Fidel Castro: Concetto di Rivoluzione

Revolución
Es sentido del momento histórico;
es cambiar todo lo que debe ser cambiado;
es igualdad y libertad plenas;
es ser tratado y tratar a los demás como seres humanos;
es emanciparnos por nosotros mismos y con nuestros propios esfuerzos;
es desafiar poderosas fuerzas dominantes dentro y fuera del ámbito social y nacional;
es defender valores en los que se cree al precio de cualquier sacrificio;
es modestia, desinterés, altruismo, solidaridad y heroísmo;
es luchar con audacia, inteligencia y realismo;
es no mentir jamás ni violar principios éticos;
es convicción profunda de que no existe fuerza en el mundo capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas.
Revolución es unidad, es independencia, es luchar por nuestros sueños de justicia para Cuba y para el mundo, que es la base de nuestro patriotismo, nuestro socialismo y nuestro internacionalismo.

Fidel Castro Ruz (1ro de mayo del 2000)

3.9.06

Poesia, Musica e Liberazione: Quintin Cabrera


Ho parlato spesso, è lo scopo di questo blog, dell’informazione cosiddetta democratica e della sua miopia. Della sua funzione al servizio dei potenti per indirizzare l’opinione pubblica all’accettazione delle loro logiche e alla martellante campagna denigratoria verso coloro, Paesi, popoli, movimenti o singoli individui, che si oppongono al degrado ed alla violenza distruttiva di quello che non può che essere definito l’Impero. Il condizionamento mediatico delle coscienze passa anche attraverso la diffusione massiccia di mode, tendenze culturali, musicali ed artistiche, provenienti in gran parte dagli Stati Uniti, che hanno la funzione di omologare i gusti e gli interessi delle persone al livello più basso possibile in modo da limitarne la capacità di critica al sistema dominante. Speculandoci pure alla grande con le industrie del settore. Come logica conseguenza di questa politica si ha una diffusione massiccia di “spazzatura” ed un puntuale oscuramento di personaggi che, per la loro statura ed onestà intellettuale, meriterebbero invece di essere fatti conoscere al grande pubblico. Personaggi magari anche premiati con un Nobel ma subito dimenticati, se non in alcune occasioni di comodo. Molte di queste personalità lavorano per indicare vie e percorsi per superare molti dei mali che affliggono la nostra epoca.
Per questo ho deciso di dedicare periodicamente un post a questi spesso semisconosciuti personaggi che con la loro opera danno un grande contributo alla cultura progressista. Voglio iniziare questo discorso parlandovi di Quintin Cabrera, poeta e cantautore uruguaiano che vive da molti anni in Spagna, in Catalogna prima e a Madrid poi.
Quintin Cabrera Beduchaud è nato a Montevideo il 25 Aprile 1944, figlio di Quintin Cabrera e Lydia Beduchaud, eredi da varie generazioni di famiglie di lavoratori. Fin da giovanissimo leggeva e diffondeva la stampa fedele al motto “Proletari di tutto il mondo unitevi”. Impegnato politicamente, fu cantautore e poeta ed uno dei massimi esponenti di quell’epoca di indimenticabili fermenti culturali e politici messi a tacere dall’affermarsi in tutto il Sudamerica di atroci dittature imposte dall’imperialismo Usa. Costretto a lasciare il suo Paese, atterrò all’aeroporto del Prat di Barcellona 35 anni fa con la sua chitarra in mano ed il cuore pieno di sentimenti da usare come armi per combattere la dittatura e le ingiustizie. Dopo una settimana già era in piazza con le organizzazioni clandestine che diedero inizio alle Comisiones Obreras, alternando la partecipazione alle manifestazioni con esibizioni insieme a Jordi Roura e frequentando la scuola di Rosa Sensat. Cantò per sostenere i lavoratori impegnati nei grandi scioperi organizzati in Catalogna e per raccogliere i fondi necessari a pagare la cauzione di coloro che vennero imprigionati. Sempre impegnato a sostenere tutti i popoli in lotta, dal Vietnam al Kurdistan, da Cuba al Salvador, e tutte le organizzazioni di sinistra in lotta, fa sorgere spontanea la domanda: Ci sarà qualche altro cantante che si sia impegnato tanto come Quintin Cabrera in atti di solidarietà?
Dopo le canzoni di lotta e la satira umoristica di quell’epoca di agitazioni, oggi, testardo ed onesto come sempre, continua a difendere le nobili “cause perse” cantando la libertà e la solidarietà e, sensibile e tenero, non si dimentica di cantare l’amore, l’amicizia, la malinconia e la gente.
Le sue canzoni provengono dal folklore che il suo Paese condivide con il sud del Brasile e parte dell’Argentina. Con il tempo ha subito le influenze maturate nei suoi tanti viaggi e dall’incontro con i musicisti con cui ha lavorato, guadagnando in complessità, sia dal lato poetico che da quello musicale. Il suo canto è una miscela di sensibilità e tenerezza, ribellione e sorriso, amicizia ed affetto, sempre in cerca della complicità di tutti coloro che credono che un mondo migliore è possibile. Tutte queste emozioni condivise hanno forgiato un artista che in ogni sua esibizione dal vivo e in ogni disco pubblicato, sembra far suo quel verso di Neruda che dice “Non temere, e non pensare. Dare per tornare a dare”. Un cantante che ha fatto suo il consiglio del suo primo maestro: “No hay que cantar mintiendo”. Ora che molti anni sono passati, continua ad essere quel ragazzo che un giorno partì da Montevideo con una chitarra in mano ed un cuore aperto alla meraviglia.

Di questo straordinario artista, snobbato anche dalla sinistra nostrana, scrivo la traduzione di una sua canzone dal titolo “Prontuario criminal”, a mio parere uno dei testi e una delle canzoni più belle che siano mai state scritte contro la guerra e l’imperialismo. Coloro che hanno la fortuna di ricevere Cubavision dal satellite, la possono vedere ed ascoltare in una bellissima versione eseguita con alcuni bravissimi musicisti cubani tra i quali, Chucho Valdès e il grande suonatore di tres (chitarra latina a tre corde) Pancho Amat. Molto bello anche il video che accompagna l’esecuzione dove le riprese degli artisti in sala di incisione si alternano a filmati e fumetti che descrivono in maniera inequivocabile la ferocia con cui l’Impero sta portando morte e disperazione in giro per il mondo. Cubavision la manda in onda quasi quotidianamente da oltre un anno. Se qualcuno volesse conoscere i dati per la ricezione di Cubavision dal satellite, me li può chiedere.
Quintin Cabrera è stato in Italia il 26-11-2005 presso la Camera del Lavoro di Milano per un Convegno Internazionale sull’America Latina. Il filmato dell’incontro è visibile sul sito di Arcoiris all’indirizzo: http://www.arcoiris.tv/ Consiglio a tutti di vederlo perché molto interessante, anche se purtroppo manca la traduzione in italiano.

PRONTUARIO CRIMINAL
(Quintin Cabrera, Pancho Amat y sus cabildo del son)
(Con la partecipacion de Chucho Valdes)


Desde los mismisimos dia
que como Pais nacieron
usurparon, masacraron
degollaron y agredieron

Comprando la democrazia
subyugaron y mentieron
ejecutaron, mataron
bombardearon, sometieron

Por eso y por mucho mas
lo que el yanqui necesita
es una aumentada dosis
de jarabe y vietnamita

Con sus leyes terroristas
al piel roja exterminaron
avasallaron, domaron
lincharon y doblegaron

Con todos los dictatores
urdieron, confabularon
enredaron, engañaron
traicionaron, conspiraron

Por eso y por mucho mas
lo que el yanqui necesita
es una aumentada dosis
de jarabe y vietnamita

Respetan solo al mercado
y sus leyes impusieron
dominaron, liquidaron
oprimieron, destruyeron

En nombre del Cristianismo
a tantos asesinaron
molieron, sacrificaron
manejaron, acabaron

Por eso y por mucho mas
lo que el yanqui necesita
es una aumentada dosis
de jarabe y vietnamita

Contra la libertàd
complotaron, maquinaron
intrigaron, maniobraron
tramaron, confabularon

Siguiendo la religion
del dollar, crucificaron
rebajaron, aplastaron
ahorcaron, nazificaron

Por eso y por mucho mas
lo que el yanqui necesita
es una aumentada dosis
de jarabe y vietnamita
de jarabe y vietnamita….
de jarabe y vietnamita….

Final:

Al yanqui dale una provadita

Messanger, requerdate

Oye Bush, toma una cucharita

Que se acabe el terorismo
y reine la tranquilidad

Hoyeloooooooooo

Abre la boquita, abre la boquita

Vaya que te voi hacer el avioncito
para que te vaya ahora mismo….


TRADUZIONE
(per quanto può valere una traduzione letterale)

Fin dai primi giorni
che come Paese sono nati
usurparono, massacrarono
sgozzarono e aggredirono

Comprando la democrazia
soggiogarano e mentirono
eseguirono, ammazzarono
bombardarono, sottomisero

Per questo e per molto di più
quello che gli Yankee hanno bisogno
è una maggiore dose
di arabi e vietnamiti

Con le loro leggi terroriste
il pellerossa sterminarono
sottomisero, domarono
linciarono ed obbligarono

Con tutti i dittatori
ordirono, confabularono
imbrogliarono, ingannarono
tradirono, cospirarono

Per questo e per molto di più
quello che gli Yankee hanno bisogno
è una maggiore dose
di arabi e vietnamiti

Rispettando solo il mercato
le sue leggi imposero
dominarono, liquidarono
oppressero, distrussero

In nome del Cristianesimo
tanti assassinarono
macinarono, sacrificarono
maneggiarono, sterminarono

Per questo e per molto più
quello che gli Yankee hanno bisogno
è una maggiore dose
di arabi e vietnamiti

Contro la libertà
complottarono, macchinarono
intrigarono, manovrarono
tramarono, confabularono

Seguendo la religione
del dollaro, crocifissero
ribassarono, schiacciarono
impiccarono, nazificarono

Per questo e per molto più
quello che gli Yankee hanno bisogno
è una maggiore dose
di arabi e vietnamiti
di arabi e vietnamiti….
di arabi e vietnamiti….

FINALE

Al Yankee dagli una piccola prova

Messaggero, ricordati....

Ascolta Bush, prenditi un cucchiaino (di tranquillante)

Che termini il terrorismo, e regni la tranquillità

Ascoltaloooooooo

Apri la boccuccia, apri la boccuccia

Vattene che vado a prepararti l’aeroplanino
perché te ne vada subito

Vedi filmato

9 commenti:

Anonimo ha detto...

io ho avuto l'enorme piacere di ascoltarlo in un pueblo dell'ayuntamiento di granada davanti a pochissime persone, si è fermato con me ha bevuto un bicchiere o due abbiamo parlottato in un italiano stentato...un personaggio incredibile
grazie per avermelo fatto ricordare
josep
omniasuntcommuniapq.splinder.com

Anonimo ha detto...

infatti alle masse è distinato lo squallido commercio consumista...la
prova è che infatti non lo conosco...
La qualità va ricercata e sempre più tutelata... fare il contrario delle masse significa essere già sulla buona strada...

Salserodialbosaggia ha detto...

Ciao Elio, potevo immaginare che era questa la canzone che cercavi, io c'è l'ho in versione da lui cantata ed è eccezionale.
Il testo non l'havevo a disposizione però è comprensibilissimo

Saluti

Massimo

Eliolibre ha detto...

Come ti invidio Joseph. Spero anch'io di poterlo incontrare prima o poi. Se qualcuno ha notizie quando è in giro per l'Italia mi farebbe cosa gradita a comunicarmelo. Non vorrei perdermi l'occasione.
Tu, che sei sicuramente sulla buona strada Tamburo, vai sul sito di Arcoiris e guardati l'intertvento di Quintin Cabrera che ho citato nel post. Vedrai ce ti sarà di aiuto per ulteriori passi avanti.
Salsero, il mio problema è che stavo aspettando il testo da Cuba, ma ancora non è arrivato. Mi interessa la partitura musicale, mi piacerebbe imparare questo brano e non ho il tempo di mettermi lì a trscrivere note ed accordi, anche perchè sono molti anni che non mi dedico più a scrivere musica.
Se qualcuno mi può essere d'aiuto è ben accetto. Ho cercato sul web sperando di trovare un suo sito ma portroppo sembra ne sia sprovvisto.

Salserodialbosaggia ha detto...

Elio, è una ricerca difficile purtroppo non posso aiutarti, ho provato anche con alcuni programmmi P2P ma nessun risultato per la partitura, ne per il testo trovo solo il brano

Anonimo ha detto...

Elio, il tuo bell'articolo è in sintonia col commento di Ry Cooder sull'insinuarsi dell'hip-hop a Cuba: "L'hip-hop, precursore delle multinazionali".
Bisogna sostenere voci fuori dalle major come Quintin Cabrera.
PAOLO

Eliolibre ha detto...

Grazie Salsero per l'interessamento, vedrò di contattare amici spagnoli e trovare il modo di entrare in contatto con Quintin Cabrera.
Ho letto del pensiero di Ry Cooder di cui parla Paolo. Sono d'accordo, basta leggere gli eventi e si scopre che questo è avvenuto puntualmente. Sono meno convinto che ciò possa accadere a Cuba. Loro possono farsi contaminare dal ritmo dell' hip-hop, ma non da quello che viene dietro. Non a caso è un Paese unico.

Anonimo ha detto...

Caro ELIO, se ogni tanto una POESIA CUBANA, facesse capolino in questo BLOG,l'anima potrebbe trovare uno spazio delle "carezze".Ovviamente con relativa traduzione.hasta siempre KALOS

Eliolibre ha detto...

Vedrò in futuro di fare tesoro del tuo consiglio Kalos.
Hasta luego