Il percorso verso l'integrazione del continente Latinoamericano ha ricevuto un altro forte impulso con la netta vittoria del Sì nel referendum in Ecuador sulla nuova Costituzione voluta dal Presidente Rafael Correa. Il testo approvato a larghisima maggioranza malgrado i tentativi delle potenti oligarchie del capitale e della Chiesa Cattolica del paese andino di farlo fallire, impone il controllo dello stato sul settore energetico, sulla politica monetaria, importanti riforme economiche e sociali, riconoscimento delle unioni omossessuali e per la prima volta la natura diventa soggetto di diritto. Vietata anche la presenza militare straniera nel Paese e via la base militare Usa di Manta. Viene pure riconosciuto il diritto all’emigrazione, garantendo assistenza ai lavoratori ecuadoriani all’estero ed alle loro famiglie, così come agli immigrati in Ecuador.
"E' una vittoria storica, l'Ecuador ha deciso di essere una nazione nuova e le vecchie strutture sono state sconfitte" è stato il primo commento del Presidente dopo il trionfo della sua proposta. La nuova Costituzione, tra le più avanzate al mondo, porterà un "cambiamento profondo e rapido che andrà a beneficio dei lavoratori e che lo aiuterà a sradicare una classe politica che ha reso l’Ecuador uno dei Paesi più corrotti» ha aggiunto il Presidente.
Con questa vittoria Correa ha allineato il suo paese alle svolte bolivariane di Bolivia e Venezuela dando un forte impulso alla costruzione del "Socialismo del XXI secolo" ed al progetto di integrazione per la definitiva indipendenza del continente latino.
La svolta radicale in Ecuador non tarderà a svolgere un ruolo di traino per gli altri paesi latinoamericani sempre più determinati a lasciarsi alle spalle oltre cinque secoli di dominio imperialista e le politiche neoliberiste degli ultimi decenni che stavano portando il continente verso il tracollo economico. Con il capitalismo occidentale in piena crisi, chissà che anche il Vecchio Continente non ripensi le sue politiche e faccia tesoro proprio degli eventi in atto in America Latina per voltare pagina e ricercare nuove strade per uscire dalla situazione insostenibile in cui ci siamo cacciati? Forse siamo ancora in tempo ad evitare la catatrofe, ma servono il coraggio, la determinazione e l'onestà dimostrate da personaggi come Correa, Evo Morales ed Hugo Chàvez perchè si possa dare seguito a quei cambiamenti radicali che soli sono in grado di salvarci dal declino altrimenti irreversibile. Ma dove li troviamo in Europa personaggi simili? Certamente non tra gli attuali governanti e nemmeno nel resto del ceto politico, servono uomini nuovi. E coraggiosi, appunto.
4 commenti:
Ancora una grande vittoria per
l'America latina sono contento per
questi popoli non e piu una speranza
e una realta per loro,adesso la speranza forse e arrivata qiu da noi
in Europa staremo a vedere?
Ciao Elio
Un tipo serio
Sarà dura cambiare l'Europa, la situazione quì è foetemente radicata e la propaganda di regime ha svuotatato ogni velleità di rivolta. Pensa che in Italia da anni non si sciopera più perchè viene considerato, in epoca berlusconiana, un fatto antidemocratico! E mai come ora i lavoratori sono stati sfruttati dal dopoguerra. Però la speranza è l'ultima a morire, chissà che quando privatizzeranno anche l'aria che respiriamo qualcuno si dia una mossa?
Evviva il polo Ecuadiregno!!!! Mi unisco agli auguri a Correa ed a tutta l'america Latina che sta dando esempio di come il capitalismo si possa sconfiggere democraticamente.
Ottimo blog Elio, lo leggo sempre, continua a contro-informarci.
Mondocane
Anonimo imbecille, ma tu credi veramente che ti lasci scrivere i posta-incolla dei farneticanti messaggi dei criminali mafiosi di Miami? Vai a quel paese e non venire quì ad imbrattare di fascismo questo spazio dedicato a tutti coloro che lottano per la giustizia e la libertà non ai criminali ed ai loro leccaculi.
Che i tuo dio abbia petà di te....
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