Fidel Castro: Concetto di Rivoluzione

Revolución
Es sentido del momento histórico;
es cambiar todo lo que debe ser cambiado;
es igualdad y libertad plenas;
es ser tratado y tratar a los demás como seres humanos;
es emanciparnos por nosotros mismos y con nuestros propios esfuerzos;
es desafiar poderosas fuerzas dominantes dentro y fuera del ámbito social y nacional;
es defender valores en los que se cree al precio de cualquier sacrificio;
es modestia, desinterés, altruismo, solidaridad y heroísmo;
es luchar con audacia, inteligencia y realismo;
es no mentir jamás ni violar principios éticos;
es convicción profunda de que no existe fuerza en el mundo capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas.
Revolución es unidad, es independencia, es luchar por nuestros sueños de justicia para Cuba y para el mundo, que es la base de nuestro patriotismo, nuestro socialismo y nuestro internacionalismo.

Fidel Castro Ruz (1ro de mayo del 2000)

23.11.08

Premio Tenco 2008

Sono state assegnate le targhe del Premio Tenco 2008. I giornalisti specializzati chiamati a decretare i vincitori hanno scelto quale miglior disco dell'anno "Amen" dei Baustelle. Una buona scelta che riconosce i meriti della band e dà un buon segnale di svecchiamento al prestigioso festival della musica d'autore che rischiava di girare troppo su se stesso.
I Baustelle sono un gruppo nato nel 1994 a Montepulciano, in provincia di Siena. I componenti iniziali erano: Rachele Bastrenghi, voce, Synth, piano elettrico, organo e percussioni; Francesco Bianconi, voce, chitarre, synth e organo; Claudio Brasini, chitarre; Fabrizio Massara, tastiere e programmazioni che abbandonerà il gruppo nel 2005.
Da studenti universitari, dopo la solita trafila di demo nel 2000 producono il loro primo album dal titolo "Sussidiario importato della givinezza" che suscita curiosità ed apprezzamenti fra gli addetti ai lavori. Il lavoro si rifà a diversi stili musiali come la canzone d'autore francese ed italiana, la new wawe, l'elettronica, le colonne sonore degli anni sessanta e settanta fino a ritmi latini come la bossa nova. Nel 2003 pubblicano "La moda del lento" dove portano avanti il discorso precedente. L'album seguente è "La malavita", pubblicato nel 2005, anno in cui iniziano un nuovo tour senza il tastierista Fabrizio Massara che abbandona il gruppo. Amen esce nel febbraio di quest'anno e si avvale della collaborazione dell'etiope Mulatu Astatke, della poetessa Francesca Genti, del maestro Alessandro Alessandroni, di Beatrice Antolini, Sergio Carnevale, Alessandro Majorino, e Beatrice Martini.Dopo aver ricevuto la comunicazione della vittoria Francesco Bianconi ha rilasciato questa dichiarazione: "Siamo veramente orgogliosi di questo riconoscimento. E’ un premio alla fatica, alla dedizione, e alla fede con cui da anni facciamo musica. Personalmente, sono anche molto felice del fatto che ci si sia resi conto che lo spirito che anima le canzoni di Tenco e degli altri grandi cantautori italiani venga riconosciuto anche all’interno della musica non propriamente cantautoriale”.

Il premio per il miglior esordiente dell'anno è stato assegnato a Le Luci della Centrale Elettrica che altro non è che il progetto musicale del cantautore ferrarese Vasco Brondi. Fortemente influenzato dalla musica di Rino Gaetano e dei primi CCCP, Brondi esordisce nel 2007 ed ottiene ottimi riscontri da parte della critica. Il suo primo album è del maggio di quest'anno ed è titolato "Canzoni da spiaggia dertupata", lavoro originale che gi vale il prestigioso riconoscimento del Premio Tenco.

Mi fa immensamente piacere il fatto che il secondo posto per il miglior esordio sia andato al grande Ascanio Celestini per il suo bellissimo "Parole sante".

Per l'opera in dialetto l'ha spuntata un veterano del Club: Davide Van De Sfroos con il suo ultimo lavoro, "Pica". Personalmente il cantautore lariano, al quale riconosco comunque buone doti, mi ha sempre lasciato piuttosto perplesso. Dopo gli interessanti inizi con il gruppo De Sfroos, letteralmente "Di contrabbando", Davide Bernasconi sceglie un percorso "furbesco", scioglie il gruppo e cerca di costruire in dialetto comasco, o più precisamente "laghee", un percorso che attinge senza troppa inventiva al discorso portato avanti da De Andrè con "Creuza de ma". Sa poi cavalcare l'ondata leghista che imperversa tra le vallate lombarde e se ne fa interprete e portavoce. Questo lo porta verso un facile successo ma a scapito della rinuncia ad un discorso più colto ed impegnato che trapelava ai tempi della band. Quando la Lega ha messo le mani su Rai Due, si è presenata l'occasione per Bernasconi di farsi conoscere a livello nazionale. Un'operazione la sua che l'ha portato al successo ma anche alla rinuncia a portare avanti un discorso più impegnativo che avrebbe, a mio parere, prodotto frutti migliori.


Il premio per il miglior interprete è andato invece ad Eugenio Finardi per il suo lavoro-tributo a Vladimir Vysotzky dal titolo “Il cantante al microfono”.

Di seguito le classifiche complete dei premi di quest'anno.

Miglior Album: 1-Amen (Baustelle); 2-Safari (Jovanotti); 3-I milanesi ammazzano il sabato (Afterhours); 4-Di rabbia e di stelle (Roberto Vecchioni); 5-Per brevità chiamato artista (Francesco De Gregori)

Miglior Album d’Esordio: 1-Canzoni da spiaggia deturpata (Le luci della centrale elettrica); 2-Parole Sante (Ascanio Celestini); 3-Vago svanendo (John De Leo); 4-La parola che consola (Banda Elastica Pellizza); 5-Mala Tempora (Paolo Simoni)

Miglior Album in Dialetto: 1-Pica! (Davide Van De Sfroos); 2-La padrona del giardino (Carlo Muratori); 3-Suburb (‘A 67); 4-Donna Rita (Rita Botto); 5-Une primavere (Luigi Maieron)

Miglior Album di Interprete: 1-Il cantante al microfono (Eugenio Finardi interpreta Vladimir Vysotzky); 2-F. à Léo (Capelli-Fresu-Garica-Testa-Zanchi); 3-Un’altra me (Syria); 4-Musica Nuda 55/21 (Petra Magoni e Ferruccio Spinetti); 5-Compagnia Cantante (Alessio Lega)

18.11.08

Acqua in bocca


Il 5 agosto il Parlamento italiano ha votato l’articolo 23 bis del decreto legge numero 112 del ministro Tremonti che nel comma 1 afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica. Mentre nel paese imperversano discussioni sul grembiulino a scuola, sul guinzaglio al cane e sul flagello dei graffiti, il governo Berlusconi ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica. Il decreto è del 25 giugno e viene trasformato in legge il 5 agosto, mentre tutti sono al mare tra l'art.23 e il 24 viene aggiunto l'infame 23 bis che titola "Servizi pubblici locali di rilevanza economica". Si situa tra un articolo sui contratti di apprendistato e un altro che regolamenta l'uso della carta nei Ministeri. Ferma restando la proprietà pubblica delle reti, la loro gestione può essere affidata a soggetti privati.
Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi sarà gestita da multinazionali le stesse che possiedono l'acqua minerale.
Già a Latina la Veolia. multinazionale che gestisce l'acqua locale, ha deciso
di aumentare le bollette del 300%. Ai consumatori che protestano manda le sue
squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori.
La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri.
L'acqua è sacra in ogni paese del mondo. L'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita. L'acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno puo' appropriarsene per trarne illecito profitto.
L'acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre. Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, menre si discute di grembiulini a scuola, sta vendendo il 65% del nostro corpo.

L'acqua appartiene a tutti gli abitanti della Terra.
Il diritto all'acqua è inalienabile, individuale e collettivo.
L'acqua deve contribuire al rafforzamento della solidarietà fra i popoli, le comunità, i paesi, i generi, le generazioni.

10.11.08

Ciao Mama Africa

Ci ha lasciati la notte scorsa dopo essersi sentita male durante un concerto contro il razzismo e la camorra tenuto a Castel Volturno in soliderietà a Roberto Saviano. Aveva 76 anni e se ne è andata così come ha sempre vissuto: lottando contro tutte le ingiustizie e le discriminazioni.
Miriam Makeba, chiamata Mama Afrika per il suo impegno contro l'apartheid che nel suo Sudafrica ha relegao per decenni milioni di "abbronzati" in condizioni di schiavitù, è nata a Johannesburg il 4 marzo 1936. Cantante di jazz e di World Music, per il suo impegno politico è stata costretta all'esilio fino alla fine dell'apartheid e fu delegata alle Nazioni Unite. Famosa in tutto il mondo, è considerata una leggenda vivente e ci ha lasciato brani indimenticabili come la famosa Pata Pata, Malika, The click song, ecc. Iniziò la carriera negli anno cinquanta con il gruppo Manhattan Brothers con i quali incominciò a farsi conoscere anche all'estero. Nel 1959 conquita la notorietà con il musical King Kong a cui seguono film che trattano il tema dell'apartheid e un'infinità di pubblicazioni discografiche che la fanno diventare una delle artiste più apprezzate del panorama internazionale. Molte istituzioni internazionali, tra cui l'Unesco, la premiano e riconoscono la sua immensa statura di artista e di donna impegnata per la pace e la giustizia.

Miriam Makeba ci lascia un'eredità pesantissima: portare avanti la sua battaglia per un mondo più giusto e per la dignità di tutti gli esseri umani. A noi l'arduo compito di non deluderla e far sì che la sua figura continui ad essere uno spauracchio per tutti i cialtroni che seminano odio, discriminazioni, fame e morte per soddisfare la loro incolmabile avidità.


Quì sotto riporto un'interessante intervista a Miriam Makeb rilasciata nel 2004 a Paolo Battifora per il Secolo XIX.


Miriam Makeba, la più grande interprete della musica africana e figura simbolo della lotta all'apartheid, domani è al Carlo felice nell'ambito dell'Esposizione universale del jazz.
Signora Makeba, come definirebbe la sua musica?
Io canto e non mi pongo il problema di come definire la mia musica. Quando negli anni Sessanta sono andata al festival di Monterey dicevano che facevo jazz perché il jazz viene dall'Africa, poi quando ho cantato con Harry Belafonte parlavano di folk. Io canto la mia musica e lascio agli altri le definizioni.
Oggi va di gran moda il termine world-music. Cosa ne pensa?
Sono duemila anni che esiste la world-music...tutta la musica viene dal mondo. Non sarà piuttosto un modo per non dire che è la musica proveniente dal Terzo mondo?
Lei è conosciuta come “Mama Africa”. Cosa significa essere un simbolo della cultura e delle lotte dei neri?
Tutto il continente sulle mie spalle? Pesa decisamente troppo. No, non credo di essere un simbolo. Semplicemente la gente mi dimostra tutta la sua simpatia e il suo affetto.
Nelson Mandela: un'amicizia di lunga data.
Il nostro primo incontro risale agli anni Cinquanta, all'epoca in cui cantavo con in Manhattan Brothers. Quando è stato liberato gli ho subito telefonato e mi ha detto che dovevo tornare in Sudafrica, da cui sono stata lontana per oltre trent'anni. Il nostro primo abbraccio è però avvenuto a Stoccolma, perché io ero ancora esiliata.
Conosce la musica italiana?
Poco, ma amo moltissimo De André di cui ho tutti i dischi.
E Pavarotti?
Ricordo quando è venuto a cantare in Sudafrica con i tre tenori. Un grande concerto.
Come è cambiata la sua musica nel corso della sua carriera?
Non saprei. Io canto motivi sempre nuovi anche se non posso esimermi dal fare i successi più amati dal pubblico.
Come il celebre “Pata Pata”?
Appunto: ormai quel brano per me è diventato quasi un'ossessione.
Dal 1999 lei è ambasciatrice della FAO, cui ha dedicato il brano “Masakahane”. Può parlarci di questa sua attività?
E' una funzione che ricopro insieme a grandi personaggi dello spettacolo come Gina Lollobrigida, D.D. Bridgewater, Gilberto Gil, Youssou N'Dour,Gong Li. Nel 2001 sono stata in Mozambico, paese colpito da una grave alluvione, e nello stesso anno ho tenuto concerti per la FAO in Spagna e Giamaica. In quegli anni la mia immagine ha pubblicizzato l'organizzazione per l'alimentazione su importanti riviste internazionali e qualche mese fa ho aperto un centro vicino a Johannesburg per ragazze in difficoltà.
E' mai stata tentata dalla carriera politica?
Ho ricevuto diverse proposte in proposito e offerte di candidature, ma il mio ruolo è quello di cantare.
Il mondo è sempre più scosso dal terrorismo.
E' un grande problema, di fronte al quale però bisognerebbe risalire alle radici e fare attenzione alle strumentalizzazioni: ricordiamoci come Nelson Mandela sia stato bollato a lungo come terrorista dal governo sudafricano. La violenza in ogni caso va sempre rifiutata, perché a farne le spese è poi la gente comune.
Intervista di Paolo Battifora – IL SECOLO XIX – 17/03/2004