Fidel Castro: Concetto di Rivoluzione

Revolución
Es sentido del momento histórico;
es cambiar todo lo que debe ser cambiado;
es igualdad y libertad plenas;
es ser tratado y tratar a los demás como seres humanos;
es emanciparnos por nosotros mismos y con nuestros propios esfuerzos;
es desafiar poderosas fuerzas dominantes dentro y fuera del ámbito social y nacional;
es defender valores en los que se cree al precio de cualquier sacrificio;
es modestia, desinterés, altruismo, solidaridad y heroísmo;
es luchar con audacia, inteligencia y realismo;
es no mentir jamás ni violar principios éticos;
es convicción profunda de que no existe fuerza en el mundo capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas.
Revolución es unidad, es independencia, es luchar por nuestros sueños de justicia para Cuba y para el mundo, que es la base de nuestro patriotismo, nuestro socialismo y nuestro internacionalismo.

Fidel Castro Ruz (1ro de mayo del 2000)

15.7.11

LA VERGOGNA DELLA BORGHESIA CIALTRONA


LA VERGOGNA DELLA BORGHESIA CIALTRONA

Un fatto recente mi ha distolto dalla tranquillità dell’auto-esilio avanero per riportarmi al disgusto della realtà italiana. Dall’ex belpaese mi avvertono che l’Agenzia delle Entrate si è fatta viva per chiedermi il pagamento di 1700 Euro riguardanti la denuncia dei redditi del 2007 e relative multe, interessi, ecc. Il Fisco, tanto generoso con miliardari, ladri e truffatori, si accanisce contro la pensione che all’epoca cominciai a percepire dopo oltre 40 anni di duro lavoro e che ammontava all’enorme cifra di 688 Euro al mese….
La favolosa pensione è frutto di una vita di duro lavoro che mi ha visto costretto a sacrificare la giovinezza per sopperire ad eventi luttuosi che hanno sconvolto l’esistenza della mia famiglia abbandonata a se stessa da istituzioni nate dalla gloriosa lotta di Liberazione ma finite ben presto nelle mani avide di chi quella lotta l’ha solo osservata da agiati luoghi di svago dove l’unico impegno era quello di prepararsi a goderne i frutti al momento opportuno. Non è da ora che sostengo che tutte le disgrazie del nostro paese sono iniziate proprio quando, terminata l’eroica lotta per liberarci dagli occupanti stranieri e nostrani, i partigiani vennero convinti a deporre le armi. Fu l’inizio della riconsegna dell’Italia nelle mani avide della borghesia cialtrona di ogni colore e che il colore lo cambia allegramente a seconda delle convenienze del momento. Quella situazione di profondo disagio in cui mi venni a trovare, fu anche l’inizio della presa di coscienza politica e la decisine di impegnarmi per dare il mio contributo alla costruzione di una società veramente libera e giusta dove il lavoro fosse la base per costruire il benessere di tutti e le istituzioni democratiche divenissero per tutti garanzia di giustizia, pace e prosperità. Mi resi subito conto che gli ostacoli per raggiungere gli obiettivi desiderati stavano proprio in quelle istituzioni nate dal sangue eroico di chi non volle piegarsi agli oppressori, istituzioni che, nate con le migliori intenzioni e pensate da persone rette ed oneste, vennero rapidamente utilizzate dai soliti noti per gabbare nuovamente il popolo italiano convinto che si stesse costruendo il sol dell’avvenire. Non formato da alcun tipo di ideologia ma forgiato dai valori etici che la mia famiglia seppe inculcarmi fin dalla nascita, anche se attratto dal pensiero libertario e da figure straordinarie come Malatesta e Bakunin, individuai nel Partito Comunista Italiano lo strumento più utile per combattere lo strapotere delle aristocrazie e della borghesia padrona che si stavano appropriando della ricchezza prodotta dal lavoro degli umili e degli onesti. Vennero anni di duro lavoro e di grande impegno sociale che mi portarono ad assumere incarichi politici ed amministrativi, anni in cui non era difficile incontrare persone che si dedicavano alla politica per puro spirito di servizio. Erano anni di grandi speranze, finiti purtroppo malamente prima che si raggiungessero gli obiettivi previsti. Infatti le destre reazionarie sostenute dalla borghesia, non stettero con le mani in mano ed a colpi di stragi, repressione e disinformazione di massa, riuscirono a creare quel clima di confusione che annichilì le lotte di lavoratori e studenti che avevano caratterizzato gli anni ‘60 e ‘70 e ci portò verso i tragici anni ottanta dove si illusero gli italiani di aver raggiunto il benessere, si sperperarono le ricchezze prodotte dal lavoro e si sconfisse ogni democratica resistenza al dominio della borghesia. Il Partito Comunista Italiano malgrado tutto seppe resistere, anche per mezzo di poco edificanti compromessi più o meno storici, alle aggressioni interne ed esterne, seppe sopravvivere alle strategie liquidatorie dell’imperialismo yankee che non riuscì a mettere in pratica i propri scopi come era invece riuscito in quasi tutti gli angoli del pianeta dove sconfisse definitivamente le grandi organizzazioni progressiste. Ma se non ci riuscì per via diretta, raggiunse alla fine il proprio scopo sfruttando ingenuità e cialtronerie dei nuovi dirigenti del PCI che, abbandonato il loro compito di difendere gli interessi dei lavoratori, preferirono amicizie influenti e più redditizie. Furono infatti i dirigenti ad estinguere quell’enorme ed indispensabile patrimonio di cultura progressista e di lotta proletaria che aveva prodotto il più grande Partito Comunista dell’Occidente.
L’occasione ghiotta si presentò quando altrettanti dirigenti sconsiderati liquidarono un altro grande punto di riferimento delle organizzazioni progressiste mondiali, l’Unione Sovietica. Ci raccontarono che l’URSS era implosa a causa dell’insostenibilità della sua economia pianificata. Ma un attento osservatore degli eventi che voglia scoprire cosa si nasconde dietro i fatti, al di là di come l’informazione borghese li vuole rappresentare, non poteva non rendersi conto di cosa veramente fosse accaduto. Come diavolo potevano farci credere che il paese che all’inizio del secolo scorso era considerato il più povero del mondo, che aveva sconfitto il nazismo a costo di enormi sacrifici umani ed economici e che in pochi decenni era diventata la seconda potenza mondiale (seconda solo perché le misure si prendono con il metro del capitalismo….) fosse un fallimento dal punto di vista economico???? Portare un popolo di centinaia di milioni di persone dall’indigenza al benessere diffuso, secondo la “stampa democratica” e gli stessi dirigenti comunisti italiani, era un fallimento!!!! Secondo loro la caduta dell’URSS era dovuta anche alla richiesta di democrazia che cresceva nel paese. Io non vidi nessun sollevamento popolare, non vidi piazze stracolme di manifestanti che chiedevano democrazia, non vidi in quegli anni manifestazioni come si vedevano invece nei paesi capitalisti in preda ad una delle solite e ricorrenti crisi. Vidi tutt’altro che richieste popolari di democrazia, vidi piuttosto il Parlamento sovietico preso a cannonate da coloro che poi si spartirono le immense ricchezze di quel grande paese che seppe unire per molti decenni popoli e culture tanto diverse e seppe creare prosperità economica e crescita culturale e valoriale. Non fu difficile vedere dietro il crollo dell’URSS gli appetiti interni ed esterni di oligarchie vecchie e nuove, lo testimoniarono la rapida comparsa in quei territori ed in quelle città dei famigerati simboli dell’imperialismo americano: la Coca Cola ed i Mc Donald’s, solo per citarne alcuni, e la privatizzazione selvaggia di tutto quanto prodotto dal lavoro di milioni di persone che finirono rapidamente in balia dello sfruttamento capitalista senza nessuna protezione da parte dello stato. Vidi mettere in pratica tutto quanto le potenti oligarchie internazionali avevano sempre desiderato. Non fu difficile capire che gli interessi dell’imperialismo americano e di dirigenti sovietici senza scrupoli convergevano, che CIA e KGB stavano dietro questa colossale truffa. Dopo avere sfruttato l’ingenuità di Gorbaciov e la figura ingigantita di un dirigente devastato dall’alcol, il nuovo imperatore russo divenne un certo Putin che altri non era che lo stratega del KGB….
Ma tutto questo i dirigenti del PCI non lo capirono, o meglio, fecero finta di non capirlo e convinsero milioni di militanti della necessità di porre fine a quella straordinaria esperienza che aveva portato i lavoratori italiani ad essere tra i più tutelati del mondo, secondi solo a poche altre realtà ora scomparse od in via di estinzione. Parlo della Germania, che si stava ricostruendo dopo la terribile avventura nazista, e dei paesi baltici, anche questi ormai in preda agli appetiti del capitalismo imperialista ed a tutti i mali che questo porta con se.
Ma se per milioni di lavoratori italiani questi eventi rappresentarono una vera tragedia, iniziò infatti da lì la rapina di tutto quanto conquistato a costo di dure lotte, lo stesso non è successo ai dirigenti del PCI che ora vantano barche milionarie dove distrarsi con i loro nuovi referenti di alto rango e riposarsi dalle loro immani fatiche, ed appartamenti newyorchesi da regalare alle loro figlie che studiano nelle braccia dell’impero come si fa a gabellare i popoli.
E’ così che siamo arrivati a voraci Agenzie delle Entrate che si vogliono appropriare, per foraggiare liquidazioni milionarie e vili regalie, di misere pensioni che non arrivano a coprire nemmeno le più elementari necessità di sopravvivenza, pensioni elargite dopo lunghi decenni di rapine contributive. Basterebbe fare i nomi di chi ha diretto le istituzioni finanziarie del nostro paese in questi ultimi tempi per renderci conto dell’inevitabilità della situazione in cui ci troviamo. Come si può pensare che chi arriva a dirigere il più importante Ministero economico per sottrarsi al giudizio del fisco, possa essere in grado di formulare politiche di giustizia ed equità sociale? Quando presunte democrazie arrivano a simili aberrazioni senza che nessuno si opponga veramente, il destino di quei popoli è irrimediabilmente segnato e solo chi sopravvivrà alla tragedia finale potrà rendersi conto della ridicola sprovvedutezza che ha reso possibile il compiersi del dramma. Ma non ci sarà più tempo per rimediare, altri popoli avranno preso in mano i destini del pianeta ed ai nostri discendenti non resterà che un nuovo tragico medio evo da espiare.
Non so se pagherò i 1700 Euro che i cialtroni che ci dominano intendono rapinarmi, non ho gli strumenti necessari per oppormi al loro strapotere ma nemmeno possiedo le risorse economiche per soddisfare i loro appetiti. Al massimo posso rinunciare ad una pizza che una volta all’anno, rinunciando ad altre necessità indispensabili, io e mia moglie ci concediamo. Sono 17 Euro che risparmio e che posso devolvere all’Agenzia delle Entrate perché li giri ai milionari. Se avrò lunga vita in cent’anni riuscirò a saldare la rapina, in alternativa c’è una sola soluzione: un’adeguata pensione che mi permetta di soddisfare le mie necessità ed i loro appetiti insaziabili.
Ho creduto per tanti anni che l’onestà, il lavoro e l’impegno avrebbero portato ad un mondo di pace e di giustizia, ho sempre rispettato le istituzioni ed onorato gli impegni anche a costo di negare ai miei figli necessità irrinunciabili pur di non venire meno ai miei doveri di cittadino onesto, ho versato i contributi necessari a garantire a me ed a mia moglie una vecchiaia serena, per parecchi anni ho versato contributi multipli in quanto per soddisfare le necessità della famiglia una sola attività non bastava. Ho fatto contemporaneamente, per più anni, l’artigiano, l’insegnante ed il libero professionista e quando lamentavo che non potevo continuare a lavorare tanto per vedermi sottrarre quasi tutto da tasse e contributi, mi si rispondeva che alla fine della mia carriera lavorativa avrei percepito una pensione da nababbo. La pensione d’oro però tardò ad arrivare, io la rincorrevo e loro continuavano a spostare l’asticella dell’età pensionabile sempre più in alto, quando, stanco e sconfortato vidi finalmente arrivare il primo assegno quasi non ci credevo. Ci ho creduto quando lessi la cifra, una miseria! Mi dissero che erano cambiate le regole e tutto quanto versato, o quasi, non era più cumulabile, mi toccava una pensione relativa ai versamenti degli ultimi anni, quando avevo ormai tirato i remi in barca ed i versamenti contributivi si erano ridotti al minimo. E tutta la fortuna versata per tanti decenni? Andati perduti, per soddisfare gli appetiti insaziabili dei cialtroni che hanno divorato tutto quanto il lavoro onesto ha prodotto. Cambiare le regole in modo unilaterale ed a partita in corso dovrebbe essere qualcosa che ha poco a che vedere con una democrazia, ma servi del potere lautamente ricompensati ci spiegano in tutte le lingue che pagare le pensioni di vecchiaia non è più sostenibile. Uno di questi tanti cialtroni l’ho sempre impresso nella mia memoria, si chiama Capezzone e lo ricordo quando quasi ancora in fasce faceva il rivoluzionario e quando poco più che adolescente stava già in Parlamento. Ora me lo ritrovo a fare il portavoce del governo formato da quell’accozzaglia di fascisti, nazisti, razzisti, cialtroni ed ignoranti di cui perfino Gianfranco Fini si rifiuta di far parte. Non manca giorno che il nostro eroe ci spieghi, con quella faccia di bronzo che ha, che pagare le pensioni agli anziani significa negarle ai giovani!!!!! E col ca….volo che qualcuno di coloro che fingono di opporsi a questi svergognati provi a ribattergli! Nemmeno quelli che ancora si chiamano comunisti provano a spiegargli che le pensioni degli anziani non vanno pagate con i contributi dei giovani ma che, almeno per quanto riguarda quelli che hanno lavorato veramente, vanno pagate con i fondi già versati da loro stessi a costo di enormi sacrifici e rinunce. Spero di incontrare un giorno Capezzone, o uno dei tanti figli di buona donna come lui, per spiegargli a modo mio che non me la sta raccontando giusta e che farebbe bene a guadagnarsi da vivere in maniera più dignitosa….
Ora che la pensione d’oro che i cialtroni di destra e di “sinistra” che si sono succeduti al governo dell’Italia in questi ultimi decenni, mi concedono, dovrebbe bastare a sopperire alle esigenze che le stesse statistiche governative certificano pari ad almeno tre volte l’importo che ricevo. Tre mesi di quella miseria dovrei pure utilizzarli per pagare le sanzioni che i servi sciocchi dei padroni, con la loro Agenzia delle Entrate, pretendono. Devo pagare semplicemente perché, invece di morire di fame o chiedere la carità, per vivere decentemente ho continuato a lavorare pagando altre tasse e contributi, senza però, nel 2007, restituire loro parte della misera pensione maturata dopo aver versato oneri che, se fatti fruttare con speculazioni finanziarie come fanno lor signori, al posto di una pensione da miseria mi ritroverei con rendite da nababbo.
In poche parole, mi danno una pensione che non serve a coprire che la terza parte delle necessità più essenziali, mi costringono a continuare a lavorare per vivere, a pagare ulteriori tasse e contributi e, visto che sono riuscito a sopravvivere, rivogliono indietro la pensione.
Questa mia condizione non è sicuramente unica, è la stessa di milioni di persone oneste che hanno fatto la fortuna del nostro paese, quella fortuna che, come avvenuto nell’ex Unione Sovietica, la sfacciataggine di cialtroni senza vergogna vuole spartirsi fino all’ultimo centesimo. Quello che fa più rabbia è il fatto che, mentre il sottoscritto non ha ancora abdicato alla capacità di analizzare la realtà ed individuare cause e responsabilità ben precise, la stragrande maggioranza dei gabbati, confusa da culi e tetti televisivi e da palloni d’oro vero, ha perso ogni capacità di capire e di indignarsi e crede che la causa di tutto questo siano i comunisti. E quello che rende ancora più grottesca la situazione è che i comunisti non ci sono più, alcuni velleitari si ostinano a definirsi tali ed a presentarsi alle elezioni anche se sono di più i partiti comunisti dei voti che raccolgono. A volte entro nei loro siti, nei loro blog, nei loro profili di Facebook, e ne esco desolato. A parte alcune lodevoli eccezioni, leggo cose allucinanti che con la lotta al capitalismo vorace, all’imperialismo criminale ed alla costruzione di una società socialista, comunista sarebbe pretendere troppo, non hanno assolutamente nulla a che vedere. Sono sempre più convinto che questo paese in mano ad una borghesia sfacciata, vile, incolta e spesso feroce, sia in declino più di altri che stanno sulla nostra stessa barca. Paesi, quelli occidentali, che alternano governi di destra e di “sinistra” sempre più compromessi con gli interessi della borghesia parassitaria. Che vengano chiamati reazionari o progressisti, poco importa, fanno sempre e comunque gli interessi dei ricchi e mai quelli dei lavoratori e degli onesti, ne sanno qualcosa i giovani spagnoli che scendono in piazza contro il governo socialista che aiuta i ricchi e si dimentica del 40 per cento di giovani disoccupati. La crisi del sistema capitalista oramai è sempre più evidente anche se i media dei padroni  con i mercenari al loro servizio fanno di tutto per nasconderla. Ora, per cercare di rimanere a galla, si è intrapresa l’orribile strada dell’aggressione armata contro popoli indifesi, colpevoli solo di vivere in territori strategicamente importanti per le mire di dominio dell’imperialismo criminale. L’imperialismo di cui prima eravamo solo stupidi servi, ora lo cavalchiamo direttamente nella speranza di sopravvivere ma la risposta dei popoli aggrediti ha già cominciato a farsi sentire e sarà sempre più violenta. Il futuro che stiamo costruendo per i nostri figli e nipoti è un futuro allucinante e senza speranza, un futuro che li vedrà impotenti con due armi puntate alle tempie, quella del capitalismo aggressore e quella del terrorismo disperato. E pensare che con le tecnologie di cui disponiamo si potrebbe vivere serenamente, in pace ed in equilibrio con la natura, ma tutto questo viene vanificato dalla concentrazione delle ricchezze in mano a dei banditi e dalla stupidità di mercenari e servi sciocchi dei padroni .
Dopo questa mia denuncia, ho già avuto più esperienze in tal senso, sono certo che i cialtroni sopra menzionati non tarderanno a scatenare tutta la loro potenza mediatica atta a diffamare chiunque osi opporsi al loro dominio, non tarderanno ad usare le istituzioni nate per tutelare i cittadini per aggredire con la solita inaudita violenza chi si ribella alle sopraffazioni dei potenti.
In un passato poco lontano i massimi rappresentanti delle istituzioni hanno aggredito quanto di più caro sono riuscito a costruire in un’intera vita di lavoro e di sacrifici, ma questa è un’altra storia, una storia sbagliata, una storia di mafie e connivenze che agiscono nel nord del paese dove si dice che la mafia non esiste, che operano all’interno delle stesse istituzioni nate per proteggere gli onesti e contrastare i prepotenti, istituzioni che invece servono a proteggere i potenti  dalla rabbia degli onesti. Ma questa è un’altra storia, dicevo, una storia che descrive la tristezza del nostro paese passato dall’orgoglio della Liberazione alla schiavitù della sottomissione e difesa degli interessi dell’imperialismo becero e criminale. Una storia che racconterò prima o poi, anzi, la racconterò presto perché sia nota a tutti coloro che si illudono che l’Italia possa avere ancora un futuro con questo sistema che l’ha già condannata al declino irreversibile, una storia che sia di monito a chi, come il Presidente Napolitano e qualche altra anima bella, crede ancora, o finge di credere, che in Italia esita una democrazia da difendere. La democrazia si difende solo se le istituzioni sono gestite da coloro che prima di tutto sanno rinunciare ai propri interessi personali per il bene comune, non se finiscono in mani macchiate dal sangue degli sfruttati e degli innocenti. Eleggere alla Presidenza del Consiglio persone come Silvio Berlusconi è il peggior insulto che si possa fare alle istituzioni, alla democrazia ed all’intelligenza. Un popolo che si è macchiato di tali vergogne è irrimediabilmente condannato alla disperazione, anche perché non si vedono credibili vie d’uscita, cadesse il nuovo duce arriverebbe qualcun altro della stessa stirpe di mascalzoni, un qualsiasi Cordero di Montezemolo, Tronchetti Provera o qualche legaiolo del momento. In alternativa qualcuno spera nel ritorno di Romani Prodi…. Poveri noi!!!!
Persino i mitici “paesi delle banane” latinoamericani si stanno ribellando a tali scempi per sperare ancora in un futuro, ma l’Italia no, sembra abbia rinunciato definitivamente ad avere un futuro, ribellarsi non è roba per gente invasata da miti ridicoli, droghe ed ignoranza.
Non sono un seguace di Beppe Grillo, non credo che un comico milionario possa risollevare un paese sconfitto e dilaniato, serve ben altro, ma il suo VAFFANCULO! È quanto di meglio sia stato prodotto in questi decenni tristi e disperati. Chiudo quindi con un mio personale vaffanculo rivolto ai cialtroni di cui sopra ma anche a tutti quelli che non hanno più il coraggio di ribellarsi.

P.S. Cubavision e Telesur mi informano proprio oggi che il Senato italiano ha approvato le misure “necessarie” per salvare l’Italia dalla bancarotta, 112 milioni di Euro da prelevare con i soliti mezzi vili dalle tasche dei più deboli. Greci e spagnoli sono scesi in piazza ed hanno affrontato coraggiosamente la repressione delle forze dell’ordine al servizio dei banditi che dominano l’economia di quei paesi, temo che in Italia ci si limiterà a finti scontri televisivi della solita politica spettacolo. Se anche questa volta si rimarrà inermi di fronte a tale scempio e non si avrà ilo coraggio di togliere di torno con ogni mezzo i BANDITI di ogni colore…. VAFFANCULO a tutti gli italiani!!!!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma tutte queste chiacchere, servono per non pagare le tasse?

Se ti hanno mandato una multa vuol dire che hai fatto il furbo, non ti pare?

Paga le tasse, e non accampare scuse. Sei peggio dei potenti che tu disprezzi.

A me non è mai arrivata nessuna multa, da operaio io le tasse le pago tutte, non posso evaderle.

Le lacrime del coccodrillo, bravo. SEI UN DISONESTO.

Eliolibre ha detto...

Non meriti nessuna risposta, sei solo un povero cristo vittima della propaganda di coloro che ti sfruttano. E per di più disonesto, non hai nemmeno il coraggio di mettere il tuo nome. Sono i vili come te i migliori alleati degli sfruttatori! Non tutti gli operai sono onesti, coloro che servono i padroni sono i peggiori avversari delle libertà e della giustizia......
Adios

Anonimo ha detto...

Si vede che sei della Valtellina.

Come tutti i padani LEGHISTI, non volete pagare le tasse.

Ora la metti anche sul ideologia. Ma va dal tuo amico Bossi. Borghese di merda, che se ne sta ai caraibi, non paghi le tasse e fa il anche il compagno.

Se hai una pensione di 688 euro vuol dire che non ti sei pagato neanche i contributi, poi piangi. Ma vai a quel paese, e stai al caldo ai caraibi, LADRO.

Eliolibre ha detto...

Ma che bel commento! GLI IDIOTI COME TE SONO LA VERA FORZA DELLA BORGHESIA CRIMINALE. Fortunatamente per l'umanità si sta risvegliando in tutto il mondo un movimento di persone che non hanno ancora perduto la dignità. Lo facciamo anche per gli idioti, vittime inconsapevoli dell'aggressione padronale senza precedenti. Nemmeno al tempo dello schiavismo....
Quanto ad essere della Valtellina, lasciamo perdere, non vorrei svelare la tua identità, mi da pena....
Adiòs, rivolgi le tue brillanti considerazioni su siti all'altezza della tua imbecillità.