tag:blogger.com,1999:blog-265862922024-03-23T18:45:07.176+01:00Notizie dall'ImperoPer chi non vuole credere alle bugie ed ai luoghi comuni che l'ipocrita informazione "democratica" ci racconta.
IL FUTURO DELL'UOMO SARA' SOCIALISTA O NON SARA'Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.comBlogger191125tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-25397555039794576962017-12-05T02:56:00.002+01:002017-12-05T03:06:33.684+01:00SPERIAMO CHE IO ME LA CAVO<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span lang="IT" style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT;">SPERIAMO CHE IO ME LA CAVO<o:p></o:p></span></b></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-TU0SX25PiL4/WiX8hz6YEAI/AAAAAAAABJU/s14luZAa4AkyCKd-9y2xSDRUGCav-Y5gwCLcBGAs/s1600/280px-Iscmlc.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="169" data-original-width="280" src="https://4.bp.blogspot.com/-TU0SX25PiL4/WiX8hz6YEAI/AAAAAAAABJU/s14luZAa4AkyCKd-9y2xSDRUGCav-Y5gwCLcBGAs/s1600/280px-Iscmlc.png" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT" style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT;">Honduras, 2017, elezioni politiche. I lacchè delle
oligarchie fasciste che nel giugno 2009 hanno conquistato il potere con un colpo di
stato contro il Presidente Manuel Zelaya, sono talmente sgraditi al popolo al
punto di perdere le elezioni svoltesi lo scorso 26 novembre malgrado la feroce
repressione contro l’opposizione e l’assoluto dominio dei mezzi di informazione.
Se indire le elezioni è un gran fastidio per chi si sente padrone del paese,
perderle è inaccettabile, così, vista l’inevitabile sconfitta, il Tribunale
Elettorale ha interrotto l’aggiornamento dei risultati a causa di “un blocco
informatico del sistema” quando il candidato dell’opposizione era in vantaggio
di 5 punti con tendenza irreversibile. Dopo 8 ore il sistema torna
miracolosamente a funzionare ed i dati, sempre miracolosamente, danno in
vantaggio il candidato del partito governante di qualche centinaia di voti. Le
strade e le piazze del paese, come ai tempi della deposizione di Zelaya, non
tardano a riempirsi di cittadini indignati e come allora la polizia carica i
manifestanti causando numerosi morti e feriti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT" style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT;">Fino a quì tutto normale, la dittatura fascio-oligarchica,
arrivata al potere eseguendo meticolosamente i piani elaborati dai cervelloni
del “paese più democratico del mondo”, impone con la forza, aggredisce,
distrugge, assassina e devasta il paese come si deve. Quello che non quadra è l’assoluto
silenzio dei media del mondo “libero” che ignorano completamente i drammatici
fatti in corso nel paese centroamericano mentre non perdono occasione per
parlare della “dittatura di Maduro” in Venezuela dove secondo loro l’opposizione
fascista che in questi anni ha distrutto l’economia, ammazzato sostenitori del
Governo e cittadini inermi, è vittima della ferocia della Rivoluzione Bolivariana
che si accanisce contro l’analfabetismo, costruisce case per i lavoratori, scuole
e ospedali dove prima non esistevano ne maestri ne medici. Ovviamente non
cessano gli attacchi contro i “paesi canaglia” che non vogliono saperne di
farsi dominare dall’uno per cento dedito a distruggere e terrorizzare il
pianeta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT" style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT;">Di fronte a queste indiscutibili realtà, tutti i
cittadini onesti del pianeta dovrebbero indignarsi e mettere in campo tutte le
energie disponibili per invertire questa devastante deriva criminale, ma sembra
non sia così. In Italia le classi subalterne, quando non si fanno affascinare
dal populismo razzista, si danno all’ippica o stanno ancora sostenendo governi
di “sinistra” presieduti da vecchi e nuovi democristiani baciapile al servizio
dei potenti. In Francia gli eredi della Rivoluzione appoggiano lo squallido fenomeno
Macron, i tedeschi continuano a farsi affascinare dalla splendida signora
venuta dall’est per ridurli ad eseguire gli ordini delle banche mentre i
sudditi del Regno Unito sembrano irrimediabilmente convinti che regine, lady di
ferro e signore di merda siano l’ancora di salvezza contro il pericolo rosso
che utilizza l’immigrazione per distruggere il loro sogno di vivere una vita
squallida e tranquilla. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT" style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT;">I tempi che ci tocca vivere sono talmente tristi che speriamo
che io me la cavo e che i “Paesi canaglia” esistano e resistano....<o:p></o:p></span></div>
Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-10769956093662380852016-11-27T06:41:00.000+01:002016-11-27T14:45:22.003+01:00FIDEL ES CUBA<h4 style="text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: "open sans" , "helvetica neue" , "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;"> </span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: "open sans" , "helvetica neue" , "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">«A todos nos llegará nuestro turno, pero quedarán las ideas de los comunistas cubanos»</span></h4>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-NsQiAlTDQLA/WDrgKt2pnwI/AAAAAAAABIQ/q-I3b-vaDxsNJZo4UCArfJF1rOkStzDSgCLcB/s1600/fidel.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://3.bp.blogspot.com/-NsQiAlTDQLA/WDrgKt2pnwI/AAAAAAAABIQ/q-I3b-vaDxsNJZo4UCArfJF1rOkStzDSgCLcB/s1600/fidel.jpg" /></a></div>
<h2 style="text-align: center;">
<span style="color: red;">HASTA SIEMPRE COMANDANTE </span><span style="color: red;">DE TODOS LOS REVOLUCIONARIOS Y LOS HUMILDES DEL MUNDO!</span></h2>
<div style="text-align: right;">
La Habana 26-11-2016</div>
Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-29562945039996418372016-07-14T12:08:00.002+02:002016-07-14T12:08:27.389+02:00CHE GRANDI FIGLI DI PUTTANA!<div class="" data-block="true" data-editor="6bpgo" data-offset-key="ahi8u-0-0" style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 18px; white-space: pre-wrap;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="ahi8u-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="ahi8u-0-0" style="font-family: inherit;">Quando si usano termini inglesi c'è sempre dietro l'imbroglio, molti li usano, sfoggiano la loro pronuncia sofisticata, incoscienti che li stanno manipolando. Dico manipolando per non dire quella parolaccia che sintetizza meglio la situazione.... anzi, la uso, ce lo stanno mettendo nel culo.</span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="6bpgo" data-offset-key="7o0o6-0-0" style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 18px; white-space: pre-wrap;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="7o0o6-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="7o0o6-0-0" style="font-family: inherit;">Ricordo quando c'erano i padroni, i sindacati organizzavano i lavoratori e si lottava per i diritti, spesso si vinceva, altre volte ne uscivamo con le ossa rotte però si sapeva di aver perso una battaglia e non la guerra. L'obbiettivo era liberarci di loro, diventare artefici del nostro futuro. </span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="6bpgo" data-offset-key="beqgo-0-0" style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 18px; white-space: pre-wrap;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="beqgo-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="beqgo-0-0" style="font-family: inherit;">Poi, come d'incanto, i padroni sono diventati imprenditori e sono comparsi i manager, esseri quasi invisibili, feroci, sprezzanti e spregevoli. I manager non sono padroni, sono la forza bruta del padronato che non mette più la faccia, sono la quintessenza della violenza brutale del capitale, sono dei mercenari, figli di buona donna disposti a tutto pur di compiacere chi li paga lautamente, odiano i lavoratori, la gente comune che non mira ad arricchirsi ma vuole vivere una vita semplice con il frutto del proprio lavoro. I media del capitalismo li idealizzano, i partiti ex di sinistra ed i sindacati che hanno perso la loro funzione storica li hanno prima accettati e poi coccolati fino a diventarne estimatori. Ora stanno dappertutto, perfino nelle squadre sportive e nella sanità dove in nome del profitto distruggono ogni valore umano riducendo le strutture sanitari ad agenzie di reclutamento per le cliniche private.</span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="6bpgo" data-offset-key="facf5-0-0" style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 18px; white-space: pre-wrap;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="facf5-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;">
<span data-offset-key="facf5-0-0" style="font-family: inherit;">Ma quello che più rattrista è che piacciono alla gente, li invidiano, sperano che i propri figli diventino come loro. Appunto, dei gran figli di puttana.</span></div>
</div>
Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-81607287887868617612016-07-14T08:08:00.004+02:002016-07-14T08:08:43.511+02:00VIVA MARIANNA!<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; color: #1d2129; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT;">Evviva!
Stamattina una notizia molto attesa, è nata Marianna. Nooo, non è la figlia di
qualcuno, un famigliare, un amico, no, no, è un nuovo partito! O forse partita,
al femminile. Che poi non è un partito, termine sconveniente, ma una
"cosa" per raccogliere voti ed entrare nel "palazzo". Il
fondatore è Giovanni Negri, ex militante del Partito Radicale del quale fu
presidente fino a quando non si accorse che il partito era di Pannella e che
per lui non c'era alcuna possibilità se non quella di ubbidire agli ordini del
capo. Lasciò la politica e si dedicò al lavoro, o meglio, a far lavorare gli
altri, diventando im-prenditore agricolo. Ancora il corpo di Pannella è caldo e
lui è lì, pronto a sfruttare lo spazio che la scomparsa dell'istrionico leader
radicale ha lasciato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; color: #1d2129; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT;">Io
temo che la proposta di Giovanni Negri abbia finalità ben pensate e ragionate
nei luoghi alti dove si prendono le decisioni che fanno si che nella nostra democrazia
tutto cambi senza che nulla cambi. In Italia siamo ormai alla fine
dell’esperienza Renzi ed all’inizio dell’era M5S che però credo abbia poche
possibilità di durare nel tempo. Ancora non si sono seduti sulle poltroncine
del potere che incominciano le diatribe interne e forse non riusciranno nemmeno
a sedersi sulle poltrone perchè verranno travolti dalla confusione ideale,
dalle loro incapacità e dall’ira popolare per l’ennesima promessa disattesa.
Per questo va preparato il dopo M5S, prima che nasca un partito vero o che la
gente s’incazzi davvero ed invece di gridare “vaffanculo” incominci a muovere
le mani, che è poi l’unica via per liberarci dalla classe cialtrona dominante. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; color: #1d2129; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT;">Giovanni
Negri è persona capace, la militanza radicale gli ha dato gli strumenti per
capire la politica, sa leggere la realtà ed è sufficientemente cinico per saper
sfruttare il momento propizio. Niente di meglio per la classe dominante in
cerca di soluzioni idonee a preservare i loro interessi e continuare con la
rapina ai danni dei cittadini. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; color: #1d2129; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT;">Così
da oggi si parte con la campagna mediatica che lancerà il “contadino”
nell’agone politico con il compito di spostare l’interesse dei cittadini dai
problemi veri che rendono tanto tristi quenti nostri tempi, verso nuove
illusioni di cambiamento che in realtà altro non fanno che mantenere lo status
quo. Vedremo Giovanni Negri nei talk show televisivi, la “Marianna che vien
dalla campagna” sarà al centro delle disquisizioni di idioti servi del potere
ed il nostro futuro continuerà ad essere tutt’altro che il primaverile “sol
dell’avvenir” perchè il sole continuerà a riscaldare solo le case dei soliti
noti e nubi minacciose si addenseranno sempre più per interporsi tra noi e il
cielo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; color: #1d2129; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT;">Se
non capiamo questo non ci sarà alcuna speranza di uscita dalla schiavitù
moderna, la più sottile ed efficace di tutti i tempi. Per uscire dalla dittatura
del capitale non resta che una via: la rivoluzione socialista, una rivoluzione per
invertire la rotta e togliere il potere economico in mano a pochi privati per riportalo
in mano pubblica in modo che i frutti del lavoro vengano utilizzati per dare
servizi ai cittadini e non per riempire banche nei paradisi fiscali. Bata con
parlamenti costosi ed inutili, basta cialtroni in politica ma rappresentanze
popolari che trovino le soluzioni ai problemi, tutelino le persone, sopratutto
le più vulnerabili, e si utilizzi la tecnologia per alleviare la fatica, per
lavorare tutti e lavorare meno, lavorare per vivere e non vivere per lavorare.
Il frutto del lavoro deve essere patrimonio di tutti non finere nelle tasche
degli speculatori.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; color: #1d2129; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT;">Tutto
questo è possibile, basta finirla con il capitalismo ed imboccare la via del
socialismo, parola che insieme ad imperialismo è stata volutamente tolta dal
lessico corrente per impedire che si parli della causa e della soluzione dei
mali che affliggono il pianeta.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; color: #1d2129; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT;">Busteggia
4 luglio 2016</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-13152724886054459852015-11-01T16:33:00.000+01:002015-11-01T16:43:45.491+01:00DOVE VA L’AMERICA LATINA?<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial";">E’ da quando sono prematuramente scomparsi
Hugo Chàvez e Nestor Kirchner che ci si domanda quale sarà il
futuro dell’America Latina progressista ed integrazionista che
tante speranze in un futuro migliore ha generato in tutto il
continente e tra gli strati più progressisti dell’intero pianeta.
Le difficoltà in cui si trovano ad operare i governi di Brasile e
Venezuela ed il risultato delle elezioni in Argentina, dove il
candidato a continuare il lavoro del kirchnerismo è costretto al
ballottaggio con poche speranze di successo, sembrano indicare che si
sia vicini alla chiusura di questo ciclo progressista che negli
ultimi decenni ha messo in scacco il neoliberismo dominante e che sia
ormai prossimo il ritorno al potere delle oligarchie reazionarie.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial";">Il progetto politico dei governi progressisti
della regione ha mostrato tutti i suoi limiti dovuti in maggior parte
al fatto di non essere stati in grado di sconfiggere, se non a
parole, il potere dei grandi capitali. Dopo Chàvez, solo Evo Morales
in Bolivia ed in parte Rafael Correa in Ecuador, sono riusciti a
scalfire i poteri oligarchici ed a contrapporre la presenza dello
stato come organo che controlla e dirige le attività economiche e
sociali del paese.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial";">Negli anni del dominio delle dittature e dei
successivi governi apparentemente democratici, si sono visti
diminuire rapidamente i ruoli degli stati per lasciare campo aperto
agli interessi dei grandi capitali in mano alle oligarchie, questo ha
portato a conseguenze drammatiche con aumento della</span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;">
povertà, dissesto economico, violenza, criminalità, corruzione,
sfruttamento indiscriminato dell'ambiente ed aumento dei conflitti
sociali controllati solo mediante la repressione violenta. Le
esperienze dei governi progressisti che ne sono seguiti hanno portato
sicuramente dei grandi vantaggi in tutti questi campi ma proprio il
non aver aperto un vero conflitto con gli interessi dei grandi
capitali ha fatto sì che i processi di cambiamento non abbiano
inciso in maniera profonda mostrando i loro limiti, permettendo così
ai potenti mezzi di dis-informazione delle destre reazionarie di
creare un clima di insoddisfazione che sta mettendo in crisi i
processi di cambiamento in corso. Un ruolo importante in tutto questo
lo ha avuto anche il fallimento del tentativo di costruire un sistema
educativo in grado di formare una cultura umanista capace di fare
argine all'invasione della cultura dei consumi come valore
alternativo ai dritti sociali.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Rispondere all'interrogativo di
cosa succederà dopo la fine del kirchnerismo in Argentina, del
bolivarismo in Venezuela, dell'esperienza di Lula in Brasile e della
meteora di Pepe Mujica in Uruguay, non è cosa facile. Sicuramente
sembra allontanarsi la possibilità del ritorno di governi che
possano governare escludendo totalmente le masse popolari come
avvenne dopo la caduta delle dittature, però il ritorno al potere
delle destre neoliberali sicuramente metterà fine alla speranza di
integrazione regionale, la sola che avrebbe potuto fare uscire
definitivamente l'America Latina dalla dipendenza dagli interessi
nordamericani ed europei. Ed anche alla speranza che in altre parti
del mondo, Europa compresa, si possa guardare ad un futuro dove gli
interessi dei popoli prevalgano su quelli dei grandi capitali. </span>
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">All'interno degli attuali sistemi
democratici è pressoché impossibile che sorgano dei leader in grado
di guidare i popoli verso l'emancipazione e la distruzione dei grandi
potentati economici, competendo dentro questi sistemi non si potrà
andare oltre semplici cambiamenti di facciata, vedasi l'esperienza
europea e quella di Obama negli USA. Diventa quindi necessario
pensare a soluzioni diverse, creare opposizioni vere ed efficaci in
grado di denunciare e combattere il potere di pochi sulle moltitudini
silenziate e schiavizzate dal consumismo becero e disumanizzante che
caratterizza la “globalizzazione” del dominio dei capitali sui
bisogni dell'umanità. </span>
</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">In questo intento bisognerà tener
conto che le classi popolari hanno in gran parte smobilitato evitando
di compromettersi veramente con i processi di cambiamento,
accontentandosi di avere accesso alla società dei consumi dalla
quale vennero sempre escluse. Senza il compromesso delle classi
popolari è impensabile avviare processi in grado di abbattere lo
strapotere dei grandi capitali, è questo dunque il problema da
affrontare per poter mettere in atto strategie che possano essere
vincenti, coinvolgere e convincere il maggior numero di persone che
conquistare e difendere i diritti è molto più importante che avere
un auto dell'ultimo modello e che leggere un libro è meglio che
seguire un talk show o avere un cellulare dotato di intelligenza
artificiale.</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-y-1crwNB3q0/VjYy6oFWHvI/AAAAAAAABHI/G71yzM9jJDg/s1600/AL.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-y-1crwNB3q0/VjYy6oFWHvI/AAAAAAAABHI/G71yzM9jJDg/s1600/AL.jpg" /></a></span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-kUNSsEhNZRQ/VjYyk4mVF9I/AAAAAAAABHE/J0hL4vGR-9w/s1600/AL.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-kUNSsEhNZRQ/VjYyk4mVF9I/AAAAAAAABHE/J0hL4vGR-9w/s1600/AL.jpg" /></a></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-kUNSsEhNZRQ/VjYyk4mVF9I/AAAAAAAABHA/t91C3jBCwpY/s1600/AL.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-kUNSsEhNZRQ/VjYyk4mVF9I/AAAAAAAABHA/t91C3jBCwpY/s1600/AL.jpg" /></a></span></div>
</div>
Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-51753107783401483652014-12-17T05:43:00.002+01:002017-07-19T03:09:50.037+02:00I CINQUE PASSI DEI COLPI DI STATO DEL TERZO MELLENNIO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-XIslPQr89Lc/VJEJlLmzFeI/AAAAAAAABEw/E-SIHPv0Gd8/s1600/Rivoluzione%2Bcolorata.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://1.bp.blogspot.com/-XIslPQr89Lc/VJEJlLmzFeI/AAAAAAAABEw/E-SIHPv0Gd8/s1600/Rivoluzione%2Bcolorata.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<span style="font-size: 13.5pt;">LE CINQUE FASI DEI COLPI DI STATO DEL TERZO MELLENNIO<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<span style="font-size: 13.5pt;">La nuova strategia imperialista per sottomettere al proprio volere
i popoli che percorrono strade diverse agli interessi dei grandi capitali, ha
raggiunto un'efficacia straordinaria che permette all'impero di distruggere
governi, paesi e culture ripetendo le stesse tecniche sperimentate con
efficacia in questi ultimi decenni. Si tratta di sviluppare cinque azioni
consecutive che garantiscono il risultato finale.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">La prima tappa consiste nel generare
e promuovere un clima di malessere mediante ripetute denunce di corruzione e di
intrighi da parte dei legittimi governanti.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<span style="font-size: 13.5pt;">La seconda tappa è finalizzata a sviluppare intense campagne in
difesa della libertà di stampa e dei diritti umani accompagnate da accuse di
totalitarismo contro il governo.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<span style="font-size: 13.5pt;">La tappa successiva è caratterizzata dal passaggio alla lotta
attiva per rivendicazioni politiche e sociali fino alla promozione di
manifestazioni e proteste violente contro le istituzioni. In questa fase
entrano in azione “istruttori” professionisti preparati fuori e dentro il paese
da sottomettere.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Operazioni di guerra psicologica e destabilizzazione tali da creare
un clima di ingovernabilità caratterizzano la quarta fase dell’operazione.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<span style="font-size: 13.5pt;">La fase finale consiste nel chiedere la rinuncia del presidente in
carica sotto la pressione di manifestazioni di piazza che proseguono fino al raggiungimento
dell’obbiettivo di controllare le istituzioni. Allo stesso tempo si da inizio
ad una prolungata guerra civile che prepara il terreno all’intervento militare
e l’isolamento internazionale del paese.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Paesi dell’ex Unione Sovietica, Iraq, Afganistan, Honduras,
Paraguay, Rivoluzioni colorate e Primavere Arabe sono state le prime vittime di
un grande progetto di dominio planetario che prosegue senza soste. Siria,
Ucraina, Iran, Corea del Nord, Venezuela, Bolivia, Ecuador e la sempre
aggredita Cuba, sono le attuali mete di un piano criminale senza precedenti che
ha le proprie radici nell’insaziabile bisogno di potere degli Stati Uniti d’America,
un piano iniziato con la pianificazione della dissoluzione dell’Unione Sovietica
e le manipolazioni che hanno portato all’attentato contro le Torri Gemelle per
giustificare gli orrori in corso.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Se il piano seguirà il suo corso, rimarranno solo la Russia e la
Cina. A quel punto non basteranno le cinque tappe che attualmente stanno dando risultati
certi, quella contro la Russia sarà una partita ben diversa e con la Cina non
si potrà andare oltre un patto di non aggressione. Ma forse non sarà
necessario, forse la follia imperialista si frantumerà contro la resistenza dei
popoli che ancora non hanno perso la loro identità, che sono coscienti della
realtà in cui viviamo e non sono disposti a rinunciare alla propria
indipendenza ed autonomia. Si è svolta proprio in questi giorni all’Avana la riunione
dei paesi dell’ALBA, l’Alternativa Bolivariana per l’America, un progetto
lungimirante messo in campo dagli ultimi due grandi dirigenti del latinoamerica,
Fidel Castro ed Hugo Chàvez, che in linea con gli ideali del Libertador Simòn
Bolivar e di Josè Martì, pensano alla Patria Grande, alla Nostra America come
progetto di liberazione dal colonialismo e dall’imperialismo che per oltre
cinque secoli hanno saccheggiato, distrutto e sfruttato il continente
latinoamericano.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
Mentre l’Europa diventa sempre più dipendente
dagli interessi e dalla cultura nordamericana, il latinoamerica sta difendendo
le proprie radici recuperando la propria cultura, quella della dignità umana,
del rispetto della natura e del “buen vivir”. Non a caso proprio quest’anno ed
ancora qui all’Avana, <span style="font-size: 13.5pt;">la CELAC, l’organizzazione
economica che unisce la maggioranza dei paesi Latinoamericani e del Caribe, si
è proclamata area di pace. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Forse sarà proprio la cultura della pace e la difesa dell’identità
culturale la vera arma che metterà fine agli orrori delle imprese belligeranti
di un imperialismo sempre più crudele ma anche più disperato nel suo folle
intento di dominare l’intero pianeta.</span><span style="background: white; color: #333333; font-family: "consolas"; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-45461952711673753782014-05-30T18:51:00.001+02:002014-05-30T21:39:06.481+02:00NOTTE DI NOZZENOCHES DE BODA
<b>Matteo Renzi in conferenza stampa: Per la prima volta la sinistra ha superato il 40%.</b>
<i>Que el maquillaje no apague tu risa, que el equipaje no lastre tus alas,
que el calendario no venga con prisas, que el diccionario detenga las balas.</i>
(Joaquin Sabina - Noches de boda)
<b>
Oggi Oscar Lòpez Rivera compie 33 anni.... Di prigione nelle carceri USA, perchè lottava per l'indipendenza di Porto Rico.</b>
<i>Que las persianas corrijan la aurora, que gane el quiero la guerra del puedo,
que los que esperan no cuenten las horas, que los que matan se mueran de miedo.</i>
(Joaquin Sabina - Noches de boda)
<b>
Matteo Renzi vuole cambiare l'Europa.</b>
<i>Que el fin del mundo te pille bailando, que el escenario me tiña las canas,
que nunca sepas ni cómo, ni cuándo, ni ciento volando, ni ayer ni mañana.</i>
(Joaquin Sabina - Noches de Boda)
<b>
Questa notte milioni di cuori si spezzeranno, forse anche il tuo, di certo anche il mio.</b>
<i>Que el corazón no se pase de moda, que los otoños te doren la piel,
que cada noche sea noche de bodas, que no se ponga la luna de miel.</i>
(Joaquin Sabina -Noches de Boda)
<b>Questa notte milioni di bambini non avranno un tetto sotto il quale dormire, nessuno è cubano.</b>
<i>Que todas las noches sean noches de boda, que todas las lunas sean lunas de miel.</i>
(Joaquin Sabina - Noches de boda)
<b>Principe Carlo d'Inghilterra: Putin è come Hitler.</b>
<i>Que las verdades no tengan complejos, que las mentiras parezcan mentira,
que no te den la razón los espejos, que te aproveche mirar lo que miras.</i>
(Joaquin Sabina - Noches de boda)
<b>Obama dice che la ripresa è già comimciata.</b>
<i>Que no se ocupe de tí el desamparo, que cada cena sea tu última cena,
que ser valiente no salga tan caro, que ser cobarde no valga la pena.</i>
(Joaquin Sabina - Noches de boda)
<b>La stampa occidentale appoggia il colpo di stato nazista in Ucraina e la mattanza dei cittadini delle provincie orientali che hanno votato per l'indipendenza.</b>
<i>Que no te compren por menos de nada, que no te vendan amor sin espinas,
que no te duerman con cuentos de hadas, que no te cierren el bar de la esquina.</i>
(Joaquin Sabina - Noches de boda)
<b>Ma a chi è venuta l'idea di istituituire il giorno degli innamorati? E gli altri giorni?</b>
<i>Que el corazón no se pase de moda, que los otoños te doren la piel,
que cada noche sea noche de bodas, que no se ponga la luna de miel.</i>
(Joaquin Sabina - Noches de boda)
<b>
Auguro ai milioni di bambini che ogni giorno piangono i loro genitori de ai milioni di genitori che piangono i loro bambini, un futuro senza la bestialità dei potenti.</b>
<i>Que todas las noches sean noches de boda, que todas las lunas sean lunas de miel.</i>
(Joaquin Sabina - Noches de boda)Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-87041269603947250862013-11-03T15:20:00.000+01:002013-11-03T15:20:00.834+01:00LA RIVOLUZIONE PUO’ ASPETTARE, DIVENTO VEGANO
Dopo una vita di lotte contro il capitalismo, il consumismo e per il socialismo, mi sono rotto! Ho deciso di aderire alla rivoluzione alimentaria e divento vegano. Addio bandiere rosse, socialismo, Marx, Lenin e Mao Tze Tung, avete rotto il cazzo, con le vostre menate ci avete ridotti ad osannare D’Alema, Veltroni, Bertinotti e Fassino. Questo prima che ci toccassero Renzi, Prodi, Rutelli e Rosy Bindi!!!! Presto voteremo direttamente preti, cardinali ed i figli di Berlusconi, la nuova sinistra evoluta che ha modernizzato le esperienze rivoluzionarie dei secoli scorsi, a partire dalla Rivoluzione francese. Ma quale Rivoluzione, lascia perdere, mangia sano e campi cent’anni, ora che la scienza dietetica ci regala l’alimentazione vegana chi è ancora così fesso da rimanere legato a vecchi stili di vita? Io ho resistito fino all’impossibile però ora basta, ho diritto anch’io alla mia fetta di sana idiozia e di campare fino a cent’anni, anzi, qualcuno ora dice che la meta è quella dei centoventi….
Diventare vegano non è difficile, basta lasciar perdere i prodotti animali e loro derivati come carne, pesce, latticini, uova, miele, pappa reale e cibarsi tendenzialmente di frutta, semi oleaginosi e vegetali. Ovviamente bisogna pure aderire alle scelte etiche, filosofiche e agli stili di vita che ne conseguono, lasciare qualsiasi velleità di costruire il socialismo e godere delle gioie che solo il capitalismo sa regalare, mica hanno fatto le guerre per imporre il neoliberismo per caso…. Vi immaginate cubani e nordcoreani che vanno al vicino negozio vegetariano a comprare cibi biologici? Solo geni come D’Alema, Veltroni, Fassino, Renzi e Rosy Bindi possono guidare i lavoratori verso simili traguardi. E pure Rutelli, che quando è venuto a Sondrio gli abbiamo regalato una bresaola valtellinese…. Un sano sistema capitalista ci può garantire tutto quanto serve a soddisfare le nostre necessità fino ad elevarci ai massimi livelli fisici e spirituali. Serve pure una buona dose di razzismo, mica possiamo dare a tutto il mondo quello che a noi è costato secoli di sfruttamento e schiavismo! Africani, latinoamericani, asiatici e compagnia bella possono cibarsi di quello che la natura offre loro, dopotutto vivono in continenti ricchi e per farci dare quello che serve al nostro sviluppo ci hanno costretto a secoli di guerre colonialiste ed imperialiste.
La cucina vegana l’ho conosciuta dopo aver letto su Vikipedia che “La dieta vegana è una fra le varianti delle diete vegetariane, le quali «risultano appropriate per tutti gli stadi del ciclo vitale, ivi inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia e adolescenza.» L'insieme delle proteine vegetali copre perfettamente lo spettro degli aminoacidi essenziali e dei fabbisogni nutrizionali, come tutti gli altri oligoelementi minerali e vitaminici. Richiamo a parte merita la Vitamina B12 o cobalamina, la cui natura di vitamina probiotica - ovvero prodotta da batteri - e le molteplici casistiche di assorbimento portano a consigliare una integrazione periodica, da cibi fortificati o integratori vegetali”. Il tutto certificato dall’ADA, che non è mia sorella ma l’American Dietetic Association, una conseguenza del sogno americano che è tutt’altro che l’incubo che i miei ex amici comunisti descrivono. Io mi chiedo come abbiamo fatto a non scoprire prima queste meraviglie, siamo andati sulla Luna prima di imparare ad alimentarci in modo sano, semplice e naturale, e molti di noi hanno pure perso decenni dietro a stupidi ideali socialisti e libertari! Però meglio tardi che mai, in internet si trovano tutte le informazioni necessarie per chi vuole diventare buon vegano, ti spiegano tutti i vantaggi di questa disciplina alimentare semplice e sana. Certo, bisogna abbandonare le vecchie abitudini ed imparare a cucinare in maniera più consona all’uomo moderno, ma non è difficile, le verdure si cucinano facilmente senza olio con il sistema Nischimè, o si fanno saltate con olio, con acqua oppure con olio e acqua con il sistema nitukè, poi con il sistema Tempura si cucinano facilmente molti alimenti, niente di più semplice…. Per produrre il calore necessario alla cottura si consigliano vivamente legna, antracite e carbone, così anche i minatori del Sulcis possono conservare il posto di lavoro senza rompere i cosiddetti nelle trasmissioni di Santoro e ricorrere ad inutili scioperi che foraggiano solo i sindacati comunisti, o quello che ne rimane….
Per gli utensili non ci sono problemi, basta avere in casa pentole di ghisa, terracotta, acciaio inox, un mortaio e la nota pentola indiana wok che si trova in qualsiasi negozio sottocasa. Sicuramente ce l’avrà anche l’Agnoletta e presto anche qui a Cuba la venderanno in tutti i “timbirichi”.
Per i menù quotidiani non ci sono problemi, basta saper combinare correttamente ogni giorno della settimana gli innumerevoli alimenti che la cucina vegana propone e addio a pance gonfie, mal di testa, bruciori di stomaco, coliti e stitichezza, tutte le malatie residuali dei tempi del socialismo spariranno ed i tumori saranno solo un brutto ricordo di quando c’erano il Muro di Berlino e l’Unione Sovietica. L’elenco degli alimenti necessari per una sana cucina vegana sono i seguenti:
• Elementi proteici: soia, azuki, natto, tempeh, tofu
• Derivati del grano: fu, seitan
• Alghe: agar agar (senza la c davati altrimenti si va troppo in bagno), arame (questo si con la a davanti altrimenti sembra un metallo rosso che viene dal Chile fin dai tempi di Pinochet), carragheen, dulse, hijiki, kelp, combu, nori, wakame
• Cereali e simili: avena, farro, frumento, bulgur, cus cus, grano saraceno, kamut, kasha, mais, miglio (quello che si coltiva, non Emilio in dialetto), orzo, riso integrale, segale
• Dolcificanti: amasaku, agave, sciroppo d’acero, melassa di barbabietola da zucchero, stevia rebaudiana
• Condimenti: natto, miso, gomasio, shoyu, tamari, umeboshi, tekka
• Bevande: tè bancha, tè kukicha, tè hojicha, tè mu, tè di radice di loto, yannoh.
Inoltre in una cucina vegana non devono mancare alimenti particolari come l’arrow-root, carruba, daikon, kuzu, shiitake, tahin e zenzero.
Ovviamente ci sono molti altri alimenti che potrebbero fare al caso nostro ma questi sono più che sufficienti per essere dei bravi vegani e sono tutti facilmente reperibili in qualsiasi negozietto di paese, forse dall’Angioletta non si trovano ancora ma basta aspettare, sicuramente si sta organizzando. Basta solo una connessione internet per fare gli ordini veloci ed un aeroporto sotto casa dove possono atterrare gli aerei cargo che in meno di ventiquattro ore trasportano gli alimenti freschi provenienti dai cinque continenti….
Ripensandoci, hanno fatto bene ad andare prima sulla Luna, così in un futuro non lontano potremmo rifornirci di alimenti provenienti dagli altri pianeti. Però niente marziani a casa nostra! Che se ne stiano alla larga! Mica siamo così idioti da ripetere l’errore che abbiamo commesso con gli extracomunitari che pretendono di venire a vivere da noi dopo che ci siamo riforniti da loro per tutte le nostre necessità. E’ proprio vero che a fare del bene ci si perde sempre, ora dobbiamo spendere un capitale per rimandarli indietro quando tentano di invadere le nostre coste. Quando non dobbiamo pure preoccuparci per i funerali ogni volta che muoiono prima che li rispediamo. Meno male che hanno fatto la legge che punisce chi li aiuta a sopravvivere invece di lasciarli morire in mare, che è poi quello che si meritano….
Dobbiamo veramente stare molto attenti, se ci facciamo fregare un’altra volta torneremo indietro ai tempi del socialismo, con le scuole statali, la mutua e le pensioni che quando siamo vecchi col cavolo che ci compriamo i cibi vegani! Moriremo a spaghetti, riso bianco, pane e formaggio, salame e pure parmigiano reggiano e prosciutto di Parma, che sono quelle schifezze inventate dai comunisti delle regioni rosse prima che arrivassero Bersani e Renzi a liberarcene, anche grazie all’aiuto di D’Alema, Veltroni e Fassino che non vengono dalle regioni rosse ma erano dei gran comunisti anche se ora lo negano. E ci toccherà bere vino, rosso pure quello, magari senza poterci permettere nemmeno un’ultima coca-cola prima di tirare l’ultimo respiro. Dio mio, aiutami tu, solo a pensarci mi sento male! Per fortuna che ho il frigorifero pieno di umeboshi, tekka, miso, gomasio, natto, fu, tofu, seitan, azuki, agar agar…. e due bagni moderni, se per caso....
Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-1328724172275758932013-10-22T08:19:00.001+02:002013-10-22T08:19:28.035+02:00IL CALIBRO SOVIETICO<a href="http://3.bp.blogspot.com/-b_2V8cGW--Y/UmYQlyzE3LI/AAAAAAAABBQ/xUp6ubV0HK4/s1600/Calibro+sovietico.JPG" imageanchor="1" ><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-b_2V8cGW--Y/UmYQlyzE3LI/AAAAAAAABBQ/xUp6ubV0HK4/s320/Calibro+sovietico.JPG" /></a>
Per chi non lo sapesse il calibro è uno strumento che permette di effettuare misure di precisione con tolleranze prossime al centesimo di millimetro, tutte le officine meccaniche ne possiedono almeno uno, inoltre lo conservano gelosamente tutte quelle persone che si dedicano a dei passatempi che hanno a che fare con la meccanica.
Il mio primo calibro è un ricordo molto caro e lontano nel tempo, l’ho costruito personalmente quando frequentavo l’Istituto Professionale a Tirano, specialità Aggiustatore Meccanico. Costruire un calibro da un pezzo di acciao, a quei tempi in cui la manualità era ancora prevalente e ci rendeva più umani, era una soddisfazione non da poco, soprattutto quando il professore, si chiamava ancora così, ne controllava la precisione prima di metterlo in controluce, strizzare l’occhio e verificare che tra le due ganasce non filtrasse nemmeno un filo di luce. Quel giorno avevo consegnato il mio lavoro sicuro che sarebbe stato apprezzato e quando ho visto il sorriso di soddisfazione del professore ho capito che era fatta. Nove! Quando ho visto che scriveva il voto sul registro ho provato una gioia immensa, nove! Mi aveva dato un voto tanto alto proprio lui che sapevamo essere di manica stretta, un voto che premiava la mia voglia di apprendere, il mio desiderio di imparare un mestiere che mi avrebbe riscattato dalla povertà, quella povertà regalataci da vent’anni di fascismo e di stupide avventure belliche. Un voto che mi permise di dimostrare ai miei genitori che il loro sacrificio di mandarmi a studiare non era vano, era vero che a volte li deludevo, marinavo la scuola o portavo a casa una nota di sospensione, ma era altrettanto vero che avevo una voglia immensa di apprendere, imparare il mestiere e farmi onore. Senza queste motivazioni mica mi sarei svegliato tutte le mattine, sabato compreso, alle cinque e venti, fare colazione, camminare a piedi per mezz’ora fino alla stazione di Tresivio, prendere il treno che impiegava quasi un’ora per percorrere i venti chilometri che ci separavano da Tirano, per questo lo chiamavamo “cif ciuf”, affrontare la scuola mattina e pomeriggio, fare il percorso inverso e rincasare alle otto della notte. E non era finita, prima di andare a dormire bisognava ancora fare i compiti e spesso finivo a mezzanotte.
Avevo quindici anni quando costruii quel calibro che dopo cinquant’anni ancora svolge la sua funzione nel mio piccolo laboratorio di meccanica e falegnameria dove, quando sono in Italia, passo parte del mio tempo di pensionato derubato di una pensione decente dall’avidità del capitalismo criminale che sta distruggendo l’umanità ed il pianeta che ci ospita. E’ anche grazie a questa rapina che dopo quarantanove anni di lavoro e cinquantacinque di contribuzione mi costringe a vivere con una pensione da fame, che ho deciso di venire a vivere a Cuba, uno degli ultimi paesi che resistono all’aggressione del capitalismo imperialista.
Anche quì a Cuba sto costruendo il mio piccolo laboratorio, i cubani lo chiamano “taller”, ed ovviamente non ci può mancare il calibro. Ora ce ne sono di tutti i tipi, dai più economici ai più costosi, li fanno perfino di plastica e costano poco. Ma chi mi ci vede, proprio io che a quindici anni già avevo costruito un calibro che aveva meritato il nove del professore dalle maniche strette, con un calibro di plastica? Visto che non ho gli strumenti necessari, e forse nemmeno più lo spirito, per costruirne un altro che valga almeno quanto il primo, non mi resta che rivolgermi al mercato. Il maledetto mercato, quello che domina tutto e per le cui doti abbiamo abbandonato i valori umani, il socialismo, distrutto il PCI, il Muro di Berlino e l’Unione Sovietica per ritornare ad essere schiavi dei padroni. Quel mercato che anche qui a Cuba sta facendo capolino, si dice che sia necessario per salvare il socialismo. Mahhhhh!!!!!!!!! Speriamo non si facciano prendere la mano, una cosa è migliorare la quantità e la qualità dei beni, un’altra diventare vittime del mercato.
Sta di fatto che ora anche qui molte cose si vendono non solo nei negozi statali ma anche in quelli che i cubani chiamano “timbirichi”, piccoli negozi improvvisati, a volte ambulanti, dove trovi quello che nei negozi statali non c’è più. Perché il “timbirichi”, magistralmente cantato da Tony Avila nell’omonima canzone, funziona in perfetto stile capitalista massimizzando il profitto. Funziona così: si comprano presso i negozi statali, quando non si rubano o “desviano”, determinati oggetti fino a farli sparire dal mercato per poi riapparire nei “timbirichi” a prezzi raddoppiati o triplicati. Ovviamente non è solo così, spesso il “timbirichi” svolge una funzione onesta e ti permette di trovare cose che altrimenti non incontreresti mai, oppure di trovare oggetti impensati, come il calibro sovietico. Sì, perché il calibro a Cuba l’ho comprato proprio in un “timbirichi” vicino casa, nei negozi statali li stanno vendendo, di buona qualità, a meno di venti dollari ma ancora non mi ero deciso a comprarlo, ci sono necessità più urgenti da soddisfare ed il calibro può aspettare. Per uno scherzo del destino, l’altro giorno esco a comprare il giornale e, come sempre, mi fermo a curiosare presso un “timbirichi”, a volte vedi qualcosa che ti serve e te lo compri. Quel giorno vedo un contenitore di plastica nero, dalla forma capisco che lì dentro ci deve essere un calibro, lo apro e me ne appare uno bellissimo, un po’ più grande del normale e costruito con acciaio di altissima qualità. CCCP! C’è scritto proprio così, al posto della marca c’è scritto CCCP che tradotto, per chi se lo fosse dimenticato, significa Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, un ricordo dei tempi quando i sovietici a Cuba erano di casa. Chiedo quanto costa, “dieci dollari” mi risponde il giovane proprietario del “timbirichi”. Non ho con me i soldi sufficienti e decido di tornare il giorno seguente. Quando il giorno dopo mi avvicino all’oggetto del desiderio, chiedo quasi per scherzo, vista la volatilità dei prezzi: “oggi quanto vale il calibro”? Il giovanotto non afferra l’ironia e mi risponde un po’ contrariato: “otto dollari, come gli tutti i giorni”. Mi viene da ridere ripensando che il giorno prima me ne aveva chiesti dieci, ma non perdo altro tempo e me lo compro, quello strumento vale molto di più ed inoltre rappresenta storie e valori che non hanno prezzo.
Quel bellissimo oggetto tra le mie mani mi riporta con il pensiero al mio calibro, alla mia giovinezza, ai miei valori mai abbandonati ed a quella esperienza straordinaria che fu l’Unione Sovietica, quella che ovviamente la propaganda della menzogna ci ha sempre descritto come un inferno ma che in realtà è stata una delle esperienze più straordinarie della storia dell’umanità. La Rivoluzione Sovietica in pochi decenni ha portato il paese più povero del mondo, dove la ricchezza era in mano a pochi ed il popolo veniva trattato peggio delle bestie senza alcun dirittto, ad essere la seconda potenza del pianeta, ha tolto miliono di esseri umani dall’analfabetismo regalandogli gratuitamente la culura necessaria ad essere uomini liberi ed ha insegnato al mondo che a liberarsi dei padroni ci si guadagna. Malgrado ciò continuano a raccontarci che è stato un fallimento economico, magari a tutti i paesi poveri del mondo toccasse un simile fallimento e diventassero la seconda potenza del pianeta! Quel paese che a costo di enormi sacrifici ha sconfitto il nazismo regalando al mondo la libertà, ci è stato descritto come una feroce dittatura mentre gli Stati Uniti, nati dalla distruzione culturale e fisica dei nativi e che dal primo giorno che sono diventati nazione hanno iniziato a sottomettere i paesi vicini per poi allargarsi con violenze e atrocità inaudite in ogni angolo del pianeta, ci vengono dipinti come una grande democrazia. Lo stesso Presidente russo Putin, uno dei massimi beneficiari della distruzione dell’URSS che ha comportato il passaggio dei beni pubblici dalle mani dello stato a quelle avide dei grandi capitalisti, ha più volte dichiarato che la distruzione dell’URSS è stata una tragedia, non solo per i paesi che ne facevano parte ma anche per il resto mondo.
Che c’entra il calibro con la storia dell’URSS e con la mia storia? C’entra, eccome che c’entra! Quel calibro è il simbolo della tenacia di un popolo che si è ribellato alla fame, alla miseria, ai soprusi e che ha saputo costruire con il lavoro quotidiano, l’impegno ed il rispetto dei valori comuni, la propria ricchezza ed il proprio futuro. Come il mio calibro che ha significato l’impegno per uscire dalla povertà per costruire il mio futuro, quello dei miei figli, nipoti e di tutto il pase che ha saputo rinascere dalle miserie del fascismo. Allo stesso modo del calibro sovietico, simbolo del lavoro e tradito da politici cialtroni e funzionari corrotti, anche il calibro che avevo costruito per liberarmi dalla povertà, è stato tradito. Tradito dalla stupidità e dall’avidità dei dirigenti di quello che era diventato il più prestigioso Partito Comunista dell’Occidente, quel PCI che senza mai stare al potere aveva costruito in un paese capitalista una straordinaria esperienza di socialismo dove lo stato, tra le ruberie dei potenti e dei democristiani che li rappresentavano, era costretto anche a fare gli interessi del popolo, dove le grandi imprese venivano controllate dal pubblico e producevano le risorse necessarie a garantire quei servizi sociali che tutto il mondo ci invidiava. Quel calibro che era diventato il simbolo della mia indipendenza economica, del lavoro autonomo senza padroni, ora accompagna la mia vita di pensionato ricacciato nella povertà da governi reazionari che hanno riportato l’Italia al medioevo con la collaborazione di finti governi progressisti che si comportano allo stesso modo di quelli rezionari distruggendo lo stato sociale, rubandoci salari e pensioni e regalando i beni pubblici costruiti con il sangue ed il sudore dei lavoratori, agli avventurieri finanziari della peggior borghesia cialtrona della nostra storia. In cambio i dirigenti di quella che una volta era la sinistra, se la spassano con barche a vela milionarie e milionari apppartamenti a New York. Fino a che glie lo permetteremo e non ci decideremo a presentare loro il conto delle rapine che hanno perpetrato ai nostri danni….
Anche l’Italia come tutti i paesi del mondo paga le conseguenze della distruzione dell’Unione Sovietica che, contrariamente a quanto ci vogliono far credere, non è stata vittima della “fallimentare economia socialista” ma bensì di un piano ben studiato e messo a punto nei minimi particolari da chi detiene il vero potere, come si può leggere nel libro “Arte dell’intelligenza” di Allen W. Dulles, ex dirigente della CIA che tra le altre sconvolgenti verità ci racconta dei piani messi in atto per distruggere l’Unione Sovietica: “….senza che venga percepito distruggeremo i loro valori e li sostitueremo con altri falsi e li obbligheremo a credere in essi. Troveremo i nostri correligionari nella stessa Russia…. approfittando della complicità di dirigenti corrotti ….” racconta Dulles nel suo libro. Come l’Unione Sovietica anche l’Italia è stata tradita da cialtroni ed idioti figli di papà arrivati ai vertici dei movimenti popolari che avevano alle spalle una gloriosa storia di lotte, battaglie e conquiste che permisero la cosruzione di quella cultura popolare progressista che sembrava indistruttibile. Nessuno avrebbe mai pensato che tutto questo poteva venire vanificato nell’unico modo possibile: l’autodistruzione. E così fu, gli stracci rosssi portati al collo e sventolati per decenni sono stati sostituiti da capelli verdi, blu, viola, anelli al naso, teste rapate ed odiosi tatuaggi che ricoprono corpi altrettanto odiosi e feroci, coperti da vestiti che non tali ma una truffa ai danni del buonsenso e del buongusto. Il tutto condito da manganelli neri che colpiscono lavoratori, studenti, rom, immigrati e qualche comunista ancora rimasto, in un orgia di falsa democrazia che nasconde una feroce dittatura che genera esseri mostruosi, schiavi incoscenti che si pensano liberi, i migliori per gli oppressori.
Tutto questo nessuno ce lo racconta, ci viene tenuto nascosto, ci raccontano piuttosto di malcapitati “paesi canaglia”, in realtà gli ultimi ancora liberi che di colpo finiscono sotto le luci della propaganda per poi finire sotto le bombe intelligenti buttate da democratici aerei senza pilota che distruggono culture millenarie ed ammazzano centinaia di migliaia di poveri innocenti colpevoli di vivere in luoghi strategici e di non consumare quello che i ricchi vogliono che si consumi. Ci raccontano di dissidenti cubani che non esistono se non nelle liste a pagamento della CIA, di comunisti che ancora mangiano bambini e di estremisti islamici diventati, a seconda delle necessità del momento, terroristi o vittime del terrorismo. E nessuno, dico nessuno dei giornalisti “democratici”, che faccia il lavoro per cui viene pagato, cioè informare. Ma questo ha la sua spiegazione logica, i padroni mica li pagano per informare, bensì per disinformare e fare propaganda contro chi ancora ha mantenuto la schiena dritta e si oppone alla tragicità dei nostri tempi che vedono i potentati economici impossessarsi anche della politica in maniera totalitaria, Altro che il “totalitarismo sovietico”, quello aveva liberato gli schiavi, questo ci riporta ai tempi più bui dello schiavismo . E se qualche giornalista volesse dissentire, carriera finita. Casi di dissenso ce ne sono ben pochi, la nostra classe giornalistica è una delle più vili che mente ricordi, nemmeno sui giornali “comunisti” si prova a raccontare un po’ di verità che non sia accondiscendente alla logica del profitto. Qualcuno si ricorda di Fulvio Grimaldi quando faceva l’inviato RAI accompagnato dal fedele cagnolino Nando? Lui ci aveva provato a dissentire, lo hanno subito messo a tacere, perfino sui giornali comunisti. Ora può dissentire solo sul suo blog, almeno fino a quando lo leggeranno in pochi perché in caso contrario anche quello gli verrà chiuso, nella nostra falsa democrazia uno mica può scrivere quello vuole senza pensarla come la pensano i padroni….
Ora tutto è stato messo al suo posto, o quasi, mancano solo pochi tasselli: la Siria, l’Iran, la Corea del Nord, Cuba e qualche paese latinoamericano sulla cattiva strada, poi bisognerà solo pensare a mantenere lo status quò. Ora a chi glie ne importa più del calibro? Provate a regalarne uno ai vostri figli, ve lo tirano in testa! Poi vi rubano i soldi per comprarsi l’ultimo modello di celluare o di hiPhon che, costruito con la rapina ai danni di coloro che costringiamo ad emigrare per poi affondarli al largo delle nostre coste, dopo pochi giorni già non è più l’ultimo. Ma io i miei due calibri, quello che ho costruito e quello sovietico, me li tengo ben stretti, visti i tempi tristi che viviamo è probabile che tutto quanto costruto in una vita di lavoro lo debba sacrificare per comprarmi cibo e medicine ed i due calibri saranno forse l’unica eredità che lascerò a figli e nipoti. Anche perché non ho mai imparato a costruire un cellulare od un hiPhon e non credo che ne esistano in commercio con la scritta CCCP al posto della marca…. Al massimo qualcuno made in Russia, costruito da un’azienda rubata allo stato che sfrutta dei giovani dipendenti con orecchini, teste rapate e tatuaggi. Giovani che non sanno che una volta esistevano le scuole e gli ospedali pubblici, la cassa mutua e la pensione, poveri cristi che si pensano liberi, inconsapevoli che gli hanno rubato pure la memoria e che ai tempi dell’URSS quelli come loro costruivano dei calibri di grande qualità nelle fabbriche dello stato, senza padroni. E chissà quali meraviglie evrebbero continuato a costruire se non fossero stati traditi da dei filibustieri senza scrupoli venduti agli interessi dei grandi capitali internazionali….
Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-17958346987737724592013-10-22T07:44:00.001+02:002013-10-22T07:44:29.894+02:00IL CALIBRO SOVIETICO<a href="http://3.bp.blogspot.com/-b_2V8cGW--Y/UmYQlyzE3LI/AAAAAAAABBQ/xUp6ubV0HK4/s1600/Calibro+sovietico.JPG" imageanchor="1" ><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-b_2V8cGW--Y/UmYQlyzE3LI/AAAAAAAABBQ/xUp6ubV0HK4/s320/Calibro+sovietico.JPG" /></a>
Per chi non lo sapesse il calibro è uno strumento che permette di effettuare misure di precisione con tolleranze prossime al centesimo di millimetro, tutte le officine meccaniche ne possiedono almeno uno, inoltre lo conservano gelosamente tutte quelle persone che si dedicano a dei passatempi che hanno a che fare con la meccanica.
Il mio primo calibro è un ricordo molto caro e lontano nel tempo, l’ho costruito personalmente quando frequentavo l’Istituto Professionale a Tirano, specialità Aggiustatore Meccanico. Costruire un calibro da un pezzo di acciao, a quei tempi in cui la manualità era ancora prevalente e ci rendeva più umani, era una soddisfazione non da poco, soprattutto quando il professore, si chiamava ancora così, ne controllava la precisione prima di metterlo in controluce, strizzare l’occhio e verificare che tra le due ganasce non filtrasse nemmeno un filo di luce. Quel giorno avevo consegnato il mio lavoro sicuro che sarebbe stato apprezzato e quando ho visto il sorriso di soddisfazione del professore ho capito che era fatta. Nove! Quando ho visto che scriveva il voto sul registro ho provato una gioia immensa, nove! Mi aveva dato un voto tanto alto proprio lui che sapevamo essere di manica stretta, un voto che premiava la mia voglia di apprendere, il mio desiderio di imparare un mestiere che mi avrebbe riscattato dalla povertà, quella povertà regalataci da vent’anni di fascismo e di stupide avventure belliche. Un voto che mi permise di dimostrare ai miei genitori che il loro sacrificio di mandarmi a studiare non era vano, era vero che a volte li deludevo, marinavo la scuola o portavo a casa una nota di sospensione, ma era altrettanto vero che avevo una voglia immensa di apprendere, imparare il mestiere e farmi onore. Senza queste motivazioni mica mi sarei svegliato tutte le mattine, sabato compreso, alle cinque e venti, fare colazione, camminare a piedi per mezz’ora fino alla stazione di Tresivio, prendere il treno che impiegava quasi un’ora per percorrere i venti chilometri che ci separavano da Tirano, per questo lo chiamavamo “cif ciuf”, affrontare la scuola mattina e pomeriggio, fare il percorso inverso e rincasare alle otto della notte. E non era finita, prima di andare a dormire bisognava ancora fare i compiti e spesso finivo a mezzanotte.
Avevo quindici anni quando costruii quel calibro che dopo cinquant’anni ancora svolge la sua funzione nel mio piccolo laboratorio di meccanica e falegnameria dove, quando sono in Italia, passo parte del mio tempo di pensionato derubato di una pensione decente dall’avidità del capitalismo criminale che sta distruggendo l’umanità ed il pianeta che ci ospita. E’ anche grazie a questa rapina che dopo quarantanove anni di lavoro e cinquantacinque di contribuzione mi costringe a vivere con una pensione da fame, che ho deciso di venire a vivere a Cuba, uno degli ultimi paesi che resistono all’aggressione del capitalismo imperialista.
Anche quì a Cuba sto costruendo il mio piccolo laboratorio, i cubani lo chiamano “taller”, ed ovviamente non ci può mancare il calibro. Ora ce ne sono di tutti i tipi, dai più economici ai più costosi, li fanno perfino di plastica e costano poco. Ma chi mi ci vede, proprio io che a quindici anni già avevo costruito un calibro che aveva meritato il nove del professore dalle maniche strette, con un calibro di plastica? Visto che non ho gli strumenti necessari, e forse nemmeno più lo spirito, per costruirne un altro che valga almeno quanto il primo, non mi resta che rivolgermi al mercato. Il maledetto mercato, quello che domina tutto e per le cui doti abbiamo abbandonato i valori umani, il socialismo, distrutto il PCI, il Muro di Berlino e l’Unione Sovietica per ritornare ad essere schiavi dei padroni. Quel mercato che anche qui a Cuba sta facendo capolino, si dice che sia necessario per salvare il socialismo. Mahhhhh!!!!!!!!! Speriamo non si facciano prendere la mano, una cosa è migliorare la quantità e la qualità dei beni, un’altra diventare vittime del mercato.
Sta di fatto che ora anche qui molte cose si vendono non solo nei negozi statali ma anche in quelli che i cubani chiamano “timbirichi”, piccoli negozi improvvisati, a volte ambulanti, dove trovi quello che nei negozi statali non c’è più. Perché il “timbirichi”, magistralmente cantato da Tony Avila nell’omonima canzone, funziona in perfetto stile capitalista massimizzando il profitto. Funziona così: si comprano presso i negozi statali, quando non si rubano o “desviano”, determinati oggetti fino a farli sparire dal mercato per poi riapparire nei “timbirichi” a prezzi raddoppiati o triplicati. Ovviamente non è solo così, spesso il “timbirichi” svolge una funzione onesta e ti permette di trovare cose che altrimenti non incontreresti mai, oppure di trovare oggetti impensati, come il calibro sovietico. Sì, perché il calibro a Cuba l’ho comprato proprio in un “timbirichi” vicino casa, nei negozi statali li stanno vendendo, di buona qualità, a meno di venti dollari ma ancora non mi ero deciso a comprarlo, ci sono necessità più urgenti da soddisfare ed il calibro può aspettare. Per uno scherzo del destino, l’altro giorno esco a comprare il giornale e, come sempre, mi fermo a curiosare presso un “timbirichi”, a volte vedi qualcosa che ti serve e te lo compri. Quel giorno vedo un contenitore di plastica nero, dalla forma capisco che lì dentro ci deve essere un calibro, lo apro e me ne appare uno bellissimo, un po’ più grande del normale e costruito con acciaio di altissima qualità. CCCP! C’è scritto proprio così, al posto della marca c’è scritto CCCP che tradotto, per chi se lo fosse dimenticato, significa Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, un ricordo dei tempi quando i sovietici a Cuba erano di casa. Chiedo quanto costa, “dieci dollari” mi risponde il giovane proprietario del “timbirichi”. Non ho con me i soldi sufficienti e decido di tornare il giorno seguente. Quando il giorno dopo mi avvicino all’oggetto del desiderio, chiedo quasi per scherzo, vista la volatilità dei prezzi: “oggi quanto vale il calibro”? Il giovanotto non afferra l’ironia e mi risponde un po’ contrariato: “otto dollari, come gli tutti i giorni”. Mi viene da ridere ripensando che il giorno prima me ne aveva chiesti dieci, ma non perdo altro tempo e me lo compro, quello strumento vale molto di più ed inoltre rappresenta storie e valori che non hanno prezzo.
Quel bellissimo oggetto tra le mie mani mi riporta con il pensiero al mio calibro, alla mia giovinezza, ai miei valori mai abbandonati ed a quella esperienza straordinaria che fu l’Unione Sovietica, quella che ovviamente la propaganda della menzogna ci ha sempre descritto come un inferno ma che in realtà è stata una delle esperienze più straordinarie della storia dell’umanità. La Rivoluzione Sovietica in pochi decenni ha portato il paese più povero del mondo, dove la ricchezza era in mano a pochi ed il popolo veniva trattato peggio delle bestie senza alcun dirittto, ad essere la seconda potenza del pianeta, ha tolto miliono di esseri umani dall’analfabetismo regalandogli gratuitamente la culura necessaria ad essere uomini liberi ed ha insegnato al mondo che a liberarsi dei padroni ci si guadagna. Malgrado ciò continuano a raccontarci che è stato un fallimento economico, magari a tutti i paesi poveri del mondo toccasse un simile fallimento e diventassero la seconda potenza del pianeta! Quel paese che a costo di enormi sacrifici ha sconfitto il nazismo regalando al mondo la libertà, ci è stato descritto come una feroce dittatura mentre gli Stati Uniti, nati dalla distruzione culturale e fisica dei nativi e che dal primo giorno che sono diventati nazione hanno iniziato a sottomettere i paesi vicini per poi allargarsi con violenze e atrocità inaudite in ogni angolo del pianeta, ci vengono dipinti come una grande democrazia. Lo stesso Presidente russo Putin, uno dei massimi beneficiari della distruzione dell’URSS che ha comportato il passaggio dei beni pubblici dalle mani dello stato a quelle avide dei grandi capitalisti, ha più volte dichiarato che la distruzione dell’URSS è stata una tragedia, non solo per i paesi che ne facevano parte ma anche per il resto mondo.
Che c’entra il calibro con la storia dell’URSS e con la mia storia? C’entra, eccome che c’entra! Quel calibro è il simbolo della tenacia di un popolo che si è ribellato alla fame, alla miseria, ai soprusi e che ha saputo costruire con il lavoro quotidiano, l’impegno ed il rispetto dei valori comuni, la propria ricchezza ed il proprio futuro. Come il mio calibro che ha significato l’impegno per uscire dalla povertà per costruire il mio futuro, quello dei miei figli, nipoti e di tutto il pase che ha saputo rinascere dalle miserie del fascismo. Allo stesso modo del calibro sovietico, simbolo del lavoro e tradito da politici cialtroni e funzionari corrotti, anche il calibro che avevo costruito per liberarmi dalla povertà, è stato tradito. Tradito dalla stupidità e dall’avidità dei dirigenti di quello che era diventato il più prestigioso Partito Comunista dell’Occidente, quel PCI che senza mai stare al potere aveva costruito in un paese capitalista una straordinaria esperienza di socialismo dove lo stato, tra le ruberie dei potenti e dei democristiani che li rappresentavano, era costretto anche a fare gli interessi del popolo, dove le grandi imprese venivano controllate dal pubblico e producevano le risorse necessarie a garantire quei servizi sociali che tutto il mondo ci invidiava. Quel calibro che era diventato il simbolo della mia indipendenza economica, del lavoro autonomo senza padroni, ora accompagna la mia vita di pensionato ricacciato nella povertà da governi reazionari che hanno riportato l’Italia al medioevo con la collaborazione di finti governi progressisti che si comportano allo stesso modo di quelli rezionari distruggendo lo stato sociale, rubandoci salari e pensioni e regalando i beni pubblici costruiti con il sangue ed il sudore dei lavoratori, agli avventurieri finanziari della peggior borghesia cialtrona della nostra storia. In cambio i dirigenti di quella che una volta era la sinistra, se la spassano con barche a vela milionarie e milionari apppartamenti a New York. Fino a che glie lo permetteremo e non ci decideremo a presentare loro il conto delle rapine che hanno perpetrato ai nostri danni….
Anche l’Italia come tutti i paesi del mondo paga le conseguenze della distruzione dell’Unione Sovietica che, contrariamente a quanto ci vogliono far credere, non è stata vittima della “fallimentare economia socialista” ma bensì di un piano ben studiato e messo a punto nei minimi particolari da chi detiene il vero potere, come si può leggere nel libro “Arte dell’intelligenza” di Allen W. Dulles, ex dirigente della CIA che tra le altre sconvolgenti verità ci racconta dei piani messi in atto per distruggere l’Unione Sovietica: “….senza che venga percepito distruggeremo i loro valori e li sostitueremo con altri falsi e li obbligheremo a credere in essi. Troveremo i nostri correligionari nella stessa Russia…. approfittando della complicità di dirigenti corrotti ….” racconta Dulles nel suo libro. Come l’Unione Sovietica anche l’Italia è stata tradita da cialtroni ed idioti figli di papà arrivati ai vertici dei movimenti popolari che avevano alle spalle una gloriosa storia di lotte, battaglie e conquiste che permisero la cosruzione di quella cultura popolare progressista che sembrava indistruttibile. Nessuno avrebbe mai pensato che tutto questo poteva venire vanificato nell’unico modo possibile: l’autodistruzione. E così fu, gli stracci rosssi portati al collo e sventolati per decenni sono stati sostituiti da capelli verdi, blu, viola, anelli al naso, teste rapate ed odiosi tatuaggi che ricoprono corpi altrettanto odiosi e feroci, coperti da vestiti che non tali ma una truffa ai danni del buonsenso e del buongusto. Il tutto condito da manganelli neri che colpiscono lavoratori, studenti, rom, immigrati e qualche comunista ancora rimasto, in un orgia di falsa democrazia che nasconde una feroce dittatura che genera esseri mostruosi, schiavi incoscenti che si pensano liberi, i migliori per gli oppressori.
Tutto questo nessuno ce lo racconta, ci viene tenuto nascosto, ci raccontano piuttosto di malcapitati “paesi canaglia”, in realtà gli ultimi ancora liberi che di colpo finiscono sotto le luci della propaganda per poi finire sotto le bombe intelligenti buttate da democratici aerei senza pilota che distruggono culture millenarie ed ammazzano centinaia di migliaia di poveri innocenti colpevoli di vivere in luoghi strategici e di non consumare quello che i ricchi vogliono che si consumi. Ci raccontano di dissidenti cubani che non esistono se non nelle liste a pagamento della CIA, di comunisti che ancora mangiano bambini e di estremisti islamici diventati, a seconda delle necessità del momento, terroristi o vittime del terrorismo. E nessuno, dico nessuno dei giornalisti “democratici”, che faccia il lavoro per cui viene pagato, cioè informare. Ma questo ha la sua spiegazione logica, i padroni mica li pagano per informare, bensì per disinformare e fare propaganda contro chi ancora ha mantenuto la schiena dritta e si oppone alla tragicità dei nostri tempi che vedono i potentati economici impossessarsi anche della politica in maniera totalitaria, Altro che il “totalitarismo sovietico”, quello aveva liberato gli schiavi, questo ci riporta ai tempi più bui dello schiavismo . E se qualche giornalista volesse dissentire, carriera finita. Casi di dissenso ce ne sono ben pochi, la nostra classe giornalistica è una delle più vili che mente ricordi, nemmeno sui giornali “comunisti” si prova a raccontare un po’ di verità che non sia accondiscendente alla logica del profitto. Qualcuno si ricorda di Fulvio Grimaldi quando faceva l’inviato RAI accompagnato dal fedele cagnolino Nando? Lui ci aveva provato a dissentire, lo hanno subito messo a tacere, perfino sui giornali comunisti. Ora può dissentire solo sul suo blog, almeno fino a quando lo leggeranno in pochi perché in caso contrario anche quello gli verrà chiuso, nella nostra falsa democrazia uno mica può scrivere quello vuole senza pensarla come la pensano i padroni….
Ora tutto è stato messo al suo posto, o quasi, mancano solo pochi tasselli: la Siria, l’Iran, la Corea del Nord, Cuba e qualche paese latinoamericano sulla cattiva strada, poi bisognerà solo pensare a mantenere lo status quò. Ora a chi glie ne importa più del calibro? Provate a regalarne uno ai vostri figli, ve lo tirano in testa! Poi vi rubano i soldi per comprarsi l’ultimo modello di celluare o di hiPhon che, costruito con la rapina ai danni di coloro che costringiamo ad emigrare per poi affondarli al largo delle nostre coste, dopo pochi giorni già non è più l’ultimo. Ma io i miei due calibri, quello che ho costruito e quello sovietico, me li tengo ben stretti, visti i tempi tristi che viviamo è probabile che tutto quanto costruto in una vita di lavoro lo debba sacrificare per comprarmi cibo e medicine ed i due calibri saranno forse l’unica eredità che lascerò a figli e nipoti. Anche perché non ho mai imparato a costruire un cellulare od un hiPhon e non credo che ne esistano in commercio con la scritta CCCP al posto della marca…. Al massimo qualcuno made in Russia, costruito da un’azienda rubata allo stato che sfrutta dei giovani dipendenti con orecchini, teste rapate e tatuaggi. Giovani che non sanno che una volta esistevano le scuole e gli ospedali pubblici, la cassa mutua e la pensione, poveri cristi che si pensano liberi, inconsapevoli che gli hanno rubato pure la memoria e che ai tempi dell’URSS quelli come loro costruivano dei calibri di grande qualità nelle fabbriche dello stato, senza padroni. E chissà quali meraviglie evrebbero continuato a costruire se non fossero stati traditi da dei filibustieri senza scrupoli venduti agli interessi dei grandi capitali internazionali….
Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-73459565812464400792013-08-01T22:50:00.001+02:002013-08-01T22:51:38.433+02:00Berlusconi condannato? La farsa della giustizia dei potenti.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-Yj9CyjKrSug/UfrJspclqsI/AAAAAAAAA-E/1GrUBwdRVP0/s1600/Sentenza+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-Yj9CyjKrSug/UfrJspclqsI/AAAAAAAAA-E/1GrUBwdRVP0/s400/Sentenza+2.jpg" /></a></div>
Ho ascoltato in tv i commenti sulla sentenza che ha condannato Berlusconi e mi viene il voltastomaco, sia chi difende Berlusconi che chi gode per la condanna non ha capito o fa finta di non capire quanto la situazione sia ridicola. Berlusconi è stato condannato a 4 anni di reclusione per un crimine gravissimo, pena che tutti sanno che non sconterà mai, quello che invece non viene recepito è che l'unica pena che avrebbe avuto una certa efficacia era quella accessoria, cioè l'interdizione dai pubblici uffici che l'avrebbe estromesso definitivamente dalla politica e reso molto più vulnerabile di quanto non lo sia ora. Non a caso la sentenza annulla questa condanna e la Corte Costituzionale lo ha fatto in maniera scientifica portando a termine un iter teso a salvare il cavaliere iniziato, senza che nessuno se ne sia accorto, quando è stata emessa la sentenza di secondo grado. In quella sentenza si è volutamente data la possibilità di salvare Berlusconi dall'interdizione, infatti la sentenza di secondo grado ha condannato Berlusconi a 5 anni di interdizione ben sapendo che questo sarebbe servito per rendere inefficace tale condanna e non a caso in Cassazione è stata addirittura l'accusa a chiedere la riduzione di questa pena perché non corrispondente al minimo di uno e massimo di tre anni come definito dal codice dando ai giudici la possibilità di annullare quella che per Berlusconi era la condanna più temuta perché, contrariamente alla condanna al carcere che non avrà nessuna efficacia pratica, sarebbe diventata un macigno invalicabile per il proseguimento della sua carriera politica, e non solo. Ora che questa mega-truffa messa in atto per salvare in pratica il cavaliere sia passata inosservata ai nostri mega-giornalisti, mi sembra a dir poco raccapricciante e dimostra una volta di più come il nostro paese sia finito in fondo alle classifiche per quanto riguarda il rispetto della legge.
Chi pensava che giustizia fosse fatta è servito, il potere continua a perseguire i perseguitati non i persecutori!Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-84344038659153590202013-06-13T00:22:00.002+02:002013-06-13T00:25:10.619+02:00URBANO CAIRO, il Berlusconi torinese <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-Q9AMmN5uOoU/Ubj0jALhZiI/AAAAAAAAA80/8d_3MIGafKw/s1600/cairo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-Q9AMmN5uOoU/Ubj0jALhZiI/AAAAAAAAA80/8d_3MIGafKw/s1600/cairo.jpg" /></a></div>
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Telecom, in sordina, ha venduto La7, l'ha comprata Urbano Cairo. Chi è costui? Un torinese che sta replicando a Torino le gesta del Cavaliere. Come il suo maestro milanese, Cairo è un editore e Presidente della locale squadra di calcio. Cairo ha iniziato la carriera come collaboratore di Berlusconi, poi si è messo in proprio scimmiottando a Torino le gesta con le quali Berlusconi ha fatto carriera a Milano. Cairo è l'editore dei peggiori giornali italiani, quelli che raccontano al popolino le gesta dei VIP (Vigliacchi, Idioti e Puttanieri) che sono settimanali popolari come DiPiù, Effe, Settimanale nuovo, Diva e Donna. Tanto letto quest'ultimo al punto di avere una tiratura di 1.850.000 copie! E con questo uno si spiega facilmente quali sono le cause dell'idiozia dilagante del Belpaese.<br />
Intanto il neo-proprietario ha già iniziato il lavoro, per prima cosa, ovviamente, tagli al personale e regali milionari ai manager e si parla dell'intenzione di ridimensionare, se non eliminare, trasmissioni storiche come quella di Michele Santoro. Cosa diventerà La7 per ora nessuno lo sa ma, possiamo starne certi, la svendita della rete da parte di Telecom Italia parla chiaro, se l'emittente continuerà nel suo tentativo di diventare il terzo polo dell'emittenza, lo farà non per fare concorrenza ai canali della Rai e di Berlusconi, al contrario, sarà al loro fianco nell'opera di distruzione di quel poco di utile che ancora esiste nel nostro sistema informativo.<br />
Morale della favola: presto Berlusconi ci lascerà, finirà in carcere prima o poi, o tirerà le cuoia portandosi nella tomba la plastica che lo tiene insieme. Però il popolo può stare tranquillo, c'è già chi continuerà a raccontare favole ed a rincoglionirli. Ed avrà la strada ancora più in discesa perché il Cavaliere puttaniere, almeno all'inizio, aveva qualche giornalista con la schiena dritta che lo contrastava ed ha dovuto lavorare un po per farsi la sua clientela di idioti, questo, invece, si trova bell'e pronta un'enorme schiera di seguaci già perfettamente ammaestrati.<br />
Ricordatevi il suo nome, Urbano Roberto Cairo. Sentiremo presto parlare di lui.Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-40132621530619818562013-05-24T13:15:00.000+02:002013-05-24T13:15:31.079+02:00La deriva sindacale<div>
L'altra sera in Tv il Segretario della Fiom-CGIL, Giorgio Cremaschi ha sostenuto davanti al Segretario Generale della CISL, Raffaele Bonanni che il sindacato ha fallito nella sua missione di difendere i diritti dei lavoratori. Bonanni ci ha riso sopra ma forse farebbe bene a riflettere, le parole di Cremaschi dovrebbero esere prese molto sul serio. Qui sotto riporto un articolo di Maurizio Clerici apparso sull'Unità, parla anche di Bonanni e delle sue relazioni pericolose. Lo ripeto, Cremaschi ha detto delle sacrosante verità, la deriva sindacale è sotto gli occhi di tutti, anche del sottoscritto che non ha mai militato nel sindacato ed ha sempre svolto la libera professione. I fatti sono fatti, basta saperli leggere e non farseli leggere da pennivendoli venduti per quattro denari.</div>
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Maurizio Chierici: CHAVEZ è UN ASSASSINO?</div>
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La Confederazione Internazionale Sindacale informa che nel 2006 in Colombia sono stati assassinati 76 sindacalisti. Ma la Colombia è lontana, e per di più allineata al liberismo duro: insomma, non fa notizia. Stiamo perdendo di vista cosa succede nei posti lontani. Ci tormentano altri pensieri e altre grida. Solo i ragazzi e qualche intellettuale resistono nel voler sapere, ma da chi lo vengono a sapere ? Anche gli americani soffrono della stessa amnesia mentre il dollaro precipita, mutui casa allo sbando. Un’inchiesta pubblicata a Washington precisa l’oblio. Il nome dei governanti dei paesi latino americani restano sconosciuti. Il più ricordato è naturalmente Fidel Castro anche se appena il 51 per cento degli informati non ha saputo rispondere alla domanda se era vivo oppure morto. Adesso che l’hanno visto in Tv, qualche certezza in più. 49 americani su cento conoscono Chavez, presidente del Venezuela, con gli aggettivi che ne accompagnano le sue gesta sul piatto della cena davanti alla Tv: <>. Calderon governa il Messico ed è noto al 21 per cento del campione intervistato: <>. Nel sonno del Mid West prevale il silenzio. Stranezza in un paese dove gli affari sono importanti ed il Messico fa parte del Nafta, mercato comune che lo unisce a Stati Uniti e Canada. Come se gli italiani non avessero mai sentito parlare di Zapatero o Sarkozy. Anche l’ Italia pensa ad altre cose. Dopo il disimpegno dei cinque anni berlusconiani e nessun ministro che attraversava il mare ( con l’eccezione del senza portafoglio, emigrante Tremaglia ), l’evoluzione politica resta confusa. Oltre agli affari, quasi niente. Pescandoi nei ricordi: nel 1984, mentre il Nicaragua poverissimo si dissanguava nella guerra scatenata dai contras finanziati con triangolazioni oscure ( Oliver North e Irangate ) dagli Stati Uniti di Reagan, a Managua arriva la notizia che il ministro degli esteri Andreotti lascia l’assemblea Onu di New York per un breve soggiorno in Costa Rica, accompagnato da Lamberto Dini in quel momento in bella luce nella banca d’ Italia. I giornalisti che raccontano l’agonia di un popolo stremato, volano da Managua in Costa Rica dove l’ambasciatore del Nicaragua a Roma è lì che aspetta con una lettera per il nostro ministro degli esteri. Spera nella mediazione italiana per frenare i massacri. L’ambasciatore distribuisce la lettera ai giornalisti dopo averla consegnata ad Andreotti. Ma la conferenza stampa è una delusione. Italo Moretti ( Tg2 ), Franco Catucci ( Tg1 ) e tutti gli altri, vogliono sapere dal ministro se la sua presenza autorizza questa speranza: <>. Ironia di un politico ironico. Forse aveva dimenticato la lettera in camera. Non se n’é fatto niente anche perché Andreotti e Dini si trovavano a Mangua per un impegno più importante: inaugurare il supermercato Duemila aperto da Donatella Pasquali Zingone, vedova del magnate bergamasco rifugiato nel paradiso fiscale centro americano, inseguito da una bancarotta fraudolenta. Supermercato costruito anche con fondi italiani, regolarmente aggiudicati appena il Costarica, Svizzera tropicale, si è dichiarato paese sottosviluppato. Allora si diceva così. E alla Svizzera in miniatura Roma aveva attribuito quasi un terzo degli aiuti desinati al terzo mondo con salomonica divisione fra imprenditori di ispirazione democristiana e socialista. Il figlio di Edda Ciano produceva scarpe in conto socialdemocratico. Africa, Asia e chi viveva nelle favelas doveva portare pazienza. La visita a San Josè diventa più o meno l’annuncio del matrimonio tra Dini e la signora del supermercato, donna d’affari gentile e abile nel maneggiare il potere: fabbriche, isole off shores, e il settimanale – Panorama latino – distribuito in America Centrale. Potenza del gruppo Z. Storie dell’altro ieri. Ecco la storia di qualche anno dopo. Roberto Marinho, editore e proprietario della Rede Globo, monopolio brasiliano, vuole allargarsi all’Europa. Compra Telemontecarlo ed essendo i socialisti trincerati nell’alleanza imperforabile Berlusconi- Craxi, si affida alla protezione della Democrazia Cristiana di De Mita. Pony tra De Mita e Marinho, Clemente Mastella. Racconta Marinho: <>. Vuol sapere come mai Mastella odiava tanto Berlusconi. >. Era il 1996. Mastella e Casini ne appoggiavano il governo. Lo racconto al dottor Marinho che sbalordisce, mentre il figlio Roberto junior sospira: <>.Storie di ieri, l’ Italia è cambiata. Teleselezione, satelliti Tv, computer: si sa tutto di tutti. Il ministro D’Alema e il sottosegretario Donato Di Santo vanno e vengono dal continente latino: Cile, Brasile, Argentina, Venezuela. Messico. Amicizie con Lula, Lagos, la Bachelet. Non pacche sulla spalla o corna alle spalle mentre lampeggia la foto. Ne discutono i problemi derivandone analisi realistiche. Insomma, a loro non può succedere, eppure ad altri è successo. Niente supermarket e Tv, ma gli approcci del turismo politico continuano. Scopro in ritardo il racconto del viaggio in Venezuela di Raffaele Bonanni, segretario nazionale della Cisl: una sorpresa. Perché Bonnani è sindacalista che viene dalla gavetta dura. Ha una visione concreta della realtà. Sa cosa vogliono dire emarginazione e fatica. Tessera Cgil che diventa Cisl nel 1972. Manovale in un cantiere della Val di Sangro, va nella Sicilia anni ’80 difficile per chiunque, soprattutto per chi vuol smontare le infiltrazioni mafiose nelle opere pubbliche. Impegno che lo abitua alla tenacia e alla pignoleria. Un anno fa succede a Pezzotta con l’esperienza di chi ha affrontato le ingiustizie spalla a spalla con la gente. Non discuto il suo giudizio su Chavez: le conclusioni possono essere diverse, dipende anche dal controllo delle informazioni che le determinano. La meraviglia è dove Bonnani racconta di aver raccolto queste informazioni. Non nella Caracas delle baracche o nei cantieri dove la gente lavora con paghe regolate dopo 40 anni da leggi antisfruttamento. Non ha ascoltato intellettuali indipendenti, divisi tra l’opposizione e l’appoggio a Chavez. Stando al racconto della <>, ha guardato il Venezuela da Chacao, uno dei municipi nelle mani dell’antichavismo radicale liberamente tutelato da una polizia diversa da quella di stato. Lo abita una popolazione agiata. In passato ha affidato il futuro politico a Irtene Saenz, miss Universo. Ecco la prima deformazione: é come raccontare il problema dell’immigrazione straniera in Italia parlando col Gentilini di Treviso il quale non vuole che gli extra si siedano sulle panchine. <>. Otto ani prima – racconta Bonanni – avevo visitato il Venezuela viaggiando anche nell’interno. Adesso ha raccolto segnali <>. Traduco: squadre della morte agli ordini di Chavez. Forse gli amici non lo hanno informato che otto anni fa, governo del presidente socialcristiano Caldera, ogni fine settimana Caracas contava 215 omicidi. Si sparava per rubare un paio di scarpe. Oggi sono 137, la tragedia continua, ma perché solo adesso spaventa ? Interpretando la visione di Bonanni i giornalisti che vanno a dormire nel vecchio Hilton, centro città, e frequentano le librerie e i teatri attorno i viaggiano in metropolitana dove se hanno compiuto 60 anni viaggiano gratis, devono essere kamikaze irresponsabili. Con Chavez al potere, il Corriere della Sera ha scelto l’Hilton per festeggiare l’uscita del giornale stampato e distribuito in Venezuela. Ferruccio De Bortoli ed Enzo Biagi camminavano senza trasalimenti non sapendo ( gli sventati ) di attraversare le rovine di Bagdad. Non so cosa ha imparato Bonnani nell’incontro <>, ma è sicuro che il sindacato al quale ha prestato orecchio è quello dei <> della Cisl, la Cvt di Manuel Cova. Il suo leader storico, Carlos Ortega, viene definito <> per aver sostenuto la <> a Chavez.. Forse Bonanni è stato informato in fretta. Carlos Ortega, baffi e stazza da peso massimo, ha una storia più complicata. Per Ortega, sindacato voleva dire potere e petrolio. Negli anni delle democrazie disfatte dalla corruzione, il 20-23 per cento del petrolio pompato dal quinto produttore del mondo, spariva senza passare dogana. Non si sapeva dove andava, chi pagava e chi intascava. Sul traffico vigilava un’ala della Ctv che è riuscita ad eleggere Ortega presidente, in quanto raccordo tra la petroliera venezuelana ( Pdvsa ) e i protagonisti del colpo di stato 2002. Votazione fraudolenta, accusa Alfredo Ramos, altro leader Ctv. Metà delle schede sparite, se ne va. Quando Pedro Carmona, presidente degli industriali, annuncia la presa di potere raccogliendo davanti a RadioTvCaracas ( la Tv che ha perso le frequenze di stato e va in onda col satellite ) militari, imprenditori, il vescovo primate, il nunzio apostolico e l’ ambasciatore americano, un po’ a lato dai supportes di peso, spuntano Carlo Ortega e Manuel Cova. Hanno appoggiato il golpe ma sono delusi malgrado Chavez sia prigioniero: il nuovo presidente li ha esclusi dal governo. Ecco l’idea di abbattere il Chavez risorto <>: lo proclama Ortega a Miami nel dicembre 2002 quando lo sciopero è cominciato e il blocco del petrolio precipita per 62 giorni il paese nel caos. Economia distrutta, ma Chavez sopravvive per la seconda volta e Ortega si rifugia nell’ambasciata del Costa Rica: asilo politico. Emigra a San Josè dove vive l’esilio un vecchio amico, Jaime Lusinchi, ex presidente socialdemocratico travolto dalla corruzione. Si ferma fino al 2004 e poi rivuole il passaporto. Perché ? curiosità burocrati del Costarica. I verbali ne contemplano la risposta: <>. Sparisce per un anno e la sua insurrezione si conclude in una sala bingo di Caracas dopo il fallimento della rivolta petrolifera: lo pescano con due ragazze. Come il Gelli P2 fuggito dal carcere svizzero, anche Ortega si è fatto crescere baffi diventati nerissimi. Arrestato, processato, condannato a 15 anni, scappa da una prigione superprotetta. Ancora non si sa come. Rispunta dieci giorni fa a Lima dove il presidente peruviano Alan Garcia gli ha concesso il secondo asilo. Con quali soldi Ortega viaggia, paga avvocati, affitta belle case, nutre la dolce vita con le ragazze ? Il mistero continua. Ecco perché spiace che un sindacalista serio come Bonanni non abbia approfondito la sostanza morale degli amici di una Ctv ormai ridotta a niente. Chi davvero si interessa dei lavoratori ha preso le distanze da Ortega. Di Chavez si può dire tutto ed è giusto scriverlo quando provato: vorrei che Bonanni spiegasse chi gli ha raccontato del pantheon dove il <> avrebbe infilato Marx, Mussolini e Gesù, uno di fianco all’altro. Nessuno lo ha mai visto. <>. Scriverà alla confederazione sindacale mondiale dissotterrando la storia nera nascosta dal regime. Con le prove affidategli dalla Ctv. Finalmente sapremo e Chavez dovrà rispondere. Ma se le storie fossero di carta, immagino che Bonanni forse si pentirà di aver osservato il <> seduto attorno ad un campo da golf.mchierici2@libero.itCortesia dell'<a href="http://www.unita.it/">Unità</a></div>
Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-65301353069833569102013-05-24T13:14:00.000+02:002013-05-24T13:14:16.888+02:00COME SUPERARE LA FINTA CRISI<br />
La crisi economica, o meglio, la finta crisi imposta dai potenti per saccheggiare fino all'osso i popoli dell'intero pianeta, può essere superata solo se si individuane le vere cause che l'hanno creata e si trovano soluzioni radicali realmente efficaci. Sulle cause non serve scervellarsi più di tanto, si tratta delle conseguenze delle politiche neoliberali imposte agli stati dagli organismi internazionali al servizio dei grandi capitali trasnazionali e delle oligarchie locali. Le soluzioni non possono che passare per la nazionalizzazione dei settori strategici dell'economia che deve tornare ad essere contrallata dallo Stato per gli interessi di tutta la collettività. Chiunque sia dotato di un minimo di razionalità può rendersi conto che le disgrazie del nostro paese sono iniziate proprio con le privatizzazioni. La scelta scellerata di svendere i gioielli dello Stato ai privati è la conseguenza della sottomissione della politica ai diktat imposti dopo la cosiddetta "caduta del comunismo", [La prospettiva delle privatizzazioni in Italia fu discussa a bordo dello Yacht reale Britannia, il 2 giugno 1992. L'incontro, avvenuto in acque italiane, divenne famoso, tra l'altro, per quella che sarebbe stata secondo alcuni, la pianificazione della svendita dell'industria italiana. La nave attraccò al porto di Civitavecchia facendo poi rotta lungo la costa dell'Argentario. Alla riunione parteciparono, oltre ad alcuni banchieri inglesi, anche un gruppo di manager ed economisti italiani: Mario Draghi, Direttore Generale del Ministro del Tesoro, Herman van der Wyck, Presidente Banca Warburg, Lorenzo Pallesi, Presidente INA Assitalia, Jeremy Seddon, Direttore Esecutivo Barclays de Zoete Wedd, Innocenzo Cipolletta, Direttore Generale di Confindustria, Giovanni Bazoli, Presidente Banco Antonveneto, Gabriele Cagliari, Presidente ENI, Luigi Spaventa. (da Wikipedia)] le conseguenze di questo enorme furto ai danni del popolo italiano sono: licenziamenti in massa, precarizzazione dei lavoratori, bassi salari quindi bassi consumi, crisi dei settori produttivi, calo delle entrate dello stato che si vede costretto a reperire fondi con aumento delle tasse e tagli ai servizi sociali, disgregazione sociale, impoverimento dei ceti medi, dei lavoratori e dei pensionati, e la tremenda crisi economica nella quale ci dibattiamo.<br />
Giornali e tv con i loro editoriali e talk-show, spendono la maggior parte dei loro spazi a dibattere sulla crisi e sulle possibili soluzioni, tutti gli invitati, politici, economisti, giornalisti, specialisti di ogni specie, parlano di teorie astratte come se vivessero in un altro mondo e prefigurano soluzioni che sono le stesse delle cause che hanno creato il disastro. Possibile che tutti questi sapientoni siano tanto idioti da non sapere le vere, semplici cause che ci hanno portato a questo vergognoso stato di cose?<br />
Da libertario ritengo che l'unica soluzione sarebbe quella dell'autogestione ma di questi tempi per uscire dalla crisi ci si potrebbe accontentare del ritorno delle Stato alle sue vere funzioni. Lo Stato, che nell'epoca del liberismo è diventato unicamente uno strumento in mano ai padroni che si sono appropriati delle ricchezze collettive, deve tornare a regolare l'economia, redistribuire il reddito e garantire i diritti basilari a tutti i cittadini. Per fare questo bisogna liberarsi dei partiti e dei mezzi di informazione che sono i più formidabili strumenti di dominio delle oligarchie e della borghesia padrona. Ogni comunità scelga direttamente i propri rappresentanti, il Parlamento, se non per occasioni straordinarie, si riunisca solo due volte all'anno, la prima per discutere, modificare ed approvare i programmi dei Ministeri, la seconda per verificarne l'efficacia e se del caso destituire i Ministri incapaci. Questa è l'unica vera ed efficace semplificazione necessaria, oltre a ridisegnare la mappa degli Enti Locali che sono diventati dei centri di potere e corruzione inaccettabile. Invece di eliminare le Province sarebbe il caso di eliminare quel pozzo senza fondo, fonte della più grande corruttela clientelare, che sono le Regioni mentre le Provincie dovrebbero sostituire le funzioni dei Comuni che diventerebbero inutili.Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-41930782252280906562013-03-14T19:11:00.000+01:002013-03-14T19:16:10.494+01:00 FINALMENTE UN PAPA LATINOAMERICANO! MA PUZZA DI BEFFA.<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-rtYwNw0t6pE/UUISUZJA27I/AAAAAAAAA6E/qpwvOr2NU0E/s1600/Papa+Francesco.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-rtYwNw0t6pE/UUISUZJA27I/AAAAAAAAA6E/qpwvOr2NU0E/s320/Papa+Francesco.jpg" width="227" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">L’elezione
del nuovo Pontefice sta mandando in visibilio anche il popolo della sinistra, o
quello che ne è rimasto. In rete si esulta, i miei amici di Facebook, quasi tutti
di sinistra, si sentono sollevati: il Conclave ha finalmente dato voce agli
sfruttati del continente latino in lotta per la seconda definitiva liberazione.
Ma le cose stanno veramente così? Veramente la Chiesa ha deciso di voltare
pagina e di mettersi al servizio degli ultimi? </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Forse
sarebbe il caso di mettere da parte l’emotività e dare spazio alla ragione. Che
il Vaticano intenda veramente lasciarsi alle spalle la sua posizione di potere
acquisita nei secoli non pare assolutamente plausibile, e lo è ancora meno se
si legge la storia tutt’altro che brillante del neo-eletto che con i movimenti
di liberazione non ha mai avuto nulla a che fare, al contrario si è sempre
distinto per il suo sostegno alle oligarchie criminali che hanno messo in
ginocchio quegli sfortunati paesi. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">In
Sudamerica da anni è in atto un vero cambio politico, economico e sociale che
sta coinvolgendo sempre più le masse diseredate del Continente sotto l’impulso
di politici coraggiosi che hanno sfidato le oligarchie interne e le minacce
dell’imperialismo USA per mettere in atto politiche sociali includenti che non
hanno precedenti nella storia latinoamericana. Ugo Chàvez, Evo Morales e Rafael
Correa insieme ai più moderati, Lula da Silva, Nestor Kirchner e Cristina
Fernandez, Pepe Mujica, Daniel Ortega e gli estromessi Manuel Zelaya e Fernando
Lugo, hanno denunciato al mondo intero le trame imperialiste ed hanno messo in
atto politiche di nazionalizzazione delle risorse che hanno dato slancio
all’economia permettendo investimenti in politiche sociali fino ad ora
impensabili. L’imperialismo USA ed i suoi vassalli europei, impegnati in altre
latitudini, si sono resi conto troppo tardi dell’inarrestabile ascesa di Hugo
Chàvez in Venezuela ed i tentativi per destabilizzarlo sono stati vanificati
oltre che dalle indubbie qualità di Chàvez, anche dall’incapacità delle becere
oligarchie locali. Quando si sono resi conto che la probabile dipartita, molto
probabilmente provocata, del Comandante Presidente venezuelano anziché
un’opportunità si sarebbe trasformata in un boomerang, agli strateghi del
Pentagono non è rimasto altro che attingere all’unica risorsa a loro
disposizione per domare la pulsante ribellione bolivariana che senza alcuna
riverenza ha sfidato la potenza nordamericana alleandosi senza se e senza ma
alla Cuba rivoluzionaria e castrista ed alle altre nazioni disubbedienti. Si è
reso perciò necessaria la collaborazione della Chiesa cattolica come avvenne ai
tempi della distruzione dell’Unione Sovietica e dei paesi socialisti dell’Est
europeo. Per raggiungere lo scopo serviva un Papa diverso da quello sommerso
dagli scandali e dai conflitti interni al Vaticano, bisognava un cambio rapido
ed efficace, la destituzione di Ratzingher e l’elezione di un personaggio
influente nell’area, un personaggio capace di influenzare le masse cattoliche
che sostengono i governi progressisti e creare al loro interno una insanabile
spaccatura che porti alla fine di quelle politiche coraggiose che stanno
portando quei popoli fuori dal controllo di Washington e dei suoi alleati. Il
nuovo Papa risponde perfettamente alle esigenze, la sua storia parla molto
chiaro e la sua fama di “Papa dei poveri” risulterà devastante.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">A
questo punto non bisogna assolutamente cadere nella trappola in cui è caduta la
sinistra europea ai tempi di Woytila, serve recuperare lo spirito critico e
guardare in faccia la realtà anche se sembra allucinante. La Chiesa e la
religione in latinoamerica hanno un potere devastante che non sarà facile da
contrastare, Chàvez, Evo e Correa hanno formato milioni di combattenti per
l’autonomia, l’indipendenza e la libertà ma se ne sono guardati bene dal
mettere in discussione la fede religiosa di quelle popolazioni, anche se i loro
governi godono di un buon sostegno popolare, non sono tali da reggere un
conflitto con la devastante capacità della religione di influenzare il pensiero
dei credenti. Aver portato milioni di credenti verso le idee progressiste è
stato sicuramente un grande risultato, mantenerle unite quando i massimi
vertici della Chiesa decidono di usare il proprio potere per discreditare il
potere politico sara ancora più difficile e forse impossibile.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Trovare
una strategia valida ad esorcizzare questa ingerenza sarà il duro compito dei
governanti progressisti latinoamericani, ancora una volta sarà necessario uno
spirito unitario che vada ben oltre le ovvie diversità ideologiche e culturali
per formare un fronte sempre più unito in grado di affrontare l’aggressione.
Dalla loro capacità di individuare il pericolo e di affrontarlo dipende il
futuro di quei paesi e non solo, perché nel contesto internazionale in cui
stiamo vivendo, l’esperienza della ribellione latinoamericana è ormai l’unica
speranza che può salvare il pianeta dalla cultura di morte imposta dal
capitalismo imperialista.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">A
tutti noi il compito di risvegliare ed allertare le menti assopite dei
progressisti e dei popoli europei che necessitano come mai di una rivoluzione
simile a quelle in atto in Latinoamerica.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Buon
lavoro a tutti.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;">
</div>
<br />
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<br />Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-18047064109636261312013-01-16T22:42:00.001+01:002013-01-16T22:45:18.117+01:00LE ALTERNATIVE ALLA CRISILa mancanza di tempo mi impedisce di sviluppare un discorso che ritengo necessario sulle cause della crisi che stiamo vivendo e sulle posssibili soluzioni. Ho letto sul Granma, organo ufficiale del Partito Comunista Cubano del 21 dicembre scorso, questo articolo tratto dalla Fondazione Sur, l’ho trovato molto interessante, ho deciso di tradurlo e lo metto in rete perché gli interessati ne beneficino.
LE ALTERNATIVE ALLA CRISI ESISTONO
Le alternative non saranno rapide ne facili, però sono possibili e necessarie. La questione fondamentale consiste nel fatto se vogliamo veramente svegliarci e superare questa crisi o preferiamo continuare ad essere schiavi del sistema imposto da una minoranza.
I fatti sono devastanti per due terzi dell’umanità. Nel mondo 60 mila persone muoiono ogni giorno per fame o per insufficienze vitali, mentre ogni giorno si spendono quattro mila milioni di dollari in armamenti.
La ragione per la quale ogni giorno solamente la fame uccide 35 mila persone non è solo la crisi finanziaria, ma ancor più la cupidigia e l’irresponsabilità dei suoi propietari e dirigenti.
Secondo quanto informa l’ONU sulllo sviluppo umano, un bambino che nasce in Norvegia ha una speranza di vita di 81,1 anni. Se nasce nella Repubblica Democratica del Congo la sua aspettativa si riduce a 48, 4 anni.
I meccanismi che funzionano male nella società non sono solo i problemi economici, si pensi che ogni giorno nei mercati di cambio circolano circa quattro milioni di milioni di dollari sui quali non si pagano imposte. Esiste un grande vuoto di valori ed una concentrazione di potere in pochissime mani che permettono ai responsabili di nasconderne gli effetti reali. I direttivi finanziari del mondo priorizzano il beneficio ed il lucro alle necessità degli esseri umani. Per questo in Spagna esistono 3,1 milioni di case vuote, come dire: cento inutilizzate per ogni persona che non ha casa.
Se vogliamo promuovere una società più umana, abbiamo bisogno di un altro modo di produrre e di consumare, insieme ad altri valori. Per soddisfare il livello di produzione e consumi attuali di beni e servizi abbiamo bisogno di quasi 35 Spagne. Questo stile di vita, di economia e politica è insostenibile. Un altro mondo è possibile e necessario. I cambi sociali hanno empre bisogno di educazione, forza sociale, l’impegno politico dei cittadini, idee e volontà per renderle effettive, decisione ed un progetto capace di attirare e motivare le maggioranze.
L’economia imposta dagli imperi finanziari ha fatto dell’accumulazione il motore del suo progresso. La nostra società di consumo iilimitato costruisce granai sempre più grandi, non per coprire le necessità delle persone, bensì per tenerle sotto controllo.
Il lucro non aggiunge anni di vita, ne vita e felicità agli anni. Senza dubbi il lucro si è convertito nel “tesoro” accarezzato da tutti. Si confonde il denaro con i valori, e la ricchezza con la felicità.
Secondo l’Università di Leicester (Regno Unito) , il piccolo paese di Butan nella cordigliera dell’Himalaya, con un PIL sei volte inferiore a quello spagnolo, occupa l’ottavo posto dei paesi più felici del mondo. L’arricchimento di pochi non finisce per beneficiare tutti, come afferma il neoliberismo economico. Esistono necessità basilari, come abitazione, lavoro, salute, educazione, che devo essere sempre garantite per tutta la famiglia umana, anche se non danno maggiori benefici di altri. In una famiglia, quelli che hanno maggiori risorse non li investono a proprio vantaggio ma a favore dei membri più bisognosi.
Se vogliamo il cambiamento, dobbiamo essere questo cambiamento.
(Tradotto da Fundaciòn Sur)
Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-216455568849656132013-01-16T22:37:00.001+01:002013-01-16T22:37:17.934+01:00LA PROPAGANDA MEDIATICALA PROPAGANDA MEDIATICA
Il 9 aprile 2003 il mondo intero ha assistito commosso alla diffusione delle immagini di giubilo popolare quando la statua di Saddam Hussein venne abbattuta a Bagdad. Gli iracheni gioivano per la fine della tirannia e la riconquistata libertà. Peccato che le immagini fossero false, in reltà gli iracheni non stavano in piazza a festeggiare la democrazia generosamente regalata dagli eroici marines, al contrario, stavano nascosti per evitare le torture ed il terrore che le truppe formate da idioti giovanotti reclutati tra la miseria nordamericana, stavano portando nel paese più laico, indipendente ed autonomo dell’area mediorientale. Gli “eroici” marines che hanno acceso le nostre fantasie in migliaia di pellicole propagandistiche, eranno gli stessi che al ritorno in patria, incapaci di sopportare le conseguenze psicologiche delle loro gesta criminali, avrebbero dato vita ad una serie impressionante di suicidi.
Il 10 marzo 2 000 il quotidiano USA Today pubblicò , a firma di Jack Kelly, la storia di Jaqueline, una cubana impiegata d’hotel, fuggita dal suo paese su una zattera. Secondo il raccondo del giornalista, la povera Jaqueline affogò tragicamente durante la traversata verso la libertà. In realtà la donna si chiama Yamilet Fernandez ed è tuttora viva e vegeta e fu solamente una delle tante vittime della criminale campagna mediatica messa in piedi dal governo statunitense per denigrare l’unico paese libero del latinoamerica, campagna propagandistica che è costata la vita a molti cubani e cubane caduti nelle trappole tese da coloro che violano tutti gli accordi migratori stipulati tra il governo cubano, che pretende un’emigrazione libera, legale e sicura, e quello yankee che non rispetta gli accordi, impedisce l’emigrazione legale e stimola quella illegale per poterla utilizzare per la sporca e criminale propaganda imperialista. Non importano le vite spezzate e l’enorme sofferenza inferta alle famiglie ed all’intero popolo cubano. Grazie a queste politiche criminali ed agli eroici giornalisti della “libera stampa”, le masse idiotizzate del mondo “libero” si commuovono per le vittime, vere o presunte, della “feroce dittatura castrista”.
Quelli sopra esposti sono solo due episodi eclatanti della quotidiana e massiccia propaganda messa in atto da un pugno di multimilionari criminali che dominano il mondo, a cominciare dal paese più ricco del pianeta dove il potere politico, Presidente in testa, vale meno del due di picche. Le menzogne dei media al servizio degli interessi delle oligarchie nazionali ed internazionali, è una pratica inaccettabile che dovrebbe far riflettere tutti coloro che hanno a cuore le sorti dell’informazione e della verità. Le conseguenze di questa pratica sono tragiche e sotto gli occhi di tutti coloro che hanno conservato lun minimo di dignità e capacità critica. Si creano ad arte mostri e dittatori, si condannano intere popolazioni che vengono agredite e sottomesse agli interessi di coloro che si arricchiscono sfruttando il lavoro e le ricchezze dei popoli. Si confonde la comunicazione con l’informazione, si pubblicano articoli di adulazione a favore delle imprese e dei magnati proprietari dei media, si concentrano le testate in maniera monopolistica e si assite ad una vergognoso concubinato tra giornalisti e politici, entrambi al servizio degli stessi potentati. Con il passare del tempo la situazione si fa sempre più drammatica, se prima i giornali vendevano informazioni più o meno di parte ai lettori, ora vendono consumatori alle imprese. Non importa che le vendite calano, che i giornalisti siano sempre meno tutelati, più sfruttati e licenziati. Tra il 2 003 ed il 2 008 la diffusione mondiale dei quotidiani si è ridotta del 7,9 % in Europa e del 10,6 in America del Nord. Solo negli Stati Uniti sono scomparsi 120 giornali e si sono persi 25 mila posti di lavoro. Il Financial Times paga i suoi redattori solo tre giorni la settimana e la diffusione della stampa scritta continua a cadere ad un ritmo del 10 % all’anno. Quello che è rimasto della gloriosa stampa scritta è solamente la propaganda al servizio degli interessi di pochi, ai consumatori si vende di tutto, guerra compresa. Se vogliamo tutelare l’umanità e l’ambiente in cui viviamo, dobbiamo mettere fine alla massiccia propaganda mediatica dei padroni. Per fare questo non c’è altro modo che togliere loro gli strumenti che utilizzano: il potere politico e quello economico. Per raggiungere
P.S. Sempre più frequentemente mi viene segnalato che alcuni scritti pubblicati in questo e nell’altro mio blog, Viva Cuba!, vengono riportati in altri siti, spesso senza cambiare nemmeno una virgola. Questo fa molto piacere, la rete, tra le altre cose, serve a far circolare notizie ed idee però appropriarsi del lavoro altrui è tutt’altro che edificante. Chi vule rimettere in rete questi scritti lo può fare liberamete, ovviamente un minimo di onestà intellettuale invita a riportarne la fonte.
Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-5249386871808979432012-11-14T20:10:00.000+01:002012-11-14T20:10:03.614+01:00HA VINTO OBAMA, E LA CORPOROCRAZIA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-3Vm_1edXDCE/UKPsYifYewI/AAAAAAAAA4Y/aAv22pVoM6A/s1600/Obama.jpg" imageanchor="1" style="margin-left:1em; margin-right:1em"><img border="0" height="70" width="70" src="http://4.bp.blogspot.com/-3Vm_1edXDCE/UKPsYifYewI/AAAAAAAAA4Y/aAv22pVoM6A/s400/Obama.jpg" /></a></div>
Seppure molti delusi pensavano il contrario, la rielezione di Barak Obama alla presidenza degli Stati Uniti non è stata una sorpresa per gli osservatori più attenti. Malgrado il suo primo mandato sia stato tutt’altro che brillante in quanto non ha saputo mantenere le promesse di cambiamento e non sia riuscito a portare il paese fuori dalla crisi, la campagna elettorale del candidato democratico ha trovato un forte alleato nel suo impreparato e vanitoso antagonista e nel conflitto interno al partito repubblicano. Il presidente uscente ha invece saputo sfruttare al massimo le debolezze del suo avversario e soprattutto ha saputo mettere in campo una minuziosa campagna propagandistica curata fin nei minimi particolari, ha intensificato gli sforzi negli stati chiave dove si sarebbe deciso l’esito finale lasciando a Mitt Romney gli stati dove i repubblicani avrebbero comunque sicuramente vinto ed ha cercato di attirare a se la maggioranza dei voti degli afrodiscendenti, dei latini, dei giovani e delle donne.
Con o senza sorpresa, finalmente la più lunga e costosa campagna elettorale della storia è terminata, non se ne poteva più, soprattutto non ne potevano pù coloro che sanno bene che questo ridicolo spettacolo non sarebbe servito a niente. Barak Obama governerà per altri quattro anni il paese più ricco e più genocida della storia ma per quanto ha dimostrato nel precedente mandato non c’è di che rallegrarsi e tantomeno sperare che venga qualcosa di buono, soprattutto riguardo alla politica estera dove ha domostrato assoluta continuità con i suoi predecessori. E merita un prossimo commento specifico il capitolo riguardante la politica aggressiva e genocida verso Cuba che contrariamente alle promesse di cambiare rotta ha addirittura rincrudescito. Proprio oggi alle Nazioni Uniti il Cancelliere cubano, Bruno Rodriguez Parrilla ha scaldato gli animi con una relazione impeccabile che illustra senza possibilità di smentite la politica crudele, illegale e genocida che Obama ha condotto in questo suoi primi quattro anni tutt’altro che gloriosi.
Tornando al risultato delle elezioni presidenziali, il primo presidente nero ha vinto anche se ha deluso ed ha spento la luce che aveva acceso nella campagna del 2008, ha vinto perchè ha saputo mantenere un delicato equilibrio tra le forze che cercano di recuperare il potere industriale ed i settori della finanza che vogliono incrementare il loro dominio sulle ricchezze del pianeta. Per raggiungere questo obbiettivo non ha esitato a riversare fiumi di denaro nelle casse delle banche che hanno il compito di finanziare le operazioni dei primi ed ha rinforzato ulteriormente l’enorme apparato militare che garantisce le pretese dei secondi. Tutto questo a discapito della stragrande maggioranza della popolazione del paese, ancora per poco, più ricco del mondo.
A questo punto verrebbe da chiedersi perché malgrado la delusione la maggioranza degli elettori statunitensi che si sono recati alle urne ha votato ancora per lui. Lo hanno votato semplicemente perché Obama rappresenta il male minore, perché se avesse vinto Romney ed i repubblicani sarebbe stato ancora peggio. Tutto questo dimostra l’assoluta mancanza di alternative in un paese costruito apposta per i furfanti assetati di potere e per un popolo formato in maggioranza da stupidi illusi dove la possibilità di prendere coscienza della tragica realtà viene annichilità o relegata a impotenti minoranze. Un paese che continua a voler far credere di essere l’unica vera democrazia mentre in realtà non concede nessuna possibiltà di alternativa al dominio delle corporazioni. Non di democrazia si tratta dunque ma di CORPOROCRAZIA, quella stessa che sta ormai imperando in quella parte del mondo che ipocritamente si continua a chiamare “libero e democratico”. Questo sistema ipocrita si è ormai irrimediabilmente involuto in un circolo vizioso senza fine che ha portato verso avventure belliche catastrofiche ed ha ridotto enormemente il benessere dei cittadini.
Piuttosto che soffermarci sul ridicolo, arcaico e fraudolento sistema elettorale che questa campagna ha ancora una volta messo in evidenza, vale la pena cercare di capire se ci sono delle posibilità che la decadente potenza nordamericana ed i suoi alleati possano o meno uscire dal baratro in cui si sono cacciati per difendere gli interessi di pochi.
Non se ne uscirà se si continuerà a coltivare il culto del mercato e del consumo, se si insisterà ad investire in avventure militari disastrose sotto tutti i punti di vista e si continuerà a rimanere in balia delle corporazioni. I paesi ricchi, o ex tali, si salveranno solo se metteranno in atto quello che hanno sempre combattuto, cioè se diveteranno delle vere democrazie, se gli stati ed i governi torneranno in mano ai cittadini ed opereranno veramente per tutelare i diritti di tutti e sapranno guidare l’economia verso l’interesse dell’intera collettività. Per mettere fine al culto del mercato e del consumo ed alla corporocrazia servono vere democrazie popolari che non possono che assumere forme socialiste.
Forse i tempi non sono ancora maturi, forse le potenti propagande mediatiche riusciranno ancora per molto tempo a tenere i popoli all’oscuro, ma questo non potrà durare all’infinito anche perché nel frattempo altre potenze con ben altre culture ed obbiettivi si stanno facendo largo nel panorama internazionale. La Cina, seconda potenza economica mondiale, non investe un centisimo in avventure belliche e proprio in questi giorni sta celebrando il Congresso del Partito Comunista che mette all’ordine del giorno la crescita economica nel rispetto dell’ambiente e prevede il raddoppio del potere d’acquisto dei cittadini da qui al 2020.
L’egemonia USA è irrimediabilmente avviata verso il declino ed il mondo unipoplare creatosi dopo l’implosione dell’Unione Sovietica è già storia di ieri, a Barak Obama non resta che scegliere tra due alternative: continuare come ha fatto fino ad ora e passare alla storia come un presidente assolutamente ininfluente, oppure prendere coscienza della drammatica condizione in cui si trova il suo paese e delle conseguenze catastrofiche a cui è destinato se non ci sarà una svolta sostanziale sia in politica interna che in politica estera. La svolta necessaria richiede però un coraggio che fino ad oggi Obama ha dimostrato di non avere, richiede l’ardire di sapere dire basta all’egemonia delle corporazioni e dell’enorme apparato militare e poliziesco che dominano incontrastate il paese praticamente dalla sua nascita. Se è vero che se uno il coraggio non ce l’ha non se lo può dare, la scelta di Obama è già segnata e quello che ci attende saranno altri quattro anni di assoluta continuità delle politiche scellerate a cui siamo abituati, continuità che non potrà che portare al collasso economico, politico e sociale di quello che per tanto tempo ci è sato presentato come “il sogno americano”.
Peccato che il sogno da troppo tempo si è trasformato in un drammatico incubo, e non solo per i cittadini statunitensi ma bensì per gli abitanti dell’intero pianeta.
Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-89375159367010625082012-10-25T00:21:00.000+02:002012-10-25T00:21:01.229+02:00FIDEL CASTRO IN FIN DI VITA. MA RESUSCITA UN’ALTRA VOLTA.<br /><!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-KyFcOngvBXo/UIheUR4kcsI/AAAAAAAAA3c/dLR_zUNWR80/s1600/fidel_giardino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://4.bp.blogspot.com/-KyFcOngvBXo/UIheUR4kcsI/AAAAAAAAA3c/dLR_zUNWR80/s320/fidel_giardino.jpg" width="240" /></a></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">FIDEL CASTRO IN FIN DI VITA. MA
RESUSCITA UN’ALTRA VOLTA.</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">Basta una assenza di pochi
giorni dai giornali e dalla tv perché la poderosa propaganda mediatica
dell’imperialismo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>si scateni per
sostenere per l’ennesima volta l’imminente morte del Lider della Revolucion,
Fidel Castro, forse il più grande ostacolo della storia alle mire planetarie delle
oligarchie borghesi e dei capitali trasnazionali. A parte che Fidel Castro pure
da morto continuerà per mezzo della sua imensa opera la sua incessante lotta
per un mondo migliore, più libero e giusto, la sua fine continua ad essere solo
un desiderio dei potenti e la sua dipartita, che pure avverrà prima o poi visto che è un comune mortale che si avvia verso i novant'anni, sarà decisa esclusivamente da
fattori naturali che nulla hanno a che vedere con i desideri dei cialtroni che
da più di mezzo secolo oltre che a desiderarla la sua morte hanno cercato in
mille e più occasioni di provocarla.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">In risposta alla campagna
mediatica montata dalla stampa borghese che parlava di un fantomatico medico
venezuelano che lo dava in fin di vita, c’è stata prima un’intervista
rilasciata dall’ex Vice Prtesidente venezuelano Elìas Jaua che ha sostenuto un
incontro con il Lider della Revoluciòn e che parlava di un Comandante en Jefe
in ottimo stato di salute, il tutto confermato dia dipendenti dell’Hotel
Internacional sede dell’incontro, poi un articolo dello stesso Fidel apparso
sui periodici nazionali ed un servizio della tv cubana, dove il grande Lider si
scusa di dover sottrarre tempo e spazio alle necessità di stampa e tv,
ridicolizza i suoi detrattori e dimostra, con la lucidità che sempre lo ha
caratterizzato, di stare ben al di sopra della cialtroneria dell’informazione
suppostamente democratica. Nel servizio Fidel Castro appare in una foto con Elìas Jaua ed in seguito nel suo giardino mentre osserva le sue
piante, discute con i suoi assistenti e legge il Granma del giorno precedente.
Ovviamente per i media democratici le foto sono manipolate e la verità della
sua morte viene ancora una volta taciuta al popolo cubano che soffre le
conseguenze del dispotico regime castrista…. E tutto questo nei giorni in cui
per l’ennesima volta il popolo cubano ha dato al mondo un’altra lezione di
democrazia partecipando in massa, 92%, alle elezioni dei propri rappresentanti
all’Assemblea Municipale.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">Se non fosse per le
conseguenze tragiche delle manipolazioni mediatiche dell’informazione in mano
ai padroni, ci sarebbe semplicemente da ridere di fronte a questa ennesima
ridicola dimostrazione di cialtroneria ma la questione è troppo seria per
riderci sopra. Non solo seria, tragica direi. Com’è possibile che enormi
maggioranze di cittadini dei paesi capitalisti continuino a credere alle
corbellerie dell’informazione che continuano a chiamare democratica? Com’è
possibile che la maggioranza di coloro che un tempo militavano nei partiti
della sinistra, si organizzavano in sidacati, difendevano con durissime lotte i
propri diritti, siano diventati così idioti da farsi abbindolare da simile
grossolaneria?</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">La risposta sta ancora una
volta nel tradimento dei dirigenti di quella che una volta era la sinistra
europea, nella loro sete di potere che li ha portati a rinnegare gli ideali ed
i valori dei lavoratori per spartirsi il potere con le oligarchie nazionali e le
lobby trasnazionali. Le masse lavoratrici si sono sentite abbandonate a se
stesse, traditi dalla sinistra che da tempo li rappresentava alcuni si sono
arresi, altri hanno cercato in avventurieri improvvisati gli improbabili leader
di una nuova opposizione all’insaziabile fame di denaro dei padroni di ieri e
di oggi, alcuni hanno addirittura cercato riparo sotto l’ala protettiva della
destra, molti cercano un dio che non c’è ed alcuni seguono le peripezie dei
leader dell’ex sinistra nella speranza di briciole di potere. Io sono emigrato
a Cuba, cercando un altro Egitto…. e a Cuba ho trovato una
Revoluciòn che combatte, resiste e continua a ribellarsi ai potenti che
dominano il pianeta. Aggredita e vituperata da blocchi esterni e squali interni,
non ha fatto quanto voluto ma tutto quanto ha potuto, magari è un po stanca ma
sempre viva e vegeta. Come il suo Comandante che sempre dato per morto continua
a vivere.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">Hasta la Victoria Siempre!</span></div>
Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-9834852890989748292012-07-19T11:35:00.003+02:002012-07-19T11:52:50.990+02:00Governo: Non abbiamo i soldi per i servizi pubblici<a href="http://1.bp.blogspot.com/-qiBZDGwj7KI/UAfVgnBhpjI/AAAAAAAAA3Q/BnS9JfbJlw8/s1600/poveri2.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5766812604079121970" src="http://1.bp.blogspot.com/-qiBZDGwj7KI/UAfVgnBhpjI/AAAAAAAAA3Q/BnS9JfbJlw8/s400/poveri2.jpg" style="cursor: hand; cursor: pointer; display: block; height: 216px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 350px;" /></a><br />
<div>
Fino agli anni 60 non si pagavano praticamente tasse (esisteva l'IGE del 4% che quasi tutti evadevano) e lo Stato aveva "i soldi" per far fronte alle sue prerogative di erogare servizi ai cittadini, com'è possibile che oggi che tassano anche l'aria che respiriamo "non ci sono i soldi"? Semplice, lo Stato ha derogato alle sue funzioni diventando una mafia al servizio dei ricchi! Ha privatizzato tutto (leggi: regalato agli amici i suoi gioielli che garantivano lavoro ben retribuito e gli introiti necessari per il suo funzionamento), ha imposto tasse e balzelli che stanno riducendo sul lastrico le famiglie ed ha tagliato tutti i servizi ai cittadini. Tutto questo ad opera della peggior classe politica della storia, al punto che la famosa Repubblica delle Banane al confronto è un gioiello di società. </div>
<div>
Non ci restano alternative: scacciare tutti i politici coinvolti ed i loro protetti, chiedere la restituzione di TUTTO il maltolto ed iniziare la ricostruzione del paese su basi solide, socialiste, dove lo Stato torni a svolgere le sue funzioni. Se non saremo in grado di fare questo con la massima celerità il destino del popolo italiano sarà un triste destino. E l'Italia purtroppo non è la sola a vivere questa situazione disperata, l'intero sistema capitalista sta dimostrando il suo fallimento e cerca disperatamente di sopravvivere mettendo in atto con sempre maggior frequenza i crimini dell'imperialismo che abbiamo sotto gli occhi.<br />
<a href="http://www.rainews.rai.it/it/news.php?newsid=167373">http://www.rainews.rai.it/it/news.php?newsid=167373</a></div>Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-23141009430152552142012-07-13T23:01:00.003+02:002012-07-13T23:16:38.975+02:00MICHEL MARTONE, VICEMINISTRO PRODIGIO<div style="text-align: center; "><b>MICHEL MARTONE, VICEMINISTRO PRODIGIO</b></div><div style="font-weight: normal; "><br /></div><a href="http://4.bp.blogspot.com/-lPihZeXpbaY/UACNQ0DKAII/AAAAAAAAA3A/eTouSzc2ggo/s1600/michel--martone-olycom-258.jpg" style="font-weight: normal; "><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 258px; height: 258px;" src="http://4.bp.blogspot.com/-lPihZeXpbaY/UACNQ0DKAII/AAAAAAAAA3A/eTouSzc2ggo/s400/michel--martone-olycom-258.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5764762843023540354" /></a><br /><div style="font-weight: normal; "><br /></div><div style="font-weight: normal; ">Stasera su La 7 alla trasmissione In Onda, era presente <span style="font-size: 100%; ">il viceministro al Lavoro </span><span style="font-size: 100%; ">Michel </span><span style="font-size: 100%; ">Martone</span><span style="font-size: 100%; ">. Martone a guardarlo sembra Gramsci, ad ascoltarlo sembra il suo contrario. Questo rampollo di buona famiglia, suo padre è un noto magistrato, è passato alle cronache per aver bruciato le tappe, si è laureato alla Sapienza, è professore ordinario di Diritto del Lavoro, insegna all'Università di Teramo, alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione e alla Luiss di Roma, scrive su Il Riformista, Il Sole 24 Ore ed altre riviste, ha scritto libri sulla new economy e sul lavoro oltre ad innumerevoli altre attività elencate sul suo sito. Ora, a soli 38 anni, fa pure il viceministro.</span></div><div style="font-weight: normal; ">Ascoltandolo parlare con aggressività ed osservando la sua faccia impassibile, si ha una sensazione di vuoto, di insofferenza verso una persona che da la sensazione di essere il risultato di un esperimento scientifico. Ed uno pensa che il nome Michel non sia dovuto al fatto di essere nato a Nizza ma piuttosto alla conseguenza di essere stato concepito con il preciso scopo di fare carriera, di diventare un leader. A me ricorda molto Bush figlio, nato per fare il Presidente degli Stati Uniti e che per fare contenti chi l'ha generato non poteva che diventare un ubriacone, con le conseguenze che tutto il mondo ha sperimentato. </div><div style="font-weight: normal; ">Martone è aggressivo, parla in maniera convulsa e come va di moda di questi tempi non lascia spazio alla controparte, in questo caso il serafico ex segretario CGIL ed ora parlamentare europeo Sergio Cofferati, dice molte cose ma è difficile capire il senso del suo discorso, mette insieme luoghi comuni e nozionismi aridi e vuoti con l'intento di "far vedere" che la sa lunga. Ma questo "ragazzo prodigio" più lo ascolti più ti lascia perplesso ed invece che tentare di seguire il suo discorso contorto non puoi fare altro che cercare di chiederti perché il giovanotto stia buttando al vento la sua vita. A me la risposta è venuta ricordando una puntata delle Invasioni Barbariche in cui conobbi per la prima volta questo giovane carrierista che con il suo atteggiamento di sapientone stava promuovendo se stesso sostenendo che che l'Italia era un paese praticamente sparito dalla competizione internazionale perché a suo giudizio i giovani italiani ci impiegavano troppo a laurearsi e non erano in grado di competere con la concorrenza straniera. Ospite della trasmissione c'era Drupi, un ex idraulico diventato cantante che ebbe un discreto successo negli anni 70 con brani come Sereno è, Piccola e fragile, Sambariò, ecc. Il serafico ex idraulico, spaparanzato sulla poltrona, gli disse: Ma se a 50 anni starai ancora a correre come quando ne avevi 30, quando te la godi la vita?». </div><div style="font-weight: normal; ">Ecco, a mio parere bruciare le tappe significa bruciare la vita! Poi se uno diventa Ministro, o anche solo vice, oltre la sua rischia di bruciare anche quella degli altri. A questo punto non ci resta che sperare in un governo di bamboccioni....</div>Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-81261601809860072062011-11-15T20:49:00.000+01:002011-11-15T20:49:50.062+01:00C’E’ BEN POCO DA FESTEGGIARE!!!!<link href="file:///C:%5CDOCUME%7E1%5CElio%5CIMPOST%7E1%5CTemp%5Cmsohtml1%5C01%5Cclip_filelist.xml" rel="File-List"></link><style>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-8cGrYBq5sU0/TsLBXiyoJ8I/AAAAAAAAA1M/kz-5Mj--1vs/s1600/festeggiamenti-caduta-berlusconi-134708.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="166" src="http://2.bp.blogspot.com/-8cGrYBq5sU0/TsLBXiyoJ8I/AAAAAAAAA1M/kz-5Mj--1vs/s320/festeggiamenti-caduta-berlusconi-134708.jpg" width="320" /></a></div><div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><b><span style="font-family: Arial;">C’E’ BEN POCO DA FESTEGGIARE!!!!<o:p></o:p></span></b></div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Berlusconi si dimette ed i cittadini “liberati” brindano in piazza per festeggiare il tanto sospirato evento. Cosa ci sia da festeggiare è un mistero per i pochi ancora rimasti a giudicare con sana obiettività la realtà italiana. La rinuncia di Berlusconi non sana assolutamente i mali che hanno portato in pochi decenni il nostro paese verso il baratro, le cause vengono da lontano ed il compito che sta per assumersi Mario Monti è tutt’altro che quello di affrontare e combattere questi mali. <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Monti è un economista funzionale al sistema finanziario internazionale, quel sistema liberista e neoliberale che è la principale causa del malessere economico e sociale che caratterizza questi tempi tristi che ci tocca vivere. Suo compito sarà quello di mettere in pratica i tagli richiesti dall’Europa per recuperare la credibilità dell’Italia. Di nuovo il popolo italiano sarà chiamato a versare lacrime e sangue per risanare i bilanci mentre Berlusconi non è affatto intenzionato ad uscire di scena, anzi, prima di salire al Colle per presentare le sue dimissioni ha costretto il parlamento ad approvare i 39 punti che aveva concordato con l’Unione Europea che chiede misure draconiane per evitare la bancarotta.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Quello che nessuno dice è che la bancarotta è già avvenuta, i lavoratori ed i pensionati italiani sono in bancarotta da molto tempo e nessuno sembra essersene accorto. Non se n’è accorto il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, che per dare il suo sostegno all’ex commissario europeo chiede che “tra le riforme deve esserci quella della riduzione dei parlamentari”. Questa sì che sarà la soluzione definitiva dei mali del paese! Per non parlare di Pierferdinando Casini, il leader del Terzo Polo chiede che Monti abbia “tempo per arrivare fino alla fine della legislatura”! E Di Pietro pretende che il nuovo Governo dia garanzie che venga cambiata la legge elettorale. Mentre Bossi starà a guardare per decidere cosa è più conveniente fare per soddisfare gli appetiti della Lega, i massimi dirigenti dei nostri partiti pensano che si uscirà dalla catastrofica situazione con una nuova legge elettorale, con la riduzione dei parlamentari e con Monti a capo del governo fino al 2013! Ottime prospettive per il popolo italiano! Popolo che dimostra tutta la sua lungimiranza con un sostegno, secondo il sondaggio commissionato da Ballarò, quasi plebiscitario al nuovo Primo Ministro incaricato di fare macelleria sociale, per quel poco che ancora rimane da macellare. <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Sintetizzando si può dire che il popolo festeggia il fatto che colui che intendeva tagliare entrambe le palle agli italiani se ne va per far posto ad uno che dice che potrebbe restituirne una se si è disposti a pagarne il prezzo. Meglio di niente? Chi avrebbe pensato solo pochi decenni fa che un popolo che con l’impegno e la lotta era riuscito a conquistare uno stato sociale tra i più avanzati del mondo avrebbe finito per perdere tutto senza praticamente alzare la voce? Mistero? Niente affatto, solo ovvia conseguenza delle scelte scellerate di pseudo dirigenti succeduti a quei prestigiosi leader della sinistra italiana che furono artefici delle grandi conquiste del dopoguerra, e merito dello strapotere dei mass-media “democratici” regalati alla borghesia padronale ed ai grandi capitali internazionali che investono ingenti somme di denaro per lobotomizzare i cittadini.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Intanto il contesto internazionale che accompagna i tristi eventi nostrani è tutt’altro che roseo, la situazione italiana è solo l’iceberg di quella crisi internazionale di cui tutti parlano anche se nessuno spiega quali sono le reali cause che hanno portato il pianeta terra ad essere lo scenario di una situazione drammatica al punto tale che molti studiosi pensano che l’umanità sia ormai prossima alla fine della sua avventura.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">I recenti avvenimenti culminati con il linciaggio di Gheddafi, lo sgozzamento del figlio e la feroce aggressione al popolo libico, hanno posto fine alla rivoluzione che fece della Libia un popolo sovrano non sottomesso agli appetiti imperiali, avvenimenti che sono stati tenuti nascosti o completamente deformati dai maggiordomi dell’informazione internazionale al servizio degli appetiti dei potenti che terrorizzano il pianeta. Il video della crudele esecuzione del leader libico forno diffusi da Al Jazeera non dalla CNN, Reuters, Deutsche Welle, TVE, Fox News e BBC. Questi hanno obbedito al mandato di trasmettere poetiche e tenere immagini dei Freedom Fighters. Gli Usa ed i loro accoliti, prima incassarono i milioni di dollari con gli affari che l’imprudente Gheddafi facilitò, poi, con un finale degno di un’opera wagneriana, hanno preso il sangue del suo popolo, della sua famiglia e di lui stesso per farla finita con l’indipendenza, la sovranità e l’esempio di una rivoluzione che ha portato la Libia ad essere il paese più progredito dell’area, per sfruttare i facili guadagni derivati dallo sfruttamento del petrolio.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Chi ancora ha conservato la capacità di analizzare gli eventi può facilmente rendersi conto che in realtà i più prestigiosi mezzi di informazione altro non fanno che esibire un’accurata messa in scena che vuole convincere che i mostruosi crimini che da troppo tempo l’imperialismo egemone commette in ogni angolo del pianeta, altro non sono che interventi tesi a portare pace e democrazia nei “paesi canaglia”. E guarda caso i “paesi canaglia” altri non sono che quelli che intendono portare avanti un progetto autonomo che nasce e si sviluppa nel loro contesto politico, religioso, geografico e culturale. <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Ciò che preoccupa è che i popoli del mondo nella loro quasi totalità tacciono di fronte a tali mostruosi crimini contro popolazioni inermi e leader scomodi. Se in passato ci fu qualche anelito di disapprovazione, ora sembra che l’omologazione stia facilitando il compito all’imperialismo devastante che sta riducendo in povertà persino i propri cittadini. Il silenzio di fronte alla tragedia del popolo libico, del loro leader e della sua famiglia, altro non fa che fortificare il gioco macabro dell’imperialismo, in pratica una cambiale in bianco perché continui ad ammazzare, distruggere e sottomettere come e quando conviene.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Tornando al tema italiano, qual’è la lezione che i nostri politici hanno tratto da questi recenti eventi? La destra fino a ieri al governo che ha partecipato direttamente al linciaggio del popolo libico non può che gongolare per il “successo” dell’operazione, questo è scontato, meno scontato è il fatto che l’opposizione di sinistra abbia accettato questi eventi con scandalosa e superficiale disinvoltura. La sinistra italiana che sinistra non è più, ha completamente abbandonato ogni anelito di opposizione al dominio dei grandi capitali sovranazionali con sede negli USA, la parola imperialismo non fa più parte del suo vocabolario e di organizzare la resistenza alle vergognose aggressioni della borghesia padrona, altro vocabolo dimenticato, nemmeno a parlarne. Come può chi da decenni insegue con perseveranza il sogno borghese farsi portavoce dei bisogni degli sfruttati? Se il tentativo di Mario Monti dovesse fallire, non capiterà per causa della sinistra ma semmai perché Berlusconi ed i suoi accoliti non sosterranno l’ex commissario UE se anche solo lontanamente cercherà di toccare gli interessi del Cavaliere. In questo caso ci aspettano elezioni anticipate dove la speranza più stimolante è che il centrosinistra candidi a capo del governo Niki Vendola. Quello che subito dopo il linciaggio di Gheddafi e del popolo libico si è affrettato a dire che ora tocca a Cuba!!!!<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Sbaglio o pecco di pessimismo se sostengo ce con queste premesse il futuro dell’Italia è irrimediabilmente segnato? <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Altro che festeggiamenti!!!!!! Serve subito una seria riflessione sui tempi che stiamo vivendo, sulla funzione dell’informazione, sui valori che vengono diffusi e sulle vere cause del disastro in cui siamo precipitati, cause ben diverse da quelle che vorrebbero farci credere i vari Berlusconi, Monti, ex sinistri e borghesie di ogni colore. Al popolo italiano non resta che riappropriarsi della sua capacità di analisi critica per poter elaborare strategie capaci di ridarci la dignità perduta, strategie che non possono che partire dall’azzeramento dell’attuale classe dirigente incapace, inefficiente, collusa e sconfitta nei fatti. Senza inventarsi leader che non esistono, personaggi che pretendono erigersi a capipopolo senza averne la minima consistenza. La fonte a cui attingere sta nel recupero di quei valori e quella grande cultura che furono frutto di grandi lotte di popolo, di organizzazioni di massa che basavano la loro forza sull’impegno quotidiano delle collettività, impegno collettivo che solo può combattere lo strapotere dei potenti di turno, che siano i Berlusconi in prima persona che i Monti al loro servizio.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Spero che i festeggianti buttino lo champagne e cerchino dentro di sé eventuali risorse dimenticate, che si liberino del soffocante condizionamento dei media e delle farse di ciarlatani che fingono di battersi per valori di cui non hanno più nemmeno il ricordo. Se questo non avviene lo champagne diventerà un letale veleno.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;"><span style="color: black; font-family: Tahoma; font-size: 10pt;">La Habana, 15, novembre 2011<o:p></o:p></span></div>Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-50559999995584909052011-11-08T19:21:00.000+01:002011-11-08T19:21:28.971+01:00UN CONSIGLIO DI CARLOS FONSECA<link href="file:///C:%5CDOCUME%7E1%5CElio%5CIMPOST%7E1%5CTemp%5Cmsohtml1%5C01%5Cclip_filelist.xml" rel="File-List"></link><!--[if gte mso 9]><xml> <w:WordDocument> <w:View>Normal</w:View> <w:Zoom>0</w:Zoom> <w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone> <w:PunctuationKerning/> <w:ValidateAgainstSchemas/> <w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:Compatibility> <w:BreakWrappedTables/> <w:SnapToGridInCell/> <w:WrapTextWithPunct/> <w:UseAsianBreakRules/> <w:DontGrowAutofit/> </w:Compatibility> <w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><style>
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</div><div class="MsoNormal"><b>“Non si tratta di ottenere semplicemente un cambio di uomini al potere, bensì di un cambio di sistema, lo smantellamento della classe sfruttatrice e la vittoria delle classi sfruttate”.<o:p></o:p></b></div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal">Meditare, per evitare che la caduta di Berlusconi si riveli del tutto inutile. La storia dovrebbe insegnare….</div>Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-62712792836084918712011-08-31T20:28:00.000+02:002011-08-31T20:28:31.358+02:00Rete di Intellettuali ed Artisti in Difesa dell’Umanità<link href="file:///C:%5CDOCUME%7E1%5CElio%5CIMPOST%7E1%5CTemp%5Cmsohtml1%5C01%5Cclip_filelist.xml" rel="File-List"></link><o:smarttagtype name="metricconverter" namespaceuri="urn:schemas-microsoft-com:office:smarttags"></o:smarttagtype><!--[if gte mso 9]><xml> <w:WordDocument> <w:View>Normal</w:View> <w:Zoom>0</w:Zoom> <w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone> <w:PunctuationKerning/> <w:ValidateAgainstSchemas/> <w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:Compatibility> <w:BreakWrappedTables/> <w:SnapToGridInCell/> <w:WrapTextWithPunct/> <w:UseAsianBreakRules/> <w:DontGrowAutofit/> </w:Compatibility> <w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><!--[if !mso]><img src="http://img2.blogblog.com/img/video_object.png" style="background-color: #b2b2b2; " class="BLOGGER-object-element tr_noresize tr_placeholder" id="ieooui" data-original-id="ieooui" /> <style>
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</div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">La <b>Rete di Intellettuali ed Artisti in Difesa dell’Umanità</b> è un progetto nato per contrastare la barbarie dell’aggressione imperiale dei grandi capitali e le menzogne dell’informazione al suo servizio. Aderiscono intellettuali ed artisti di 52 paesi e culture diverse che non intendono stare in silenzio di fronte a questa criminale violenza che i potenti stanno infliggendo ai popoli del pianeta. <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Questo progetto è conseguenza del mandato dell’Assemblea Plenaria dell’<i>Incontro Mondiale di Intellettuali ed Artisti in difesa dell’Umanità, </i>che ha avuto luogo il 6 dicembre <st1:metricconverter productid="2004 a" w:st="on">2004 a</st1:metricconverter> Caracas, Venezuela. <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">La <em><span style="font-family: Arial;">Rete<span> </span>"In Difesa dell’Umanità"</span></em> si oppone all’imperialismo ed alle sue politiche<span> </span>neoliberali, alla guerra ed al terrorismo (quando questo non viene confuso con la lotta dei popoli per la propria indipendenza ed autonomia), ai progetti di uniformare la società e la cultura ed alla monopolizzazione del sapere. Appoggia le lotte dei popoli del mondo, è solidale con i processi di cambio sociale, sostiene la diversità culturale ed i diritti culturali, promuove campagne di solidarietà e diffonde tra i suoi membri appelli e denunce, sostenendo con il massimo impegno queste cause.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Attualmente la Rete ha sezioni nei seguenti paesi: Messico, Venezuela, Cuba, Colombia, Argentina, Chile, Ecuador, Bolivia, Nicaragua, Repubblica Domenicana, Brasile, Canada, Stati Uniti, Spagna, Belgio, Francia, Germania, Portogallo e Italia.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">La Rete è sostenuta da scrittori, artisti, accademici, professionisti di tutte le discipline, studenti, movimenti sociali, mezzi di stampa alternativi e tutti quelli che si sentono compromessi con la causa dell’umanità. <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Dal suo inizio il movimento può contare con l’appoggio attivo dei Premi Nobel <strong><span style="font-family: Arial;">Gabriel García Márquez, Adolfo Pérez Esquivel, Rigoberta Menchú, Nadine Gordimer e José Saramago, </span></strong><strong><span style="font-family: Arial; font-weight: normal;">così come intellettuali ed artisti di grande statura come</span></strong><strong><span style="font-family: Arial;"> Noam Chomsky, Ernesto Cardenal, Eduardo Galeano, Theotonio Dos Santos, Harry Belafonte, Danny Glover, Ahmed ben Bella, Ignacio Ramonet, Richard Gott, Pablo González Casanova, Ramsey Clark, Samir Amin, Tarik Ali, Amina Baraka, James Petras, Atilio Borón, Luís Britto García, Ramón Palomares, Gustavo Pereira</span></strong>, tra i tanti. In poche parole il meglio della cultura progressista mondiale. Ovviamente brillano per assenza, salvo pochissime eccezioni, personalità di rilievo della cultura ed artisti europei, compromessi, anche quando si dichiarano progressisti, con le politiche capitaliste, borghesi e riformiste che tanto utili sono ai padroni del mondo. A loro, anche quando predicano il contrario, stanno più a cuore i conti in banca che le sorti dell’umanità….<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">L’incontro di Caracas ha dato corpo a 10 tavoli di lavoro che trattano i seguenti temi:<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><strong><span lang="ES" style="font-family: Symbol; font-weight: normal;"><span>·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></strong><!--[endif]--><span lang="ES" style="font-family: Arial;">In difesa del <strong><span style="font-family: Arial;">Nostro Pianeta</span></strong><strong><span style="font-family: Arial; font-weight: normal;"><o:p></o:p></span></strong></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><strong><span lang="ES" style="font-family: Symbol; font-weight: normal;"><span>·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></strong><!--[endif]--><span lang="ES" style="font-family: Arial;">In difesa dell’<strong><span style="font-family: Arial;">Integrazione dei Popoli</span></strong><strong><span style="font-family: Arial; font-weight: normal;"><o:p></o:p></span></strong></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><strong><span style="font-family: Symbol; font-weight: normal;"><span>·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></strong><!--[endif]--><span style="font-family: Arial;">In difesa di <strong><span style="font-family: Arial; font-weight: normal;">un’</span></strong><strong><span style="font-family: Arial;"> Economia Emancipatrice</span></strong><strong><span style="font-family: Arial; font-weight: normal;"><o:p></o:p></span></strong></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><strong><span style="font-family: Symbol; font-weight: normal;"><span>·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></strong><!--[endif]--><span style="font-family: Arial;">In difesa della<strong><span style="font-family: Arial;"> Sovranità e la Legalità Internazionale</span></strong><strong><span style="font-family: Arial; font-weight: normal;"><o:p></o:p></span></strong></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><strong><span style="font-family: Symbol; font-weight: normal;"><span>·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></strong><!--[endif]--><span style="font-family: Arial;">In difesa dell’<strong><span style="font-family: Arial;">Unità nella Diversità e la Cultura</span></strong><strong><span style="font-family: Arial; font-weight: normal;"><o:p></o:p></span></strong></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><strong><span lang="ES" style="font-family: Symbol; font-weight: normal;"><span>·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></strong><!--[endif]--><span lang="ES" style="font-family: Arial;">In difesa della <strong><span style="font-family: Arial;">Partecipazione Popolare</span></strong><strong><span style="font-family: Arial; font-weight: normal;"><o:p></o:p></span></strong></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><strong><span style="font-family: Symbol; font-weight: normal;"><span>·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></strong><!--[endif]--><span style="font-family: Arial;">In difesa della <strong><span style="font-family: Arial;">Verità e della Pluralità informativa</span></strong><strong><span style="font-family: Arial; font-weight: normal;"><o:p></o:p></span></strong></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><strong><span lang="ES" style="font-family: Symbol; font-weight: normal;"><span>·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></strong><!--[endif]--><span lang="ES" style="font-family: Arial;">In difesa della <strong><span style="font-family: Arial;">Conoscenza</span></strong><strong><span style="font-family: Arial; font-weight: normal;"><o:p></o:p></span></strong></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><strong><span lang="ES" style="font-family: Symbol; font-weight: normal;"><span>·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></strong><!--[endif]--><span lang="ES" style="font-family: Arial;">In difesa della <strong><span style="font-family: Arial;">Pace</span></strong><strong><span style="font-family: Arial; font-weight: normal;"><o:p></o:p></span></strong></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><span lang="ES" style="font-family: Symbol;"><span>·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span><!--[endif]--><span lang="ES" style="font-family: Arial;">In difesa della<strong><span style="font-family: Arial;"> Memoria</span></strong><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Missione della <b>Rete di Intellettuali ed Artisti in Difesa dell’Umanità</b> è quella di creare, fortificare e mantenere un sistema internazionale di informazione e comunicazione interattiva tra intellettuali ed artisti, lavoratrici e lavoratori, movimenti sociali, comunità organizzate, istituzioni pubbliche e private, organizzazioni civile e qualsiasi altro tipo di gruppo di lavoro o di associazioni preoccupate per la difesa cosciente, attiva e globale della vita, la diversità culturale, la pace, la libertà, l’uguaglianza e la sovranità dei popoli. Lavora inoltre per la costruzione collettiva di un altro mondo possibile ed imprescindibile per la realizzazione piena dell’umanità. Appoggia e promuove tutti quegli ideali, movimenti sociali ed azioni che hanno luogo nel mondo in difesa dell’umanità, partecipa e contribuisce nell’appoggiare tutte le manifestazioni di lotta contro l’egemonia del capitale ed appoggia tutte le forme di lotta contro la dominazione politica, economica, culturale e militare dell’imperialismo. (La parola imperialismo, anche se è scomparsa totalmente dal dibattito politico europeo e suscita ribrezzo a qualche anima nobile, non è mai stata attuale come ora. Infatti le nefandezze che si stanno commettendo in suo nome non hanno precedenti, per furore, crudeltà, intensità e globalizzazione, nella storia dell’umanità! Nemmeno Hitler riuscì a tanto….)<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Come si può vedere si tratta di un impegno totale da parte delle personalità più rappresentative della cultura e dell’arte, un impegno che sa individuare le cause dei mali che affliggono questi nostri tempi dominati dal capitale e dai personaggi più crudeli e feroci che agiscono anonimamente tramite il potere dei loro denari calpestando ogni valore umano ed aggredendo intere popolazioni colpevoli solo di voler difendere la propria cultura e la propria autonomia ed indipendenza. Un impegno che merita il sostegno di tutte le donne e gli uomini di buona volontà che non intendono rimanere indifferenti di fronte allo scempio ed all’orrore che ci circonda, che non smettono di indignarsi nel sapersi governati da personaggi indecenti come Berlusconi, Sarkozy, Cameron, per non parlare dei predecessori Aznar, Blair, Bush e persino dei “sinistri” Zapatero, Prodi, D’Alema, Veltroni e l’attuale Presidente USA, Barak Obama, speranza delusa che mette in evidenza l’assoluta sottomissione del potere politico agli interessi dei grandi capitali internazionali. <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Quindi un invito a tutti ad entrare in contatto attraverso internet con questa Rete delle Reti ed i magnifici personaggi che la sostengono. <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Ovviamente questo invito è rivolto a coloro che hanno capito che i “moderni Stati democratici” si stanno sempre più rivelando per quello che sono: un’Agenzia delle Entrate che raccoglie fondi dai lavoratori dipendenti ed autonomi, liberi professionisti, ecc., per darli ai ricchi che li impiegano per le atrocità a cui stiamo assistendo da troppo tempo, Stati a cui rimane solo l’onere di gestire la povertà. Per coloro che invece continuano a credere alle favole, che si sono fatti convincere, per fare un esempio, che Fidel Castro è stato un crudele dittatore e che gli Sati Uniti sono, per dirla con la “sinistra” italiana, “la più grande democrazia”, l’invito è di continuare a farsi fottere….<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Buona navigazione a tutti.<em><span style="font-family: Arial; font-style: normal;"><o:p></o:p></span></em></span></div>Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-26586292.post-65043965301492192172011-08-16T17:07:00.000+02:002011-08-16T17:07:58.692+02:00LA REPRESSIONE POLIZIESCA NEL CAPITALISMO E NEL SOCIALISMO<link href="file:///C:%5CDOCUME%7E1%5CElio%5CIMPOST%7E1%5CTemp%5Cmsohtml1%5C01%5Cclip_filelist.xml" rel="File-List"></link><!--[if gte mso 9]><xml> <w:WordDocument> <w:View>Normal</w:View> <w:Zoom>0</w:Zoom> <w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone> <w:PunctuationKerning/> <w:ValidateAgainstSchemas/> <w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:Compatibility> <w:BreakWrappedTables/> <w:SnapToGridInCell/> <w:WrapTextWithPunct/> <w:UseAsianBreakRules/> <w:DontGrowAutofit/> </w:Compatibility> <w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><style>
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</div><div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><b><span style="font-family: Arial;"><o:p></o:p></span></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-hdGX6MXRtwI/TkqHe_--EmI/AAAAAAAAA00/nongcLFtLis/s1600/Repressione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="http://4.bp.blogspot.com/-hdGX6MXRtwI/TkqHe_--EmI/AAAAAAAAA00/nongcLFtLis/s320/Repressione.jpg" width="320" /></a></div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">In questi giorni mi trovo su una spiaggia ad ovest dell’Avana dove da parecchi giorni è in atto un’ispezione da parte di vari organismi statali per reprimere interventi urbanistici che violano le norme edilizie ed ambientali. Si tratta della costruzione di ville con accesso diretto al mare da parte di personaggi che ostentano la loro ricchezza non sempre di provenienza certa. Gli organi di polizia e di ispezione stanno verificando tutta la documentazione inerente alla proprietà, all’acquisto, ai permessi per costruire ed alla provenienza dei materiali per la costruzione. Al termine degli accertamenti gli organismi legali emetteranno i loro verdetti rispetto alle varie situazioni. Si vocifera di sequestri, abbattimenti ed approfondite indagini riguardo alla provenienza dei capitali. Ojalà, che in Cuba sia riesca ad evitare che si inizi un processo simile a quanto avvenuto nei paesi capitalisti dove l’urbanizzazione selvaggia ha prodotto danni incalcolabili!<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Nel contempo il telegiornale riporta le notizie delle repressioni poliziesche in atto in Cile, in Spagna, in Inghilterra ed in altre parti dell’universo capitalista contro i cittadini che chiedono il rispetto di diritti elementari. In seguito a questi eventi mi sorgono spontanee alcune riflessioni. <span> </span><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">La polizia per sua natura reprime, succede in tutto il mondo, in tutte le epoche ed in qualsiasi sistema politico, questo è indiscutibile. La questione è: chi e cosa reprime la polizia?<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Da quanto esposto sopra si può facilmente dedurre che nel sistema capitalista, sfido chiunque a dimostrare il contrario, la polizia reprime i cittadini che reclamano i propri diritti in contrapposizione agli interessi dei grandi capitali.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Nel sistema socialista, e sfido nuovamente chiunque a sostenere il contrario, la polizia reprime chi, per interesse particolare, opera contro gli interessi dei cittadini.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Se ne deduce che per i cittadini il sistema repressivo può essere un fedele alleato oppure un crudele nemico, a seconda del sistema politico. Ai cittadini la scelta del sistema più conveniente….<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Se non ci fosse la potente campagna mediatica al servizio dei grandi capitali per distorcere la realtà a vantaggio dei loro interessi, non ci sarebbero dubbi su quale sistema politico conviene alla stragrande maggioranza dei cittadini. <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial;">Se non ci fosse l’imponente campagna mediatica al servizio degli interessi di pochi ed i vigliacchi che per quattro soldi (ma se sono fedeli al capo fino alla sfacciataggine i soldi diventano tanti, vedi Feltri, Belpietro & company) si vendono a questi cialtroni contribuendo in maniera decisiva ad affossare i diritti dei loro concittadini….<o:p></o:p></span></div>Eliolibrehttp://www.blogger.com/profile/12852391755912458220noreply@blogger.com0