Fidel Castro: Concetto di Rivoluzione

Revolución
Es sentido del momento histórico;
es cambiar todo lo que debe ser cambiado;
es igualdad y libertad plenas;
es ser tratado y tratar a los demás como seres humanos;
es emanciparnos por nosotros mismos y con nuestros propios esfuerzos;
es desafiar poderosas fuerzas dominantes dentro y fuera del ámbito social y nacional;
es defender valores en los que se cree al precio de cualquier sacrificio;
es modestia, desinterés, altruismo, solidaridad y heroísmo;
es luchar con audacia, inteligencia y realismo;
es no mentir jamás ni violar principios éticos;
es convicción profunda de que no existe fuerza en el mundo capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas.
Revolución es unidad, es independencia, es luchar por nuestros sueños de justicia para Cuba y para el mundo, que es la base de nuestro patriotismo, nuestro socialismo y nuestro internacionalismo.

Fidel Castro Ruz (1ro de mayo del 2000)

11.2.08

A memoria viva (Cina 1945-anni 60)

LA MEMORIA CORTA E' UN'ARMA MICIDIALE IN MANO DELL'IMPERO


Dopo l'intervallo dedicato all'inizio della campagna elettorale, continuo a pubblicare un riassunto delle nefandezze dell'Impero che ci hanno accompagnato in questo dopoguerra e che i nostri media si guardano bene dal ricordare.

CINA 1945-ANNI SESSANTA. IL COMUNISMO E’ IL VERO AVVERSARIO

I comunisti cinesi in lotta contro la decadente tirannia dei Chang, operarono a stretto contatto con gli americani in guerra contro il Giappone, e fornirono loro molte informazioni sugli occupanti giapponesi, ma subito dopo la firma del trattato di resa dei giapponesi, gli americani iniziarono ad usare i soldati nipponici contro i comunisti che stavano occupando le grandi città cinesi con il sostegno del popolo stanco delle angherie del generale Chang Kai-shek e dei suoi seguaci nazionalisti. Chang venne ritenuto l’alleato ideale per evitare che i comunisti, fino a ieri utili collaboratori, prendessero in mano le sorti della Cina. L’intervento degli americani ottenne risultati drammatici in quanto prolungò per altri tre anni una guerra civile che i comunisti avevano ormai vinto. Il numero di vittime tra combattenti e civili fu notevole, come drammatiche furono le conseguenze sociali ed economiche di quell’inutile spargimento di sangue. Un marine scrisse al parlamentare della sua città di essersi trovato a far saltare in aria senza pietà un villaggio cinese senza sapere “quante persone innocenti fossero state massacrate” mentre i comunisti continuavano a soccorrere e curare i soldati americani credendoli ancora loro alleati. Il mito dell’America affascinava ancora e ci volle del tempo prima che i contadini cinesi si rendessero conto della realtà. Gli Usa giustificarono la loro presenza in Cina con il fatto che dovevano ancora disarmare e rimpatriare i soldati giapponesi mentre in realtà li stavano utilizzando contro gli uomini di Mao Tse-tung e Chou En-lai. Un tenente dei marines scrisse che non riusciva a spiegarsi perché si trovasse lì per disarmare i giapponesi mentre stava sorvegliando una linea ferroviaria insieme ad un giapponese armato. Gli Stati Uniti si proposero a livello internazionale come mediatori tra i comunisti e Chang, mentre stavano combattendo al fianco di quest’ultimo. Se il tentativo fosse riuscito la storia della Cina sarebbe stata ben diversa, la mediazione degli Usa avrebbe prodotto i risultati di sempre: un governo fantoccio che in breve tempo avrebbe estromesso dal potere tutti coloro che si sarebbero opposti alla sottomissione egli interessi americani ma, come disse lo storico D.F. Fleming “Non si può pensare di unire un’oligarchia morente con una rivoluzione nascente”.
Nel 1949, malgrado l’investimento americano a sostegno dei nazionalisti avesse ormai raggiunto i due miliardi di dollari, la dinastia di Chang era ormai allo sbando grazie all’ostilità del popolo cinese che non sopportava più la sua crudeltà, la tirannia e la corruzione dilagante mentre le aree conquistate dai comunisti rappresentavano modelli di onestà, progresso e giustizia sociale. Intere divisioni armate di Chang Kai-shek passarono con i comunisti mentre il generale e le sue corti si rifugiarono sull’isola di Taiwan, o Formosa, costringendo gli isolani a sottoporsi ai loro voleri. Oltre 28.000 persone vennero massacrate. Mentre Chou En-lai chiese agli Usa un trattato di amicizia, questi ultimi continuarono con le incursioni in territorio cinese ed attentarono più volte alla vita dello stesso Chou.
La Cia iniziò immediatamente ad organizzare i soldati nazionalisti rifugiati in Birmania e durante i primi anni cinquanta ci furono diverse incursioni in territorio cinese. Nell’aprile del 1951 migliaia di soldati nazionalisti, accompagnati dai consiglieri della Cia e sostenuti dall’aviazione americana, penetrarono il confine ma vennero respinti dai soldati comunisti in meno di una settimana. Le truppe nazionaliste vennero integrate da forze giunte da Taiwan e da uomini reclutati tra le tribù birmane, vennero trasportate ingenti quantità di armi pesanti americane e furono spiegate alcune squadriglie aeree della Cia. Le incursioni continuarono ed alla fine del 1952 Taiwan affermò di avere ucciso 41.000 soldati comunisti e di averne ferito altri 3.000. Nel frattempo gli agenti della Cia ed i soldati nazionalisti si dedicarono al redditizio traffico di droga in quello che venne chiamato il Triangolo d’Oro.
Nel novembre del 1952 due agenti della Cia vennero abbattuti dai cinesi, fatti prigionieri e condannati a lunghe pene di detenzione. Il dipartimento di Stato Usa rilasciò dichiarazioni indignate ed affermò che i due erano impiegati civili della sede giapponese del dipartimento di Stato in volo dalla Corea al Giappone, di non sapere come avessero potuto finire in mano ai comunisti e che questa era “un’ulteriore prova dell’assoluto disprezzo del regime comunista cinese per le consuetudini del diritto internazionale universalmente accettate”. Uno dei prigionieri venne rilasciato nel dicembre del 1971, poco prima del famoso viaggio di Nixon in Cina, l’altro nel marzo del 1973 dopo che lo stesso Nixon aveva pubblicamente riconosciuto la sua appartenenza alla Cia. Ovviamente la nostra stampa “libera e democratica” ci rivelò che l’ammissione del Presidente americano non rispondeva alla realtà ma era frutto del suo sentimento umanitario per liberare il prigioniero innocente. Avevano già allora la faccia come il culo.... I cinesi sostennero che fino ad allora le loro forze di sicurezza avevano ucciso 106 agenti americani mentre 124 erano stati catturati.
Il programma della Cia per rovesciare il Governo di Pechino fu mantenuto attivo almeno fino al 1960 ma i voli degli U-2 , dei droni e di altri tipi di velivoli, continuarono fino al 1971, anno in cui il segretario di Stato Henry Kissinger fece la sua prima visita a Pechino. Furono diversi gli aerei abbattuti e la Cina continuò a registrare la violazione del proprio spazio aereo.
Malgrado i continui fallimenti la Cia non rinunciò a cercare nuovi modi per destabilizzare la rivoluzione cinese. Uno di questi fu l’utilizzo della questione tibetana. I cinesi avanzavano pretese su questo territorio da almeno duecento anni e gli Stati Uniti avevano sempre sostenuto di non opporsi a quella che avevano sempre ritenuto un’aspirazione legittima. Dopo la vittoria dei comunisti Washington cominciò a cambiare opinione. A metà degli anni cinquanta la Cia iniziò a reclutare esuli tibetani, tra di loro anche i membri della guardia personale del Dalai Lama ed altri che avevano partecipato ad azioni di guerriglia contro i comunisti che avevano imposto dei profondi cambiamenti in quello che era ancora un paese dove prevalevano servitù e schiavitù. I prescelti vennero addestrati alle tattiche paramilitari sulle montagne del Colorado, ad una quota simile a quella della loro terra. Completato l’addestramento vennero infiltrati in Tibet dove si dedicarono a ad attività di sabotaggio, distruzione di strade, interruzione di linee di comunicazione ed assalti a contingenti comunisti. In poche parole quelli che, a meno che siano effettuati dagli Usa o da personaggi a loro fedeli, normalmente vengono definiti atti di terrorismo, il tutto appoggiato da aerei della Cia e da mercenari assoldati allo scopo.
I cinesi denunciarono che durante la guerra in Corea numerosi aerei americani compirono numerosi bombardamenti e mitragliamenti in territorio cinese, provocando la morte di numerosi civili e la distruzione di case ed infrastrutture. C’era poi la questione delle armi batteriologiche che gli americani utilizzarono sia in Corea che in Cina. A seguito delle denunce del Governo cinese, venne nominata una commissione scientifica composta da svedesi, francesi, britannici, italiani, brasiliani e sovietici che alla fine del loro lavoro stilarono un rapporto in cui sostenevano che i popoli della Corea e della Cina furono effettivamente sottoposti alle armi batteriologiche delle forze armate degli Stati uniti e che alcuni di questi sistemi erano l’evoluzione degli armamenti impiegati dai giapponesi durante l’invasione della Cina. In pratica gli americani catturarono gli scienziati giapponesi responsabili del programma utilizzato contro la Cina, si fecero dare le necessarie informazioni scientifiche, le integrarono con le loro conoscenze e le utilizzarono.... contro la Cina! Le armi batteriologiche fanno male, ma se “democratizzate” servono a combattere il male.... Tali armi benefiche, e forse anche benedette, vennero utilizzate in più situazioni, basta pensare alle operazioni condotte contro Cuba e contro l’Iraq dell’ex amico Saddam. E se pensiamo che i nostri soldati furono inviati a sostenere le operazioni “umanitarie” americane in Iraq, che il Governo di “sinistra” fu tra i promotori dei bombardamenti sull’ex Jugoslavia e stiamo ancora portando il nostro “aiuto umanitario” in Afganistan, non possiamo che vergognarci della nostra appartenenza.

Riferimenti: Il libro nero degli Stati Uniti di W. Blum - Fazi Editore

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Interesante Elio,
voglio leggere il seguito.

Un abraccio
Un tipo serio.

Eliolibre ha detto...

Continuerò a raccantare a puntate tutte le nefandezze commesse dalla "più grande democrazia del mondo" perchè tutti sappiano di chi sono le responsabilità di tutte le atrocità a cui vengono sistematicamente sottoposti quei popoli che vogliono costruire un futuro di autonomia e libertà. Pensa che la fonte di tutto questo è un diplomatico americano che ha rinunciato all'incarico per questioni di coscenza per poi dedicare il resto della sua vita a raccogliere le prove dei crimini commesi in tutto il mondo dalla "grannde democrazia americana".
Ciao carissimo, un saluto alla tua bellissima terra.

marco ha detto...

E' proprio un bel blog. Ben fatto. Mi piace molto. Se mi dai il permesso vorrei linkarti sul mio.

Eliolibre ha detto...

Non cè alcuhn problema se intendi likare questo blog sul tuo sito, anzi mi fa piacere, l'unico problema è che ho pochissimo tempo a disposizione per renderlo più interessante. Grazie per la visita, appena possibile passerò a visitare il tuo

Anonimo ha detto...

MA CHE FAI,CANCELLI I POST?
NON PUOI CANCELLARE I POST!!!
SE NO FAI L'ACCESSO CON LA PASS....
IL TIBET è STATO OCCUPATO DALLA CINA
DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE!
SE NON METTI TUTTI I FATTORI IN CAMPO,NON SI RIESCE AD AVERE UNA VISIONE RAGIONEVOLE.
grin-go

Eliolibre ha detto...

Cancello tutto quello che mi pare, specialmente quelli che interventono con i toni come quello che ho cancellato.
Alle tue tesi non c'è bisogno di rispondre, l'ho già fatto esaurientemente con il post che spiega molto esaurientemente i fatti. Sostenere che la Cina ha occupato il Tibet è troppo semplicistico, anche se a te fa comodo così. La storia è un poco più complessa di come la si vorrebbe semplificare con una visione unilaterale troppo comoda per spiegare gli eventi che vorrebbero l'occidente "libero e democratico" ed il resto del mondo sporco e cattivo. Ma non è affatto così malgrado i nostri tg siano riusciti a mettere in cattiva luce il governo cinese, che non è assolutamente il mio ideale, anche di fronte dell'immensa tragedia che ha colpito quel popolo. Magari in Italia si fossero affrontate le tragedie con tanta determinazione anzichè fare anche di questo un puro e semplice business.
Siamo nella merda profonda, caro Gringo, e non ne usciremo continuando a denigrare gli altri, anche perchè hanno deciso di sollevare la testa e di pretendere di non farsi più sottomettere dall'"occidente libero e democratico" che ha vissuto finora depredando gli altri popoli. O si cambia o sarà l'inizio della fina dell'impero "democratico".

Anonimo ha detto...

TU SEI UN'ESPONENTE DELL'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA.
VORRESTI TU,CON I TUOI GIUDIZI DENIGRATORI,SOTTOMETTERE LA TUA RAGIONE AGLI ALTRI.
L'EUROPA è NATA SENZA FARSI UNA GUERRA,E QUESTO LA DICE LUNGA....
CHE SIAMO NELLA MERDA è EVIDENTE,LO DICONO I TG!!!FIGURATI!!
IO CAMBIO,DUNQUE,IL MONDO CAMBIA.
FINISCE IL PETROLIO?E STI CAZZI!
L'UOMO è SCEMO E PENSA DI SOTTOMETTERE LA NATURA,COME DICEVA IL TUO AMICO "CHE"...studiate studiate affinche possiate dominare la natura...
GIA SI INTRAVEDONO LE VIE DI FUGA...ENERGIA RINNOVABILE,RIPENSAMENTO DEI CONSUMI E VIA DICENDO..
LA GUERRA LE ARMI E IL PREDOMINIO SULL'ALTRO NON è COSA DEI POPOLI(CHE A TURNO ERANO I ROMANI ORA GLI AMERICANI,DOMANI I CINESI?)MA LA STORIA DELL'UOMO.
GRINGO

Eliolibre ha detto...

Gringo, se evitassi di scrivere frasi come "TU SEI UN'ESPONENTE DELL'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA.
VORRESTI TU,CON I TUOI GIUDIZI DENIGRATORI,SOTTOMETTERE LA TUA RAGIONE AGLI ALTRI" si potrebbe tentare di costruire un dibattito. Vedi se ti riesce. Anche perchè voler sottomettere la propria ragione agli altri mi sembra un bel controsenso....