Fidel Castro: Concetto di Rivoluzione

Revolución
Es sentido del momento histórico;
es cambiar todo lo que debe ser cambiado;
es igualdad y libertad plenas;
es ser tratado y tratar a los demás como seres humanos;
es emanciparnos por nosotros mismos y con nuestros propios esfuerzos;
es desafiar poderosas fuerzas dominantes dentro y fuera del ámbito social y nacional;
es defender valores en los que se cree al precio de cualquier sacrificio;
es modestia, desinterés, altruismo, solidaridad y heroísmo;
es luchar con audacia, inteligencia y realismo;
es no mentir jamás ni violar principios éticos;
es convicción profunda de que no existe fuerza en el mundo capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas.
Revolución es unidad, es independencia, es luchar por nuestros sueños de justicia para Cuba y para el mundo, que es la base de nuestro patriotismo, nuestro socialismo y nuestro internacionalismo.

Fidel Castro Ruz (1ro de mayo del 2000)

4.2.10

C’ERA UNA VOLTA, FORSE DOMANI?



C’era una volta un grande partito di massa che rappresentava TUTTI i lavoratori e gli intellettuali che si riconoscevano in un progetto progressista volto a costruire una società più giusta, più libera e più umana. Una società che ripudiava le barbarie del capitalismo e dell’imperialismo e che vedeva nel sistema socialista la possibilità di costruire un mondo nuovo dove l’uomo, il suo ambiente e la qualità della vita fossero i veri interessi da perseguire. Quel partito si chiamava Partito Comunista Italiano ed era organizzato in Federazioni regionali, provinciali e Sezioni dislocate in tutto il territorio nazionale e sui posti di lavoro ed aveva un suo giornale, fondato da Antonio Gramsci e si chiamava, guarda caso, l’Unità. Questo era il NOSTRO giornale, il giornale d TUTTI, lavoratori, autonomi, intellettuali ed artisti che si riconoscevano in questo grande progetto collettivo.
Anch’io, seppure tendenzialmente refrattario e più incline al pensiero libertario ed all’agnosticismo, mi sentivo coinvolto in questo progetto che faceva sentire partecipi TUTTI. Certamente non mancarono errori, ma si riusciva sempre a superarli ed a trovare una sintesi che coinvolgeva tutti coloro che erano disposti a lottare per un mondo migliore ed a pagarne il prezzo, un prezzo che a volte si colorava di sangue. Questo partito seppe resistere a tutti i tentativi messi in atto dalle oligarchie nostrane ed internazionali, abilmente orchestrate dai servizi segreti dell’imperialismo per metterlo fuori gioco, e divenne il più grande partito comunista dell’occidente. Ogni tentativo di distruggerlo veniva abilmente smascherato e finiva sempre per ritorcersi contro coloro che lo mettevano in atto e più veniva aggredito più cresceva, al punto tale che finì per diventare addirittura il primo partito italiano. Sembrava che niente e nessuno avrebbe potuto fermare la sua crescita, nemmeno bombe e stragi messe in atto da vili criminali che non intendevano perdere il loro potere. Ma ad un osservatore attento non poteva sfuggire il pericolo che veniva dall’interno, un pericolo che aveva due facce, quella del RIFORMISMO e quella del MASSIMALISMO.
Poi venne l’improvvisa morte di Enrico Berlinguer, il dirigente più amato da tutti i progressisti, quello che pose con forza la QUESTIONE MORALE. E vennero gli anni ottanta, il craxismo e l’illusione che fossimo diventati tutti ricchi. Anche qualche dirigente del PCI cedette all’illusione, si cominciò a parlare di riformismo, nacque la corrente che più riformista non si può, la corrente MIGLIORISTA, uno dei fondatori fu l’attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, quello che manda le lettere di scuse alla famiglia Craxi per “la durezza” con cui venne giudicato il latitante di Hamammed e si dimentica di mandarle alle vere vittime dell’ingiustizia. La corrente Migliorista fu quella che vide tra le sue fila coloro che furono coinvolti nella grande abbuffata in atto nel paese, quella delle corruzioni senza precedenti nemmeno nel paese più corrotto dell’occidente. Poi, come se non bastasse, venne pure la caduta dell’Unione Sovietica a dare il colpo di grazia.
Anziché analizzare i fatti nella sua realtà, come si sarebbe fatto un decennio prima, i NUOVI DIRIGENTI RIFORMISTI preferirono cedere a soluzioni di comodo, credettero, o finsero di credere, che la caduta dell’URSS fosse dovuta alla sua insostenibilità politica ed economica. Anche qui un osservatore attento, anche grazie alle profonde analisi della questione sovietica che all’interno del PCI non erano certamente mancate, avrebbe potuto facilmente scoprire che proprio in quegli anni l’economia dei paesi socialisti godeva migliore salute di quella capitalista, alle prese quest’ultima, con una profonda crisi che si cercò di nascondere gonfiando a dismisura il debito pubblico. All’attento osservatore non poteva sfuggire che in realtà lo sgretolamento dell’URSS era dovuto al fatto che le mire di chi voleva mettere le mani sul più grande patrimonio pubblico del pianeta, coincidevano con quelle di chi all’interno della stessa Unione Sovietica perseguiva lo stesso fine. E come andarono realmente le cose lo dimostrarono i fatti, basta saperli leggere senza paraocchi. La caduta dell’Unione Sovietica avvenne a causa di un cambiamento “democratico” o fu un COLPO DI STATO? Fu o no bombardato il Parlamento sovietico? Chi divenne padrone delle immense ricchezze pubbliche dell’ex URSS dopo aver sfruttato l’incapacità di Gorbaciov di guidare il paese verso nuove mete e la spregiudicatezza di Eltsin, utile idiota ed ubriacone? Da dove venivano i nuovi dirigenti dell’ex superpotenza? Che faceva Putin prima di diventare Presidente della Russia? Com’è che anche lì iniziarono a comparire i Mc Donald’s e compagnia bella? La risposta è nel vento, direbbe qualcuno….
Ma come dicevo, i NUOVI DIRIGENTI del PCI che presero in mano le redini del partito, preferirono vedere un’altra realtà e riuscirono nell’impresa che non era riuscita nemmeno alla potentissima CIA, quella capace di determinare gli eventi in ogni angolo del pianeta, URSS compresa, e che solo con Cuba, Vietnam, Cina e PCI vide fallire i suoi progetti. I giovani dirigenti comunisti, allora si definivano tali i vari Veltroni, D’Alema, Occhetto, Fassino e compagni, cominciarono a pensare che un partito cosi radicato nelle masse e nel territorio era TROPPO PESANTE!!!!!! In realtà pesante lo era, ma solo per il fatto che un partito così strutturato, democratico e radicato tra la gente e nel territorio, intralciava i loro progetti di potere. Infatti cominciarono a snellirlo fino a farlo scomparire e trascinarono buona parte dei militanti, quelli che non si resero conto di ciò che stava succedendo e quelli che credevano che pur di BATTERE IL NEMICO andava bene tutto, in un progetto che invertiva letteralmente gli obiettivi dell’ormai ex PCI. Un immenso patrimonio storico di lotte e di conquiste venne gettato dalla finestra per non farlo rientrare più. Ed il nemico non era più lo stesso, non era più il capitalismo, il nemico prese il volto di un imprenditore corrotto e corruttore, politicamente insignificante ma che, insieme ad uno sfaccendato e ridicolo scansafatiche del varesotto, venne convenientemente sopravvalutato per indicarlo come un pericolo per la “democrazia”. E lo sopravvalutarono a tal punto che finì per diventarlo veramente! La mente dei dirigenti di quello che era rimasto del partito si annebbiò tanto da far sì che di colpo il socialismo diventò improponibile. Fatti i dovuti abiuri si decise che il capitalismo era l’unico sistema possibile, andava solo migliorato ed era a questo che loro stavano lavorando in alleanza con le forze illuminate del capitalismo nostrano ed internazionale. Ma non si fermarono qui, decisero addirittura che l’aggressione imperialista era lo strumento ideale per portare la “pace nel mondo”. Non a caso fu il primo governo di “sinistra” quello che per la prima volta nel dopoguerra trascinò l’Italia in un’impresa bellica. Per “portare la pace” nella disgraziata ex Jugoslavia straziata dal disastro perpetrato da chi pianificò la sua disintegrazione, si decise di partecipare ad un’aggressione violenta con l’utilizzo di armi di distruzione di massa per bombardare città, villaggi ed inermi cittadini di quel paese che fino alla caduta del comunismo insegnò al mondo come si poteva vivere in pace ed armonia malgrado le diversità etniche e religiose.
Fu così che il più grande partito comunista dell’occidente, speranza e faro per milioni di persone che credevano nella possibilità di un futuro migliore e più giusto, venne distrutto dai suoi stessi dirigenti e da coloro che pensarono di approfittare della situazione per soddisfare la loro sete di potere. Iniziò una disastrosa rincorsa a fare affari, a coltivare il proprio orticello, a conquistare posti di potere, a spartirsi poltrone e visibilità mediatica dimenticandosi completamente di milioni e milioni di esseri umani che per decenni lottarono duramente per realizzare un SOGNO COMUNE. Come conseguenza i lavoratori si trovarono abbandonati a se stessi e videro sfumare giorno dopo giorno le conquiste conseguite a duro prezzo in tanti anni di lotte, i giovani vennero lasciati in balia degli eventi e degli illusionisti, molti di loro ora vestono giacca e cravatta, sognano ville e Mercedes, odiano chi porta turbanti o cose simili, i negri ed i comunisti credendoli i responsabili dei loro sogni infranti anziché rendersi conto che sono vittime di illusioni di massa artatamente diffuse da chi sa approfittare della loro assoluta mancanza di coscienza politica.
E addio anche al NOSTRO giornale, ora l’Unità non è più di NESSUNO, anzi, ha un padrone e risponde solo a lui. Intanto i giornalisti che si oppongono al berlusconismo trionfante e devastante fanno a gara a fondare il LORO giornale personale. Dopo il “vecchio” Manifesto fondato dagli epurati degli anni 70, ogni “penna” minimamente decente si è fatto il SUO giornale personale. Piero Sansonetti ha fondato L’altro ma avrebbe fatto meglio a chiamarlo Il mio, visto che lo legge solo lui; Paolo Flores D’Arcais ha il SUO Micro Mega; Marco Travaglio e soci il LORO Fatto Quotidiano, Giulietto Chiesa il SUO progetto chiamato Megachip, Massimo D’Alema e Giuliano Amato il LORO Italiani-europei, e potrei continuare a lungo ma mi fermo per evitare imprecisioni visto che non seguo queste lodevoli ma inefficaci avventure senza futuro. Segnalo solo che non vanno dimenticate nemmeno le performances letterarie. Come quelle di Gianpaolo Pansa, passato dagli scontri televisivi al limite dello scontro fisico con i vari dissidenti alla Giuliano Ferrara, il re dei voltagabbana, alla denigrazione dei partigiani ed alla difesa del sangue dei fascisti vittime della loro disumana violenza e vinti dalla storia. O quella di Ferdinando Adornato, che dalla sinistra comunista ingraiana è passato, dopo avere scritto il suo capolavoro non a caso titolato “Oltre la sinistra” e successiva sequenza di fallimenti, alla corte di Berlusconi che prima sfrutta abilmente la situazione e lo annovera alla schiera dei suoi portavoce e poi, capita la sua inconsistenza, lo abbandona a se stesso. Anche qui la lista è lunghissima ma la risparmio per evitare il tormento a chi legge.
E quelli che si opposero ai riformisti che liquidarono il PCI? Solo due emblematici esempi. Fausto Bertinotti, convinto massimalista, rifiuta la svolta di Occhetto e diventa segretario di Rifondazione Comunista. All’inizio ottiene molti consensi poi entra nel primo Governo Prodi che vede per la prima volta dei comunisti al governo, ma lui lo fa presto cadere, Rifondazione si spezza in due e la sua leadership è messa in discussione. Nel suo secondo Governo, Prodi lo mette in condizioni di non nuocere affidandogli la Presidenza della Camera. Lui prende la cosa molto sul serio, al punto di finire in conflitto con se stesso, Dopo aver sostenuto di credere che la proprietà privata andasse abolita, dichiarò che la parola comunista era impronunciabile. Che il segretario di un partito comunista dichiarasse impronunciabile la parola comunista non è mai successo in nessuna parte ed in nessuna epoca, poteva succedere solo nell’Italia dei nostri tempi. La confusione generata dal nostro fece si che, seppure la sinistra alternativa al PD si presentasse unita, nelle elezioni politiche del 2008 non riuscì a far eleggere nemmeno un parlamentare. Dopo il disastro elettorale Bertinotti si assume le sue “responsabilità” e si dimette da ogni incarico per diventare un “semplice militante”. Finalmente uno che se ne và! Almeno a parole, perché nel frattempo si è dato da fare per dare vita al SUO giornale, la rivista “Alternative per il socialismo”. Tanto per tenersi in gioco….
Altro caso emblematico, quello di “Tex” Willer Bordon. Sindaco comunista del suo paese natale diventa poi parlamentare PCI e PDS, prima di dedicarsi alla ricerca di un suo glorioso futuro. Da dirigente comunista pensa di iscriversi contemporaneamente al Partito Radicale poi, con il sopracitato Adornato e l’infelice Mariotto Segni, fonda Alleanza Democratica, un fallimento rapido ed assoluto. Per i suoi straordinari meriti Massimo D’Alema lo promuove Ministro del suo Governo, caduto il quale viene confermato Ministro anche del Governo Amato che seguì. Finita questa esperienza il nostro Tex lascia il PDS e segue Di Pietro nell’Italia dei Valori, poi fa parte de I Democratici che finiscono per confluire nella Margherita. Quando la Margherita ed i DS danno vita al Partito Democratico lui per protesta fonda l’Unione Democratica che dopo pochi mesi confluisce con i Liberal Democratici di Lamberto Dini. Un bell’’esempio di lucidità e coerenza politica, non c’è che dire! Infatti il 16 gennaio del 2008, data del suo compleanno, si dimette da senatore sostenendo che “ il mio non è un atto di rassegnazione, ne tantomeno un gesto aventiniano, ma un atto forte di testimonianza di chi sente il dovere di difendere le istituzioni dalla deriva di sfiducia che investe la classe politica”. Più faccia tosta di così…. In realtà è che ha combinato tanto di quei casini che nessuno lo cagava più nemmeno nel parlamento più ridicolo e voltagabbana della storia.
Chiudo l’elenco, che per essere trattato a dovere avrebbe bisogno di migliaia di pagine, con Sandro Bondi. Chiamato ravanello perché “rosso fuori e bianco dentro”, Bondi è un cattolico che fin da giovane milita nella Federazione Giovanile Comunista Italiana e diventa Segretario della Lunigiana. Nel 1990 è sindaco comunista di Fivizzano, suo paese natale, ma la sua giunta viene rovesciata dai socialisti che si alleano con la Democrazia Cristiana. Lui invece di prendersela con chi gli ha voltato le spalle decide di voltare le sue al PCI e dopo poco lo si trova tra le file berlusconiane dove ovviamente viene premiato per il coraggio e la coerenza dimostrati. Da portavoce di Berlusconi, a Ministro dei Beni Culturali il passo è breve, chi meglio di lui può far parte di un governo formato da avvocati del premier, zoccole e facce toste? La sua infinita abnegazione a difendere le cause del cavaliere è nota a tutti tanto riesce ad essere ridicolo nella sua ostinata difesa dell’indifendibile, Chissà quante buone facce a cattivo gioco gli toccherà fare prima di essere relegato tra le schiere degli inservibili….
E dove sono finiti gli intellettuali e gli artisti che si riconoscevano in quel grande progetto di TUTTI affondato dai dirigenti politici? In gran parte anche loro, vista la mala parata, sono rimasti alla finestra a vedere che succedeva prima di rifluire nel privato a coltivare il proprio conto in banca e, salvo pochi casi, non hanno più aperto bocca per paura di rovinarsi la carriera. Ma lasciamo perdere, attori, attrici, cantanti, salottieri e ballerine, sarebbe troppo lungo raccontarne le gesta, vediamo invece alcuni di quelli che sono diventati popolari grazie alla televisione, soprattutto la Terza Rete, quella che in qualche maniera sentivamo NOSTRA. Anche qui si ripete quanto successo con la carta stampata, ognuno PER SE’. Santoro per la sua strada con il SUO Anno zero; Giovanni Flores per i fatti suoi con il SUO Ballarò; Serena Dandini con il SUO pur pregevole Parla con me, segue un suo percorso individuale; che dire di Gad Lerner che da La7 si perde in vibranti masturbazioni mentali con il SUO L’infedele? TUTTI SPARSI DISORDINATAMENTE, ognuno in difesa di se stesso SENZA UNO STRACCIO DI PROGETTO COMUNE!!!!!!!!
Questi pochi esempi servono a far capire il perché la sinistra è finita in merda, e senza possibilità di rinascita se non ci si rende conto che piuttosto che prendersela con Berlusconi, che finirà presto vittima di se stesso e delle sue esagerate manie di potere, sarebbe il caso di contestare in ogni luogo e con ogni mezzo i responsabili della distruzione delle nostre lotte, dei nostri sacrifici e dei nostri sogni. E non sarà l’attuale SINISTRA ALTERNATIVA a ridarci la speranza di poter uscire dal tunnel in cui ci hanno cacciato. Anche in quell’area il caos è totale, una infinità di partiti e di movimenti l’un contro l’altro armati per cercare di sopravvivere ognuno ai danni dell’altro, malgrado dicano tutti di volere l’unità dei comunisti. Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Sinistra e Libertà, Sinistra critica, Partito Comunista del Lavoratori, Comunisti-Sinistra popolare e non so quanti altri, meno noti ma sicuramente numerosi. Per non dimenticare le migliaia di Associazioni, ognuna con un SUO progetto da difendere, dai bambini del Biafra alle vittime di Chernobyl, dall’ecologia ambientalista all’ecologia della mente, e via andare. Poi le varie Fondazioni, Leghe, Unioni, Corporazioni e chi ne ha più ne metta.
Quello che salta all’occhio è che ormai ognuno agisce a nome personale, TUTTI IN ORDINE SPARSO a difendere il proprio posticino con il proprio giornalino, con la propria canzoncina, con il proprio spettacolino, nella propria associazioncina, con il proprio partitino ma con l’assoluta mancanza di UN PROGETTO COMUNE che unisca tutti quelli che vogliono veramente combattere le cause che annichiliscono la nostra società. Una società polverizzata senza nemmeno un accenno, salvo poche eccezioni, a quelli che sono i veri responsabili delle tragedie che ognuno dice di voler combattere. Ma sono veramente così stupidi da non rendersene conto oppure fingono di non capire che è IL SISTEMA che genera tutti questi orrori? A che serve prendersela con un papa se morto quello se ne fa subito un altro? A che serve prendersela con chi caccia le balene in estinzione se è il sistema capitalista che crea questi orrori? Condannati quei responsabili ne arrivano subito degli altri. Lo stesso vale per i politici, tolto Bush arriva Obama, bello, elegante, affascinante oratore, peccato che faccia tanto male almeno quanto ne ha fatto Bush…. Per non parlare di Berlusconi, è stato più volte sconfitto, ma chi ne ha preso il posto ha continuato ad infierire sui più deboli, magari meno sfacciatamente, ma ha continuato l’opera demolitrice perché IL SISTEMA ERA SEMPRE LO STESSO, INGIUSTO! Facciamo pure che la statuina arrivata sul suo muso non a caso al momento giusto per salvargli la faccia, lo avesse invece definitivamente tolto di torno, che cosa sarebbe cambiato? Il sistema avrebbe trovato immediatamente il suo successore e non sarebbe cambiato niente. Morto un papa….
E qui mi fermo, lascio a chi legge trarre le proprie conclusioni, solo alcune ovvie raccomandazioni: lasciamo perdere chi si finge difensore dei deboli ma che in realtà non fa altro che coltivare il proprio orticello per miseri interessi personali, torniamo piuttosto a quell’UNITA’ PERDUTA, quel PROGETTO COMUNE che sappia individuare con chiarezza quelli che sono i VERI MOSTRI da combattere. Solo un grande partito, o altro nome se la parola partito suona indigesta, che sappia individuare nel CAPITALISMO e nell’IMPERIALISMO le vere cause delle immani sofferenze inflitte all’umanità potrà riuscire a sovvertire la tendenza alla devastazione planetaria. Solo il SOCIALISMO potrà salvare l’uomo e l’ambiente in cui vive dalla distruzione in atto. Ovviamente non un socialismo monolitico ma un sistema sociale che faccia tesoro delle esperienze passate e che sappia trarre lezione dagli errori commessi e sappia radicarsi nelle culture dei vari popoli. Insomma UN RITORNO AL FUTURO.
Perché IL FUTURO DELL’UOMO SARA’ SOCIALISTA O NON SARA’.

P.S.
Ho scritto questo per far capire che questo blog, seppure colpevolmente trascurato dal sottoscritto, non ha perso il lume della ragione e continuerà ed essere una spina nel fianco per tutti i cialtroni che intendono ingannarci per perseguire i loro vili progetti di dominio sugli altri uomini, anche quelli che continuano a gabellarci dicendosi di sinistra ma che perseguono obiettivi ben diversi da quelli che una vera sinistra dovrebbe perseguire.
L’aver messo la foto di Fidel Castro in testa a questo blog ha fatto arrossire parecchi suoi lettori (alcuni si sono addirittura arrabbiati), quelli che credono alle balle dei finti progressisti che vorrebbero far credere che il lider della Revoluciòn sia un pericoloso dittatore e continuano a definire gli Stati Uniti d’America come “la più grande democrazia” fingendo di non sapere che quella “grande democrazia” è responsabile di crimini inauditi contro l’umanità, crimini iniziati lo stesso giorno in cui sono nati e che continuano impunemente giorno dopo giorno.
Perciò chiudo con il concetto di Rivoluzione che Fidel Castro ha espresso durante un suo memorabile discorso in Plaza de la Revoluciòn il Primo Maggio 2000 davanti a milioni di cubani. Ovviamente lo scrivo in spagnolo, perché tradurlo significherebbe tradirlo.

Revolución

Es sentido del momento histórico;
es cambiar todo lo que debe ser cambiado;
es igualdad y libertad plenas;
es ser tratado y tratar a los demás como seres humanos;
es emanciparnos por nosotros mismos y con nuestros propios esfuerzos;
es desafiar poderosas fuerzas dominantes dentro y fuera del ámbito social y nacional;
es defender valores en los que se cree al precio de cualquier sacrificio;
es modestia, desinterés, altruismo, solidaridad y heroísmo;
es luchar con audacia, inteligencia y realismo;
es no mentir jamás ni violar principios éticos;
es convicción profunda de que no existe fuerza en el mundo capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas.
Revolución es unidad, es independencia, es luchar por nuestros sueños de justicia para Cuba y para el mundo, que es la base de nuestro patriotismo, nuestro socialismo y nuestro internacionalismo.

Fidel Castro Ruz (1ro de mayo del 2000)

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Elio, studia e poi puoi pensare di fare il polittologo

Da quel momento in poi è un susseguirsi di viaggi che però non saldano i rapporti tra comunisti cubani e comunisti italiani: Luigi Pintor nel 1963, Pietro Ingrao nel 1964, poi Ugo Pecchioli, Giuseppe Chiarante e Rossana Rossanda, per citare solo alcuni dei protagonisti di quelle relazioni. A prevalere sono più i dissensi e le diffidenze che i punti di convergenza, malgrado in quegli anni fosse presente a L’Avana, come corrispondente dell’Unità, Saverio Tutino che informava stabilmente, sia sul quotidiano del Pci sia sul settimanale Rinascita, sugli avvenimenti che accadevano a Cuba e nel resto dell’America Latina. La curiosità del Pci verso Cuba si affievolisce del tutto via via che la rivoluzione a L’Avana si istituzionalizza e per sopravvivere viene a più miti consigli con Mosca. Il viaggio di Berlinguer del 1981, da questo punto di vista, è un episodio isolato. Forse Cuba e il Pci parlavano due linguaggi politici differenti. Lo stesso Pappagallo, autore del libro, sembra avvalorare tale ipotesi.

Leggi bene questo libro, poi ne parliamo.
LIBRI. Un documentato libro di Onofrio Pappagallo ricostruisce le relazioni bilaterali tra comunisti italiani e cubani dal 1959 al 1965.

Eliolibre ha detto...

Anonimo ignorante, prima di dire agli altri di studiare faresti bene a farlo tu. Magari impari che non esiste la parola POLITTOLOGO....
Potevi pure evitarti tutto questo bla, bla, bla.... quello che ho scritto non riguarda i rapporti tra PCI e Cuba, mi pare. Ma hai più volte dimostrato che hai grossi problemi di lettura. Se lasci da parte il tuo odio anticubano magari puoi migliorare....
E ricordati che a me la storia non me la deve insegnare nessun Papagallo, almeno quella che ho vissuto in prima persona.
Adieu

laqualunque ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Eliolibre ha detto...

Poi ti lamenti se ti cestino! Se non vuoi farti visitare dallo psichiatra, fai tu, basta che la smetti di insudiciare il blog con la tua presenza indesiderata. Da ora non ti degnerò nemmeno di una risposta, finirai direttamente nel cestino, il tempo è prezioso e non intendo perderlo con uno psicopatico.
Bye

Tito Brocovich ha detto...

Anch' io credo signor Elio che la sua disamina, sia molto personale - ma non è un analisi storica e realistica- Lei dimentica i vari passaggi di Enrico Berlinguer, che si concludono con lo "strappo" del 1976. Dimentica l' attentato del 1973, subito da Berlinguer in Bulgaria, subito dopo, la dichiarazione di una politica diversa e di dialogo con altre forze politiche, oltre i socialisti, anche con la democrazia cristiana. La scomposizione, e la divisione odierna dei partiti comunisti, sono il risultato di una sconfitta storica e popolare, che il genio politico di Enrico Berlinguer, aveva previsto già nel lontano 1973.

Le allego un sunto del famoso discorso del congresso PCUS nel 1976, ricordato da tutti come lo Strappo.
Nel corso del proprio intervento al XXV Congresso del Pcus, il segretario del Pci Enrico Berlinguer, mentre l'assemblea mormora stupita, dichiara: «Noi ci battiamo per una società socialista che sia il momento più alto dello sviluppo di tutte le conquiste democratiche e garantisca il rispetto di tutte le libertà individuali e collettive [...]. Pensiamo che in Italia si possa e si debba non solo avanzare verso il socialismo ma anche costruire la società socialista col contributo di forze politiche, di organizzazioni, di partiti diversi; e che la classe operaia possa e debba affermare la sua funzione storica in un sistema pluralistico e democratico».

Credo che poi, la sua spinta, verso un archeo-ideologia, comunista come quella Cubana, sia oltremodo, lontana nella storia del partito comunista italiano. Come le è stato consigliato, si legga il libro del Prof. Papagallo, che spiega molto bene, le diversità e la poca amicizia tra i due partiti comunisti.

Eliolibre ha detto...

Tito Brocovich, se vuoi discutere dei temi che ho trattato sei il benvenuto, sappi però che questo è un sito nato proprio per essere alternativo alla pseudo-informazione che vuole nascondere la realtà tremenda in cui viviamo e cerca di scambiare vittime con carnefici per semplice tornaconto personale e dei padroni dei media (e di altro….). Tra le altre cose qui non è gradito l'anonimato, chi vuole veramente e con onestà dare il proprio contributo per trovare vie d'uscita alla triste situazione in cui ci hanno cacciato non si nasconde dietro pseudonimi ma lo fa a viso aperto come tutti gli amici di questo blog.
Che il mio scritto sia una “disamina molto personale” è indiscutibile, infatti scrivo solo per amore verso l’umanità e l’ambiente in cui viviamo, in vita mia non ho mai scritto una riga che abbia fini di lucro o risponda ad interessi di chicchessia.
Che dimentichi “i vari passaggi di Enrico Berlinguer” è innegabile, infatti quanto scritto si riferisce ai dirigenti che sono succeduti a Berlinguer (del quale sono sempre stato un ammiratore, seppure non senza qualche critica verso il suo operato), e che HANNO LIQUIDATO il PCI per i motivi che ho chiaramente descritto. E mi sembra pure di aver accennato alle profonde analisi della questione sovietica.
Quanto al discorso tenuto al Congresso del PCUS, lo lessi attentamente il giorno dopo, della parte che trascrivi sarebbe il caso di riflettere sul fatto “che la classe operaia possa e debba affermare la sua funzione storica in un sistema pluralistico e democratico”. L’interpretazione di quella frase probabilmente è stata travisata, Berlinguer con questo NON INTENDEVA LIQUIDARE il PCI come hanno fatto i suoi successori…. Forse le cause della “sconfitta storica e popolare” andrebbero cercate nella insensatezza ed avidità di potere dei nuovi dirigenti, come sostengo nel mio scritto.
Quanto all’infelice frase sulla mia “spinta, verso un archeo-ideologia, comunista come quella Cubana, sia oltremodo, lontana nella storia del partito comunista italiano”, meglio lasciar perdere, denota la solita tendenza a farsi influenzare dai più volgari luoghi comuni. Cosa c’entra Cuba con le questioni che ho posto? Non ho mai pensato, e l’ho pure scritto in questo post, che in Italia si possa fare il socialismo come a Cuba e viceversa, ogni paese ha la sua storia e la sua cultura, ignorarle sarebbe un grossolano ed incorreggibile errore. Un vero peccato questa caduta di tono, l’idiota dal cervello imbottito di stupida propaganda anticubana che ha scritto sopra e che ora mi accusa addirittura di avere manipolato il suo scritto, non merita di essere emulato ( a buon intenditor….).
Finisco ricordandoti che la storia del PCI il sottoscritto la conosce benissimo avendola vissuta in prima persona ed aver partecipato a costruirla, se tu vuoi leggiti pure i Pappagalli che credi, a me bastano i mie indelebili ricordi.
Salut

Matteo ha detto...

Questa gente come D'Alema, Fassino, Veltroni ecc. hanno svenduto la sinistra, mostrando tra l'altro anche una totale mancanza di lungimiranza. Possiamo dire che questa crisi è la riprova di quello che diceva Marx un secolo e mezzo fa quando parlava delle crisi periodiche del capitalismo. La deriva del PCI verso posizioni liberali bisogna inserirla nel quadro complessivo della Restaurazione di cui Reagan e la Thatcher furono i maggiori rappresentanti politici alimentando l'illusione che il capitalismo fosse diventato immune da crisi e ci potesse essere una crescita illimitata. Lasciami dire che Marx seppe analizzare con grande anticipo la nostra epoca molto meglio di quanto facciano certi economisti che fino a poco tempo fa ci parlavano entusiasticamente di derivati ed “edge found”. Tutte le previsioni di Marx si sono avverate, tranne forse nei tempi, egli pensava che il comunismo sarebbe arrivato molto prima, ma nelle linee fondamentali l'impianto del marxismo riesce ancora a tenere testa a quelle “dure repliche della storia” che invece hanno già reso il liberismo “un cadavere che cammina”. I socialdemocratici volevano proporre una via mediana tra comunismo e liberismo e sono finiti miseramente perché come aveva detto Lenin, non c'è alternativa tra socialismo e capitalismo perché due sono le classi che si contendono l'egemonia e due sono le soluzioni possibili. I liberisti, smaltita la sbornia thatcheriana, si ritrovano a tentare questo patetico voltafaccia, puntando il dito contro quelle stesse soluzioni che loro hanno sempre sostenuto. Penso che siamo in un periodo di decadenza e come in tutti i periodi di decadenza, si intravede la fine di un era (che magari potrebbe durare ancora per secoli) ma non l'inizio di una nuova. Io credo però che siano interessanti le esperienze di paesi come il Venezuela, la Bolivia, l'Ecuador, che hanno dimostrato di lottare con coraggio per una forma di socialismo moderna e al passo con i tempi.
Per quanto riguarda Cuba molti, anche comunisti, la criticano e certamente ci sono molte ombre, però non bisogna dimenticare che la rivoluzione cubana cacciò Fulgencio Batista, un tiranno sanguinario, e il suo regime criminale, non dimentichiamoci che prima della rivoluzione Cuba fosse considerata il “bordello d'America” e le ragazzine erano costrette a prostituirsi per sopravvivere. Non dimentichiamoci che Castro ha portato istruzione e sanità gratuite per tutti, cose che prima non si poteva neanche immaginare. Non dimentichiamoci che quegli stessi attivisti anti-castristi negli Stati Uniti in realtà sono agenti CIA, o comunque usati da questi per i loro scopi, come attentati terroristici contro Cuba, da parte di quegli stessi che sostengono la “guerra al terrorismo”. Poi il dissidio tra PCI e Cuba mi sembra una cosa di secondaria importanza, le condizioni erano diverse. Il PCI si trovava in un paese capitalista e tentava di allontanarsi dall'Unione Sovietica, Cuba invece era un paese socialista che aveva bisogno dell'appoggio dell'URSS, avendo a pochi chilometri di distanza il nemico più potente, gli Stati Uniti.
Poi a coloro che parlano di “morti del comunismo”, che considerano comunismo anche Stalin e Pol Pot, consiglierei di andare a vedere le morti assai più numerose del capitalismo, basti sapere che ogni cinque secondi un bambino muore. E questo certo non a causa del comunismo.

Eliolibre ha detto...

Non c’è dubbio caro Matteo che, come diceva Lenin, "non c'è alternativa tra socialismo e capitalismo" ed i fallimento di qualsiasi tentativo in proposito lo sta a dimostrare. La costruzione del socialismo, quell’impianto socio economico che porterà al comunismo, è una strada in piena evoluzione. Le esperienze che citi tu (come quelle dei paesi dell’Est di cui si ricordano solo i fallimenti e mai le grandi conquiste, quella della rivoluzione cubana, quella di alcuni paesi asiatici come il Vietnam in pieno sviluppo, quella cinese che sta portando il gigante asiatico verso un successo planetario senza precedenti, quello dei paesi africani che si sono liberati dal dominio imperialista, e molte altre) stanno a dimostrare che qualsiasi paese che intenda progredire in pace verso uno sviluppo sostenibile non può che seguire la propria via al socialismo confermando in pieno le intuizioni del PCI prima che finisse in mano di dirigenti incapaci e sconsiderati. Aprirsi al liberismo quando anche la socialdemocrazia ha dimostrato inequivocabilmente l’impossibilità di coesistenza tra socialismo e liberismo, è stato un errore talmente tragico che è costato caro a tutto il movimento progressista occidentale. I danni causati da questa scelta scellerata sono sotto gli occhi di tutti. Tutti quelli che vogliono vedere, ovviamente. Ora non rimane che ritrovare le nostre radici e ripartire con un progetto che, sostenuto dalla critica degli errori commessi, porti nuovamente i lavoratori, i giovani, gli studenti e gli intellettuali moralmente integri, a costruire quei movimenti di massa includenti che facciano sentire tutti partecipi alla costruzione di quel mondo possibile che solo potrà evitare la distruzione del pianeta e dei suoi abitanti.
Sicuramente nell’attuale panorama politico italiano non si intravedono vie percorribili partendo dagli attuali partiti della sinistra che si limitano alla pura sopravvivenza senza nemmeno l’ombra di un reale progetto alternativo al capitalismo ed al liberismo. A mio parere attualmente solo il Partito Comunista dei Lavoratori e Sinistra Critica, insieme a Marco Rizzo che silurato dalla dirigenza dei Comunisti Italiani per le sue aperte critiche al loro operato sta mettendo in piedi un movimento comunista e popolare, possono essere ancora considerati utili per un progetto di rinascita della sinistra italiana. Per gli altri ormai credo sia il caso di dire che farebbero bene a fare le valige e togliere il disturbo, danni ne hanno già combinati più che a sufficienza. Se pensano di continuare ad utilizzare i nostri valori per la loro sopravvivenza politica, non contino sull’aiuto del sottoscritto. Sono stufo di turarmi il naso e vedere la situazione precipitare sempre più verso il baratro. In fondo la mancanza di coraggio prima o poi si paga, l’ha pagata il vecchio PCI e la stanno pagando anche gli attuali partiti di "sinistra". Mi riferisco ai goffi tentativi di restare incollati alle proprio poltrone a costo di rinnegare se stessi, tentavi che sono seguiti alla caduta dell’esperienza sovietica. Avessero avuto il coraggio che spetta a qualsiasi dirigente avrebbero fatto un’analisi attenta della situazione pur sapendo che ciò avrebbe portato impopolarità, perdita di consensi e privilegi a medio termine ma alla lunga sarebbe emersa tutta l’insostenibilità del sistema capitalista che troppo entusiasticamente gridava vittoria senza accorgersi che in realtà si trattava di una vittoria di Pirro).

Eliolibre ha detto...

segue)
Per quanto riguarda la tua descrizione dell’esperienza cubana, voglio solo ricordarti che non ha portato solo istruzione e sanità gratuite per tutti, ma ben altro. Quale paese del Terzo Mondo, ma anche dei paesi ricchi, può vantare di aver risolto problemi immani quali il diritto ad avere una casa, il diritto a quel bene indispensabile che è l’acqua, all’energia elettrica portata anche nei posti più inaccessibili? Quale paese è riuscito in così pochi anni a sviluppare scienze e tecnologie all’avanguardia in molti settori malgrado l’ignobile aggressione mediatica, finanziaria e l’isolamento imposto dall’imperialismo e dai suoi lacchè? E non dimentichiamoci della straordinaria cultura di pace e d’amore che pervade questo popolo, forse la più grande ricchezza che si possa possedere proprio quando nel mondo cosiddetto ricco i crimini aumentano a dismisura, soprattutto fra le mura domestiche. Certo, ci sono anche i lati oscuri, ma questi andrebbero analizzati profondamente per evitare i troppi facili luoghi comuni. In fondo nemmeno a Cuba è ancora nato quell’uomo nuovo che dovrebbe porre fine alla barbarie, ma non è sicuramente andando in senso contrario che si potrà sperare in un futuro migliore.

Anonimo ha detto...

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Unknown ha detto...

Egr. Sig. Elio,
mi dispiace leggere le sue considerazione sul mio lavoro (questo Pappagallo non mi deve insegnare niente" o "leggiti tutti i PAPPAGALLI che vuoi..").
Io non ho la pretesa di insegnarle qualcosa, ma legga prima il mio lavoro prima di licenziarlo in malo modo. Io mi sono limitato a ricorstuire un pezzo della storia del PCI utilizzando l'Archivio del PCI (Carte degli Organi dirigenti, Sezione esteri, ecc.).
Lei dice di aver vissuto quello che io scrivo e non lo metto in dubbio. Io ho avuto un ottimo giudizio da chi era il responsabile della Sezione America Latina, l'On. Renato Sandri (che è anche storico). Vivissimi complimenti per la rigorosità e l'imparzialità del lavoro ho ricevuto in ordine da GianPaolo Calchi Novati (conosce ?), Ignazio Delogu (scrittore e dirigente Sezione esteri del PCI), Alessandra Riccio (inviata de "L'Unità" a Cuba negli anni Settanta), Giuseppe (Beppe) Vacca (Presidente Istituto Gramsci e dirigente del PCI), continuo con il giudizio degli storici? Se vuole lo faccio.
Questo le dovevo
saluti cordiali
Onofrio Pappagallo

P.Lenna ha detto...

Il fallimento del comunismo è sotto gli occhi di tutti.Rimane tuttavia ancora nei regimi totalitari dove la liberta'di espressione è inesistente.Parlando di Cuba,che io conosco bene,basta fare un giro nelle province piu remote,Sierra Maestra Niquero,Gibara,Barracoa ecc e vi renderete conto che la luce l'acqua(solo di pozzo)sanita'sono pressoche' inesistenti.Quello che dice,senza un minimo di onesta,Lei caro Elio..è pura propaganda!!!
Si informi e vada in giro per Cuba se ha coraggio.
Pietro Lenna

Eliolibre ha detto...

Egregio Professore, se invece di dare retta al provocatore di professione che infesta questo sito e del quale non riporto tutte le viltà che scrive per rispetto verso i lettori, avesse letto con spirito sereno quanto scritto avrebbe compreso che la mia era semplice ironia da contrapporre all'aggresiva idiozia del "signore" sopra citato. Le assicuro che quando avrò del tempo disponibile leggero il suo saggio, anche se ripeto che la storia del PCI la conosco come pochi ed ho contribuito come pochi a scriverla nei fatti.
Un caro saluto.
PS. La prossima volta scriva con un link raggiungibile, ne va della sua credibilità....

Eliolibre ha detto...

P. Lenna, tieniti pure le tue convinzioni, ognuno è libero di credere quel che più le fa comodo. Voglio solamente portarti a conoscenza che "ho il coraggio di andare in giro per Cuba" da circa tre decenni. Ed ho pure visto la miseria vera, quella nera e quella della disperazione assoluta dove non c'è davvero l'acqua, la luce, il gas, la scuola, la sanità, ecc. Ma queste cose non le ho viste a Cuba ma nei paesi capitalisti, compresi quelli cosidetti "ricchi".
Vai a vederle anche tu "se hai il coraggio".
Auguri.