Fidel Castro: Concetto di Rivoluzione

Revolución
Es sentido del momento histórico;
es cambiar todo lo que debe ser cambiado;
es igualdad y libertad plenas;
es ser tratado y tratar a los demás como seres humanos;
es emanciparnos por nosotros mismos y con nuestros propios esfuerzos;
es desafiar poderosas fuerzas dominantes dentro y fuera del ámbito social y nacional;
es defender valores en los que se cree al precio de cualquier sacrificio;
es modestia, desinterés, altruismo, solidaridad y heroísmo;
es luchar con audacia, inteligencia y realismo;
es no mentir jamás ni violar principios éticos;
es convicción profunda de que no existe fuerza en el mundo capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas.
Revolución es unidad, es independencia, es luchar por nuestros sueños de justicia para Cuba y para el mundo, que es la base de nuestro patriotismo, nuestro socialismo y nuestro internacionalismo.

Fidel Castro Ruz (1ro de mayo del 2000)

18.10.06

La democrazia secondo La Repubblica


Gennaro Carotenuto è stato costretto a chiudere i commenti dei lettori sul suo blog <gennarocarotenuto.it> a causa di volgari attacchi alla sua persona da parte di alcuni frequentatotori del blog. Continua però a fare informazione consapevole pubblicando sul blog interessanti articoli, analizzando le tematiche della politica internazionale con competenza e lucidità, oltre ad una rara onestà intellettuale. Gennaro Carotenuto svolge attività di ricerca e didattica in Storia Contemporanea, Geopolitica e Storia dell'America Latina alla Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università di Macerata. Dal 2000 è professore invitato presso la Facoltà di Humanidades dell'Università della Repubblica (Montevideo, Uruguay). Ho pensato di riportare questo suo interessante articolo per dare la possibilità a chi volesse di commentarlo su questo blog.
La Repubblica, Guido Rampoldi e il lupo Hugo Chávez
Di Gennaro Carotenuto.
Oggi è possibile che il Venezuela rilevi il posto dell'Argentina nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. In realtà è probabile che succeda solo nei prossimi giorni sconfiggendo la candidatura alternativa voluta dagli Stati Uniti del Guatemala. Ma il solo fatto che il Venezuela sia così audace da proporsi - in una normale rotazione- desta scandalo.
Per esempio Guido Rampoldi, in prima pagina su La Repubblica, scrive un editoriale che intitola "La sinistra latina che vorrebbe Chavez (scritto senza accento per tutto l'articolo, sic!) all'ONU". Riferendosi al voto dell'Italia, tutto l'articolo può essere sintetizzato in un motto: "ci converrebbe appoggiare Chávez, ma per favore non fatelo".
Oltre alla solita serie di insulti a Chávez non giustificati e non spiegati, il più neutro dei quali è "imbarazzante", Rampoldi, che sarei curioso di sapere se legge lo spagnolo, centra alcuni punti del dibattito. In particolare individua quello che sarebbe un dilemma del governo italiano che avrebbe interessi economici a votare per Chávez ma per "ideale" (ri-sic!) non dovrebbe votarlo. Per Rampoldi da una parte c'è la sinistra radicale che spinge a votare Venezuela, dall'altra la Margherita che vuole il Guatemala a sua volta appoggiato da Bush. E' una brutale semplificazione, ma non importa.
Rampoldi riesce a dire che il Guatemala non è uno stato di diritto (evviva!), ma in fondo è sempre meglio del Venezuela che -pur essendo pienamente uno stato di diritto- ha relazioni addirittura con il paria Ahmedinejad e di ritorno ha perfino fatto scalo a Minsk, capitale che in Italia ha oramai una stampa peggiore della Berlino hitleriana.
Fantastico Rampoldi... lui non sa che Ahmedinejad incontra Prodi come incontra Chávez e che l'Italia, come partner economico per l'Iran, è ben più importante del Venezuela. Se Italia e Germania fanno affari in Iran si scrive nelle pagine economiche e si fanno i complimenti, se li fa il Venezuela è una minaccia per il mondo ed è oggetto di scandalo.
Rampoldi glissa il più possibile sul fatto che quello che unisce Venezuela e Iran è da un lato un comune -e più che legittimo- interesse energetico, ma dall'altro c'è l'essere entrambi assediati dagli Stati Uniti. Questi, appena quattro anni fa, organizzarono un colpo di stato a Caracas e minacciano quotidianamente di aggredire militarmente il Venezuela.
Una volta per tutte, caro Rampoldi, è più antiamericano Chávez o è più antivenezuelano e antilatinoamericano Bush?
Non mi risulta che né Chávez né alcun membro del governo venezuelano abbia mai minacciato di morte il presidente degli Stati Uniti. Invece lo ha fatto esplicitamente l'autorevole esponente del partito repubblicano, reverendo Pat Robertson. Non mi risulta che dal Venezuela si inciti al rovesciamento violento del governo degli Stati Uniti come invece si fa quotidianamente dagli Stati Uniti per il Venezuela.
L'unica cosa che è capace di individuare Rampoldi è l'antiamericanismo di Chávez. Teme forse che Chávez possa utilizzare l'ONU per denunciare che negli Stati Uniti è stato appena messo tra parentesi (per usare un eufemismo), il primo e più sacro dei diritti umani, l' "habeas corpus"? Sarebbe un bello scandalo e Chávez sarebbe effettivamente molto imbarazzante. Teme forse Rampoldi che Chávez possa usare il palcoscenico delle Nazioni Unite per denunciare il colpo di stato che gli Stati Uniti stanno organizzando in Bolivia?
Rampoldi non è grossolano come altre penne del suo quotidiano. Pur non sapendo nulla di Venezuela e di America Latina -e perché diavolo gli fate scrivere editoriali sul Venezuela?- capisce che qualcosa sta cambiando e prova a fotografarlo. Intuisce che le tappe bruciate da Chávez rivelino la sconfitta dell'unilateralismo statunitense e disegnino un mondo multipolare. Purtroppo non ha gli strumenti per capire quanto desiderabile sia per questo pianeta un mondo multipolare dove magari un giorno gli Stati Uniti accettino l'onta di ascoltare perfino le ragioni del Venezuela.
E' incerto se scandalizzarsi per il fatto che un paese del Sud utilizzi la propria ricchezza per fare politica estera (e solidale). Capisce che non si può accusare qualcuno di fare a fin di bene qualcosa che gli Stati Uniti fanno da tutta la vita a fin di male, e preferisce tenere un profilo basso.
Solo alla fine, come chiosa, Rampoldi porta a termine il compitino: "per quanto brutta sia la destra venezuelana [...] è difficile capire come sia divenuto un eroe democratico un presidente bonapartista [come Chávez]".
Caro Rampoldi, se vuoi davvero capire, lascia perdere gli epiteti e leggi qualche buon saggio sulla democrazia partecipativa. Ti farebbe bene. Del resto vivi in un paese (gli Stati Uniti) dove poche lobby multimilionarie comprano e vendono candidati e fanno presidenti in un bipartitismo perfetto e immutabile, come al mercato delle vacche. Del resto sei cittadino di un paese (l'Italia) dove una ventina di persone di destra e di sinistra, lo scorso aprile hanno scelto uno a uno i mille parlamentari inscatolandoli in liste bloccate che i cittadini dovevano solo prendere o lasciare. E' comprensibile che la democrazia per te sia un ricordo lontano.
Ma c'è speranza. Vai nell'America Latina desertificata dal neoliberismo e vai nel Venezuela dell'inclusione sociale e forse, se non ci andrai con i paraocchi tipici dell'europeo... forse lo capirai perfino tu perché Chávez è divenuto un eroe democratico

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Finalmente un po' di informazione schietta, non imposta dal mainstream massmediatico, sul Venezuela, ora che scotta il ballottaggio col Guatemala per la poltrona al Consiglio di Sicurezza con l'Onu. Fa bene Carotenuto a sottolineare gli aggettivi gratuiti che rimbalzano costantemente sui media ogniqualvolta si parla di Chávez, in quello di Rampoldi come in altri articoli: imbarazzante, pittoresco, bonapartista, populista, descamisado... dicono più su chi scrive che non sul soggetto descritto. Si chiamano "petizioni di principio": non si spiega mai perché mai debba essere "imbarazzante" un presidente democraticamente eletto. Italia e Germania fanno affari infinitamente superiori con l'Iran eppure né Prodi né la Merkel sono "imbarazzanti".
Io trovo ben più che "imbarazzante" l'amministrazione di un Paese
a)che durante il suo mandato ha fatto aumentare di 4 milioni il numero degli indigenti entro i suoi confini,
b) nel quale, nonostante sia il più ricco del mondo, il 13% della popolazione vive sotto la soglia di povertà (46 mln di cittadini Usa non hanno assistenza sanitaria),
c) che ha scatenato una guerra infinita e minaccia quotidianamente un gran numero di paesi sovrani,
d) che ha mentito e continua a mentire reiteratamente (vedi 11/9, antrace, casus belli Iraq, rapporto Hoekstra sul nucleare Iran sconfessato dall'Aiea),
e) che sopprime conquiste secolari come l'Habeas Corpus, che pratica sistematicamente la tortura, che cancella via via le libertà civili, che stanzia 34 mld di $ in "home security", che costruisce un muro da supercarcere al confine col Messico.
Paolo
www.paolomaccioni.it

Anonimo ha detto...

f) che continua a finanziare impunemente colpi di stato in America Latina da un tempo infinito, fino all'ultimo attualmente in atto ai danni del governo democraticamente eletto di evo Morales in Bolivia.
g) che nonostante sia stato il primo e l'unico a commettere un vero e proprio genocidio in Giappone con l'uso delle bombe atomiche ed abbia compiuto per primo un'infinita serie di test nucleari oggi ancora si permetta di essere l'arbitro mondiale su chi debba o non bebba possedere l'atomica ( tu si, tu no...).
h) che proteggono un terrorista internazionale reo confesso come Posada Carriles.
i) che si sono imposssessati della Storia e la fanno scorrere secondo binari da essi stessi stabiliti.

Si potrebbe continuare all'infinito...
Saluti.

A. ha detto...

se qualcuno mette in dubbio la democrazia venezuelana, penso che dubbi non ce ne siano sul considerare il Guatemala assolutamente tutto il contrario che uno stato di diritto o una democrazia. Ma a quanto pare questo interessa poco e niente agli Stati Uniti, visto che spingono così tanto per il suo ingresso nel Consiglio.

Ho a cuore anche sottolineare che lo stesso Guatemala è uno dei due stati latinoamericani ad avere ancora in vigore la pena di morte (l’altro è la bistrattata Cuba). Proprio ad inizio 2006 Amnesty international in una sua relazione ha stimato in 29 i condannati a morte in attesa di esecuzione in questo stato. Una Onlus, l’ “Osservatorio sulla legalità e sui diritti” ha poi denunciato in agosto l’eccessivo numero di omicidi impuniti (più di 5000 su una popolazione di 14milioni) che ne fanno la primatista in negativo mondiale.

Non vorrei poi dimenticare di ricordare che sempre il Guatemala continua a negare l’estradizione degli accusati di genocidio e crimini verso l’umanità per alcuni suoi cittadini che si sono macchiati di questi crimini durante la dittatura militare dei primi anni ’80 (sotto il governo del generale Rios Montt si stima che furono assassinati dall’esercito più di 200mila persone, il famoso “massacre de dos erres”).

Cosa c’è altro da aggiungere a riguardo? Non fa riflettere il fatto che nessuno ricordi questi “dettagli” e anzi si continui a sputare sulla candidatura venezuelana per molto meno? Merita di più il Venezuela o il Guatemala di far parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite? Lascio a tutti l’espressione della propria opinione, però richiamo alla corretta valutazione dei fatti, senza farsi influenzare da poteri forti e media.

Proprio i media sono l’ultimo argomento che vorrei toccare. Come fanno i cittadini italiani a farsi un idea chiara su questa vicenda se addirittura un giornale come “la Repubblica” dà informazioni forvianti a riguardo?

Non ho aggettivi non censurabili per definire l'articolo di Rampoldi...

Eliolibre ha detto...

Come non essere d'accordo con te Polo. Ed ha ragione Annalisa, la lista dei crimini dell'imperialismo Yankee è infinita. Quello che non sopporto è che la sinistra europea continua a ritenere gli USA la più grande democrazia del mondo. E' una vera vergogna!!!!!
Antonio, oltre a quello che tu dici, urge informare su quanto sta avvenendo in America Latina. Gli USA e le destre del continente stanno attuando progetti criminali per impedire che il latinoamerica diventi un insieme di nazioni con cui negoziare alla pari anzichè il cortile di casa da dominare. Il buon Gennaro Carotenuto ha appena scritto un'altro bellissimo articolo su questo tema. Consiglio a tutti di andarlo a leggere sul suo sito. Al più presto lo pubblicherò su questo blog perchè lo si possa commentere.

Anonimo ha detto...

Volio condividere anche io tutto questo che e stato detto qui da voi,
e come ha detto bene Annalisa
si potrebbe continuare all'infinito.

Siamo nel 2006 e ci sono ancora paesi come l'Italia la Germania e altri ancora che si definiscono grandi democrazie,e sono finiti cosi in basso e una cosa mostruosa,solo a pensarci fa paura.

giovane contadino cubano
Saluti.

Eliolibre ha detto...

Ciao Giovane Contadino Cubano. Grazie per il tuo commento e complimenti per il tuo italiano che migliora rapidamente. Hai ricevuto la mia mail sugli eventi in ricordo di Sergio Endrigo?
Ti saluto "amicalmente"

Anonimo ha detto...

l) che si è rubato pure le stelle...
La "più grande democrazia del mondo" ha deciso che lo spazio è suo, guardando le stelle vedremo su di ognuna di esse esse piantata una bandierina USA? E come gli spiego a mio figlio adesso, che così affascinato da pianeti e galassie e forse da quel concetto di incommensurabilmente grande che lo spazio evoca, che ha ben pochi diritti di sognare visto che non appartiene più alla totalità degli uomini? Stamattina mentre ascoltavo di questo alla radio, mi ha chiesto:mamma chi è il presidente del mondo? Sbrigativamente gli ho detto che non esiste perchè il mondo è fatto da tanti paesi e ognuno ha il suo più o meno, ma lui forse nella sua ingenuità ha già capito tutto.
Forse avrei dovuto rispondergli in modo diverso, avrei dovuto dirgli che c'è un uomo che è talmente folle che si crede di essere Dio, signore dei cieli e della terra, ma sinceramente ho pensato che non fosse giusto angosciarlo così presto, avrà tutta la vita per rendersi conto. Dubbi pedagogici mattutini... Che ne pensi Elio, tu che mi pare hai spesso a che fare con i bambini?

Eliolibre ha detto...

Ciao Annalisa.
Penso che gli hai dato la risposta più sensata. Lascia che continui a pensare che le stelle siano di tutti. Non gli mancheranno le occasioni per capire come vanno realmente le cose, ma ora è giusto che continui a sognare. In attesa che diventi grande abbastanza per capire e continuare a sognare (e lottare) che un mondo migliore è possibile. Speriamo che nel frattempo noi riusciamo a renderglielo meno ingiusto.
P.S. Sì, io sono esperto in bambini, anche perchè ho allevato tre figli.