MICHEL MARTONE, VICEMINISTRO PRODIGIO
Stasera su La 7 alla trasmissione In Onda, era presente il viceministro al Lavoro Michel Martone. Martone a guardarlo sembra Gramsci, ad ascoltarlo sembra il suo contrario. Questo rampollo di buona famiglia, suo padre è un noto magistrato, è passato alle cronache per aver bruciato le tappe, si è laureato alla Sapienza, è professore ordinario di Diritto del Lavoro, insegna all'Università di Teramo, alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione e alla Luiss di Roma, scrive su Il Riformista, Il Sole 24 Ore ed altre riviste, ha scritto libri sulla new economy e sul lavoro oltre ad innumerevoli altre attività elencate sul suo sito. Ora, a soli 38 anni, fa pure il viceministro.
Ascoltandolo parlare con aggressività ed osservando la sua faccia impassibile, si ha una sensazione di vuoto, di insofferenza verso una persona che da la sensazione di essere il risultato di un esperimento scientifico. Ed uno pensa che il nome Michel non sia dovuto al fatto di essere nato a Nizza ma piuttosto alla conseguenza di essere stato concepito con il preciso scopo di fare carriera, di diventare un leader. A me ricorda molto Bush figlio, nato per fare il Presidente degli Stati Uniti e che per fare contenti chi l'ha generato non poteva che diventare un ubriacone, con le conseguenze che tutto il mondo ha sperimentato.
Martone è aggressivo, parla in maniera convulsa e come va di moda di questi tempi non lascia spazio alla controparte, in questo caso il serafico ex segretario CGIL ed ora parlamentare europeo Sergio Cofferati, dice molte cose ma è difficile capire il senso del suo discorso, mette insieme luoghi comuni e nozionismi aridi e vuoti con l'intento di "far vedere" che la sa lunga. Ma questo "ragazzo prodigio" più lo ascolti più ti lascia perplesso ed invece che tentare di seguire il suo discorso contorto non puoi fare altro che cercare di chiederti perché il giovanotto stia buttando al vento la sua vita. A me la risposta è venuta ricordando una puntata delle Invasioni Barbariche in cui conobbi per la prima volta questo giovane carrierista che con il suo atteggiamento di sapientone stava promuovendo se stesso sostenendo che che l'Italia era un paese praticamente sparito dalla competizione internazionale perché a suo giudizio i giovani italiani ci impiegavano troppo a laurearsi e non erano in grado di competere con la concorrenza straniera. Ospite della trasmissione c'era Drupi, un ex idraulico diventato cantante che ebbe un discreto successo negli anni 70 con brani come Sereno è, Piccola e fragile, Sambariò, ecc. Il serafico ex idraulico, spaparanzato sulla poltrona, gli disse: Ma se a 50 anni starai ancora a correre come quando ne avevi 30, quando te la godi la vita?».
Ecco, a mio parere bruciare le tappe significa bruciare la vita! Poi se uno diventa Ministro, o anche solo vice, oltre la sua rischia di bruciare anche quella degli altri. A questo punto non ci resta che sperare in un governo di bamboccioni....
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