7.10.06
Incontro in difesa dell'umanità
Dall’11 al 13 ottobre avrà luogo a Roma il IV Incontro di intellettuali ed artisti in Difesa dell’Umanità che fa seguito a quello tenuto a Caracas nel dicembre di due anni fa. L’incontro si svolgerà presso la sede della FAO in Viale delle Terme di Caracalla. Consiglio coloro che abitano nella capitale e dintorni di non perdere questo interessantissimo avvenimento. Saranno presenti numerosissime ed importanti personalità del mondo intellettuale ed artistico.
Qui sotto pubblico un documento diffuso dagli organizzatori dell’evento.
Aspettative del comitato organizzativo per il dibattito a Roma 2006 In Difesa dell’Umanità
A Roma, nella cui collina di Monte Sacro accadde una delle prime ribellioni popolari civico militari dell’umanità e dove emerse il pensiero di libertà e indipendenza del futuro Libertador Simón Bolívar, umanisti del mondo si riuniranno per cercare di costruire un’offensiva basata sulla resistenza millenaria dei popoli, che permetta di definire lineamenti a carattere universale, rispettuosi della diversità e della pluriculturalità, sopra i quali generare nuovi meccanismi di azione e di lotta per la difesa dell’umanità. Gli umanisti, come lavoratori sociali, dobbiamo lottare attivamente affinchè si rafforzi, attraverso la ragione, l’impero della giustizia sociale: unica maniera di raggiungere la pace e assicurare il rispetto, la dignità, la solidariettà e la tolleranza tra tutti gli esseri umani nella terra.
Oggi l’umanità vive tempi drammatici di irrispetto verso il diritto internazionale, sotto lo sguardo indifferente e complice delle Nazioni Unite, mentre la mediocrità e la codardia utilizza leader di alcune delle principali potenze economiche e militari del mondo. In modo sfacciato non si rispettano gli Accordi della Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra e protezione delle popolazioni civili, e con la scusa di combattere il terrorismo si cerca di legittimare la violazione dei più elementari valori e principi della dignità umana, attentando al diritto all’autodeterminazione dei popoli, la sovranità delle nazioni, il diritto alla vita, il diritto all’informazione veritiera ed opportuna; tutti quelli che sono trasgrediti in forma sistematica e unilaterale.
Attualmente centinaia di milioni di esseri umani sono oggetto di aggressioni da parte delle principali potenze del mondo, in forma diretta o indiretta. Invasioni, occupazioni, guerre, estorsioni ed altri meccanismi sono esercitati impunemente contro popoli interi al fine di controllare le più importanti fonti di energia fossile in America, Africa e Medio Oriente. Si tratta di una spirale di pazzia e silenzio “complice”, che danneggia molti paesi come il Venezuela, Irak, Iran, Afganistan, Libano, Palestina, e Sudan, tra gli altri; tutti essi vittime della prepotenza e desiderio di dominazione imperialista di queste potenze che, in nome della loro particolare democrazia e del loro interessato concetto di libertà, esibiscono le loro politiche intervenzioniste e un chiaro terrorismo di stato nel mondo, riempendo l’umanità di morte, miseria, povertà e fame. Mentre le altre Nazioni, non invase o aggredite militarmente, vengono sottomesse con debiti esteri immorali e ingiusti, o meglio, attraverso il controllo di altre fonti di materia prima, delle loro fonti idriche e biodiversità, così come del ricatto economico, imposizione di trattati commerciali unilaterali, con norme disuguali di commercio internazionale imposte dalla OMC, e con la concentrazione dei mezzi di comunicazione ed il sequestro della verità, collocandola al servizio della disinformazione, il razzismo, la xenofobia e la discriminazione religiosa, tra gli altri.
Coscienti del peggioramento delle condizioni di vita del pianeta, gli intellettuali del mondo pianifichiamo di nuovo un incontro, il cui obiettivo è quello di impegnare tutta la forza del pensiero e della creazione con la causa della giustizia e la pace nel mondo. I tempi che viviamo non ci permettono solo di dichiararci indignati davanti all’ingiustizia, sono tempi di accordi, impegni e azioni concrete, che ci obbligano ad integrarci con umiltà ed in forma attiva nelle associazioni e nelle organizzazioni di base esistenti in tutto il mondo, senza protagonismi individuali e disposti a conoscere ed accompagnare le lotte dei popoli invasi, dei lavoratori, dei contadini, dei disoccupati, degli sfruttati e sfruttate, degli emarginati, delle donne e uomini, dei popoli indigeni e non, degli afro-discendenti, arabi, emigrati e immigrati, minoranze sessuali, bambini abbandonati, di coloro che reclamano pane e dignità, gli anziani, le persone diversamente abili, vittime del commercio sessuale; principali protagonisti della lotta sociale in difesa dell’umanità.
Di fronte alle sfide che ci impone il debito del passato e quelle del presente e del futuro, abbiamo unito gli sforzi per riunirci nel 2006 a Roma, nella vecchia Europa, quando si compiono sessanta anni dalla creazione della frustrata e tradita Unione di Nazioni presso la sede della FAO, dove si suppone che il mondo dovrebbe pianificare, realizzare ed unire volontà politiche ed economiche per abolire la fame nell’umanità - una realtà ogni giorno più distante, con il fine fondamentale di coordinare le nostre azioni e dare uno speciale riconoscimento agli attivisti intellettuali, artisti e movimenti di base dell’Africa, e ai popoli e governi della Repubblica Bolivariana del Venezuela e della Repubblica della Bolivia per il loro sforzo a costruire un processo di emanicipazione democratico e pacifista di giustizia sociale, di equità e pace, a partire dal protagonismo popolare e dai loro movimenti partecipativi che si sviluppano tra i popoli del Sudamerica; un riconoscimento inoltre per il popolo cubano e per il suo Comandante Fidel, per il suo esempio costante di decenni di lotta contro l’impero, molte volte quasi in solitudine, ma con la dignità ed il coraggio di chi ha la giustizia e la ragione dalla sua parte.
Rodrigo O. Chaves S.
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5 commenti:
"Intellettuali ed artisti in difesa dell'Umanità": da sempre gli uomini di spirito illuminato e ingegno vincono le barriere e le differenze, e si incontrano in territori comuni, sempre molto più avanti rispetto agli uomini di Stato. Ma purtroppo le cose non vanno come auspicava Platone, al potere non ci sono filosofi ma lobbies, cartelli e potentati vari ai quali dell'umanità non gliene frega assolutamente niente.
Paolo
www.paolomaccioni.it
PS quanta copertura c'è su questo evento di Roma in questi gg. di sciopero della stampa? L'organo dell'agente Betulla ne parlerà? e il bollettino del cavaliere? e il foglio dell'ex agente Cia? Il manifesto non ne parla, l'ho appena sfogliato :(
l'ho saputo appena ieri.
comunque spero che ci sarà un minimo di copertura dell'evento...almeno grazie a qualche blogger.
Eh sì caro Paolo, coloro che hanno la capacità di capire quali sono i problemi che dobbiamo affrontare, si incontrano discutono e cercano di trovare soluzioni, chi comanda purtroppo non vuole sapere ne quali sono i problemi e tantomeno glie ne importa di trovare soluzioni. Figuriamoci se i loro scagnozzi si preoccupano di pubblicizzare questi eventi. Come dice Antonio, almeno ci sono i blogger, ma credo proprio che sia poca cosa. Per questo motivo serve urgentemente un radicale cambiamento nel modo di fare informazione. Ma perchè questo avvenga è necessario che cambino molte altre cose.
Ho avuto modo di assistere alla presentazione del numero 96/06 di Latinoamerica, il 12/10 alla FAO nell'ambito dell'Incontro degli intellettuali ed artisti in Difesa dell'Umanità. Un piccolo appuntamento inserito in tre giorni di dibattiti e seminari sull'Umanità ed il suo futuro con molte delle personalità che hanno partecipato all'evento. Erano presenti tra gli altri, oltre ovviamente a Gianni Minà e Alessandra Riccio, Miguel Bonasso, Francois Houtart, Aram Aharonian, direttore di Telesur, Gennaro Carotenuto ed altri. Nonostante i grandi nomi e gli importantissimi temi trattati credo che da parte della stampa ci sia stato poco interesse verso questo avvenimento, Gianni Minà proprio di questo ha ovviamente parlato e di quanto sia difficile ma importante fare in modo che in Italia si riaccenda un dibattitto culturale di questo tipo che soprattutto con il precedente governo è stato messo a tacere o comunque è stato sempre più relegato a un ruolo di marginalità. Si tratta comunque di grandi incontri da cui nascono ed hanno origine idee, spunti e proposte per nuove politiche umane e sociali.
Saluti.
Annalisa
Come ti invidio Annalisa! Tra le mie montagne certi eventi ce li sognamo. Per fortuna ho iniziato il conto alla rovescia, tra otto settimane me ne vado a Cuba per due mesi. Lì idee, spunti e proposte per nuove politiche umane e sociali non mancano davvero.
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