Oggi Aung San Suu Kyi, la birmana Premio Nobel per la pace, è stata rimessa in libertà dopo che venne incarcerata in occasione delle recenti elezioni. Quando una persona viene fatta uscire dal carcere c'è sempre di che rallegrarci, è ovvio, però prima di parlare di democrazia a sproposito conviene addentrarsi meglio nella questione. Un osservatore attento potrebbe scoprire delle vertità molto diverse da quelle fornite dai media che impazzano per la liberazione della ricca signora ma ignorano allegramente che le carceri di tutto il mondo sono piene di poveracci finiti dentro per motivi politici o per motivi molto meno pericolosi di quelli che hanno portato in carcere la presunta rappresentante della democrazia nella Birmania diventata Repubblica dell'Unione di Myanmar dopo che per decenni l'etnia dominante aveva imposto il nome di Birmania a tutte le minoranze etniche. Io non ho mai amato le giunte militari al potere, di qualunque colore siano, però ho imparato a diffidare dei nostri media che troppo spesso usano la parola democrazia a spropopsito ed al solo scopo di distinguere i "buoni" servitori degli interessi imperialisti dai "cattivi"oppositori che magari difendono la sovranità nazionale e la dignità dei loro popoli. A me non sfugge il fatto che troppo precipitosamente i nostri media hanno accostato la Premio Nobel nientemeno che a Nelson Mandela senza chiedersi quali veri interessi stiano dietro all'appoggio incondizionato ad Aung San Suu Kyi. Non ci dicono per esempio che il Myanmar galleggia su immnesi giacimenti di petrolio e di gas e che è questo l'unico vero motivo del sostegno incondizionato alla Premio Nobel ed ai monaci buddisti che si oppongono ai militari al potere ma che altri non sono che rappresentanti dell'imperialismo che vorrebbe riportare la Birmania sotto la propria influenza dopo che le guerre popolari guidate dal Partito Comunista Birmano, poi reso fuorilegge, liberarono il paese dall'occupazione giapponese e dal colonialismo britannico.
La storia della Birmania è molto complessa e non può assolutamente essere ristretta tra i militari al potere e la signora San Suu Kyi che altri non è che la rappresentate birmana degli interessi imperiali. Ed è proprio il fatto di difendere questi interessi che portò Aung San Suu Kyi a ricevere il Nobel per la Pace, un classico dell'istuzione svedese che con le sue avventuruose scelte sta diventando sempre meno credibile. Io penso che se questa "vittima" dovesse prendere il potere decine di migliaia di birmani, o molti di più, sparirebbero nel totale silenzio dei media "democratici". E' successo praticamente in tutte le parti del mondo a cui è stata "regalata" la nostra democrazia. Prima usavano le dittature militari fasciste, ora, visto che quelle non durano per sempre, sono passati a metodi più raffinati ma non meno crudeli. Vi ricorda niente l'Honduras, l'Iraq, l'Afganistan, la ex Jugoslavia e le innumerevoli "rivoluzioni" colorate, solo per citare i più noti?
Felicità per la liberazione di Aung San Suu Kyi, però non glorifichiamola, è solo la rappresentante dell'imperialismo non la rappresentante della democrazia birmana. Non cadiamo nelle trappole dei padroni del mondo, please, agli Usa non sta a cuore la democrazia, tutt'altro, a loro stanno a cuore esclusivamente le ricchezze dei paesi da "democratizzare", la democrazia è altro che farsi sottomettere dai grandi capitali e dai loro eserciti che distruggono paesi e popoli. Se prima l'impero imponeva le sue leggi con le dittature militari e fasciste, visto che quelle alla lunga non durano ora hanno cambiato strategia e ricorrono alle rivoluzioni colorate. Che cavolo c'entrano in Birmania le magliette a sostegno della Premio Nobel con scritte in inglese? E' spiacevole sostenerlo ma bisgna dire che per fortuna i militari birmani resistono all'aggressione dei grandi interessi imperiali! A me non piacciano i militari, sia chiaro, però meglio loro che i Marines e la finta democrazia....
4 commenti:
Non è un caso che la Sans Souci, tanto glorificata dalla nostra stampa, abbia avuto il Nobel perché sionisticamente corretta, come il Dalai Bilama, come Liu degli Alunni del Sole, che hanno in comune le frequentazioni della Casa Bianca. Quella che invece le Madri di Plaza de Mayo non frequenteranno mai perché sanno benissimo che è da là che è partito l'ordine per installare le dittature militari care alle multinazionali che hanno assassinato i loro figli. Ragione per cui non riceveranno mai il Nobel piegato ormai alle logiche del sionisticamente corretto.
Infatti Roberto, il Nobel è diventato un premio alla fedeltà all'imperialismo. Il prossimo lo daranno ad un Roberto? Non a te sicuramente, però magari a Saviano o a Baggio....
Difatti io un Nobel per meriti sionisticamente corretti lo rifiuterei.
Tu Roberto sono sicuro che lo rifiuteresti, gli altri temo proprio di no....
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