Fidel Castro: Concetto di Rivoluzione

Revolución
Es sentido del momento histórico;
es cambiar todo lo que debe ser cambiado;
es igualdad y libertad plenas;
es ser tratado y tratar a los demás como seres humanos;
es emanciparnos por nosotros mismos y con nuestros propios esfuerzos;
es desafiar poderosas fuerzas dominantes dentro y fuera del ámbito social y nacional;
es defender valores en los que se cree al precio de cualquier sacrificio;
es modestia, desinterés, altruismo, solidaridad y heroísmo;
es luchar con audacia, inteligencia y realismo;
es no mentir jamás ni violar principios éticos;
es convicción profunda de que no existe fuerza en el mundo capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas.
Revolución es unidad, es independencia, es luchar por nuestros sueños de justicia para Cuba y para el mundo, que es la base de nuestro patriotismo, nuestro socialismo y nuestro internacionalismo.

Fidel Castro Ruz (1ro de mayo del 2000)

27.5.10

TUTTI SULLA STESSA BARCA?


Dopo aver negato la crisi ed averci assicurato che l’Italia andava a gonfie vele, dopo aver cancellato tutte le misure prese dal precedente governo per scovare chi non paga le tasse, vedi per esempio la rintracciabilità dei pagamenti, dopo monologhi televisivi con sorrisi a 32 denti (finti), dopo aver promesso ricchezza per tutti, ora il Presidente del Consiglio, o meglio il capo della Banda del Buco, si dilegua e manda i suoi dipendenti in ogni dove a dirci che servono enormi sacrifici: SIAMO TUTTI SULLA STESSA BARCA e dobbiamo contribuire a non farla affondare. In particolare il Ministro dell’Economia Disastrata viene riempito di elogi per il coraggio che dimostra nel farci pagare il conto delle loro menzogne.

Quanto al discorso della barca andrebbe fatta un poco di chiarezza. In questi anni di illusioni secondo la quale le magnifiche sorti del libero mercato, tanto acro anche alla nostra sinistra, ci avrebbero permesso di vivere alla grande senza tante preoccupazioni, la barca è stata occupata da svariati personaggi, Mentre alcuni si divertivano ballando e festeggiando con ostriche e champagne, altri stavano remando per muovere la barca verso i paradisi promessi, chi remava è stato retribuito con salari da fame, contratti a termine, lavoro interinale e altre menate simili quando non lavoro nero, e di approdi verso lidi paradisiaci nemmeno l’ombra, alla fine della carriera ai più fortunati e toccata una pensione che li obbliga a lavorare più di prima per poter sopravvivere. Oppure emigrare in Moldova con la badante….

Ben diversa la sorte dei padroni della barca, tra feste e balli sono approdati in tutti i paradisi fiscali dai nomi pittoreschi. Chi sa dove sono le Isole Caiman che ricordano più il caveau di una banca che un lido di approdo? Questi signori che hanno rapinato il lavoro degli italiani si sono visti premiati dal Governo del Fare, del fare gli interessi dei ricchi s’intende, che ha elogiato la loro solerzia nel fare rientrare gratis in Italia le ingenti somme sottratte al fisco, con tanto di anonimato per evitare sputi in faccia da parte di qualche cittadino indignato sopravvissuto alle balle fantasiose dei nostri media. Salvo poi utilizzare quegli stessi capitali per continuare il ciclo di arricchimento illecito a discapito della collettività.

Una fatto che sembra uscito dalla fervida fantasia di uno scrittore umorista sta a dimostrare la realtà in cui viviamo. Il panfilo di Flavio Briatore, uno dei tanti personaggi che hanno saccheggiato il lavoro degli italiani, è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza per accertamenti in quanto sospettato di contrabbando. Ovviamente la barca su cui dovremmo trovarci tutti non batteva bandiera italiana, credo proprio delle Caiman, ed a bordo ci stava la povera mogliettina, certa Gregoracci Elisabetta, famosa diva di niente, ed il figlio Nathan Falco, oltre alla servitù ed ai rematori. Mentre di loro nessuno se ne importa, la povera signora balza alle cronache dei giornali, è disperata, “da quando siamo stati costretti ad abbandonare il nostro yacht il piccolo Nathan Falco piange spesso, non è più tranquillo e sereno come prima”, “sente la mancanza della sua cameretta bianca, dei suoi spazi, che lo hanno protetto fin dai primi giorni”. Essere abituati alla vita da yacht e doverci rinunciare deve essere un trauma tremendo anche per uno che si chiama Falco….

Non rimane che una speranza, quella che il Governo del Fare si prenda a cuore la situazione di questa parte d’Italia che soffre, che nella manovra in corso il buon Giulio Tremonti trovi il modo di infilarci la soluzione che permetta alla famiglia Briatore di ritrovare la propria serenità e possa continuare a veleggiare da Portofino alle Caiman, il “terribile incubo” di Falco deve terminare al più presto, non può essere il capro espiatorio di tutti coloro che stanno sulla stessa barca….

Intanto qualcuno spera che appena i Briatore rimettono piede sul panfilo, lo stesso affondi in alto mare e che si salvino solo i rematori e la servitù. Sarebbe un buon inizio, dicono, per ripulire l’Italia dalle scorie che l’hanno devastata….

14.5.10

Intervista a ADOLF HITLER


Piergiorgio Odifreddi è un matematico, logico e saggista, i suoi scritti, oltre che di matematica, si occupano di divulgazione scientifica, storia della scienza, filosofia, politica, religione, esegesi (comprensione del significato dei testi), filologia (studio delle parole) e saggistica varia.
Si ispira liberamente all'insegnamento e alle posizioni di Bertrand Russell e Noam Chomsky. In particolare, ha ripetutamente manifestato la sua opposizione alle politiche statunitense e israeliana, vedasi Non siamo tutti americani e La dannata Terra Santa.

Come ha accennato in un'intervista, ritiene che il "sedicente" sistema democratico, basato sull'elezione periodica di delegati ai quali viene assegnato un mandato generale in bianco per alcuni anni, sia ormai anacronistico e non adeguato né alla complessità della società moderna, né alla sua velocità di cambiamento.

Di Odifreddi mi piace molto questa sua affermazione:
Se la matematica e la scienza prendessero il posto della religione e della superstizione nelle scuole e nei media, il mondo diventerebbe un luogo più sensato e la vita più degna di essere vissuta. Che ciascuno porti dunque il suo contributo, grande o piccino, affinché questo succeda, per la maggior gloria dello Spirito Umano.

Il suo Il matematico impertinente, contiene la controversa Intervista a Hitler che riporto quì sotto. E' sicuramente un testo che fa riflettere sulla realtà in cui viviamo, molto in contrasto con il pensiero dominante nel nostro sedicente "occidente democratico".

Intervista a
ADOLF HITLER

Piergiorgio Odifreddi

Gennaio 2005

Adolf Hitler nacque in Austria il 20 aprile 1889, e dedicò la sua vita alla realizzazione del piano politico esposto nel 1924 nel Mein Kampf, "La mia battaglia'', scritto in prigione dopo un fallito tentativo di colpo di stato. Il suo regno di terrore potè iniziare legalmente nel 1933, grazie al 44% dei voti del Partito Nazionalsocialista, e all'8 % del Partito Nazionalista (20,5 milioni in tutto), ottenuti alle elezioni: a dimostrazione del paradosso che un dittatore può anche arrivare al potere democraticamente.

L'espansione del Terzo Reich iniziò nel 1938 con l'annessione dell'Austria, e raggiunse al suo massimo un'estensione da Capo Nord al Sahara, e dalla Normandia al Caspio. La contrazione iniziò nel 1942 con le sconfitte di Stalingrado e di El Alamein, e si concluse il 9 maggio 1945 con l'entrata dei russi a Berlino. Poco prima, il 30 aprile, Hitler si era ucciso con un colpo di pistola nel suo bunker.

Sessant'anni dopo, mentre nel mondo si sta organizzando un Quarto Reich che va dagli Stati Uniti al Mediterraneo, abbiamo parlato del Terzo col sanguinario vegetariano che l'ha comandato per dodici anni.

Fürer, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale il suo nome è diventato sinonimo del male. Cosa ne pensa?

La storia è sempre stata scritta dai vincitori, e il bene è ciò che sta dalla loro parte. Se avessimo vinto noi, sinonimo del male sarebbe diventati i nomi di Churchill o di Roosevelt.

Non crede che ci siano motivazioni oggettive, oltre alla sconfitta? Stalin la guerra l'ha vinta, eppure anche il suo nome è diventato sinonimo del male.

Milioni di persone non l'hanno pensata così, su Stalin, prima e dopo la guerra: quanti russi hanno pianto, quando è morto? Temo che lei non sappia molto nè dello stalinismo, nè del nazismo, a parte ciò che le ammanniscono i Ministeri della Propaganda, del suo paese e di quello che lo comanda.

Ministeri della Propaganda? E quali sarebbero i nostri Goebbels?

Per parlarle in termini che lei può capire, se il nostro era il totalitarismo inumano del 1984 di Orwell, il vostro è oggi il totalitarismo dal volto umano del Mondo nuovo di Huxley. I suoi Ministeri della Propaganda sono dunque il cinema e la televisione: se vuole trovare i nuovi Goebbels, li cerchi fra gli Spielberg e gli Zeffirelli, o fra i Murdoch e i Berlusconi.

Cosa voleva insinuare, fra l'altro, con quel "paese che ci comanda''? Che l'Italia sarebbe una colonia degli Stati Uniti?

E non lo è, forse? Da quando siete stati occupati, nel 1944, non vi siete più liberati. A tutt'oggi ci sono 125 basi e 35.000 truppe statunitensi in Italia: è indipendenza questa? In Germania, poi, stiamo ancora peggio. Quella che voi chiamate liberazione, fu soltanto la sostituzione di un'occupazione militare a un'altra, meno esibita ma non meno effettiva.

Non vorrà negare, però, che il nazismo si è macchiato di crimini contro l'umanità mai visti prima.

Ah, sì? E quali?

Anzitutto, lo sterminio di sei milioni di ebrei.

Non dica cretinate. Il mio modello per la soluzione del problema ebraico è stato il modo in cui gli Stati Uniti avevano risolto l'analogo problema indiano: un genocidio sistematico e scientifico dei diciotto milioni di nativi che vivevano nell'America del Nord. Quanti indiani rimangono negli Stati Uniti, oggi? Qualche centinaio, mantenuti in riserve come i bisonti. E quanti ebrei rimangono invece, al mondo? Milioni, e hanno addirittura uno stato tutto per loro: il quale, tra l'altro, sta mostrando di aver imparato la nostra lezione sul come trattare le minoranze etniche.

Lei è proprio un senza Dio!

Senza il Dio degli ebrei, magari. Ma avevamo il vostro: non è forse stato Elie Wiesel, premio Nobel per la pace nel 1986, a dire che "tutti gli assassini dell'Olocausto erano cristiani, e il sistema nazista non comparve dal nulla, ma ebbe profonde radici in una tradizione inseparabile dal passato dell'Europa cristiana''? Non senza motivo le mie SS portavano scritto Gott mit uns sulla fibbia della cintura.

La Chiesa non la pensa certo così!

Ma se, da quando Rolf Hochhuth ha rotto l'incantesimo con Il vicario nel 1963, non si fa che parlare del silenzio di Pio XII nei confronti di quello che voi chiamate Olocausto! E poi, lei non ha certo letto il mio Mein Kampf, che immagino non sia facile da trovare nelle vostre librerie: se l'avesse fatto, ricorderebbe però che il progetto per il trionfo del nazismo era modellato sulla tenace adesione ai dogmi e sulla fanatica intolleranza che hanno caratterizzato il passato della Chiesa cattolica.

In ogni caso, basterebbe a condannarvi il disprezzo per la vita umana di civili innocenti che avete dimostrato durante la guerra.

Questa la vada a raccontare agli abitanti di Amburgo e di Dresda, sui quali avete riversato le "tempeste di fuoco'' che ne hanno ucciso un milione. O a quelli di Hiroshima e Nagasaki, trecentomila dei quali sono stati inceneriti da due bombe atomiche: nessuna propaganda può cancellare il fatto che i "cattivi'' nazisti non hanno costruito queste armi di distruzione di massa, mentre i "buoni'' Stati Uniti le hanno non solo costruite, ma usate!

Almeno, non vorrà negare la sua aberrante politica eugenetica.

Perchè mai dovrei negarla? Era un mezzo per ottenere la purezza della razza. Ma non capisco cosa ci trovi di aberrante: la mia legge del 1933, per la prevenzione dei difetti ereditari, era esplicitamente basata sul modello statunitense di Harry Laughlin, al quale noi demmo per questo motivo una laurea ad honorem nel 1936 a Heidelberg. Lo sa, lei, che la prima legge per la sterilizzazione di "criminali, idioti, stupratori e imbecilli'' fu promulgata nel 1907 dall'Indiana? Che fu poi imitata da una trentina di stati americani, e dichiarata costituzionale nel 1927 dalla Corta Suprema? Che negli anni '30 furono sterilizzati 60.000 individui negli Stati Uniti, metà dei quali nella sola California? E che negli anni '50, dopo la guerra, furono castrati 50.000 omosessuali?

Non vorrà dire che gli Stati Uniti, il melting pot, sono un paese razzista!

Lei è proprio un ingenuo! Secondo lei, contro cosa manifestava Martin Luther King, ancora negli anni '60? E chi scrisse Il passaggio della Grande Razza nel 1916?

Chi?

Madison Grant, amico di Theodore Roosevelt. Quando il libro fu tradotto in tedesco, gli mandai una lettera entusiasta, di cui lui fu molto compiaciuto. E a proposito di Roosevelt, non dimentichi che Pierre van der Berghe, studioso della razza, l'ha messo insieme a me e a Hendrik Verwoerd, l'artefice dell'apartheid sudafricano, nella Trinità del Razzismo del Novecento.

Di questo passo, arriverà a dire che gli Stati Uniti furono anche un paese nazista!

Gli Stati Uniti non possono aver seguito il nazismo, perchè l'hanno preceduto e ispirato. In fondo, volevamo entrambi una cosa sola: come cantavano le mie SS, Morgen die ganze Welt. Purtroppo il mondo era quasi tutto nelle mani delle potenze coloniali, e bisognava toglierglielo con la forza. Il "male'' di cui ci hanno accusati era tutto qui: voler fare a loro ciò che essi avevano fatto ad altri. Noi abbiamo fallito, ma gli Stati Uniti stanno portando a termine quello che era il nostro vero progetto: il dominio globale (militare, politico ed economico) del pianeta.

E' questa, dunque, l'eredità del nazismo?

L'ha già dichiarato Otto Dietrich zur Linde, il giorno prima della sua esecuzione, nell'intervista rilasciata all'argentino Borges, poi pubblicata col titolo Deutsches Requiem: il nazismo era un'ideologia così ben congegnata, che l'unico modo per sconfiggerla era di abbracciarla. Noi volevamo che la violenza dominasse il mondo, e il nostro scopo è stato pienamente raggiunto. Non abbiamo vissuto e non siamo morti invano.

1.5.10

BONANNI VERGOGNOSO, DA ROSARNO ATTACCA CUBA

Ho appena seguito in tv la manifestazione sindacale per il primo Maggio di Rosarno ed ho ascoltato il segretario della CISL, Bonanni, affermare dal palco che a Cuba i sindacalisti vengono arrestati!!!!!! Peccato che e a Cuba NON E' MAI STATO ARRESTATO NESSUNO PER ATTIVITA’ SINDACALI ma al contrario lì il sindacato è talmente forte che il Ministro del lavoro viene designato dai lavoratori stessi! In fondo niente di nuovo, la CISL si è sempre distinta per attaccare qualsiasi manifestazione di autentico sindacalismo antipadronale, quello che fa specie è che questa sparata Bonanni l'abbia fatta proprio nel mezzo di una furiosa campagna anticubana in atto in questi giorni e finanziata direttamente dal Governo Usa che ha stanziato centinaia di milioni di dollari a questo fine. Con affermazioni simili si potrebbe indurre qualche malizioso a pensare che parte di quei dollari potrebbe avere preso strade strane…. Se poi uno sa che la CISL nacque nel dopoguerra da una scissione della CGIL ponendo così fine all'unità sindacale e dando inizio alle divisioni dei lavoratori a tutto vantaggio del padronato, i dubbi si fanno ancora più consistenti…. E l’asservimento della CISL al padronato, che più che ad un sindacato assomiglia ad un’agenzia di collocamento, è più che nota, tanto che molti continuano a chiamarlo il sindacato dei padroni.

Per questo la sparata di Bonanni non mi ha colto di sorpresa, mi ha sorpreso però che quanto detto sia passato nel più assoluto silenzio! Mi aspettavo che i lavoratori presenti lo cacciassero a calci in culo, invece niente. Dov'è finita la coscienza politica dei lavoratori? Prevedo tempi ancora più bui....