Fidel Castro: Concetto di Rivoluzione

Revolución
Es sentido del momento histórico;
es cambiar todo lo que debe ser cambiado;
es igualdad y libertad plenas;
es ser tratado y tratar a los demás como seres humanos;
es emanciparnos por nosotros mismos y con nuestros propios esfuerzos;
es desafiar poderosas fuerzas dominantes dentro y fuera del ámbito social y nacional;
es defender valores en los que se cree al precio de cualquier sacrificio;
es modestia, desinterés, altruismo, solidaridad y heroísmo;
es luchar con audacia, inteligencia y realismo;
es no mentir jamás ni violar principios éticos;
es convicción profunda de que no existe fuerza en el mundo capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas.
Revolución es unidad, es independencia, es luchar por nuestros sueños de justicia para Cuba y para el mundo, que es la base de nuestro patriotismo, nuestro socialismo y nuestro internacionalismo.

Fidel Castro Ruz (1ro de mayo del 2000)

15.9.06

Ma Israele è un paese democratico


Volevo scrivere qualcosa del genere, frutto di discussioni con alcuni amici, specialmente i radicali, che sostengono che Israele è l'unico paese democratico dell'area medio-orientale. Io ho sempre pensato che se questa è la democrazia.... Poi l'amico Gigi mi ha mandato questo interessante scritto.

Ma Israele è un paese democratico.
Israele proibisce ai cittadini arabi israeliani il ricongiungimento familiare, proibisce a decina di migliaia di palestinesi che hanno ottenuto una cittadinanza straniera di tornare nelle loro case, discrimina gli arabi israeliani sulle licenze edilizie, li esonera dal servizio militare, vietando loro di far parte di una istituzione cardine nella società israeliana, ma Israele è un paese democratico.
Israele viola numerosi diritti umani dei palestinesi nei territori occupati, da quello al lavoro, alla salute, all’istruzione, alla libertà di movimento, come dimostra il rapporto di Amnesty Internazional nel suo briefing del 2006 ( vedi Sopravvivere sotto assedio, edizioni Ega 2006), ma Israele è un paese democratico.
Israele occupa da 39 anni la Cisgiordania, Gaza (fino all’anno scorso), Gerusalemme Est, le Alture del Golan in Siria e le fattorie di Sheba in Libano, in spregio alla risoluzione 242 dell’Onu ; ha violato o ignorato tutte le risoluzioni dell’Onu sulla Palestina, più di quaranta, ma Israele è un paese democratico.
Israele ha espropriato le terre dei palestinesi per costruire decine di colonie per 450 mila ebrei, in modo illegale, contro gli obblighi che la Convenzione di Ginevra impone ai governi occupanti, ma Israele è un paese democratico.
Decine di migliaia di palestinesi, ogni giorno, stazionano per ore e ore davanti al 400 check point dell’esercito israeliano, sotto il sole, spesso invano, sempre umiliati, spesso rimandati indietro, comprese le persone che devono ricoverarsi in ospedale e le donne incinte, ma Israele è un paese democratico.
Diecimila palestinesi sono rinchiusi nelle carceri israeliane, compresi parlamentari, ministri, sindaci, minorenni, e la stragrande maggioranza sono in attesa di giudizio, senza accuse specifiche a carico, ma Israele è un paese democratico.
Dal settembre 2000 al 23 agosto 2006, 4224 palestinesi uccisi (le vittime israeliane 1041) di cui 700 bambini. Dopo il ritiro da Gaza (settembre 2005) uccisi 500 palestinesi e feriti 3.000, 150 case distrutte, come distrutti ponti, strade e centrali elettriche. In tutti i Territori palestinesi da tempo ormai è emergenza umanitaria, come denunciano i rappresentanti delle Nazioni Unite; il 70% dei palestinesi vive in povertà e praticamente di elemosina internazionale, ma Israele è un paese democratico.
Israele sta costruendo un muro alto 8 metri e lungo 750 km, per il 75% all’interno dei Territori palestinesi, deprivando i palestinesi di un altro 15% della poca terra loro rimasta, in spregio alla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja e di quella dell’Assemblea generale dell’Onu entrambe del luglio 2004, che condanna come illegale e lesiva dei diritti umani dei palestinesi la costruzione di questo muro e ne ordina la demolizione; i Territori palestinesi sono ormai una grande prigione a cielo aperto, chiusa per mare, per terra e per cielo, ma Israele è un paese democratico.
Israele ha il controllo totale delle acque e ne discrimina pesantemente la distribuzione, lasciando i palestinesi spesso senza acqua, mentre i coloni ne abbondano, perfino per le loro piscine; ai palestinesi 83 metri cubi di acqua annui, agli israeliani 333, ma Israele è un paese democratico.
Non passa giorno che tre o quattro palestinesi non siano uccisi nei bombardamenti quotidiani per terra, per mare e per cielo da parte dell’esercito israeliano, che case non siano distrutte, che ulivi non siano sradicati, campi devastati, nella totale indifferenza e acquiescenza della maggioranza degli israeliani, ma Israele è un paese democratico.
Nella guerra contro il Libano ha fatto uso massiccio di proiettili all’uranio impoverito e di migliaia di bombe a grappolo ( bombe che sganciano altre bombe che, se inesplose, si trasformano in mine), armi vietate dalle convenzioni internazionali, ma Israele è un paese democratico.

Gigifioravanti

P.s. Chi mi conosce sa che non sono antisemita; chi non mi conosce non confonda la critica con l’odio, non sposti il discorsi dall’oggetto- le cose in merito- al soggetto; cose analoghe e ancora più dure sostengono e dicono parecchi ebrei, israeliani e non.

9 commenti:

mirco ha detto...

Infatti si vede che pace ha portato la guerra.Vedi Afghanistan,Iraq,Sierra leone,ecc.ecc.

Anonimo ha detto...

Israele sta conoscendo una deriva che neppure Gideon Levy e David Grossman approvano, quando scrivono "solo la fine dell’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele può far cessare i conflitti". Ma chi li ascolta, oggi in Israele sono i militari a prendere le decisioni secondo la brutale logica: ciò che non si può ottenere con la forza lo si può ottenere con ancora più forza.
Paolo

PS scusa Elio non lo faccio mai, ma sul mio blog ho tradotto un articolo passato in sordina in Italia sulle bugie Usa a proposito del nucleare in Iran (moltiplicate dai vari forbice...)
www.paolomaccioni.it

Eliolibre ha detto...

Pumario, forse non hai letto bene. Qui non si parla di palestinesi, infatti nessuno dice che i palestinesi sono un paese democratico. Anche perchè non gli è concesso nemmeno di essere un paese. Quindi non c'è proprio niente da ribaltare. E ovviamente io, come Mirco Palmao, non salvo la guerra, che non mi sembra abbia mai portato la pace. La pace, persa con la guerra, ritorna solo dopo la fine della guerra. Mi pare!
Molto interessante l'articolo postato da Paolo sul suo blog. Dice la sacrosanta verità sul problema del nucleare iranaiano. Proprio per questo l'informazione "democratica" fa finta di non vedere.

Anonimo ha detto...

Se leggerai il mio blog, troverai un post di un paio di giorni fà che commentava la preseunzione di dichiararsi "democrazia" da parte di Israele.
Penso lo troverai interessante.

Eliolibre ha detto...

Sono perfettamente d'accordo su quanto hai scritto sul tuo blog, Carmelo. Se Israele è un paese democratico siamo messi bene....

Anonimo ha detto...

Che la PACE si possa costruire con una guerra mi sembra un'assurdità.
Che la democrazia sia un concetto oggi come oggi quanto mai vago e relativo è una realtà. La democrazia sempre più spesso camuffa (e pure male) autentiche dittature. E sotto la bandiera della democrazia sempre più spesso vengono compiuti autentici crimini contro l'umanità.
Saluti.

Eliolibre ha detto...

Mi trovi in piena sintonia con il tuo commento Annalisa. Il problema sta nel riuscire a far riflettere le moltitudini di persone che nel nostro vecchio continente sembrano interessate a cose ben più futili. Serve un'informazione seria e veramente libera dai condizionamenti dei potenti, altrimenti rischiamo veramente l'olocausto.

Eliolibre ha detto...

Pumario, a me sembra che tu stai confondendo la guerra con la lotta di liberazione. La Resistenza partigiana e l'intervento cubano in Angola sono ben diversi dall'entrata in guerra degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale. Non a caso, contrariamente ai Russi che hanno combattuto l'esercito nazi-fascista pagando un contributo di sangue con decine di milioni di morti, gli anglo-americani hanno seppellito le città europee sotto una pioggia di bombe che hanno causato tremende distruzioni e milioni di vittime tra i civili piuttosto che tra i soldati nemici. Per poi concludere con la bella idea di buttare l'atomica su Hiroshima e Nagasaki. Malgrado questo molti si ostinano a ringraziare gli americani per averci "liberati".
Quanto al paradiso cubano, questo lo hai sempre sostenuto tu, non io. Salvo poi fare un'improvviso cambiamento di rotta e passare dall'elogio incondizionato alla denigrazione più bieca. Scelte tue, ma perchè te la prendi perchè noi "ce la cantiamo"? Non è sempre necessario che si litighi anche se quì non sono mancate le voci di dissenso. Pensa che è passato l'Enrique....
Vorrei ricordarti che io non ti ho mai ritenuto un fascistello, anzi ho frequentato con interesse il tuo blog fino a quando non ho più condiviso il tuo "stravagante" e repentino cambio di rotta e, dopo avere motivato il mio dissenso, ho preferito astenermi dal partecipare a quello che era diventato un insopportabile scambio di insulti e volgarità. Così come ho fatto con Cubanite dove ci sono personaggi, quelli si fascistelli prezzolati, che con i loro insulti hanno ridotto il bel blog di Marco, dedicato a chi ha Cuba nel cuore, ad un sito dove la denigrazione del popolo cubano, della loro coltura, la loro storia e, a mio parere, la loro grande dignità nel resistere ai tentativi dell'Impero per sottometterli, sembra essere divenuto peggio dei siti anticstristi di Miami.
Della notizia secondo la quale Prodi avrebbe deciso di cessare l'embargo di armi alla Cina non me ne importa molto. Primo perchè la Cina è in quel campo perfettamente autosufficente e delle armi italiane non ne ha proprio bisogno, secondo perchè fare l'embargo ad un paese mi sembra ridicolo. Con quali criteri si dovrebbe decidere a chi vendere le armi e a chi no? Io sono invece per il completo disarmo, tirasassi compresi. A cominciare ovviamente da chi di armi ne possiede più da solo che tutto il resto del mondo messi insieme, e pretende di arrogarsi il diritto di disarmare gli altri. Mentre quotidianamente usa le più micidiali armi di distruzione di massa per portare la "democrazia" agli infedeli.....

Eliolibre ha detto...

Non devo scomodare la mia onestà intellettuale per risponderti, Mario. Reporters Sans Frontieres, è stato provato ed alla fine hanno dovuto ammetterlo pure loro, è una nota agenzia finanziata dalla Cia per denigrare il Governo cubano. Difatti il suo accanimento contro Cuba rasenta il ridicolo. Con tutto quanto succede nel mondo, loro si preoccupano quasi esclusivamente di scrivere sulle presunte violazioni cubane ai diritti umani. Ovviamente in modo molto parziale, senza mai riportare la realtà dei fatti e le accuse ma limitandosi alla più becera propaganda. Non a caso li pagano profumatamente per questo. Se fossero veramente imparziali troverebbero tanto di quel lavoro a Guantanamo che dovrebbe impegnarli giorno e notte, per non parlare delle prigioni Usa, dove l'1% della popolazione si trova in carcere contro lo 0,1% di Cuba, e di quelle segrete sparse in tutto il mondo. E pure dell'Italia, dove si viene incarcerati per uno spinello mentre i grandi ladroni che ci hanno ridotto ad essere un paese dove chi lavora onestamente non guadagna a sufficienza per vivere e le pensioni non bastano per campare una settimana, questi veri e propri delinquenti, anche le rare volte che i loro superavvocati non riesono a farli assolvere pagando giudici e quant'altro, quando vengono condannati si fanno una bella leggina ad hoc e nelle prigioni nemmeno ci mettono piede. Se tu non fossi accecato dall'odio verso la Cuba che fino a poco tempo fa osannavi in modo eccessivo, sapresti cogliere questa semplice realtà. E se vuoi approfondire quanto successo alla XIV Cumbre MNOAL di cui parlo nel successivo post, se sei intellettualmente onesto ti renderai conto che la realtà mondiale è un tantino diversa di come i giornalisti occidentali vogliono farci credere. Non a caso più sono incapaci e supini ai voleri di lor signori, più fanno carriera e vengono lautamente compensati, mentre i pochi giornalisti che sono rimasti a fare quello che questa professione richiede loro, trovano spazio solamente in quei pochi luoghi alternativi senza avere l'opportunità di parlare al grande pubblico. E' così che gira, caro Mario. Anche se sembra che qualcosa stia cambiando e per questo qualcuno si sta agitando in maniera scomposta.
Ciao.