L’elezione
del nuovo Pontefice sta mandando in visibilio anche il popolo della sinistra, o
quello che ne è rimasto. In rete si esulta, i miei amici di Facebook, quasi tutti
di sinistra, si sentono sollevati: il Conclave ha finalmente dato voce agli
sfruttati del continente latino in lotta per la seconda definitiva liberazione.
Ma le cose stanno veramente così? Veramente la Chiesa ha deciso di voltare
pagina e di mettersi al servizio degli ultimi?
Forse
sarebbe il caso di mettere da parte l’emotività e dare spazio alla ragione. Che
il Vaticano intenda veramente lasciarsi alle spalle la sua posizione di potere
acquisita nei secoli non pare assolutamente plausibile, e lo è ancora meno se
si legge la storia tutt’altro che brillante del neo-eletto che con i movimenti
di liberazione non ha mai avuto nulla a che fare, al contrario si è sempre
distinto per il suo sostegno alle oligarchie criminali che hanno messo in
ginocchio quegli sfortunati paesi.
In
Sudamerica da anni è in atto un vero cambio politico, economico e sociale che
sta coinvolgendo sempre più le masse diseredate del Continente sotto l’impulso
di politici coraggiosi che hanno sfidato le oligarchie interne e le minacce
dell’imperialismo USA per mettere in atto politiche sociali includenti che non
hanno precedenti nella storia latinoamericana. Ugo Chàvez, Evo Morales e Rafael
Correa insieme ai più moderati, Lula da Silva, Nestor Kirchner e Cristina
Fernandez, Pepe Mujica, Daniel Ortega e gli estromessi Manuel Zelaya e Fernando
Lugo, hanno denunciato al mondo intero le trame imperialiste ed hanno messo in
atto politiche di nazionalizzazione delle risorse che hanno dato slancio
all’economia permettendo investimenti in politiche sociali fino ad ora
impensabili. L’imperialismo USA ed i suoi vassalli europei, impegnati in altre
latitudini, si sono resi conto troppo tardi dell’inarrestabile ascesa di Hugo
Chàvez in Venezuela ed i tentativi per destabilizzarlo sono stati vanificati
oltre che dalle indubbie qualità di Chàvez, anche dall’incapacità delle becere
oligarchie locali. Quando si sono resi conto che la probabile dipartita, molto
probabilmente provocata, del Comandante Presidente venezuelano anziché
un’opportunità si sarebbe trasformata in un boomerang, agli strateghi del
Pentagono non è rimasto altro che attingere all’unica risorsa a loro
disposizione per domare la pulsante ribellione bolivariana che senza alcuna
riverenza ha sfidato la potenza nordamericana alleandosi senza se e senza ma
alla Cuba rivoluzionaria e castrista ed alle altre nazioni disubbedienti. Si è
reso perciò necessaria la collaborazione della Chiesa cattolica come avvenne ai
tempi della distruzione dell’Unione Sovietica e dei paesi socialisti dell’Est
europeo. Per raggiungere lo scopo serviva un Papa diverso da quello sommerso
dagli scandali e dai conflitti interni al Vaticano, bisognava un cambio rapido
ed efficace, la destituzione di Ratzingher e l’elezione di un personaggio
influente nell’area, un personaggio capace di influenzare le masse cattoliche
che sostengono i governi progressisti e creare al loro interno una insanabile
spaccatura che porti alla fine di quelle politiche coraggiose che stanno
portando quei popoli fuori dal controllo di Washington e dei suoi alleati. Il
nuovo Papa risponde perfettamente alle esigenze, la sua storia parla molto
chiaro e la sua fama di “Papa dei poveri” risulterà devastante.
A
questo punto non bisogna assolutamente cadere nella trappola in cui è caduta la
sinistra europea ai tempi di Woytila, serve recuperare lo spirito critico e
guardare in faccia la realtà anche se sembra allucinante. La Chiesa e la
religione in latinoamerica hanno un potere devastante che non sarà facile da
contrastare, Chàvez, Evo e Correa hanno formato milioni di combattenti per
l’autonomia, l’indipendenza e la libertà ma se ne sono guardati bene dal
mettere in discussione la fede religiosa di quelle popolazioni, anche se i loro
governi godono di un buon sostegno popolare, non sono tali da reggere un
conflitto con la devastante capacità della religione di influenzare il pensiero
dei credenti. Aver portato milioni di credenti verso le idee progressiste è
stato sicuramente un grande risultato, mantenerle unite quando i massimi
vertici della Chiesa decidono di usare il proprio potere per discreditare il
potere politico sara ancora più difficile e forse impossibile.
Trovare
una strategia valida ad esorcizzare questa ingerenza sarà il duro compito dei
governanti progressisti latinoamericani, ancora una volta sarà necessario uno
spirito unitario che vada ben oltre le ovvie diversità ideologiche e culturali
per formare un fronte sempre più unito in grado di affrontare l’aggressione.
Dalla loro capacità di individuare il pericolo e di affrontarlo dipende il
futuro di quei paesi e non solo, perché nel contesto internazionale in cui
stiamo vivendo, l’esperienza della ribellione latinoamericana è ormai l’unica
speranza che può salvare il pianeta dalla cultura di morte imposta dal
capitalismo imperialista.
A
tutti noi il compito di risvegliare ed allertare le menti assopite dei
progressisti e dei popoli europei che necessitano come mai di una rivoluzione
simile a quelle in atto in Latinoamerica.
Buon
lavoro a tutti.
1 commento:
Ho fatto un casino di post contro questo ""Santo"" Papa, credo che abbia detto abbastanza.
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