché cercare quell’unità dei lavoratori e dei popoli che miri ad obiettivi alti, chiari e semplici: AUTOGESTIONE prima di tutto, assenza dei PADRONI, un’ECONOMIA SOCIALE che veda tutti lavorare per il BENE COMUNE apportando ognuno le proprie capacità e conoscenze e ricevendo in cambio IL GIUSTO COMPENSO senza la speculazione di chicchessia, salvaguardia dell’AMBIENTE, tutela delle DIVERSITA’ e delle CULTURE di ogni etnia che dovranno sentirsi legate da una FRATELLANZA sopranazionale che porti al DIALOGO, alla CONOSCENZA RECIPROCA nel rispetto delle autonomie e delle diversità.

Per questo è giunto il momento di dire BASTA! E’ giunto il momento di agire in prima persona iniziando dal rifiuto di ascoltare le ragioni dei pennivendoli e dei lacchè dei padroni, rifiutiamo l’informazione del potere, appropriamoci dei media, dei mezzi di produzione, occupiamo le fabbriche, le imprese pubbliche e nazionalizziamo quelle private che hanno speculato con la complicità dei politici, costruiamo una società di uguali che operi nell’interesse di tutti, riappropriamoci del maltolto e ridistribuiamo le ricchezze. Autegestiamoci e diamo inizio finalmente ad UNA SANA RIVOLUZIONE!

27.5.10

TUTTI SULLA STESSA BARCA?


Dopo aver negato la crisi ed averci assicurato che l’Italia andava a gonfie vele, dopo aver cancellato tutte le misure prese dal precedente governo per scovare chi non paga le tasse, vedi per esempio la rintracciabilità dei pagamenti, dopo monologhi televisivi con sorrisi a 32 denti (finti), dopo aver promesso ricchezza per tutti, ora il Presidente del Consiglio, o meglio il capo della Banda del Buco, si dilegua e manda i suoi dipendenti in ogni dove a dirci che servono enormi sacrifici: SIAMO TUTTI SULLA STESSA BARCA e dobbiamo contribuire a non farla affondare. In particolare il Ministro dell’Economia Disastrata viene riempito di elogi per il coraggio che dimostra nel farci pagare il conto delle loro menzogne.

Quanto al discorso della barca andrebbe fatta un poco di chiarezza. In questi anni di illusioni secondo la quale le magnifiche sorti del libero mercato, tanto acro anche alla nostra sinistra, ci avrebbero permesso di vivere alla grande senza tante preoccupazioni, la barca è stata occupata da svariati personaggi, Mentre alcuni si divertivano ballando e festeggiando con ostriche e champagne, altri stavano remando per muovere la barca verso i paradisi promessi, chi remava è stato retribuito con salari da fame, contratti a termine, lavoro interinale e altre menate simili quando non lavoro nero, e di approdi verso lidi paradisiaci nemmeno l’ombra, alla fine della carriera ai più fortunati e toccata una pensione che li obbliga a lavorare più di prima per poter sopravvivere. Oppure emigrare in Moldova con la badante….

Ben diversa la sorte dei padroni della barca, tra feste e balli sono approdati in tutti i paradisi fiscali dai nomi pittoreschi. Chi sa dove sono le Isole Caiman che ricordano più il caveau di una banca che un lido di approdo? Questi signori che hanno rapinato il lavoro degli italiani si sono visti premiati dal Governo del Fare, del fare gli interessi dei ricchi s’intende, che ha elogiato la loro solerzia nel fare rientrare gratis in Italia le ingenti somme sottratte al fisco, con tanto di anonimato per evitare sputi in faccia da parte di qualche cittadino indignato sopravvissuto alle balle fantasiose dei nostri media. Salvo poi utilizzare quegli stessi capitali per continuare il ciclo di arricchimento illecito a discapito della collettività.

Una fatto che sembra uscito dalla fervida fantasia di uno scrittore umorista sta a dimostrare la realtà in cui viviamo. Il panfilo di Flavio Briatore, uno dei tanti personaggi che hanno saccheggiato il lavoro degli italiani, è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza per accertamenti in quanto sospettato di contrabbando. Ovviamente la barca su cui dovremmo trovarci tutti non batteva bandiera italiana, credo proprio delle Caiman, ed a bordo ci stava la povera mogliettina, certa Gregoracci Elisabetta, famosa diva di niente, ed il figlio Nathan Falco, oltre alla servitù ed ai rematori. Mentre di loro nessuno se ne importa, la povera signora balza alle cronache dei giornali, è disperata, “da quando siamo stati costretti ad abbandonare il nostro yacht il piccolo Nathan Falco piange spesso, non è più tranquillo e sereno come prima”, “sente la mancanza della sua cameretta bianca, dei suoi spazi, che lo hanno protetto fin dai primi giorni”. Essere abituati alla vita da yacht e doverci rinunciare deve essere un trauma tremendo anche per uno che si chiama Falco….

Non rimane che una speranza, quella che il Governo del Fare si prenda a cuore la situazione di questa parte d’Italia che soffre, che nella manovra in corso il buon Giulio Tremonti trovi il modo di infilarci la soluzione che permetta alla famiglia Briatore di ritrovare la propria serenità e possa continuare a veleggiare da Portofino alle Caiman, il “terribile incubo” di Falco deve terminare al più presto, non può essere il capro espiatorio di tutti coloro che stanno sulla stessa barca….

Intanto qualcuno spera che appena i Briatore rimettono piede sul panfilo, lo stesso affondi in alto mare e che si salvino solo i rematori e la servitù. Sarebbe un buon inizio, dicono, per ripulire l’Italia dalle scorie che l’hanno devastata….

14.5.10

Intervista a ADOLF HITLER


Piergiorgio Odifreddi è un matematico, logico e saggista, i suoi scritti, oltre che di matematica, si occupano di divulgazione scientifica, storia della scienza, filosofia, politica, religione, esegesi (comprensione del significato dei testi), filologia (studio delle parole) e saggistica varia.
Si ispira liberamente all'insegnamento e alle posizioni di Bertrand Russell e Noam Chomsky. In particolare, ha ripetutamente manifestato la sua opposizione alle politiche statunitense e israeliana, vedasi Non siamo tutti americani e La dannata Terra Santa.

Come ha accennato in un'intervista, ritiene che il "sedicente" sistema democratico, basato sull'elezione periodica di delegati ai quali viene assegnato un mandato generale in bianco per alcuni anni, sia ormai anacronistico e non adeguato né alla complessità della società moderna, né alla sua velocità di cambiamento.

Di Odifreddi mi piace molto questa sua affermazione:
Se la matematica e la scienza prendessero il posto della religione e della superstizione nelle scuole e nei media, il mondo diventerebbe un luogo più sensato e la vita più degna di essere vissuta. Che ciascuno porti dunque il suo contributo, grande o piccino, affinché questo succeda, per la maggior gloria dello Spirito Umano.

Il suo Il matematico impertinente, contiene la controversa Intervista a Hitler che riporto quì sotto. E' sicuramente un testo che fa riflettere sulla realtà in cui viviamo, molto in contrasto con il pensiero dominante nel nostro sedicente "occidente democratico".

Intervista a
ADOLF HITLER

Piergiorgio Odifreddi

Gennaio 2005

Adolf Hitler nacque in Austria il 20 aprile 1889, e dedicò la sua vita alla realizzazione del piano politico esposto nel 1924 nel Mein Kampf, "La mia battaglia'', scritto in prigione dopo un fallito tentativo di colpo di stato. Il suo regno di terrore potè iniziare legalmente nel 1933, grazie al 44% dei voti del Partito Nazionalsocialista, e all'8 % del Partito Nazionalista (20,5 milioni in tutto), ottenuti alle elezioni: a dimostrazione del paradosso che un dittatore può anche arrivare al potere democraticamente.

L'espansione del Terzo Reich iniziò nel 1938 con l'annessione dell'Austria, e raggiunse al suo massimo un'estensione da Capo Nord al Sahara, e dalla Normandia al Caspio. La contrazione iniziò nel 1942 con le sconfitte di Stalingrado e di El Alamein, e si concluse il 9 maggio 1945 con l'entrata dei russi a Berlino. Poco prima, il 30 aprile, Hitler si era ucciso con un colpo di pistola nel suo bunker.

Sessant'anni dopo, mentre nel mondo si sta organizzando un Quarto Reich che va dagli Stati Uniti al Mediterraneo, abbiamo parlato del Terzo col sanguinario vegetariano che l'ha comandato per dodici anni.

Fürer, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale il suo nome è diventato sinonimo del male. Cosa ne pensa?

La storia è sempre stata scritta dai vincitori, e il bene è ciò che sta dalla loro parte. Se avessimo vinto noi, sinonimo del male sarebbe diventati i nomi di Churchill o di Roosevelt.

Non crede che ci siano motivazioni oggettive, oltre alla sconfitta? Stalin la guerra l'ha vinta, eppure anche il suo nome è diventato sinonimo del male.

Milioni di persone non l'hanno pensata così, su Stalin, prima e dopo la guerra: quanti russi hanno pianto, quando è morto? Temo che lei non sappia molto nè dello stalinismo, nè del nazismo, a parte ciò che le ammanniscono i Ministeri della Propaganda, del suo paese e di quello che lo comanda.

Ministeri della Propaganda? E quali sarebbero i nostri Goebbels?

Per parlarle in termini che lei può capire, se il nostro era il totalitarismo inumano del 1984 di Orwell, il vostro è oggi il totalitarismo dal volto umano del Mondo nuovo di Huxley. I suoi Ministeri della Propaganda sono dunque il cinema e la televisione: se vuole trovare i nuovi Goebbels, li cerchi fra gli Spielberg e gli Zeffirelli, o fra i Murdoch e i Berlusconi.

Cosa voleva insinuare, fra l'altro, con quel "paese che ci comanda''? Che l'Italia sarebbe una colonia degli Stati Uniti?

E non lo è, forse? Da quando siete stati occupati, nel 1944, non vi siete più liberati. A tutt'oggi ci sono 125 basi e 35.000 truppe statunitensi in Italia: è indipendenza questa? In Germania, poi, stiamo ancora peggio. Quella che voi chiamate liberazione, fu soltanto la sostituzione di un'occupazione militare a un'altra, meno esibita ma non meno effettiva.

Non vorrà negare, però, che il nazismo si è macchiato di crimini contro l'umanità mai visti prima.

Ah, sì? E quali?

Anzitutto, lo sterminio di sei milioni di ebrei.

Non dica cretinate. Il mio modello per la soluzione del problema ebraico è stato il modo in cui gli Stati Uniti avevano risolto l'analogo problema indiano: un genocidio sistematico e scientifico dei diciotto milioni di nativi che vivevano nell'America del Nord. Quanti indiani rimangono negli Stati Uniti, oggi? Qualche centinaio, mantenuti in riserve come i bisonti. E quanti ebrei rimangono invece, al mondo? Milioni, e hanno addirittura uno stato tutto per loro: il quale, tra l'altro, sta mostrando di aver imparato la nostra lezione sul come trattare le minoranze etniche.

Lei è proprio un senza Dio!

Senza il Dio degli ebrei, magari. Ma avevamo il vostro: non è forse stato Elie Wiesel, premio Nobel per la pace nel 1986, a dire che "tutti gli assassini dell'Olocausto erano cristiani, e il sistema nazista non comparve dal nulla, ma ebbe profonde radici in una tradizione inseparabile dal passato dell'Europa cristiana''? Non senza motivo le mie SS portavano scritto Gott mit uns sulla fibbia della cintura.

La Chiesa non la pensa certo così!

Ma se, da quando Rolf Hochhuth ha rotto l'incantesimo con Il vicario nel 1963, non si fa che parlare del silenzio di Pio XII nei confronti di quello che voi chiamate Olocausto! E poi, lei non ha certo letto il mio Mein Kampf, che immagino non sia facile da trovare nelle vostre librerie: se l'avesse fatto, ricorderebbe però che il progetto per il trionfo del nazismo era modellato sulla tenace adesione ai dogmi e sulla fanatica intolleranza che hanno caratterizzato il passato della Chiesa cattolica.

In ogni caso, basterebbe a condannarvi il disprezzo per la vita umana di civili innocenti che avete dimostrato durante la guerra.

Questa la vada a raccontare agli abitanti di Amburgo e di Dresda, sui quali avete riversato le "tempeste di fuoco'' che ne hanno ucciso un milione. O a quelli di Hiroshima e Nagasaki, trecentomila dei quali sono stati inceneriti da due bombe atomiche: nessuna propaganda può cancellare il fatto che i "cattivi'' nazisti non hanno costruito queste armi di distruzione di massa, mentre i "buoni'' Stati Uniti le hanno non solo costruite, ma usate!

Almeno, non vorrà negare la sua aberrante politica eugenetica.

Perchè mai dovrei negarla? Era un mezzo per ottenere la purezza della razza. Ma non capisco cosa ci trovi di aberrante: la mia legge del 1933, per la prevenzione dei difetti ereditari, era esplicitamente basata sul modello statunitense di Harry Laughlin, al quale noi demmo per questo motivo una laurea ad honorem nel 1936 a Heidelberg. Lo sa, lei, che la prima legge per la sterilizzazione di "criminali, idioti, stupratori e imbecilli'' fu promulgata nel 1907 dall'Indiana? Che fu poi imitata da una trentina di stati americani, e dichiarata costituzionale nel 1927 dalla Corta Suprema? Che negli anni '30 furono sterilizzati 60.000 individui negli Stati Uniti, metà dei quali nella sola California? E che negli anni '50, dopo la guerra, furono castrati 50.000 omosessuali?

Non vorrà dire che gli Stati Uniti, il melting pot, sono un paese razzista!

Lei è proprio un ingenuo! Secondo lei, contro cosa manifestava Martin Luther King, ancora negli anni '60? E chi scrisse Il passaggio della Grande Razza nel 1916?

Chi?

Madison Grant, amico di Theodore Roosevelt. Quando il libro fu tradotto in tedesco, gli mandai una lettera entusiasta, di cui lui fu molto compiaciuto. E a proposito di Roosevelt, non dimentichi che Pierre van der Berghe, studioso della razza, l'ha messo insieme a me e a Hendrik Verwoerd, l'artefice dell'apartheid sudafricano, nella Trinità del Razzismo del Novecento.

Di questo passo, arriverà a dire che gli Stati Uniti furono anche un paese nazista!

Gli Stati Uniti non possono aver seguito il nazismo, perchè l'hanno preceduto e ispirato. In fondo, volevamo entrambi una cosa sola: come cantavano le mie SS, Morgen die ganze Welt. Purtroppo il mondo era quasi tutto nelle mani delle potenze coloniali, e bisognava toglierglielo con la forza. Il "male'' di cui ci hanno accusati era tutto qui: voler fare a loro ciò che essi avevano fatto ad altri. Noi abbiamo fallito, ma gli Stati Uniti stanno portando a termine quello che era il nostro vero progetto: il dominio globale (militare, politico ed economico) del pianeta.

E' questa, dunque, l'eredità del nazismo?

L'ha già dichiarato Otto Dietrich zur Linde, il giorno prima della sua esecuzione, nell'intervista rilasciata all'argentino Borges, poi pubblicata col titolo Deutsches Requiem: il nazismo era un'ideologia così ben congegnata, che l'unico modo per sconfiggerla era di abbracciarla. Noi volevamo che la violenza dominasse il mondo, e il nostro scopo è stato pienamente raggiunto. Non abbiamo vissuto e non siamo morti invano.

1.5.10

BONANNI VERGOGNOSO, DA ROSARNO ATTACCA CUBA

Ho appena seguito in tv la manifestazione sindacale per il primo Maggio di Rosarno ed ho ascoltato il segretario della CISL, Bonanni, affermare dal palco che a Cuba i sindacalisti vengono arrestati!!!!!! Peccato che e a Cuba NON E' MAI STATO ARRESTATO NESSUNO PER ATTIVITA’ SINDACALI ma al contrario lì il sindacato è talmente forte che il Ministro del lavoro viene designato dai lavoratori stessi! In fondo niente di nuovo, la CISL si è sempre distinta per attaccare qualsiasi manifestazione di autentico sindacalismo antipadronale, quello che fa specie è che questa sparata Bonanni l'abbia fatta proprio nel mezzo di una furiosa campagna anticubana in atto in questi giorni e finanziata direttamente dal Governo Usa che ha stanziato centinaia di milioni di dollari a questo fine. Con affermazioni simili si potrebbe indurre qualche malizioso a pensare che parte di quei dollari potrebbe avere preso strade strane…. Se poi uno sa che la CISL nacque nel dopoguerra da una scissione della CGIL ponendo così fine all'unità sindacale e dando inizio alle divisioni dei lavoratori a tutto vantaggio del padronato, i dubbi si fanno ancora più consistenti…. E l’asservimento della CISL al padronato, che più che ad un sindacato assomiglia ad un’agenzia di collocamento, è più che nota, tanto che molti continuano a chiamarlo il sindacato dei padroni.

Per questo la sparata di Bonanni non mi ha colto di sorpresa, mi ha sorpreso però che quanto detto sia passato nel più assoluto silenzio! Mi aspettavo che i lavoratori presenti lo cacciassero a calci in culo, invece niente. Dov'è finita la coscienza politica dei lavoratori? Prevedo tempi ancora più bui....

17.4.10

REPORTERS SENZA VERGOGNA!

Che la nostra informazione sia deformata ed al servizio dei padroni proprietari dei media che utilizzano questi mezzi per il proprio tornaconto, è un dato che tutti dovrebbero ormai dare per scontato. Proprio per combattere le loro menzogne ho dato vita a questo blog. I nostri giornalisti "democratici" sono sempre più inginocchiati davanti ai loro padroni e se qualcuno, io l'ho fatto più volte, scrive loro la propria indignazione per il comportamento da codardi e per aver completamente abbandonato ogni valore morale ed il rispetto dell'etica professionale, nemmeno ti rispondono. Ho provato pure ad insultarli per provocare la loro reazione ma niente, silenzio assoluto!Alcuni giorni fa ho ascoltato la rubrica che Enrico Vaime tiene su La7 durante la trasmissione Omnibus. Vaime è una persona che rispetto e proprio per questo mi sono ancora di più indignato quando ho visto che si stava accodando alla vergognosa campagna mediatica anticubana messa in atto in questi giorni sotto l'abile regia del governo USA che ha stanziato anche quest'anno una cifra da capogiro per finanziare simili nefandezze. Ovviamente ho subito preso foglio e matita, o meglio pc e tastiera, ed ho subito scritto quello che penso all'indirizzo di posta di Enrico Vaime. Ancora una volta nessuna risposta, ho rimandato il messaggio, niente!
Che dire? Faccia tosta pure lui!!!!!
Riporto quì sotto il testo della mail
Egregio Enrico Vaime,
questa mattina ho ascoltato la sua rubrica a Omnibus, lo faccio spesso in quanto apprezzo molto le sue opinioni e l'intelleginza con cui commenta fatti ed eventi dei nostri giorni. Però già in passato alcune sue affermazioni al riguardo di Cuba mi hanno lasciato abbastanza perplesso, mi sono chiesto come sia possibile che un osservatore attento come lei possa cadere vittima di
stupidi luoghi comuni e false propagande messe in giro dalla poderosa macchina propagandista al servizio dei potenti che dominano il pianeta per screditare coloro che non intendono sottomettersi al loro criminale dominio. Noti bene, lo chiamo criminale a ragion veduta perchè dovrebbe essere chiaro come l'acqua che questi paladini della libertà e dei diritti umani sono i responsabili della situazione drammatica in cui ci troviamo a vivere in questa epoca che ci vede
vitttima di una visione unipolare dei rapporti internazionali e che sta causando un incredibile ed inaccettabile mattanza in ogni angolo del pianeta dove la sete di dominio sta mettendo in atto aggressioni di una crudeltà inaudita che nemmeno il nazismo è riuscito a tanto. Le aggressioni
imperialiste, scusi il termine caduto in disuso ma mai così attuale, a cui stiamo assistendo sono qualcosa che tutte le persone ancora dotate di un minimo di umanità dovrebbero ripudiare e combattere in trutti i modi, sia per i gravi crimini che vengono commessi sia per le ragioni addotte per poterli perpretare, ragioni che sfidano l'intelligenza delle persone ma che, proprio perchè portate avanti da una campagna mediatica senza precedenti, riescono a condizionare le
coscienze di grandi masse di cittadini.
Ritornando alla questione cubana, anche il sottoscritto, militante della sinistra fin dalla gioventù, è rimasto vittima dei luoghi comuni che vogliono mettere in cattiva luce l'esperienza rivoluzionaria di quel popolo e che è servita, a destra come a sinistra, a far credere che solo la nostra "democrazia" possa essere un sistema che garantisca giustizia e rispetto dei diritti umani. E come questa democrazia difenda i diritti dei cittadini è sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere la tragicità della realtà in cui viviamo. Anch'io sono cresciuto con la convinzione che sull'isola caraibica ci fosse un regime dittatoriale che nega i più elementari diritti umani e che i
cubani fossero vittima di un sistema oppressivo e repressivo. Poi la vita mi ha portato a dover conoscere da vicino il "mostro", ho iniziato a passare parte dell'anno in quel paese ed in quel sistema e, non lo nego, non è stato facile trovarmi a vivere in una situazione completamente estranea alla mia formazione "democratica" e progressista. I primi tempi mi sembrava veramente di vivere in un paese dove mancavano tutte quelle certezze che mi ero costruito in tanti anni di militanza "impegnata", i giornali, la televisione e le radio cubane mi sembravano all'opposto di quello che credevo fosse il vero scopo dei mezzi di informazione "democratici".
Senza farla troppo lunga, ora che sono passati alcuni decenni e che ho scelto Cuba come mia seconda patria dove vivo buona parte dei miei giorni, posso dire esattamente il contrario. Quando torno in Italia non mi riesce più di leggere un giornale, di guardare la tv, salvo rare eccezioni tra cui Omnibus, e di ascoltare la radio. Lo giuro che quando lo faccio diventa un vero strazio, quello che leggo, che ascolto e che vedo mi sembra semplicemente allucinante, si dicono cose incredibili, si raccontano fatti che rispondono solo agli interessi degli editori e MAI corrispondono alla realtà ed ogni volta che ritorno trovo un paese sempre più imbarbarito ed impoverito, o meglio, più
ricco per pochi e più povero per molti. Per non parlare della povertà spirituale e della scomparsa di ogni valore etico e morale. E che strazio scoprire che ogni giorno ci sono genitori che ammazzano figli e figli che ammazzano genitori, che i delitti in famiglia hanno ormai superato in quantiutà quelli che avvengono, e non sono pochi, fuori dalle mura domestiche.
Di fronte a questa realtà angosciante mi diventa sempre più difficile riadattarmi alla vita del paese dove sono nato e cresciuto, specialmente dopo mesi trascorsi in un paese pacifico dove il lavoro non è sfruttamento, dove non ci sono padroni, dove l'allegria e la gioia di vivere la fanno da padroni, dove l'amore per i propri simili è sacrosanto, dove l'ambiente, gli anziani ed i bambini sono considerati un patrimonio da tutelare più di ogni altra cosa, dove non esiste una religione di stato ma qualsiasi culto viene esercitato liberamente, dove sport e cultura sono pratica quotidiana di tutti e non di qualche elite, e via umanizzando. Tutto questo non potrebbe avvenire in un sistema come quello che artatamente si vuole descrivere, la presunta mancanza di democrazia non potrebbe produrre tanto amore e tanta solidarietà umana.
Dopo queste premesse vorrei invitarla ad approfondire i temi che ha trattato nella sua rubrica, si informi sul fenomeno delle "fughe", si renderà conto chi e perchè lo ha generato e quali sono gli intenti dei criminali che speculano su tragedie generate da personaggi senza scrupoli che difendono interessi criminali, si darà conto di come il governo cubano abbia messo in atto tutti
gli strumenti possibili perchè i cittadini cubani possano lasciare l'isola senza essere costretti a rischiare la vita su mezzi di fortuna, capirà perchè un cubano che decide di emigrare viene additato come uno che "fugge" mentre se lo fa un qualsiasi cittadino di un'altro paese del Terzo Mondo, molti dei quali vittime di vere dittature di cui non si parla, va semplicemente a "cercare una vita migliore". Si accorgerà che l'emigrazione cubana è in stragrande maggioranza la stessa di quella di altri popoli, solamente viene propagandata ad arte da gentaglia al servizio del potente vicino del nord, e si accorgerà che emigrano molti più haitiani, messicani, giamaicani, dominicani, ecc. che cubani ma che questo non viene detto. Scoprirà che mentre l'emigrazione generalmente viene repressa brutalmente dalle autorità e dalle polizie imbarbarite dei paesi "ricchi", quella cubana viene incentivata per usarla come arma propagandistica. Si informi sulla realtà che sta dietro ai presunti "dissidenti", perchè e a chi obbediscono quelli che la stragrande maggioranza
dei cittadini cubani non esitano a definirli con il loro nome, cioè MERCENARI. Provi ad entrare nel merito dei veri motivi per cui alcuni di questi "eroi" si trovano in carcere e provi a chiedersi perchè alcuni di loro preferiscono finire sulle prime pagine dei nostri giornali e delle nostre televisioni invece di candidarsi alle elezioni. A Cuba non ci sono i partiti che candidano i loro prediletti ma si può candidare chiunque e quando qualche dissidente lo ha fatto, è successo recentemente, ha raccolto la bellezza di 5 voti, nemmeno quelli dei suoi famigliari. Provi caro Vaime ad informarsi sulle cosidette Dame in bianco, quelle che cercarono maldestramente di imparentarsi con le Damas de Plaza de Mayo argentine le quali si sono affrettate a prendere perentoriamente le distanze da quelle signore nullafacenti, ingioiellate e mantenute dai proventi che il governo Usa mette generosamente a disposizione di chi in ogni maniera si presta a denigrare il governo cubano, uno dei pochi al mondo determinato a non inginocchiarsi agli interessi imperiali. Le Damas de Plaza de Mayo le hanno definite "complici dei responsabili dell'uccisione dei nostri figli e dei nostri nipoti". Provi ad andare OLTRE I LUOGHI COMUNI e si informi di COME e PERCHE' è morto il presunto dissidente Orlando Zapata Tamayo e chi sono i veri responsabili del suo SUICIDIO. Ci sono documenti incontrovertibili che dimostrano come la famiglia del povero Zapata Tamayo abbia seguito ed apprezzato l'abnegazione con cui le autorità cubane ed i medici abbiano tentato con ogni mezzo di salvargli la vita e di come invece le organizzazioni criminali di Miami pretendessero che la madre del poveretto si decidesse a rilasciare la dichiarazione "pattuita" invece di andare ad assistere il figlio morente. Provi a fare il paragone tra quanto avviene REALMENTE a Cuba e quello che succede nelle nostre carceri e nei nostri ospedali (Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, Federico Aldrovandi, solo per citarne alcuni noti, ed i pestaggi di Genova e quelli che avvengono quotidianamente in ogni parte del mondo "democratico" le dicono niente?). Ben diverso il comportamento della polizia cubana in quella che viene propagandata come la repressione delle Damas en Blanco. In realtà si sono fatte intervenire DELLE POLIZIOTTE per creare un cordone di sicurezza a protezione di queste disgraziate che rischiavano di finire vittime della rabbia dei cittadfini cubani stufi delle loro sceneggiate al servizio ed al soldo dei nemici del loro paese. Le donne poliziotto le hanno caricate su un pulman e riportate a casa loro, che diversità con le scene di violenza poliziesca che siamo abituati a vedere nelle nostre città, eppure si continua a distinguere le nostre forze dell'ordine "democratiche" dalla polizia repressiva cubana!!!!!
So che non è facile, in questo mondo inondato dalla sporca propaganda dei mezzi di informazione totalmente in mano ai ricchi ed al servizio dei loro interessi, risalire alle realtà dei fatti e vederli per quelli che sono e non per come ci vengono fatti vedere, ma per fortuna ci sono anche dei canali di informazione alternativi che permettono di capire meglio la realtà che ci circonda superando quei CONVINCIMENTI E QUEI LUOGHI COMUNI che stravolgono la realtà. Per esempio su You Tube, che pure censura video pubblicati da intellettuali cubani, si possono trovare testimonianze che raccontano la realtà dei fatti, confrontandoli con la propaganda anticubana qualsiasi persona dotata di buon senso e scevra da condizionamenti ideologici può rendersi conto dove stanno i torti e dove le ragioni.
Smettiamola di fare i paladini "della più grande democrazia" che porta morte, distruzione e disperazione ovunque e di criminalizzare chi mette a disposizione le proprie risorse per aiutare gli ultimi, quelli a cui vengono negati anche i più elementari diritti umani quali una casa, un lavoro, l'istruzione e le cure mediche. Provi caro Vaime a mettere in discussione le sue certezze, ne trarrà grande giovamento, mi creda.
Con stima ed un poco di amarezza.
Elio Bonomi

12.4.10

Nazim Hikmet: Io sono comunista



Dedico queste frasi del poeta turco, Nazim Hikmet, a tutti i miei amici comunisti.


Io sono comunista
Perché non vedo una economia migliore nel mondo che il comunismo.
Io sono comunista
Perché soffro nel vedere le persone soffrire.
Io sono comunista
Perché credo fermamente nell’utopia d’una società giusta.
Io sono comunista
Perché ognuno deve avere ciò di cui ha bisogno e dare ciò che può.
Io sono comunista
Perché credo fermamente che la felicità dell’uomo sia nella solidarietà.
Io sono comunista
Perché credo che tutte le persone abbiano diritto a una casa, alla salute, all’istruzione, ad un lavoro dignitoso, alla pensione.
Io sono comunista
Perché non credo in nessun dio.
Io sono comunista
Perché nessuno ha ancora trovato un’idea migliore.
Io sono comunista
Perché credo negli esseri umani.
Io sono comunista
Perché spero che un giorno tutta l’umanità sia comunista.
Io sono comunista
Perché molte delle persone migliori del mondo erano e sono comuniste.
Io sono comunista
Perché detesto l’ipocrisia e amo la verità.
Io sono comunista
Perché non c’è nessuna distinzione tra me e gli altri.
Io sono comunista
Perché sono contro il libero mercato.
Io sono comunista
Perché desidero lottare tutta la vita per il bene dell’umanità.
Io sono comunista
Perché il popolo unito non sarà mai vinto.
Io sono comunista
Perché si può sbagliare, ma non fino al punto di essere capitalista.
Io sono comunista
Perché amo la vita e lotto al suo fianco.
Io sono comunista
Perché troppe poche persone sono comuniste.
Io sono comunista
Perché c’è chi dice di essere comunista e non lo è.
Io sono comunista
Perché lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo esiste perché non c’è il comunismo.
Io sono comunista
Perché la mia mente e il mio cuore sono comunisti.
Io sono comunista
Perché mi critico tutti i giorni.
Io sono comunista
Perché la cooperazione tra i popoli è l’unica via di pace tra gli uomini.
Io sono comunista
Perché la responsabilità di tanta miseria nell’umanità è di tutti coloro che non sono comunisti.
Io sono comunista
Perché non voglio potere personale, voglio il potere del popolo.
Io sono comunista
Perché nessuno è mai riuscito a convincermi di non esserlo.

( NAZIM HIKMET)

10.4.10

Appello urgente per Narciso Isa Conde

Di seguito pubblico l'appello dell'amica Annalisa Melandri al Presidente dellaRepubblica Dominicana, Leonel Fernandez, perchè si attivi per salvaguardare l'incolumità di Narciso Isa Conde e della sua famiglia, vittime di un piano criminale dell'imperialismo colombiano statunitense volto teso alla sua eliminazione fisica.


Il seguente appello verrà consegnato alla sede diplomatica della Repubblica Dominicana in Italia.
Al presidente della Repubblica Dominicana Leonel Fernández
Appello dall’Italia al Presidente della Repubblica Dominicana Leonel Fernández affinché si attivi per proteggere l’incolumità di Narciso Isa Conde e della sua famiglia e perché impedisca la realizzazione del piano criminale colombiano-statunitense volto all’eliminazione del noto dirigente comunista dominicano.
Narciso Isa Conde, intellettuale e dirigente della sinistra rivoluzionaria dominicana, già Segretario Generale del Partito Comunista Dominicano, figura storica nel suo paese nella lotta contro l’imperialismo statunitense, ha partecipato attivamente nel 1965 alla Rivoluzione di Aprile che aveva l’intento di riportare al governo il presidente legittimo Juan Bosch, deposto da un colpo di Stato realizzato con l’intervento degli Stati Uniti a soli sette mesi dalla sua elezione. Isa Conde ha sofferto per questa attiva partecipazione alla liberazione del suo paese il carcere, la persecuzione e l’esilio.
Egli, sempre coerente nel suo costante impegno rivoluzionario caratterizzato dalla solidarietà internazionalista verso i movimenti di liberazione dei popoli oppressi, non ha mai discriminato nessuna forma di lotta, incluso quella del popolo colombiano. Attualmente fa parte della presidenza collettiva del Movimento Continentale Bolivariano e da anni si batte per una soluzione politica e negoziata del conflitto contrapposta alla soluzione militare di “sicurezza democratica” perseguita dal governo di Álvaro Uribe. Egli inoltre da tempo denuncia i crimini e le violenze che impunemente vengono commesse in Colombia dai paramilitari e dallo stesso esercito colombiano.
Per questo è oggetto attualmente di una campagna di diffamazione basata su falsità e montata con l’appoggio dei media filogovernativi. Recentemente Álvaro Uribe lo ha definito “leader terrorista”.
Narciso Isa Conde continua oggi a denunciare piani criminali per attentare alla sua vita organizzati dal governo di Álvaro Uribe Vélez e dai suoi apparati militari e paramilitari in combutta con la Cia.
E’ già stato oggetto a Santo Domingo di due attentati che soltanto per il sangue freddo degli uomini della sua scorta, e per la folla presente in quel momento, fortunatamente non sono riusciti. Nel mese di maggio dello scorso anno, sua moglie, mentre si trovava nell’aeroporto di Miami in transito verso altra destinazione, è stata fermata e ammanettata dalle autorità statunitensi e obbligata a ritornare nel suo paese applicandole le norme più restrittive delle leggi migratorie in quanto parente di un “sostenitore del terrorismo”. Il divieto di transito negli Stati Uniti è stato esteso anche ai figli di Isa Conde.
Sappiamo che lo stesso Presidente Leonel Fernández è già al corrente di questi fatti e ha assicurato che avrebbe fatto il possibile per chiarire le circostanze in cui sono avvenuti.
Secondo le denunce dello stesso Isa Conde, , già rese pubbliche alla stampa, in tali piani criminali vi sarebbero coinvolti una diplomatica di nazionalità colombiano-statunitense di cognome Arena, funzionaria dell’ambasciata degli Stati Uniti in Repubblica Dominicana, l’addetto militare dell’ambasciata colombiana e il generale Mario Montoya attualmente ambasciatore colombiano in Repubblica Dominicana (sul quale pendono gravissime accuse di collusione con i paramilitari nella realizzazione del massacro di San José de Apartadó ed altri).
Chiediamo pertanto al Presidente Fernández, attraverso la rappresentanza diplomatica della Repubblica Dominicana in Italia:
  • che adotti misure valide sia a livello nazionale che internazionale volte alla protezione della vita di Narciso Isa Conde,
  • che intraprenda indagini serie ed accurate sulle denunce emesse dallo stesso Isa Conde e che le renda note quanto prima,
  • che si attivi presso le autorità statunitensi per chiarire e risolvere la posizione migratoria di lui e della sua famiglia e che venga pertanto assicurato loro il diritto a viaggiare e agli spostamenti.
L’ambiguità che fino a questo momento ha caratterizzato l’agire rispetto a quanto sopra del Presidente Leonel Fernández non può essere tollerata con l’impegno che un governo deve mettere rispetto alla protezione della vita di tutti suoi cittadini dall’arroganza, violenza e prepotenza di potenze straniere.
Noi firmatari del suddetto appello confermiamo il nostro incondizionato appoggio a Narciso Isa Conde e alla sua famiglia e speriamo nella realizzazione di una massiccia campagna internazionale per la difesa della vita di tutti/e i/le militanti dell’America latina e del mondo minacciati/e dalla mano criminale del regime colombiano presieduto da Álvaro Uribe Vélez e patrocinato dai falchi del Washington.
Per sottoscrivere l’appello: annalisamelandri@yahoo.it

8.4.10

Aggressione ai blog, non molliamo!



Negli ultimi mesi i miei due blog vengono sommersi da un'incredibile quantità di spam, i fascisti quando sono impossibilitati a far valere le loro tesi ricorrono a questi metodi per privare le persone libere dei propri spazi. Ma non ci arrenderemo MAI alle lore prepotenze, ci vuole ben altro per privarci delle nostre idee.
I tentativi di imbrigliare la rete, insieme a molte altre cause tra le quali il dilagare di Facebook e Twitter vari, ha messo in crisi il mondo dei blog. Io ritengo che questi spazi vadano salvaguardati ad ogni costo, voler inglobare le idee nell'immondezzaio della rete è un'operazione utile solo a chi vuole continuare a detenere il potere dell'informazione, vale la pena continuare a lottare per far circolare le idee, io non mi farò sicuramente imtimidire e nel limite del possibile continuerò a dare il mio modesto contributo per contrastare la spazzatura mediatica che ci sommerge.
Hasta siempre!

18.3.10

Cuba: il suicidio di un "dissidente"


Sulla questione della morte di Orlando Zapata Tamayo pubblico uno scritto dell'analista politico argentino Attilio Boròn apparso sul sito Archivio Cubano. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sulla realtà dei fatti e sulla funzione dei mezzi di informazione "democratica" credo che trovi motivo di riflessione. A presto un altra interessante riflessione di Salim Lamrani sullo stesso argomento.

Cuba: il suicidio di un "dissidente"

Atilio Borón

Dimostrando per l'ennesima volta la sua proverbiale mancanza di scrupoli, El País di Madrid ha informato l'opinione pubblica, nell'edizione digitale del 27 febbraio, che

"La dissidenza cubana continua a mobilitarsi per la morte del prigioniero di coscienza Orlando Zapata Tamayo".

Questa è una informazione totalmente falsa, la cui intenzione non è altro che quella di portare acqua al mulino della costante campagna di attacchi e aggressioni contro la Rivoluzione cubana, alimentando quindi i pregiudizi della maggior parte dei lettori del giornale che non sempre hanno il tempo, la possibilità o l'interesse di corroborare la veridicità delle notizie che ricevono dai grandi mezzi di comunicazione.

Per fortuna, una nota pubblicata dal prestigioso intellettuale cubano Enrique Ubieta Gómez ci permette di fare luce su questo penoso episodio e di smontare la bugia ordita dal giornale madrileno (http://www.archivocubano.org/varia/zapata.html).

Nella nota si dimostra che il cosiddetto "prigioniero di coscienza" non era tale; proprio per questo non è mai apparso nella lista dei "prigionieri politici" elaborata dalla ormai sciolta Commissione dei Diritti Umani dell'ONU nel 2003, rimpiazzata — a causa dei suoi vizi e della sua manifesta arbitrarietà a servizio degli interessi degli Stati Uniti — dal Consiglio dei Diritti Umani. Come è possibile che un "prigioniero di coscienza" la cui identificazione con il progetto politico lo ha portato ad immolarsi per non tradire le sue idee, sia passato inosservato davanti agli occhi attenti della Commissione?

La risposta è semplicissima: Zapata Tamayo, ci dice Ubieta Gómez, era un detenuto comune i cui problemi con la giustizia sono iniziati nel 1988, ossia, quindici anni prima della stesura della famosa lista. Nella sua lunga carriera delittuosa è stato processato per "violazione di domicilio" (1993), "lesioni meno gravi" (2000), "truffa" (2000), "lesioni e possesso di arma bianca" (2000: ferite e frattura del cranio con un machete ai danni di una persona), "alterazione dell'ordine" e "disordini pubblici" (2002); come si può notare nessun capo di accusa ha a che vedere con la protesta politica, al contrario sono tutti delitti comuni.

In un momento di generosità, la giustizia cubana ha disposto che Zapata venisse liberato in libertà provvisoria il 9 marzo del 2003. Pochi giorni dopo tornò a delinquere e viene quindi nuovamente arrestato e condannato a tre anni di galera. Questa volta, però, la sentenza viene aumentata a causa della condotta aggressiva all'interno del penitenziario. Ed è proprio in questo preciso momento in cui avviene la sua miracolosa metamorfosi: il malvivente, più volte arrestato per numerosissimi delitti comuni, diventa un cittadino che decide di consacrare la sua vita alla promozione della "libertà" e della "democrazia" a Cuba. Astutamente reclutato dai settori della "dissidenza politica" cubana, sempre più desiderosa di avere un martire nelle sue magre file, lo incitò irresponsabilmente e con totale disprezzo della sua persona a portare a termine uno sciopero della fame fino alla fine, chissà in cambio di quali promesse che il tempo sicuramente non tarderà a chiarire.

Il caso di questa vittima è molto istruttivo per capire la moralità di coloro che lottano per "cambiare il regime" a Cuba; ma anche l'etica dei mezzi di informazione come El País e simili, che mettono il loro immenso potere mediatico, di formazione e deformazione delle coscienze, al servizio delle cause più ignobili. Ad esempio, nessuno dice che la disgraziata vita del suicida è stata visibilmente manipolata dalla "dissidenza" e dai loro mandanti che pretendono di far passare come "detenuto di coscienza" una persona che altro non era che un delinquente comune. Ovviamente mettono a tacere che la sedicente "dissidenza politica" è in realtà tutt'altro: il cavallo di Troia dell'anelata restaurazione della dominazione imperialista a Cuba.

Vengono chiamati "dissidenti" coloro che sono stati filmati mentre ricevevano ingenti somme di denaro all'interno della Sezione di Interesse degli Stati Uniti a L'Avana, per il finanziamento delle attività sovversive ai danni della Costituzione e delle leggi della Repubblica. Ossia, per lavorare insieme al governo di un paese che da circa mezzo secolo ha dichiarato guerra a Cuba, che mantiene contro l'isola un blocco economico criminale condannato all'unanimità dalla comunità internazionale e che ha messo in atto più di seicento tentativi di omicidio del leader della Rivoluzione cubana.

Come reagirebbe Washington se oggi sorprendesse un gruppo di cittadini, nell'Ambasciata dell'Afghanistan a Washington, che ricevono grosse somme di denaro, macchinari per la comunicazione e consigli pratici su come rovesciare il Governo degli Stati Uniti? El País riterrebbe questi sovversivi dei "dissidenti politici" o dei traditori della patria?

Inoltre, diversamente da quanto avvenuto con i mercenari cubani, la cosa più probabile è che gli statunitensi sarebbero stati immediatamente giudicati e accusati dell'infame delitto di tradimento della patria a causa della loro palese e antipatriottica collaborazione con una potenza nemica. Per molto meno di quanto descritto, la "democrazia statunitense" ha messo sulla sedia elettrica, nel 1953, i coniugi Julius ed Ethel Rosenberg, dopo un processo (come quello attuale contro i 5) che è stato una vera e propria beffa giudiziaria.

Niente di tutto ciò avviene a Cuba. E ovviamente l'opinione pubblica mondiale non viene informata a proposito. Nell'isola caraibica non esistono carceri segrete, legalizzazione della tortura, spostamenti di prigionieri per poi essere torturati in paesi terzi, desaparecidos, voli illegali, detenzioni arbitrarie senza processi e altre pratiche che invece vengono quotidianamente adottate nelle prigioni statunitensi e messe a tacere dalla "stampa seria" la cui missione è di informare. Per la stampa dell'impero, come El País, tutto ciò sono semplici minuzie senza importanza. Gli affari sono affari e se bisogna mentire, si mente mille volte con la certezza che le dà l'impunità conferitale dall'impotenza, dalla credulità e dall'apatia dei suoi lettori, addormentati dalla propaganda e diligentemente disinformati e abbruttiti dai grandi mezzi di comunicazione.

In un brillante passaggio de Il diciotto Brumario di Luigi Bonaparte, Marx diceva che, prima di diventare orfana, nella controrivoluzione bonapartista i quadri e gli eroi provenivano dal lumpenproletariato di Parigi. La stessa cosa avviene nei nostri giorni con gli autoproclamati leaders delle libertà e della democrazia a Cuba e con i loro complici della "stampa seria" internazionale. Quindi, se è necessario dire che Barabba era Gesù Cristo, si dice. E se c'è bisogno di dire che Zapata Tamayo era un "prigioniero di coscienza" si dice anche questo, senza nessun problema.