
28.10.08
A proposto di carceri e prigionieri politici

3.10.08
La rete ci libererà dall'informazione drogata?
Ho sempre sostenuto che l'informazione sia una delle principali cause della pericolosa involuzione culturale, politica ed economica del nostro paese e dell'occidente "democratico". La deformazione della realtà con la creazione di idoli, o meglio idioti, e nemici cattivi da dare in pasto al pubblico per permettere a lor signori di fare tutto quello che vogliono e che in pochi anni ha portatato i ricchi ladroni ad impossessarsi anche delle istituzioni, credo che sia sotto gli occhi di tutti coloro che hanno conservato un minimo di coscenza critica e non possa essere smentita. A sostegno di tale tesi arriva ad hoc un sondaggio in rete pubblicato sul sito Virgilio Notizie, quindi non sospettabile di tendenze "comuniste" che potete trovare al seguente indirizzo: http://notizie.alice.it/community/dilatua/risultato.html?897


Storicamente quella dei giornalisti è una delle categorie professionali più vituperate, odiate e bistrattate. Sensazionalisti, iene dattilografe, sciacalli, embedded, ruffiani con il potere, millantatori, insomma poco credibili. Aggettivi ed epiteti denigratori rientrano nella norma. Proprio la scarsa attendibilità è la caratteristica presa di mira da un'indagine campionaria commissionata all'Istituto Astra Ricerche sui giornalisti in Lombardia. I principali appunti che vengono mossi agli operatori della carta stampata e della tv riguardano la mancanza di veridicità nelle notizie riportate e l'inadeguatezza rispetto al ruolo. Quasi due terzi tra i 2000 intervistati li considerano addirittura bugiardi. Alla classe professionale vengono mossi rilievi anche circa l'approssimazione, l'esagerazione, la mancanza di autonomia e indipendenza (52%), la partigianeria con cui vengono riportate le notizie. In coda alla classifica le definizioni forse più oltraggiose, vale a dire, il narcisismo (30%) e l'autoreferenzialità e la scarsa comprensibilità.Una precedente rilevazione del 1997 ha dato una fotografia decisamente migliore del quadro d'insieme del giornalismo italiano, la cui immagine risulta pessima per il 32% dell'universo statistico preso in considerazione e cattiva per il 23%. Quello che in definitiva emerge è la ricerca di un modello giornalistico più pungente, avulso da filtri, che soppianti, come una legge di Gresham rovesciata, le degenerazioni della comunicazione. Quanto più alta è la competenza tanto maggiore è il magnetismo esercitato sugli inserzionisti pubblicitari. C'è anche un barlume di ottimismo. Secondo l'83% degli intervistati esistono significative eccezioni e modelli a cui riferirsi. Una nostalgia per i reporter, i freelance (i battitori liberi): in una parola di un sistema dell'informazione non pilotata. È una categoria comunque che in passato ha subito gli attacchi di Beppe Grillo che definisce l'ordine dei giornalisti una casta privilegiata, che va a braccetto con il potere, e munge copiosi finanziamenti pubblici.
Leccaculo
Il sondaggio pone la seguente domanda:
Quale giornalista ritieni piu' credibile?
Ad oggi, dopo circa 3500 voti il sorprendente risultato è il seguente:Marco Travaglio 52.2 %
Emilio Fede 3.4 %
Clemente Mimun 1.6 %
Vittorio Feltri 10.1 %
Maurizio Belpietro 3.2 %
Ezio Mauro 4.8 %
Concita De Gregorio 2.3 %
Roberto Saviano 6.5 %
Bruno Vespa 4.4 %
Enrico Mentana 11.5 %

La conferma che chi si informa in modo autonomo in rete anzichè tramite i canali di informazione tradizionale in mano a chi manipola l'informazione per dominare pensieri e coscenze, ha le idee molto più chiare sulla realtà che ci circonda.
Che la rete sia uno strumento che ci permetterà di liberarci dal condizionamento mediatico come sostengono molti, Beppe Grillo in testa? Io ho i miei dubbi! Qualcuno si illude che in un sistema dove i capitali dominano tutto ci sarà permesso di avere a disposizione un mezzo di comunicazione che potrà permettere di demolire i privilegi dei potenti? Credo proprio di no, lor signori si impossesseranno pure della rete, in gran parte lo sono già.
Per questo continuo a pensare che la strada per liberarci dai cialtroni che dominano il pianeta sia ben altra. Una volta qualcuno la chiamava Azione diretta, Espropri proletari, e quant'altro. Ora lasciamo pure stare gli slogan ed il proletariato, ma se non riprendiamo in mano la nostra capacità di lotta e di azione credo proprio che non cambierà un gran che, malgrado la grave crisi economica in atto nei sistemi capitalisti. I padroni del mondo troveranno le soluzioni adatte a perpretare il loro dominio, anzi lo incrementeranno a discapito di coloro che da secoli sopportano soprusi e sfruttamenti inaccettabili per arricchire questi cialtroni.
1.10.08
Avanza il Socialismo del XXI secolo!
