Fidel Castro: Concetto di Rivoluzione

Revolución
Es sentido del momento histórico;
es cambiar todo lo que debe ser cambiado;
es igualdad y libertad plenas;
es ser tratado y tratar a los demás como seres humanos;
es emanciparnos por nosotros mismos y con nuestros propios esfuerzos;
es desafiar poderosas fuerzas dominantes dentro y fuera del ámbito social y nacional;
es defender valores en los que se cree al precio de cualquier sacrificio;
es modestia, desinterés, altruismo, solidaridad y heroísmo;
es luchar con audacia, inteligencia y realismo;
es no mentir jamás ni violar principios éticos;
es convicción profunda de que no existe fuerza en el mundo capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas.
Revolución es unidad, es independencia, es luchar por nuestros sueños de justicia para Cuba y para el mundo, que es la base de nuestro patriotismo, nuestro socialismo y nuestro internacionalismo.

Fidel Castro Ruz (1ro de mayo del 2000)

16.9.08

VIA DELLA SCALA E' SEMPRE LA'-CIAO STEFANO ROSSO


Ieri è volato in cielo il cantautore romano Stefano Rosso. Oltre alle bellissime canzoni che ci ha lasciato, pezzi in stile country-folk con testi mai banali, spesso ironici ed autobiografici, Stefano Rosso è stato un autore sempre coerente e non ha mai accettato le leggi del mercato che gli impedivano di dire ciò che pensava. Per questo proprio nel momento migliore della sua carriera ruppe il contratto con la RCA ed intraprese un percorso più libero ed autonomo cantando spesso da solo nei club accompagnato solo dalla sua chitarra.
Le sue canzoni sono tutte caratterizzate dall'impegno sociale e politico e da una forte impronta ironica, molto legate alla sua città, alla canzone popolare romanesca ed alle sue vicende personali che lo portarono perfino ad arruolarsi nella Legione Straniera a causa di una delusione amorosa.
Ricordo la bellissima "Una storia disonesta" con l'allora scandalosa frase "Che bello, due amici, una chitarra e uno spinello". Oppure "Letto 26", che da una sua degenza in ospedale, letto 26 appunto, racconta la sua vita a Trastevere dove viveva in Via della Scala. Con "Bologna '77" racconta l'assassinio di Giorgiana Masi, la ragazza uccisa il 12 maggio 1977 durante una manifestazione del Partito Radicale a Roma.
Come tutti coloro che in quell'indimenticabile periodo si resero protagonisti dell'esplosione culturale italiana, in questo caso della musica ingiustamente chiamata leggera, fu sommerso dall'ondata di riflusso che sommerse quell'ultima manifestazione di vitilità culturale e che diede inizio a quella decadenza creativa e culturale che perdura ai giorni nostri ed altro non è che il segnale più evidente della fine dell'egemonia, non solo culturale, dell'Occidente.
E non sarà con le aggressioni belliche nascoste sotto il nome di "interventi umanitari" e l'istigazione all'odio verso le altre culture che la nostra civiltà si salverà! Perchè proprio l'Oriente, L'Africa ed il Sudamerica stanno invece sperimentando momenti di straordinaria esplosione creativa che accompagnata da una grande crescita economica porterà quei paesi verso un futuro che noi ci sogneremo se non si avrà l'onestà ed il coraggio di superare le miopie con le quali i dirigenti dei paesi occidentali guardano alla realtà che ci circonda e la stupida presunzione di voler dominare il pianeta con la forza.
Per questo la scomparsa di Stefano Rosso, uno che queste tematiche conosceva bene ed aveva ben presente la situazione tragicomica in cui ci stiamo dibattendo, è ancora più dolorosa.

Riposa in pace tra gli angeli Stefano, e grazie per la tua testimonianza e per l'allegria che ci hai regalato con le tue canzoni tanto ironiche come profonde e realiste.

12.9.08

FORZA EVO!


Le trame messe in atto dall'opposizione, sotto l'abile regia degli esperti USA, per destabilizzare la Bolivia sono sfociati in scontri violenti con relative vittime. Il Presidente Evo Morales ha espulso l'Ambasciatore statunitenze Philip Goldberg, regista delle operazioni atte a destituire il Presidente boliviano democraticamente eletto, definendolo senza mezzi termini "persona non grata in quanto impegnato nel tentativo di dividere la Bolivia ed attentare alla nostra democrazia". La strategia USA di dividere i Paesi "nemici" per poi sottomertili ai propi voleri, in questi ultimi decenni ha portato a risultati eccezionali, basti pensare solamente ai paese dell'est europeo. E tutto questo avviene ancora una volta senza che l'Occidente "democratico", Europa in testa, muova un dito a favore della sovranità dei popoli vittima degli appettiti imperiali.

Fortunatamente il Presidente Morales non ha avuto esitazioni a denunciare i responsabili delle trame eversive dicendo di non avere paura di nessuno, nemmeno dell'impero. Il suo coraggio sta a dimostrare che l'America Latina è veramente cambiata e determinata a porre definitavamente fine ad oltre cinque secoli di sottomissione. Con la nuova situazione venutasi a creare nel continente non sarà facile per gli Usa ripetere le loro operazioni crimanali che portarono i paesi latinoamericani ad essere vittime di spietate dittature al servizio dei potenti padroni del nord.

Una sconfitta in America Latina potrebbe indicare la via e dare la forza a tutti i paesi sottomessi al dominio yankee di ribellarsi e riconquistare la proria sovranità.

La grave crisi, non solo economica, ma sopratutto morale ed ideale dell'Occidente, potrebbe essere accelerata dal fallimento di questi disperati tentativi di intervenire in quei paesi che hanno ormai chiaramente deciso di riprendersi la propria indipendenza.

Che l'Occidente sia in profonda crisi lo sta a testimoniare anche il fatto che anche dal punto di vista della produzione culturale ed artistica non è più in grado da parecchio tempo di proporre qualcosa di veramente interessante e valido. Questo è sempre stato un segnale di decadenza e dell'inizio del tramonto di qualsiasi egemonia.

Ben altri segnali arrivano invece dall'Oriente, dall'Africa ed, appunto, dall'America Latina. La speranza è che in Occidente ci siano personalità capaci di capire il fenomeno, analizzare le ragioni della crisi e comprendere che culture fino ad ora ingiustamente definite "arretrate" stanno invece portando avanti innovazioni interessantissime. Se si continua a credere ad una supramazia che non c'è più ed a credere di imporre la nostra egomonia con la forza, il nostro futuro è tragicamente segnato.

Forza Evo, forza Bolivia, forza Sudamerica, dal vostro coraggio e dalla vostra lotta dipende il futuro del pianeta!

7.9.08

ANCH'IO TI RICORDERO'


Tre anni fa cia ha lasciati Sergio Endrigo, un cantautore che ha scritto canzoni indimenticabili, un poeta, un amante della libertà, un artista impegnato per il progresso che ha dedicato canzoni inimitabili ai bambini, un uomo colto, schivo e generoso, il contrario dello schifoso show business che pervade questo mondo ridotto ad un vomitevole supermercato che impone con la guerra e la violenza le leggi del mercato e soffoca qualsiasi tentativo di dare dignità all'esistenza. Io lo ricorderò questa sera con una serata in musica che insieme ad alcuni amici dedicheremo all'indimenticabile cantautore istriano e con il testo di questa sua bellissima canzone dedicata al Che dopo la notizia della sua uccisione da parte degli schifosi servi dell'imperialismo criminale.


ANCH'IO TI RICORDERO'

Era mezzogiorno e prigioniero
Aspettavi che si fermasse il mondo
Fuori c’era il sole e caldi odori
E parole antiche di soldati
Forse vedevi la tua gente
Cuba viva sotto il sole
La sierra che ti ha visto vincitore

Addio addio
Chi mai ti scorderà
Addio addio
Anch’io ti ricorderò

Era mezzogiorno in piena notte
E gli uomini di buona volontà
Tutti si guardarono negli occhi
Poi ognuno andò per la sua strada
E’ troppo tardi per partire
Troppo tardi per morire
Siamo troppo grassi comandante
Addio addio
Chi mai ti scorderà
Addio addio
Anch’io ti ricorderò

Era mezzogiorno e tu non c’eri
Un bambino piangeva nel silenzio
Fuori c’era il sole e caldi odori
E parole antiche di soldati
Oggi ti ricorda la tua gente
Cuba viva sotto il sole
La sierra che ti ha visto vincitore
Addio addio
Chi mai ti scorderà
Addio addio
Anch’io ti ricorderò

Testo: Sergio Endrigo
Musica: Sergio Endrigo
Edizione: Fonit Cetra Music Publishing S.r.l.

6.9.08

Carne da cannone per il mercato


Carne da cannone per il mercato


Mentre nel mondo la libera informazione in mano ai potenti ci informa in maniera pressoché identica, pur con diverse visioni, da destra, dal centro e da sinistra, di come vanno le cose nel mondo, un “dittatore feroce e sanguinario” continua ad illuminare le menti libere sulla realtà che ci circonda.
L’8 agosto in Cina si sono aperti i giochi olimpici mentre “casualmente” lo stesso giorno, le truppe georgiane lanciavano il loro attacco alla Repubblica Autonoma dell’Ossezia del Sud. Questa casualità è sfuggita ai nostri grandi giornalisti difensori delle libertà, ma non è sfuggita a colui che ha dedicato l’intera sua esistenza a svelare i misfatti dei criminali che per secoli hanno imposto il loro dominio sul pianeta e che continuano, con l’avvallo della “libera informazione”, a perpretare crimini orribili pur di continuare ad imporre ed allargare il proprio dominio sull’umanità.
Come ben si sa Fidel Castro Ruz ha ufficialmente rinunciato a gestire il potere a Cuba a causa delle sue condizioni fisiche che lo rendono impossibilitato a reggere le funzioni di Presidente del paese, ma non ha rinunciato ad utilizzare la sua raffinata intelligenza e quei valori etici e morali che gli hanno permesso di essere indiscutibilmente una costante spina nel fianco dei potentati economici, militari e politici reazionari che non a caso si sono sprecati come non mai a diffondere un’immagine totalmente distorta della figura del leader della Rivoluzione cubana che è così diventato un criminale dittatore agli occhi delle masse confuse dai mezzi di informazione al servizio dei potenti, mentre viene considerato un raro esempio di saggezza e coerenza etica da coloro che hanno saputo liberarsi dalle manipolazioni dell’informazione ufficiale “libera e democratica”. Non a caso tra questi ultimi figurano numerosi Premi Nobel e personaggi di cultura internazionalmente riconosciuti.
Nella più recente delle sue famose riflessioni, anche se praticamente sconosciute o manipolate nel “libero occidente”, apparsa su Cuba Debate, Fidel Castro scrive a proposito dei fatti dell’Ossezia con il titolo: Carne da cannone per il mercato. La riflessione del Comandante è dedicata agli eventi in Ossezia del Sud dove per l’ennesima volta centinaia di cittadini innocenti sono stati sacrificati a causa delle mire espansionistiche degli interessi dei potenti capeggiati dal governo degli Stati Uniti e dai loro potenti apparati strategici. In attesa che il mondo si svegli e decida di porre fine agli scempi e processare per crimini di guerra i responsabili di crimini indescrivibili che hanno visto TUTTI i presidenti degli Usa responsabili nel condividere ed organizzare crimini vergognosi, proprio in questi giorni cade l’anniversario di Hiroshima e Nagasaki, traduco la riflessione di Fidel castro con la certezza che servirà a chi la legge per farsi un’opinione un poco diversa da quella che i mezzi d’informazione tradizionale cercano di inculcarci. Con tutti i limiti delle mie scarse qualità di traduttore, il senso del ragionamento del Comandante non può essere più chiaro talmente evidenti sono le sue considerazioni.

Carne de cañon para el mercado
A volte alcuni governanti disconoscono i dati concreti, per questo ci è apparso molto opportuno il messaggio di Raùl che ha chiarito la posizione di Cuba. Abbonderò su alcuni aspetti che non possono essere approfonditi in una dichiarazione precisa e breve.
Il governo delle Georgia non avrebbe mai lanciato le sue forze armate contro la capitale della Repubblica autonoma dell’Ossezia del Sud all’alba dell’ 8 agosto, per quella che ha definito la ristabilizzazione dell’ordine costituzionale, senza aver prima concertato l’evento con Bush, il quale nel passato mese di aprile a Bucarest assicurò il suo appoggio al presidente Saakashvili per l’ingresso della Georgia nella NATO, che equivale ad un pugnale affilato che si intende infilare nel cuore della Russia. Molti Stati europei che appartengono a questa organizzazione militare si preoccupano seriamente per la manipolazione irresponsabile del tema delle nazionalità, pieno di potenziali conflitti, che nella stessa Gran Bretagna possono dar luogo alla disintegrazione del Regno Unito. La Yugoslavia venne dissolta per questa via, gli sforzi di Tito per evitarlo vennero vanificati dopo la sua morte.
Che necessità c’erano per accendere la miccia della polveriera del Caucaso? Quante volte andrà la brocca all’acqua prima di rompersi? La Russia continua ad essere una poderosa potenza nucleare. Possiede migliaia di armi di questo tipo. D’altra parte devo ricordare che l’economia occidentale esportò illegalmente da questo paese più di 500 mila milioni di dollari. Se la Russia non rappresenta più il fantasma del comunismo, se non ci sono più le oltre 400 piattaforme nucleari puntate contro gli obiettivi militari e strategici europei smantellate dopo il dissolvimento dell’Unione Sovietica, perché la si vuole accerchiare con uno scudo nucleare? Pure il vecchio continente ha bisogno di pace.
Le truppe russe che si trovavano in Ossezia del Sud erano impiegate in una missione di pace riconosciuta internazionalmente, non sparavano contro nessuno.
Perché la Georgia escogitò l’ 8 agosto, data dell’inaugurazione dei Giochi Olimpici di Pechino, per occupare Tsjinvali, la capitale della repubblica autonoma? Questo giorno quattro miliardi di persone in tutto il pianeta presenziarono davanti alla televisione al meraviglioso spettacolo con il quale la China inaugurò questi giochi. Solo il popolo degli Stati Uniti non ha potuto sfruttare in questa giornata la trasmissione in diretta della stimolante festa di amicizia tra tutti i popoli del mondo che lì venne inscenata. Il monopolio sui diritti di trasmissione sono stati acquisiti da un canale televisivo mediante il pagamento di 900 milioni di dollari per ottenere il massimo beneficio commerciale per ogni minuto di trasmissione. Le imprese concorrenti si presero la rivincita divulgando in quelle ore le notizie della guerra in Ossezia, che non erano esclusiva di nessuno. Il rischio di un serio conflitto minacciava il mondo.
Bush ha potuto godersi lo spettacolo come invitato ufficiale. Tuttavia domenica 10, due giorni e mezzo dopo, lo si vedeva agitare bandiere, fingendo di essere alfiere della pace e pronto a dilettarsi con le vittorie dei magnifici atleti nordamericani, quello che i suoi occhi, abituati a manipolare tutto, vedevano come simbolo del potere e superiorità del suo impero. Nei suoi momenti di ozio, teneva lunghe conversazioni con i funzionari subordinati in Washington, minacciava la Russia e incoraggiava discorsi umilianti per questo paese, del rappresentante degli Stati Uniti nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Alcuni dei paesi che formavano il campo socialista o parte della stessa URSS, oggi agiscono come protettorati degli stati Uniti. I loro Governi, spinti da un odio irresponsabile contro la Russia, come la Polonia e la Repubblica Ceca, si allineano in posizioni di totale appoggio a Bush ed all’attacco a sorpresa contro l’Ossezia del Sud da parte di Saakashvili, un avventuriero con una strana storia che, dalla natia Tblisi, capitale del suo paese, lo ha portato a laurearsi avvocato in una università di Kiev, a realizzare corsi post diploma a Strasburgo, New York e Washington. Esercita la professione a New York e si presenta come un georgiano occidentalizzato, ambizioso ed opportunista. Ritornò al suo paese appoggiato dagli yankee per pescare nel fiume torbido della disintegrazione dell’Unione Sovietica. Venne eletto Presidente della Georgia nel gennaio del 2004.
Questo paese, dopo Stati Uniti e Gran Bretagna, è quello che più soldati ha inviato nell’avventura bellica in Iraq, e non lo fa precisamente per spirito internazionalista. Quando Cuba, quasi due decenni fa, inviò centinaia di migliaia di combattenti a lottare per l’indipendenza e contro il colonialismo e l’hapartheid in Africa, non cercò combustibile, materie prime ne plusvalenze; erano volontari. Così si forgiò l’acciaio dei nostri principi. Che fanno in Iraq i soldati georgiani se non appoggiare una guerra che è costata a questo popolo centinaia di migliaia di vittime e milioni di danneggiati? Che ideali vanno a difendere lì? E’ logico che i cittadini dell’Ossezia del Sud non desiderino essere inviati come soldati a combattere in Iraq o altri luoghi del pianeta al servizio dell’imperialismo.
Saakashvili dal canto suo mai si sarebbe lanciato nell’avventura di inviare l’esercito georgiano in Ossezia del Sud, dove si scontrerebbe con le truppe russe piazzate lì come forza di pace. Non si può giocare con la guerra nucleare ne premiare la somministrazione di carne da cannone per il mercato.
Questa riflessione era già stata elaborata quando Bush parlò alle 5 e 30 p.m., ora di Cuba. Niente smentisce quello che qui si analizza; solamente che la guerra mediatica degli Stati Uniti è oggi più intensa che mai. E’ la solita manovra predisegnata che non inganna nessuno.
I russi hanno dichiarato con assoluta chiarezza che il ritiro degli invasori al punto di partenza è l’unica soluzione decorosa possibile.
Volesse il cielo i Giochi Olimpici possono continuare senza essere interrotti da una gravissima crisi. La partita di pallavolo femminile contro un’ottima compagine statunitense è stata fenomenale, ed il baseball non è ancora iniziato.

Fidel Castro Ruz