Fidel Castro: Concetto di Rivoluzione

Revolución
Es sentido del momento histórico;
es cambiar todo lo que debe ser cambiado;
es igualdad y libertad plenas;
es ser tratado y tratar a los demás como seres humanos;
es emanciparnos por nosotros mismos y con nuestros propios esfuerzos;
es desafiar poderosas fuerzas dominantes dentro y fuera del ámbito social y nacional;
es defender valores en los que se cree al precio de cualquier sacrificio;
es modestia, desinterés, altruismo, solidaridad y heroísmo;
es luchar con audacia, inteligencia y realismo;
es no mentir jamás ni violar principios éticos;
es convicción profunda de que no existe fuerza en el mundo capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas.
Revolución es unidad, es independencia, es luchar por nuestros sueños de justicia para Cuba y para el mundo, que es la base de nuestro patriotismo, nuestro socialismo y nuestro internacionalismo.

Fidel Castro Ruz (1ro de mayo del 2000)

17.9.09

Sanaa ammazzata due volte


Volevo dedicare un post sull'increscioso fatto di sangue che ha visto vittima la givane di origini marocchine Sanaa, poi mi è arrivata una mail dell'amico Alessandro Perrone che condivido al punto di pubblicarla integralmente.

Pordenone: la destra specula su una drammatico fatto di cronaca per alimentare l'odio razziale.

Dal Blog Eatonite Uniti si Vince!

Sanaa, ammazzata due volte.

Il sanguinoso attentato ai danni dei militari italiani a Kabul, dove hanno perso la vita 6 soldati e 4 sono rimasti feriti, sul quale per brevità non posso soffermarmi, - anche se accaduto riporta all'ordine del giorno il senso stesso di una missione militare internazionale che non ha mai avuto alcuna giustificazione -, mette, per forza di cose in ombra l'omicidio avvenuto ieri a Pordenone, nel quale uomo d'origine marocchina, El Ketaoui Dafani, ha ucciso, sgozzandola, la propria figlia di 18 anni Sanaa, rea di voler convivere con un ragazzo italiano e, quindi, di offendere e non rispettare i precetti famigliari.

Fino qui l'efferato atto omicida, sarebbe d'annotare tra i tanti gesti di violenza privata e di prepotenza patriarcale che si sviluppano ai danni di un membro della famiglia stessa. Questo genere di crimini, purtroppo, soprattutto ai danni delle donne e dei bambini, se ne compiono tutti i giorni in Italia e accomunano i maschi delle diverse etnie e strati sociali, con la netta prevalenza, per la verità, di quelli italiani, come certificato dal Ministero degli Interni.

Attorno a questo figlicidio pordenonese, però, è montata una speculazione che non esito a definire vergognosa e becera.

All'accaduto Il Messaggero Veneto d'oggi ha doverosamente dato molto spazio, non solo in cronaca, ma anche riportando le diverse reazioni e gli innumerevoli commenti, compresi quelli della ministro Carfagna. Di seguito riporto alcuni titoli esemplificativi:

- Carfagna: rispettino le nostre regole. Il ministro: ha ragione la Lega, gli immigrati si adeguino alle leggi italiane.

- Governo, Fvg e Provincia saranno parte civile «Non c'è spazio per la violenza integralista».

- Il vicepresidente Luca Ciriani chiede una condanna durissima per il padre accusato di omicidio: Sanaa voleva fuggire da logiche barbare e medievali «L'integrazione tra cristiani e musulmani è impossibile».

- L'assessore Seganti: per noi la vita è un valore, per altri no e su questo non ci sono compromessi .

- La Lega all'attacco: no alla cittadinanza E ora c'è chi invoca norme più dure.

- La Lega ora vuole il censimento dei salatiti.

Pur dando per scontato che il padre della povera Sanaa, sia il suo omicida, le indagini degli inquirenti a riguardo stanno ancora verificando i fatti, c'è un dato che non può sfuggire ed è la corale e per questo sospetta condanna preventiva che gli esponenti politici sopra citati, elementi dello stesso schieramento di destra, si sono affrettati a fare, secondo un assioma terribile: padre marocchino, quindi musulmano, ergo, barbaro assassino senza cuore. La responsabilità individuale dell'omicida, ancorché marocchino, è qui generalizzata in una responsabilità collettiva di tutta la comunità islamica.

Lo scontro di civiltà e l'odio razziale è un espediente tristemente noto, soprattutto in tempi di crisi come questi, ha ben altre motivazioni di fondo, basti rammentare ciò che è accaduto in Europa dopo il crollo economico del 1929 e il conseguente avvento dei totalitarismi.

La ministro Mara Carfagna, infatti ha dichiarato: "...con l'omicidio di Sanaa non ci troviamo di fronte solo a un orribile fatto di sangue, ma dinanzi alla folle e disumana affermazione di un principio culturale che non possiamo accettare: far pagare con la vita una scelta che non si condivide".

L'assessore regionale Federica Seganti, da par suo, arriva a supporre che la vita umana per i mussulmani non è un valore. La Lega Nord chiede il censimento su base religiosa, cosa che in Italia si fece solo durante il fascismo; ognuna ed ognuno pretende leggi più dure, tolleranza zero, come se nel nostro codice penale vigessero principi che, appunto, ammettessero e giustificassero in qualche modo la violenza omicida.

L'uso strumentale e irresponsabile di questa tragica famigliare, deve interessare tutte e tutti i cittadini democratici amanti della libertà, poiché è un sintomo di pericoloso sbandamento autoritario delle classi dirigenti al potere, le quali non si fermano davanti a nulla ed ormai non hanno neppure il pudore di rispettare il lutto per una giovane vita spezzata in nome di un ingiustificato primato patriarcale, del quale, peraltro, anche noi italiani non ci siamo mai del tutto liberati.

Alessandro Perrone

7.9.09

Sergio Endrigo, a 4 anni dalla morte per non dimenticarlo


Quattro anni fa moriva Sergio Endrigo, sicuramente il più discreto e sensibile dei nostri cantautori, autore di motivi indimenticabili e maestro riconosciuto da tutti coloro che sanno di musica ma purtroppo non da coloro che che si arricchiscono con il business che gira intorno al fenomeno musicale. Praticamente dimenticato dall'industria discografica, si rende necessario l'impegno di tutti perchè la sua straordinaria opera non venga dimenticata. Claudia Endrigo, sua unica figlia, ha lanciato un appello in tal senso, invito tutti a sottoscrivere sul sito www.sergioendrigo.it
Per ricordare il grande cantautore istriano, riporto il testo di una delle sue canzoni meno conosciute ma che io considero un capolavoro:

ANTIGUA

SE IO POTESSI DIRE
QUEL CHE VORREI
ALLORA SÌ CHE PARLEREI
PAROLE CALME TROVEREI
CANTANDO SULLA BOCCA TUA
LE POSEREI

SE IO POTESSI FARE
QUEL CHE VORREI
ALLORA SÌ CHE VOLEREI
COME UN COLOMBO VOLEREI
E IL PANE NELLE MANI TUE
IO MANGEREI

BOCCA CHE TACE NON FA DEL MALE
MA SE TU ASCOLTI IO CANTERÒ

SE TI POTESSI AMARE
COME VORREI
IL VINO E IL GIOCO LASCEREI
NEL CORPO TUO MI PERDEREI
E GIORNO E NOTTE NEL TUO LETTO
ABITEREI

LA PORTA È CHIUSA LA NOTTE È SCURA
MA SE TU ASCOLTI IO CANTERÒ

SE TI POTESSI AMARE
COME VORREI
IL VINO E IL GIOCO LASCEREI
NEL CORPO TUO MI PERDEREI
E GIORNO E NOTTE NEL TUO LETTO
ABITEREI