Fidel Castro: Concetto di Rivoluzione

Revolución
Es sentido del momento histórico;
es cambiar todo lo que debe ser cambiado;
es igualdad y libertad plenas;
es ser tratado y tratar a los demás como seres humanos;
es emanciparnos por nosotros mismos y con nuestros propios esfuerzos;
es desafiar poderosas fuerzas dominantes dentro y fuera del ámbito social y nacional;
es defender valores en los que se cree al precio de cualquier sacrificio;
es modestia, desinterés, altruismo, solidaridad y heroísmo;
es luchar con audacia, inteligencia y realismo;
es no mentir jamás ni violar principios éticos;
es convicción profunda de que no existe fuerza en el mundo capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas.
Revolución es unidad, es independencia, es luchar por nuestros sueños de justicia para Cuba y para el mundo, que es la base de nuestro patriotismo, nuestro socialismo y nuestro internacionalismo.

Fidel Castro Ruz (1ro de mayo del 2000)

25.11.09

STUPIDII E MALVAGI


Sul fenomeno del leghismo ho scritto pochissimo, vivo nella valle più leghista d'Italia e già questo è più che sufficiente, pensare di dedicare a questo fenomeno pure un post mi sembra di affondare il coltello nella ferita. Perchè, ve lo assicuro, vedere la mia terra sempre più in balia di idee e personaggi inqualificabili, è una ferita profonda che non si rimargina facilmente. Negli ultimi giorni pero si stanno verificando degli eventi che vetramente fanno rabbrividire, segno che questa cultura, lungi dall'essere ridimensionata e da essere criticata con mezzi opportuni da chi di dovere, si sta radicando in sempre più grandi strati di popolazione ed in terriroti fino a qualche tempo fa impensabili. Ieri sul Manifesto è uscito un ottimo articolo di Alessandro Portelli, che pubblico quì sotto, che ha acceso una discussione sul fatto che i leghisti siano degli stupidi o dei malvagi. Io ritengo che siano STUPIDI E MALVAGI e che le due cose messe insieme formano un potente esplosivo che ha già fatto le sue vittime, in primo luogo la democrazia ed in secondo luogo l’attitudine dei giovani a lottare per un mondo migliore. Quì i giovani ormai non pensano ad altro che ad arricchirsi personalmente calpestando qualsiasi valore etico e morale, e siccome sono veramente stupidi non si rendono conto che ricchi lo diventano solo quelli che lo sono già e loro termineranno la loro esistenza senza aver mai raggiunto il loro obiettivo. Ma vallo a spiegare a dei coglioni svuotati di qualsiasi ideale degno di chiamarsi tale. Vagli a spiegare che è primavera a quella consumata nel farsi dar retta, direbbe il grande Fabrizio De Andrè....

Alessandro Portelli

Razzisti cioè cattivi
E’ proprio vero che siamo un paese di poeti santi e navigatori. Solo in un paese di geni assoluti poteva essere concepita l’idea, scaturita dalla fervida immaginazione di un paese del bresciano, di lanciare di qui a Natale una campagna di pulizia etnica e chiamarla “White Christmas.” La trovo un’idea entusiasmante. In primo luogo, perché spazza via tutte le menzogne mielate di quando ci raccontavano che a Natale siamo tutti più buoni: prendere spunto dal Natale per diventare più cattivi, e farlo in nome delle nostre radici cristiane mi pare un’operazione liberatoria di verità assolutamente ammirevole. Altro che cultura laica.
Qualche anno fa, quando il mio quartiere scese in piazza per impedire il trasferimento in zona di qualche famiglia rom, una compagna disse: “Non è razzismo, è cattiveria.” Scrissi allora, e mi ripeto: non distinguerei fra le due cose (il razzismo è cattiveria), ma trovo giusta questa parola, “cattiveria”, così elementare da essere caduta in disuso, perché qui è proprio l’elementarmente umano che è in gioco.
D’altra parte, un esimio leghista ministro della repubblica aveva già proclamato che bisognava essere cattivi con gli esseri umani non autorizzati. Disciplinatamente, fior di istituzioni democratiche eseguono: sbattono fuori dalle baracche i rom a via Rubattino a Milano e al Casilino a Roma e i marocchini braccianti in Campania, incitano i probi cittadini dei villaggi lombardi a denunciare i vicini senza documenti, premiano con civica medaglia intitolata a Sant’Ambrogio gli sgherri addetti ai rastrellamenti dei senza diritti. Fini dice che sono stronzi: no, non sono solo stronzi, sono malvagi.
Su un piano più leggero, trovo altrettanto geniale proclamare che l’operazione si fa in nome dell’incontaminata cultura lombarda e bresciana – e chiamarla con un nome inglese, per di più orecchiato da una canzone e un film americano. Non si potrebbe trovare un modo migliore per prendere in giro tutta la mitologia lombarda delle radici e della purezza culturale. Non è solo una bella presa in giro di quelli che mettono nomi lumbard sui cartelli all’ingresso dei paesi. Ma è anche un modo per ricordarci che non esiste cultura più paesana, più subalterna e più provinciale di quella che finge un cosmopolitismo d’accatto.
E infine, la trovata dell’inglese è una spietata denuncia dell’ipocrisia razzista. Dire “bianco Natale” significava mettere troppo in evidenza il colore della pelle, perciò lo diciamo con una strizzata d’occhio – dire le cose in inglese, non solo in questo caso ma più in generale ormai, significa dirle ma non dirle, è la nuova forma della semantica dell’eufemismo. E poi, “Christmas” invece di Natale: e hanno ragione, il nostro tradizionale Natale è sempre più sovrastato dall’americano Christmas, lasciamo perdere il misticismo e corriamo a fare shopping.
Aveva proprio ragione la mia amica appalachiana che diceva, “noi poveri di montagna non sognavamo un bianco Natale. Se nevicava, era più che altro un incubo”. Io non so che Natale sognino i senza documenti del bresciano, dopo questo bell’esempio di cristianesimo. La cosa che immagino è che, cacciati dal villaggio, gli stranieri sbattuti fuori di casa andranno a dormire in una stalla e faranno nascere i loro clandestini bambini in qualche mangiatoia.

12.11.09

Il Muro di Berlino e gli altri muri


Le parole che volevo scrivere per commentare i festeggiamenti dell'anniversario della caduta del Muro di Berlino me le ha mandate Marco Rizzo, ex deputato del PdCI, recentemente epurato in quanto non fedele alla linea. Le trascrivo senza cambiare una virgola.

BREVI NOTE SUL MURO, SULL'URSS E SULL'OGGI
di Marco Rizzo

La storia la fanno i vincitori ed è vero, lo vediamo in questi giorni quando i pennivendoli di ogni colore sono in gara tra loro nell'esaltare la fine del muro di Berlino come fine di tutti i mali, nella riedizione dell'Urss come impero del demonio ecc. Dentro a questa orgia di disinfomazione credo sia doveroso ricordare alcune cose che, assieme ad un ragionamento collettivo che prima o poi va fatto a sinistra sulla fine dell'Urss e dei paesi dell'Est, può servire certo non a fermare i possenti mezzi mediatici del club dei ricchi del mondo che ieri sera erano assieme alla Clinton a festeggiare la loro traballante supremazia a Berlino (eh sì , il pianeta ha risorse finite ed il loro saccheggio ambientale unito ad un modello diseguale di sviluppo hanno poco futuro), ma almeno a solleticare le rari menti giovanili che non hanno intenzione di andare all'ammasso. L'esperimento di una società di eguali (da sempre desiderata dalle classi meno abbienti del pianeta) è avvenuto in un luogo originale e non previsto: la Russia feudale degli Zar e non le moderne ed industrializzate Germania ed Inghilterra come Marx prevedeva. Nonostante ciò in meno di mezzo secolo L'Unione Sovietica è divenuta la seconda potenza del mondo e ha battuto in modo determinante il nazismo di Hitler. Certo questo è avvenuto a costo di grandi tragedie, ma sarebbe folle non tener conto del contesto storico, in quel periodo non si andava certo per il sottile, dalle camere a gas di Himmler alle atomiche degli americani. La cosidetta guerra fredda oggi viene raccontata priva di particolari che la dicono lunga su chi mente, proviamo ad elencare alcuni punti che certo stupiranno chi si è limitato finora ad un approccio superficiale al tema: - il termine "cortina di ferro" è stato coniato da Churchill e non dai russi, -l'Allenza Atlantica (NATO) organizzazione militare degli stati occidentali nasce molto prima (4 aprile 1949) della risposta russa col Patto di Varsavia (14 maggio 1955), -la divisione della Germania in sfere di influenza fu voluta dagli occidentali contro il parere di Stalin che avrebbe voluto un unico stato demilitarizzato e non facente parte di alcun schieramento, -Berlino geograficamente non era situata in mezzo al confine tra le due Germanie, ma in mezzo al territorio della Germania Democratica ed unita con una autostrada all'altra Germania, per fare un esempio sarebbe come San Marino fosse territorio francese e da lì la Francia iniziasse provocazioni ed altro contro l'Italia.. chiaro..? -l'Urss si è sempre dichiarata disponibile a firmare un trattato denominato "no first strike" (mai il primo colpo atomico) mentre gli Usa avevano una dottrina militare che, in un ipotetico scenario di guerra convenzionale, avrebbe visto l'uso delle armi atomiche dopo pochi giorni di combattimento; potremmo continuare per ore a raccontarvi appunto di come la storia la scrivono i vincitori, ma le nostre idee di giustizia e solidarietà continuano ad esser giuste e ragionevoli e senza quella rivoluzione dell'ottobre le conquiste sociali del mondo sarebbe di certo arretrate. Finisco, per cercare anche di capire il perchè della fine di quella esperienza citando le parole di un libro di Egor Ligaciov (autorevole membro del Politburo, avversario di Gorbaciov): siamo nell'era Eltzin ed " il pluripartitismo è pura finzione. Al posto del monopolio del Pcus vi è il monopolio dei 'democratici' e , guarda caso, tutti i dirigenti 'democratici', nella stragrande maggioranza, sono ex-comunisti della nomenklatura...". Terrbile ma vero, in questa citazione trovo una imbarazzante analogia ai tempi nostri con persone che, mentre discettavano sulla "mummia di Lenin ", votavano per ridurre le pensioni ai lavoratori, per tagliare loro il welfare ed il TFR, nonchè votavano per il finanziamento della guerra in Afghanistan, salvo poi fare cortei contro queste stesse decisioni. La consonanza continua oggi quando, sempre in nome di una falce martello che poco fa avevano ripudiato per l'improbabile Arcobaleno, sono già pronti a fare accordi col Pd per qualche scranno alle elezioni regionali.