Fidel Castro: Concetto di Rivoluzione

Revolución
Es sentido del momento histórico;
es cambiar todo lo que debe ser cambiado;
es igualdad y libertad plenas;
es ser tratado y tratar a los demás como seres humanos;
es emanciparnos por nosotros mismos y con nuestros propios esfuerzos;
es desafiar poderosas fuerzas dominantes dentro y fuera del ámbito social y nacional;
es defender valores en los que se cree al precio de cualquier sacrificio;
es modestia, desinterés, altruismo, solidaridad y heroísmo;
es luchar con audacia, inteligencia y realismo;
es no mentir jamás ni violar principios éticos;
es convicción profunda de que no existe fuerza en el mundo capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas.
Revolución es unidad, es independencia, es luchar por nuestros sueños de justicia para Cuba y para el mundo, que es la base de nuestro patriotismo, nuestro socialismo y nuestro internacionalismo.

Fidel Castro Ruz (1ro de mayo del 2000)

31.5.06

Preparare la guerra


Leggendo questo post tratto dal blog di Genaro Carotenuto si può capire perchè l'opinione pubblica accetta senza molte ritrosie gli interventi militari delle potenze occidentali in vari Paesi del mondo. Stiamo facendo peggio di quanto hanno fatto i nazisti ma gran parte dell'opinione pubblica è convinta che si tratti di interventi umanitari e che i resistenti (da noi si chiamavano partigiani) dei Paesi occupati siano dei terroristi. Il videogioco di cui si parla farà sicuramente parte, con la collezione di soldatini che conserva con cura, dei passatempi dell'ex ministro Gasparri....

Giocare alla prossima guerra
Si chiama "Mercenaries 2: World in Flames", e secondo la "Pandemic Studios", la casa statunitense che l'ha prodotto, e lo lancerà sul mercato nel 2007, è solo un innocente videogioco. Ma, guarda caso, questo innocente videogioco rappresenta la "liberazione", da parte di militari statunitensi, dei pozzi di petrolio bolivariani nelle mani di un non troppo immaginario sanguinario dittatore bolivariano. Il tiranno, manco a dirlo affamato di potere, nel videogioco ha come principale colpa quella di alterare il normale flusso delle vendite di petrolio verso gli Stati Uniti. Il petrolio, si sa, è l'unica cosa interessante in Venezuela ed è una scusa più che sufficiente per lanciare una tempesta di fuoco sia in un giochino spara-spara sia in una guerra reale.La Pandemic assicura che si tratta solo di un passatempo basato sulla fantasia, ma afferma anche che il gioco sia sufficientemente realista da rappresentare avvenimenti che potrebbero realmente accadere. Il tiranno è immaginario, ma al contrario il paese rappresentato è reale, ed è la Repubblica bolivariana del Venezuela. E i giocatori, assumono proprio il ruolo dei soldati statunitensi inviati ad abbattere il tiranno che presiede lo stato bolivariano. Chissà se farebbe soldi un videogioco, chiamato magari "Resistence", nel quale un popolo in armi, il vietnamita, l'iracheno o il venezuelano, ha come obbiettivo quello di liberare il paese da un'invasione militare statunitense. Forse per la Pandemic un gioco del genere non potrebbe essere definito come sufficientemente realista.Il deputato venezuelano Ismael García, denuncia: "il governo statunitense sa come preparare campagne di terrore psicologico per preparare che le cose immaginarie prima o poi avvengano realmente".Fin'ora il governo degli Stati Uniti ha coperto ed appoggiato sia il colpo di stato dell'11 aprile 2002, sia la serrata golpista di fine 2002 che ha -quella sì- messo in difficoltà le forniture venezuelane di greggio agli Stati Uniti. Ha condotto inoltre una costante offensiva mediatica per rappresentare il Venezuela come parte integrante di un fantomatico "asse del male latinoamericano da colpire", nelle parole del Ministro della Difesa Donald Rumsfeld.Il gioco rappresenta un altro passaggio della demonizzazione mediatica del Venezuela, che fornisce il 15% del petrolio necessario al sistema di consumi degli Stati Uniti. La prima edizione del videogioco Mercenaries inscenava l'invasione della Corea del Nord, per liberarla dalla dittatura, mentre la seconda edizione, sceglie di rappresentare un paese democratico come il Venezuela bolivariano, disegnarlo come una tirannia, e prescrivere per la democrazia bolivariana la stessa ricetta prescritta per la dittatura nordcoreana: l'aggressione militare.
Gennaro Carotenuto www.gennarocarotenuto.it/

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