Fidel Castro: Concetto di Rivoluzione

Revolución
Es sentido del momento histórico;
es cambiar todo lo que debe ser cambiado;
es igualdad y libertad plenas;
es ser tratado y tratar a los demás como seres humanos;
es emanciparnos por nosotros mismos y con nuestros propios esfuerzos;
es desafiar poderosas fuerzas dominantes dentro y fuera del ámbito social y nacional;
es defender valores en los que se cree al precio de cualquier sacrificio;
es modestia, desinterés, altruismo, solidaridad y heroísmo;
es luchar con audacia, inteligencia y realismo;
es no mentir jamás ni violar principios éticos;
es convicción profunda de que no existe fuerza en el mundo capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas.
Revolución es unidad, es independencia, es luchar por nuestros sueños de justicia para Cuba y para el mundo, que es la base de nuestro patriotismo, nuestro socialismo y nuestro internacionalismo.

Fidel Castro Ruz (1ro de mayo del 2000)

19.10.06

Gennaro Carotenuto sull'offensiva delle destre in America Latina

Gennaro Carotenuto ha pubblicato questo articolo sul suo blog<www.gennarocarotenuto.it>. Penso che meriti molta attenzione e che sarebbe il caso di mobilitarsi prima di doverci ritrovare a discutere su avvenimenti che sconvolgono quando ormai non c'è più rimedio.

America Latina, arriva la mano pesante delle destre
di Gennaro Carotenuto
Desaparecidos, dossier falsi, servizi segreti in azione, brogli elettorali, la battaglia all’ONU, un colpo di stato imminente in Bolivia e la vita minacciata di militanti e dirigenti politici. Per la primavera latinoamericana arriva l'ora della prova contro la reazione.
La primavera latinoamericana a più d’uno era sembrata una festa. I movimenti sociali si facevano governo in maniera così facile da far dubitare del perché non fosse successo prima. Presidenti eletti per caso, come l'argentino Nestor Kirchner, si sono rivelati capaci di aggregare consenso e cancellare impunità. Movimenti radicali -figli di atavici sacrifici- come i senza terra brasiliani, fanno prudentemente politica. Perfino un colpo di stato organizzato con tutti i sacri crismi, quello dell'11 aprile 2002 a Caracas, è stato spazzato via dalla democrazia partecipativa della rivoluzione bolivariana. A Mar del Plata, a fine 2005, movimenti popolari e nuove classi dirigenti hanno gridato, insieme ai governi, un inaudito "no" all'ALCA e a George Bush. Argentina e Brasile hanno chiuso i loro conti con l’FMI: non vogliono più consigli interessati e l'integrazione regionale disegna un continente che mette finalmente al primo posto l'inclusione sociale.
Le destre di sempre hanno incassato colpi, via via più concreti, al privilegio e all'impunità. Ma il 2006, anno elettorale fondamentale, sta dando segnali di una sistematica reazione sotto forma di una nuova guerra sporca. Non può esserci ancora un nuovo Piano Condor, ma i segnali sono molteplici, diseguali, mutevoli eppure omogenei, e da non sottovalutare.
Il caso più grave è quello boliviano. I rumori di sciabole e le intromissioni straniere, da quelle degli “amici” di Petrobras a quelle nemiche di Tony Blair che, agente politico di British Petroleum, invita all’aperto boicottaggio della Bolivia, restringono i margini di manovra del presidente Morales. Non sono solo gli errori del governo –come quelli nella politica mineraria- a far temere il precipitare della situazione. Afferma a chi scrive Rafael Puente, per otto mesi vice ministro degli interni di Evo Morales: “la stessa vita del Presidente è nelle mani del nemico. La Bolivia di fatto non ha intelligence, ma sono attivi i servizi segreti di vari paesi, a cominciare da quelli cileni. Il presidente può essere ucciso da un francotiratore, dal tradimento di qualcuno a lui vicino, avvelenato. La sua vita è a rischio in ogni momento. Riceviamo continuamente rapporti dai servizi venezuelani e cubani in questo senso, ma loro non possono sostituirsi alle nostre carenze”. Il dramma della Bolivia è che uno stato fragile non può produrre un governo meno fragile dello stato stesso. “La nostra primavera potrebbe essere troppo breve” chiude, assorto nelle sue preoccupazioni, Rafael Puente.
Dalla Bolivia all’Argentina, la situazione è diversa. Ma da un mese si sta cercando il primo desaparecido di questa nuova epoca, il n. 30.001. È Jorge López, 77 anni, testimone chiave nel processo che ha condannato all’ergastolo “per genocidio”, Miguel Etchecolatz, simbolo vivente di sadismo, perversione, crudeltà nel torturare con particolare vigliaccheria donne incinte, nel bruciare vivi o buttare in mare uomini legati. Col sequestro López, decine di migliaia di persone, e tutti i testimoni delle centinaia di processi che si stanno celebrando in Argentina, hanno visto la loro vita riportata indietro di 30 anni, al guardarsi le spalle, al cambiare strada ogni volta per tornare a casa, al tornare a vivere nella paura. Quello López è un sequestro chiave perché non è una disperata vendetta di Etchecolatz e dei suoi, ma è una sfida diretta lanciata da uno stato parallelo, che continua ad esistere in democrazia, contro la politica dei diritti umani del presidente Kirchner. Più di 2.000 tra torturatori, familiari e loro supporter politico-economici, sono scesi in piazza a Buenos Aires pretendendo la fine dei processi. “Minacce fisiche, credibili e preoccupanti –ci dice il parlamentare e scrittore Miguel Bonasso- sono arrivate allo stesso presidente Kirchner. Questo dimostra che in Argentina esistono corpi dello stato mafiosi e fascisti ancora attivi e disposti a tutto”. Anche nell’Uruguay del titubante Tabaré Vázquez si registrano segnali analoghi.
In Brasile, Lula da Silva sarà per la seconda volta presidente. Vincerà il ballottaggio contro il candidato dell’Opus Dei e dell’ultradestra economica Geraldo Alckmin che, chissà perché, la stampa europea si ostina a definire socialdemocratico. Ma su quel 49.85% ottenuto da Lula, un capello dalla vittoria al primo turno, e con l’8% conquistato da candidati alla sua sinistra, ha pesato in maniera decisiva un dossier falso attribuito al PT, il partito del presidente. Con ogni evidenza è un’operazione attribuibile a servizi deviati, con la complicità del sistema mediatico, per danneggiare l’immagine di Lula stesso, paradossalmente consolidata e non indebolita da quattro anni di scandali, alcuni veri, molti artefatti. Le destre, che non hanno in questo momento il potere di rovesciare Lula, che è l’architrave di tutta la costruzione progressista latinoamericana, hanno tuttavia il potere di mostrarlo fragile e meno credibile. Non controllando più la macchina statale, e quindi essendo loro preclusi brogli massicci, riescono comunque ad obbligarlo ad un ballottaggio che non doveva avere luogo, attraverso l’uso spregiudicato di apparati dello stato che permangono al servizio dell’antico regime.
Ancor più solida della posizione di Lula è quella di Hugo Chávez. Vada come vada la battaglia per il seggio latinoamericano in Consiglio di Sicurezza alle Nazioni Unite, è chiaro come il sole che la candidatura del Guatemala, che non è uno stato di diritto e dove vivono nell’impunità più totale gli autori del genocidio costato la vita a oltre 200.000 persone, sia una limpidissima operazione neocoloniale: “Siamo noi –afferma con ciò l’Ambasciatore statunitense all’ONU, John Bolton- a decidere chi deve rappresentare l’America Latina in Consiglio di Sicurezza”. Come sempre. Che il Guatemala (leggasi Stati Uniti) sconfigga o no il Venezuela, le ragioni di un mondo multipolare emergono chiarissime e sono tutte dalla parte di Chávez. Fotografano lo spregio degli Stati Uniti per l’America Latina tutta, e la disposizione ad utilizzare ogni arma nella contesa più importante, quella del 3 di dicembre, le elezioni venezuelane, che riconfermeranno alla presidenza Hugo Chávez. “Secondo tutti i calcoli e i sondaggi indipendenti –ci rivela il Ministro della Cultura venezuelano, Francisco Sesto- il candidato dell’opposizione unita, Manuel Rosales, può al massimo aspirare alla metà dei voti sui quali conta Chávez”. Rosales può arrivare ad un terzo dei voti, forse qualche punto in più, ma ha già perso.
E a cosa serve un candidato perdente alle destre venezuelane e a quelle forze, Stati Uniti e Fondo Monetario Internazionale in testa, che con quelle destre ordirono il colpo di stato dell’11 aprile 2002? In America Latina può essere utile a molte cose. Fu utilissimo, per esempio, Luís Donaldo Colosio, il candidato perdente del PRI messicano, assassinato dai suoi a Tijuana nel 1994 e che lasciò il posto ad Ernesto Zedillo, che riuscì alla fine ad evitare l’arrivo alla Presidenza del candidato di sinistra, Cuauhtémoc Cárdenas. Più che un Rosales vivo e straperdente contro Chávez, segnalano da settimane molteplici fonti riservate, potrebbe essere un Rosales morto ammazzato –magari dopo sondaggi fittizi che gli diano speranze di vittoria- il cavallo ideale per debilitare Chávez e per lanciare una campagna mondiale che lo accomuni definitivamente ai paria del mondo e apra le porte a una balcanizzazione del Venezuela con l’aiuto colombiano.
Dal Messico del neofalangista Felipe Calderón (ben altra pasta rispetto al gerente della Coca-Cola Vicente Fox), arriva una lezione classica: il controllo degli apparati dello stato è chiave per evitare i brogli accertati delle destre, che hanno impedito ad Andrés Manuel López Obrador –e forse anche ad Ollanta Humala in Perú e Rafael Correa in Ecuador- di giungere alla Presidenza. Ma anche in Messico gli apparati sono un’entità cangiante. Carmen Lira, direttrice del quotidiano La Jornada, ci racconta il momento chiave di due mesi di protesta di milioni di messicani, scientificamente ignorati da una stampa internazionale che –in condizioni identiche ma opposte- tanto s’era commossa per gli arancioni di Kiev: “quando Vicente Fox ha dato ordine all’esercito di reprimere –e sarebbe stata un’altra Tlatelolco- è dimostrato che i vertici dell’esercito hanno chiesto al presidente di mettere per iscritto l’ordine. Quando questo si è negato, l’esercito, per la prima volta nella storia, si è rifiutato di obbedire”. Successe già in Venezuela nel golpe del 2002 che l’esercito si spaccasse e si schierasse con la Costituzione; molteplici segnali di lealtà giungono da altre forze armate nel continente, profondamente cambiate per appartenenza sociale dall’inverno neoliberale. Viene la reazione e sarà pesante. Ma forse la primavera latinoamericana ha già più fiori di quanto un inverno tardivo possa gelare.

29 commenti:

Anonimo ha detto...

Ovviamente la destra mondiale (a stelle e a strisce) non poteva stare a guardare la primavera latinoamericana senza reagire, come scrive Gennaro Carotenuto.
Il governo democratico di Evo Morales è in pericolo e a questo va tutta la mia solidarietà. Purtroppo la Bolivia è un piccolo e povero paese, niente a confronto dei giganti dell'imperialismo, ma speriamo comunque che "la primvera latinoamericana abbia già più fiori di quanto un inverno tardivo possa gelare".

"Por toda America soplan
vientos que non han de parar
hasta que entierren las sombras
no hay orden de descansar..."

A. ha detto...

ciao elio, ciao annalisa..
ho appena postato un'intervista che sono riuscito a fare ad alan woods ieri sera a milano. credo che ti possa interessare e per questo ti invito a leggerla.

Riporterò a breve anche il timore/paura, che condivido, di alcuni cittadini venezuelani che hanno assistito all’evento sul futuro prossimo del Venezuela in riferimento alle elezioni di dicembre.

ciao

Eliolibre ha detto...

Di chi sono i versi che hai riportato Annalisa?. Neruda?
Invito tutti a leggere sul sito di Antonio l'interviasta ad Alan Woods, è veramente molto interessante.
FACCIAMO CIRCOLARE QUESTE INFORMAZIONI!!!!!! L'Italia non può essere DISINFORMATA quotidianamente come sta avvenendo ora, le conseguenza sarebbero drammatiche. Se non si cambia siamo perduti!!!!

A. ha detto...

Ciao Elio,
oltre all'intervista volevo portare alla tua attenzione un altro post che ho appena scritto e si ricollega all'articolo di carotenuto che hai pubblicato.

Parlando con dei venezuelani mi hanno confermato le paure di gennaro. Leggilo e diffondilo perfavore, mi sembra fondamentale

Anonimo ha detto...

Ciao Elio, ciao Antonio.
I versi sono di un canzone degli Inti-Illimani che si chiama La segunda independencia.
Caro Antonio, ho avuto modo, anchese di corsa, dopo moltissimo tempo di entrare nel tuo sito, devo farti i miei complimenti, lo hai molto migliorato e curato anche nella grafica mi sembra. Ci tornerò subito per approfondire delle cose.
Saluti a tutti

Eliolibre ha detto...

Grazie Annalisa per la risposta.
Il sito di Antonio è veramente interessante ed i suoi timori non sono da sottovalutare. Ho sempre pensato con preoccupazione alla risposta degli Usa ai cambiamenti in atto in America Litana. E visti i precedenti....
Elio
(...se il mondo è galantuomo io son figlio di nessuno... Sergio Endrigo - La ballata dell'ex)

Salserodialbosaggia ha detto...

Gli scenari descritti sia da Gennaro Carotenuto, e successivamente anche da Antonio Pagliula nel suo ultimo post del suo blog "Vero Sudamerica" sono inquetanti, è chiara la solita regia Nordamericana difficilmente contrastabile anche perchè gli organi d'informazione nostrani non stanno facendo il loro lavoro, la solita censura quando si parla di atti non proprio cristallini da parte dei nostri alleati oltreoceano.
Il vostro lavoro è encomiabile continuate in questa direzione e spargiamo le notizie affinchè si venga a crare una nuova coscienza sociale da parte dei nostri connazionali.

A. ha detto...

Grazie Annalisa, grazie Salsero,
è proprio la posizione dei media italiani ed europei che delude e depista. Purtroppo l'informazione "libera" che dovrebbe controllare e vigilare sull'azione dei governi ha perso totalmente di significato. Prendiamo ad esempio La Repubblica: chi è un minimo informato sull'America Latina si può benissimo rendere conto delle fandonie e delle false verità che i vari inviati sul posto rendono ai lettori. Però chi invece legge il giornale per informarsi viene completamente tratto in inganno ed in errore. Lo scopo che dobbiamo avere noi blogger (forse l'unica categoria ancora indipendente) è impegnarsi nel far emergere la verità, impegnarsi affinchè sempre più gente si possa rendere conto della realtà sudamericana, e non solo credere ad alcuni giornalisti (venduti).

ciao

Eliolibre ha detto...

Salsero e Antonio, sapere che ci sono persone come voi che si impegnano per fare circolare le notizie che la stampa "democratica" censura, mi fa sentire meno solo. Dobbiamo moltiplicare i nostri sforzi e creare una specie di coordinamento che faccia circolare le notizie in tutti i luoghi possibili.
Salut
(...se il mondo è galantuomo io son figlio di nessuno... Sergio Endrigo - La ballata dell'ex)

Anonimo ha detto...

Elio,
mi commenti questo:

www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/10_Ottobre/21/cuba_internet.shtml

è tratto dalla stampa di regime ma tu commentalo lo stesso.
Mi interessa il tuo parere,
su Cubanite tempo fa asserivi con assoluta certezza che tutti i cubani a Cuba hanno accesso internet libero e a basso costo.

Sarebbe interessante anche che pubblicassi qui l'articolo in questione ma forse chiedo troppo!

Saluto rivoluzionariamente


Marco


.

Anonimo ha detto...

Il link completo è:

www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/10_Ottobre/21/cuba_internet.shtml


.

Anonimo ha detto...

Elio,non rispondere alle provocazioni,tentano di costruire un legame-distruttivo fra il blog di cubanite,questo blog,e quella specie di insulto all'intelligenza che,risulta essere il blog di pumario.Scrivi pure di Cuba e della sua capacita' di AMARE il prossimo,ma non su -commissione- in particolare di chi pensa di accedere al finanziamento di 80.mil. di dollari stanziati dagli USA per attivita' disinformativa verso la REVOLUCION.Un sincero -complimento- agli articoli trattati da questo Blog.

Anonimo ha detto...

Non credo che ne valga nemmeno la pena visto che l'articolo in questione è tratto da un'inchiesta di Reporter senza frontiere che ha ammesso pubblicamente di essere finanziata dalla CIA.

Eliolibre ha detto...

Ovviamente, senza nessun dubbio, seguirò il consiglio di Annalisa e dell'amico anonimo. Tanto più che oggi ho comunicato più volte con Cuba ed ho ricevuto molti messaggi da amici e parenti. Ci mancherebbe che dessi retta alla propaganda di chi viene pagato per disinformare.
Marco da Venezia, chi vuoi prendere per fesso? Questo è un blog di contro-informazione non per il classico italiano becero ed orgoglioso della sua ignoranza che abbiamo visto ieri sfogare le proprie frustrazioni in piazza con Berlusconi. E non è nemmeno il blog di Mario, certe provocazioni falle lì, quì non ci casca nessuno.

Anonimo ha detto...

E come al solito schivano il confronto con quello che non la canta come loro. Classico - da non stupirsi e/o scandalizzarsi.

Anonimo ha detto...

La primavera latinoamericana, purtroppo, è stata resa possibile dal fatto che gli imperialisti U.S.A. erano troppo impegnati in altri fronti (Afghanistan, Iraq).
Ora hanno capito che le cose laggiù si sono messe male e, in vista di un prossimo disimpegno, stanno nuovamente indirizzando il loro interesse verso i paesi latinoamericani. Di segnali in tal senso ce ne sono stati diversi negli ultimi tempi.
Ho l'impressione che l'orso ferito sia ciecamente assetato di vendetta e comincerà a sferrare colpi a destre e a manca molto presto.
Ma perchè il mondo si rassegna alla dittatura planetaria degli U.S.A? Possibile che così tante persone ancora considerino gli U.S.A. la "più grande democrazia del mondo"?

Anonimo ha detto...

Elio,
grazie comunque per la considerazione.
Ciò che mi hai scritto in(non) risposta era quello che esattamente mi aspettavo di leggere.

Chiedevo un commento sereno e di parte da chi vede Cuba come esempio di civiltà e democrazia.

Ho ricevuto solo rifiuto al confronto da chi vede la provocazione anche in un battito di ciglia.

Non per questo rinuncerò a leggere questo interessante blog fonte inesauribile di stimoli intellettuali per apprendere come non diventare.......


.

Anonimo ha detto...

Ho dimenticato una cosa,
nel tuo messaggio di risposta,Elio,dici che anche oggi hai "comunicato più volte con amici e parenti a Cuba ..e ricevuto messaggi".
Saresti così cortese da spiegare da dove i tuoi amici e parenti ti scrivono le email(è di questo che stiamo parlando vero..)se lo fanno da
casa,ufficio,internet point o da dove e con che costi.

Grazie per l'eventuale esaustiva risposta


.

Anonimo ha detto...

... non ti risponderà.

Salserodialbosaggia ha detto...

Marco di Venezia, oviamente qui siamo un po OT ma la mia risposta la puoi leggere sul blog del tuo amico Mario.
L'ho postato nel topic della Ferrari, visto che tu come dici hai li lanciato il primo sasso, e di seguito il buon Mario ha messo il topic del articolo del "Corsera"

Con questo concludo e ti direi di attenerti alle regole del blog e cioè di postare commenti sul argomento.

Non disdegno comunque di partecipare anche alle vostre discussioni per questione di etica e democrazia, questi valori non mi mancano anche se sostengo la rivoluzione dei barbudos.

Amicalmente Massimo

Eliolibre ha detto...

Penso di essere stato abbastanza chiaro sulle motivazioni per cui ho apertto questo blog e non ho intenzioni di ripetermi. E non ho nemmeno voglia di "cantarmela" con chicchessia. Se Marco da Venezia e il contro anonimo hanno voglia di cantarsela sanno quali siti frequentare. Non sicuramente questo che ha una missione ben più nobile che quella di innescare stupidi litigi tra opposte tifoserie. Questo blog continuerà la sua missione senza permettere a nessuno di farlo diventare altro. Se entrerà del "ruto" non esiterò ad usare i necessari attrezzi per la pulizia.
Ora vado a comunicare via internet con parenti ed amici cubani che accedono alla rete nella maniera che ritengono più opportuna (ho appena ricevuto una mail che mi ha fatto scompisciare dalle risa, la pubblico in fondo a questo commento). Anche perchè a Cuba l'accesso ad internet, che non è sicuramente la loro massima aspirazione, è più elevato rispetto agli altri paesi dell'area caraibica. Checche ne dicano gli stipendiati dalla Cia di Reporters sans frontieres.

Ecco la mail dell'amico cubano Pedro Vazquez:

viaje muy tranquilo

Buenos días señores pasajeros. Les habla el Comandante de esta nave... En estos momentos estamos a 9,000 metros de altura y sobrevolando la ciudad de... ¡¡¡OOOHHH, DIOS MÍO!!! ¡¡¡NOOOOOOO!!!

Los pasajeros, aterrorizados, escuchan un grito pavoroso, seguido de un ruido infernal* ¡¡¡¡NNNOOOOOOOO!!!!
Y luego, un silencio que se hace eterno...

Segundos después, el comandante vuelve a tomar el micrófono y, riéndose, pide disculpas a los pasajeros.

- Disculpen, señores pasajeros... Lo que ha pasado es que mi bandeja de comida, y mi taza de café me cayeron encima. No se imaginan cómo me quedó la parte delantera de mis pantalones...

Entonces, muy molesto, uno de los pasajeros le grita:
- ¡¡Hijo tu madre!! ¡¡Por qué no vienes y averiguas cómo quedó la parte trasera de los míos!!

...se il mondo è galantuomo io son figlio di nessuno... (Sergio Endrigo - La ballata dell'ex)

Anonimo ha detto...
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Eliolibre ha detto...

Marco da Venezia, non so come spiegarti che questo non è un blog per stupidi battibecchi e scontri tra diverse tifoserie. QUESTO BLOG VUOLE ESSERE UNO STRUMENTO PER DIFFONDERE LE NOTIZIE CHE I GRANDI MEZZI DI INFORMAZIONE IGNORANO PER PORTARE AVANTI IL LORO COMPITO DI ANNICHILIMENTO DELLE COSCENZE E FAVORIRE LE MIRE ESPANSIONISTICHE DELL'IMPERIALISMO. Qui si pubblicano notizie per coloro che intendono battersi contro la barbarie che sta distruggendo il pianeta, notizie che necessitano di essere portate a conoscenza del maggior numero di persone possibili. Se tu la pensi diversamente non capisco perchè frequenti questo blog. Certe stupide diatribe non mi interessano e l'ultima cosa che ho intenzione di fare è ribattere alle tue provocazioni, anche se non mi mancano gli argomenti. Ho abbandonato da tempo queste inutili e spesso incivili perdite di tempo. Per questo ho smesso di frequentare blog come quello di Pumario e di Cubanite. Non mi interessano le vostre stupidaggini. Per questo ho deciso di "ripulire" questo sito da interventi totalmente fuori luogo come il tuo che ha quale unico scopo quello di provocare. Questo sito non diventerà mai un contenitore di spazzatura come tu vorresti.
Adieu
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Anonimo ha detto...
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Eliolibre ha detto...

Marco da Venezia, la vuoi capire o no che quì non c'è posto per le provocazioni? E visto che dici di non offendere e mi chiami piccolo duce, "ripulisco" il blog dal tuo commento.
Salut
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Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

Questo è l'unico blog che io conosco ove vengono eliminati i commenti dei frequentatori.

Elio se non gradisci i commenti di chi non la pensa come te era meglio ti costruissi un sito senza commenti dove te la puoi suonare e cantare senza doverti confrontare con chi non è daccordo con te.

Beppe Grillo ha un blog tra i più frequentati al mondo e ricevemigliaia di commenti per ogni discussione,
mai si sogna di segare come fa Eliolibre.

Lo stesso Marco in Cubanite non censura nulla anche se ne avrebbe tutti i motivi.

E' tutto lì visibile e pubblicato.
Ai frequentatori è concessa la possibilità di commento e giudizio sui messaggi di tutti.


Elio qui è casa tua ma,
ripeto,
se ti infastidiscono i commenti non allineati che ti ostini a chiamare PROVOCAZIONI ma che sono solo posizioni diverse
elimina l'opzione commenti del blog così vai sul sicuro.

Saluti rivoluzionari


,

Eliolibre ha detto...

Marco, non fare il "Bobo" per favore! Hai capito benissimo e non ho più intenzioni di ripetermi. Nemmeno se mandi il tuo amico Gigio "a controllare". E non dirmi come dovrebbe esere il mio sito perchè non sarà nient'altro che quello che io voglio che sia e che ho ampiamente spiegato.
Polemica chiusa per favore!
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