Fidel Castro: Concetto di Rivoluzione

Revolución
Es sentido del momento histórico;
es cambiar todo lo que debe ser cambiado;
es igualdad y libertad plenas;
es ser tratado y tratar a los demás como seres humanos;
es emanciparnos por nosotros mismos y con nuestros propios esfuerzos;
es desafiar poderosas fuerzas dominantes dentro y fuera del ámbito social y nacional;
es defender valores en los que se cree al precio de cualquier sacrificio;
es modestia, desinterés, altruismo, solidaridad y heroísmo;
es luchar con audacia, inteligencia y realismo;
es no mentir jamás ni violar principios éticos;
es convicción profunda de que no existe fuerza en el mundo capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas.
Revolución es unidad, es independencia, es luchar por nuestros sueños de justicia para Cuba y para el mundo, que es la base de nuestro patriotismo, nuestro socialismo y nuestro internacionalismo.

Fidel Castro Ruz (1ro de mayo del 2000)

23.2.08

AMEMORIA VIVA (Italia 1947-48)

LA MEMORIA CORTA E' UN'ARMA MICIDIALE IN MANO DELL'IMPERO


Continuo a pubblicare un riassunto delle nefandezze dell'Impero che ci hanno accompagnato in questo dopoguerra e che i nostri media si guardano bene dal ricordare.

ITALIA 1947-48. LE ARMI POLITICO-ECONOMICHE USA PUNTATE CONTRO IL POPOLO ITALIANO


In vista delle elezioni del 1948 il Partito Comunista ed il Partito Socialista costituirono il Fronte Democratico Popolare per evitare quello che successe due anni prima in seno alla Costituente quando pur avendo ottenuto più voti e più seggi della Democrazia Cristiana, ottennero meno ministeri in quanto sostennero candidati diversi. L’operazione era sicuramente vincente e fu dimostrato dalle elezioni amministrative di Pescara del mese di febbraio dove i due partiti già in maggioranza aumentarono di oltre il dieci per cento i propri consensi. Il clima creatosi dopo la liberazione dal fascismo era quello di un forte entusiasmo rinnovatore che vedeva nel Partito Comunista la guida per i cambiamenti sociali, politici e culturali che la stragrande maggioranza del popolo italiano si aspettava. Questa situazione mise in allarme l’amministrazione Truman che non poteva accettare che l’Italia sfuggisse ai loro interessi. Che il pensiero di Marx finisse per governare il bel paese era del tutto inaccettabile.
Fu così che le potenti armi economiche e politiche degli Usa vennero puntate contro il popolo italiano. Tutta l’esperienza yankee nell’arte di manipolare l’opinione pubblica ed il caravanserraglio hollywoodiano, vennero scatenati sul nuovo target di mercato.
Si iniziò con la decisione di negare agli italiani appartenenti al Partito Comunista, ed il semplice voto era ritenuto atto di appartenenza, la possibilità di emigrare ed anche semplicemente entrare, negli Stati Uniti. Questa regola durò per molti decenni, praticamente fino all’auto-eliminazione del Partito Comunista, ed il sottoscritto ne è testimone visto che verso la metà degli anni settanta mi venne negato il visto di ingresso. Quegli stramaledetti cialtroni fascisti, democratici o repubblicani che siano, avevano paura che uno impegnato nelle battaglie per democratizzare il nostro sfortunato pese, rappresentasse un pericolo! Certo che hanno una bella idea di democrazia.... E se penso che i leader della nostra sinistra continuano a definirli il paese più democratico del mondo, mi spiego perché dalle grandi lotte per la democrazia siano passati all’amicizia con i palazzinari....
In secondo luogo si fece in modo che il dibattito elettorale si spostasse dai grandi temi che interessavano il paese, quali la riforma agraria, l’economia e le enormi disparità tra ricchi e poveri, verso lo scontro tra “democrazia” e “comunismo”. Malgrado il fatto che durante la guerra di liberazione i comunisti fossero stati il gruppo politico più attivo, pagando con il sangue la repressione fascista, e che la destra presentasse tra le proprie fila collaborazionisti, monarchici, ed esponenti dichiaratamente fascisti, lo scontro venne ricondotto alla solita lotta del bene contro il male, la “democrazia” contro il “comunismo”. Si diede inizio ad una grande campagna di menzogne che esaltava lo stile di vita americano e denigrava quello sovietico. Questa campagna fu talmente efficace che ancora oggi il mito americano continua a mietere le sue vittime mentre l’era sovietica viene vista, anche a sinistra, come un‘era buia e da dimenticare, dando una visione totalmente sviata di quell’esperienza che ha segnato il più grande cambiamento della storia dell’umanità, con i suoi grandi successi e pure i suoi fallimenti ed i suoi orrori. Questa tremenda propaganda è risultata fatale al nostro paese al quale venne imposto uno scontro artefatto tra valori che non erano i suoi. Un paese che usciva disperatamente da una guerra e dalla tremenda esperienza fascista aveva bisogno di ritrovare la propria identità, la propria cultura ed i propri valori. Furono in molti nella sinistra ad accorgersi della tragedia che ci stava travolgendo e cercarono inutilmente di spiegare che si sentivano semplicemente italiani e non russi o americani ma lo strapotere mediatico degli avversari risultò invincibile.
In quel periodo il primo ministro, il democristiano Alcide De Gasperi, si recò varie volte negli Stati Uniti e ad ogni rientro eseguiva gli ordini ricevuti con rimpasti di governo che vedevano sempre diminuire il numero e l’importanza dei ministri della sinistra. In cambio arrivarono i prestiti americani che, come ebbe a dire il primo ministro francese Ramadier “Ad ogni prestito che riceviamo se ne va un piccolo pezzo della nostra indipendenza”.
Fu durante questa campagna che per la prima volta la Cia venne autorizzata a condurre operazioni politiche di propaganda e paramilitari. La mastodontica mobilitazione di risorse servì a portare avanti un’incredibile quantità di iniziative.
Si organizzò una massiccia campagna di lettere scritte dagli emigranti italiani in America che mettevano in guardia parenti ed amici dal pericolo di una vittoria comunista che avrebbe portato l’Italia a sottomettersi ad una potenza straniera ed a perdere gli aiuti provenienti dall’America. La dominazione russa avrebbe portato alla distruzione della religione e della Chiesa, alla disgregazione della famiglia, alla perdita della casa e della terra, e via di questo passo fino alla favola dei russi che mangiavano i bambini che incredibilmente fece presa su molti strati della popolazione;
Il dipartimento di Stato intervenne massicciamente per rafforzare gli ammonimenti contenuti nelle lettere, foraggiando lautamente in quei mesi le richieste del governo italiano e minacciando l’interruzione dei flussi nel caso di vittoria della sinistra. Forse fu anche per questo che il segretario di Stato George Marshall venne insignito del Premio Nobel per la pace nel 1953....
Si diede inizio ad una serie di trasmissioni radiofoniche a cui partecipavano cittadini americani famosi, tutti uniti dallo spirito di salvare il popolo italiano dal comunismo, dall’ateismo e dal caos. Dissero che con la dittatura comunista gli impianti industriali sarebbero stati smantellati e portati in Russia e milioni di operai sarebbero stati deportati e costretti ai lavori forzati. Le trasmissioni vennero sempre più intensificate e personaggi celebri come Frank Sinatra e Gary Cooper mandavano quotidianamente i loro messaggi per influenzare il voto degli italiani. Perfino dei sindacalisti furono ingaggiati per invitare ad evitare che l’Italia diventasse “un paese totalitario nemico”. E pensare che all’epoca negli Stati Uniti i cittadini di colore non avevano ancora raggiunto nemmeno lo status di seconda classe....
I rappresentanti americani in Italia organizzarono manifestazioni destinate alle fasce più povere della società italiana con distribuzione di opuscoli che ricordavano gli “aiuti” americani all’Italia e fecero uso di documentari e film che vendevano lo stile di vita americano. Particolarmente efficace fu il film holliwoodiano Ninotchka che ironizzava sulla vita in Russia e fece celebre la frase di un operaio che dopo le elezioni disse “abbiamo perso per colpa di Ninotchka”;
Il Presidente Truman arrivò a minacciare l’uso della forza e durante la campagna elettorale si videro spesso navi da guerra americane e britanniche gettare l’ancora nei porti italiani;
Un Treno dell’Amicizia girò per tutti gli Stati Uniti a raccogliere doni e poi attraversò l’Italia per distribuirli;
Il Governo degli Stati Uniti si dichiarò favorevole all’istituzione di un protettorato italiano in alcune delle sue ex colonie. Era una proposta inaccettabile per il mondo del dopoguerra ma servì a stimolare sogni di grandezza;
Al premier De Gasperi fu inviato un “Manifesto della pace per gli italiani amanti delle libertà” firmato da autorevoli esponenti politici americani, che venne opportunamente diffuso dalla stampa che per l’82 per cento era nelle mani della destra;
Un cablogramma firmato da 200 leader sindacali di origine italiana che invitavano i lavoratori ad opporsi al comunismo, venne inviato a 23 quotidiani italiani. Allo stesso tempo venne concesso un lauto finanziamento alle organizzazioni sindacali che si dichiaravano anticomuniste. Anche la Cia si mosse in tal senso dopo che già alcuni anni prima, allora si chiamava ancora OSS, collaborò con ambienti mafiosi per impedire il controllo del Partito Comunista sulle organizzazioni dei lavoratori;
Ingenti finanziamenti vennero elargiti dalla Cia ai partiti di centro,e vennero stampati degli opuscoli che parlavano di presunte attività sovversive dei comunisti e si fecero scandalose rivelazioni sulla vita personale e sull’orientamento sessuale dei candidati comunisti, alcuni dei quali vennero marchiati come ex-fascisti;
Pochi giorni prima delle elezioni vennero concessi all’Italia numerosi finanziamenti come “aiuti provvisori”, tra questi 31 milioni di dollari in lingotti d’oro come risarcimento per l’oro rubato dai nazisti;
Lo sbarco di navi piene di cibo aumentavano sempre più con l’avvicinarsi delle elezioni e le cerimonie erano comprensive di discorso da parte dell’ambasciatore americano. Contemporaneamente in tutta Italia venne affisso un manifesto che diceva “Il pane che mangiamo è per il 40 per cento farina italiana e per il 60 per cento farina americana inviata gratuitamente;
Il 15 aprile fu dichiarato “Giornata dell’Italia libera” dai simpatizzanti americani;
L’Ambasciatore americano dichiarò che il popolo americano stava salvando l’Italia dalla fame, dal caos e dalla dominazione straniera. Forse stava già pensando dove installare nuove basi americane in Italia.

Quello che colpisce di questa triste faccenda che ha umiliato profondamente il popolo italiano, è che negli Stati Uniti furono veramente poche le voci che si alzarono per denunciare questa infamia e che l’Unione Sovietica fece poco o niente per sostenere la sinistra italiana messa ko dall’intervento americano. La spiegazione la si potrebbe trovare in una lettera del Cominform indirizzata a Tito in cui gli jugoslavi vennero accusati di voler coinvolgere i sovietici in uno scontro con le potenze occidentali. Un passo della lettera dice che “dovrebbe essere chiaro che l’Urss non è in grado, dopo una guerra così dura, di iniziarne un’altra”.
Quando lo show chiuse i battenti i democristiani vinsero le elezioni con il 48 per cento dei voti mentre la sinistra raccolse solo un’umiliante 31 per cento. Lo straordinario investimento statunitense aveva prodotto i suoi frutti e le conseguenze le abbiamo viste. La Democrazia Cristiana si installò al potere e vi rimase per oltre quarant’anni, le necessarie riforme furono rinviate a mai, la sinistra venne messa definitivamente fuori gioco, la cultura-spazzatura americana ha preso il sopravvento e la divisione della società italiana tra buoni e cattivi, ricchi e poveri, destra e sinistra si sono talmente radicate che nemmeno il crollo della prima repubblica è riuscito a scalfirle. E’ bastato che un Cavaliere si ricordasse “come fecero gli americani” che tutto è tornato come prima. Se poi nei dirigenti di sinistra ha avuto il sopravvento prima la vigliaccheria, con la paura di finire come in Cile, poi la cialtroneria, con l’abbandono a se stesse delle classi subalterne e l’abbraccio incondizionato all’economia di mercato, allora i giochi sono subito fatti.
Arrivederci alla prossima guerra di liberazione, speriamo definitiva. Gli errori, se non si scordano, dovrebbero insegnare che le armi non vanno mai consegnate, sopratutto a chi sparla di “democrazia”....

Riferimenti: Il libro nero degli Stati Uniti di W. Blum - Fazi Editore

18.2.08

EFFETTI COLLATERALI DELLA GRANDE DEMOCRAZIA


ESPLOSIONE DI DEMOCRAZIA

Purtroppo ieri è stata una triste giornata per i sostenitori dei “miracoli” del capitalismo, l’ennesima strage in un college americano, se non fosse tragica, sarebbe persino ridicola, in quella "grande democrazia", vista la frequenza con cui si ripetono questi fatti, andare a scuola significa rischiare la vita. L'intelligenza dovrebbe aiutare a capire che quel sistema economico-politico tanto caldeggiato a destra come a sinistra, sta mostrando tutta la sua tragica realtà: l'economia dei paesi ricchi è un fallimento totale, basti pensare che in Italia un lavoratore va al lavoro per portarsi a casa una media di 44 euro al giorno che non sono sufficienti alla sua sopravvivenza e che per fare questo rischia seriamente di perdere la vita, succede in media a tre lavoratori al giorno. Ma il fallimento non è solo economico perché questo sistema criminale che i nostri media, di destra e di “sinistra” sostengono a spada tratta, produce conseguenze sociali inaccettabili, la tragedia di ieri, ormai diventata una prassi, è solo una parte del disastro che questo sistema produce, basterebbe pensare all'incredibile numero di omicidi che avvengono quotidianamente, ultimamente addirittura sempre più spesso all’interno dell'ambito familiare. Se uno ha la fortuna di sopravvivere a scuola, sul lavoro oppure in strada, deve sperare di uscire indenne dalle mura domestiche! Per fortuna che i dirigenti dei paesi democratici ci offrono un'interessante alternativa: andare in guerra! Lì il rischio di non portare a casa la pelle è molto minore che rimanere in famiglia, andare a scuola, al lavoro o semplicemente passeggiare per strada. Lì gli unici che rischiano sono i cittadini inermi dei paesi dove andiamo a portare la pace, la “democrazia”, la civiltà e le meraviglie del libero mercato. Se poi uno è proprio sfigato e ci lascia le penne pure lì, almeno la salma viene ricevuta con gli onori di Stato. La differenza non è poco.....
Stranamente coloro che giornalmente ci raccontano le meraviglie prodotte dal capitalismo a loro tanto caro, tacciono. Che siano impegnati insieme a Gordiano Lupi a raccogliere fondi per liberare lo studente cubano "incarcerato" dal regime castrista?. Si, quello che ha "osato" fare delle domande al Presidente del parlamento cubano e che mentre in Italia si raccolgono fondi per "liberarlo" dalla galera spiegava tranquillamente in televisione la sua meraviglia per essere finito su tutti i media "democratici" per aver fatto quello che a Cuba è una normale prassi, cioè incontrare i dirigenti politici e dibattere con loro.
Poveri cubani, quanta strada devono ancora fare per arrivare alla libertà! Finché non avranno decine di televisioni dove i politici possono raccontare al popolo le loro prodezze, finché andranno a lavorare senza che almeno qualche decina di loro ci lasci la pelle ogni giorno, finché quando ci sono dei dissapori in famiglia si separano civilmente anziché ammazzarsi, finché andranno a scuola a studiare senza regolare i conti con la pistola, finché continueranno a mandare in giro per il mondo medici e maestri anziché soldati che bombardano villaggi pacifici magari quando si sta celebrando un matrimonio, finché continueranno su questa strada per loro la democrazia rimarrà solo una chimera. Pensiamo alla fortuna che abbiamo avuto noi italiani, se invece di seguire l'esempio americano avessimo seguito quello cubano per chi raccoglierebbe i fondi Gordiano Lupi? A proposito, ma i fondi che ha raccolto, saranno tantissimi perché conosciamo benissimo la generosità del popolo italiano, sopratutto quello valtellinese dove si edita il giornale dove il nostro eroe rende edotti gli italiani sui crimini di Fidel, a cosa gli serviranno ora che il giovane cubano ha detto che non solo non ha avuto nessun problema con la polizia ma che lui e gli altri studenti artefici del “misfatto” sono convinti sostenitori del socialismo e che sono impegnati per fortificarlo, non per abbatterlo?

11.2.08

A memoria viva (Cina 1945-anni 60)

LA MEMORIA CORTA E' UN'ARMA MICIDIALE IN MANO DELL'IMPERO


Dopo l'intervallo dedicato all'inizio della campagna elettorale, continuo a pubblicare un riassunto delle nefandezze dell'Impero che ci hanno accompagnato in questo dopoguerra e che i nostri media si guardano bene dal ricordare.

CINA 1945-ANNI SESSANTA. IL COMUNISMO E’ IL VERO AVVERSARIO

I comunisti cinesi in lotta contro la decadente tirannia dei Chang, operarono a stretto contatto con gli americani in guerra contro il Giappone, e fornirono loro molte informazioni sugli occupanti giapponesi, ma subito dopo la firma del trattato di resa dei giapponesi, gli americani iniziarono ad usare i soldati nipponici contro i comunisti che stavano occupando le grandi città cinesi con il sostegno del popolo stanco delle angherie del generale Chang Kai-shek e dei suoi seguaci nazionalisti. Chang venne ritenuto l’alleato ideale per evitare che i comunisti, fino a ieri utili collaboratori, prendessero in mano le sorti della Cina. L’intervento degli americani ottenne risultati drammatici in quanto prolungò per altri tre anni una guerra civile che i comunisti avevano ormai vinto. Il numero di vittime tra combattenti e civili fu notevole, come drammatiche furono le conseguenze sociali ed economiche di quell’inutile spargimento di sangue. Un marine scrisse al parlamentare della sua città di essersi trovato a far saltare in aria senza pietà un villaggio cinese senza sapere “quante persone innocenti fossero state massacrate” mentre i comunisti continuavano a soccorrere e curare i soldati americani credendoli ancora loro alleati. Il mito dell’America affascinava ancora e ci volle del tempo prima che i contadini cinesi si rendessero conto della realtà. Gli Usa giustificarono la loro presenza in Cina con il fatto che dovevano ancora disarmare e rimpatriare i soldati giapponesi mentre in realtà li stavano utilizzando contro gli uomini di Mao Tse-tung e Chou En-lai. Un tenente dei marines scrisse che non riusciva a spiegarsi perché si trovasse lì per disarmare i giapponesi mentre stava sorvegliando una linea ferroviaria insieme ad un giapponese armato. Gli Stati Uniti si proposero a livello internazionale come mediatori tra i comunisti e Chang, mentre stavano combattendo al fianco di quest’ultimo. Se il tentativo fosse riuscito la storia della Cina sarebbe stata ben diversa, la mediazione degli Usa avrebbe prodotto i risultati di sempre: un governo fantoccio che in breve tempo avrebbe estromesso dal potere tutti coloro che si sarebbero opposti alla sottomissione egli interessi americani ma, come disse lo storico D.F. Fleming “Non si può pensare di unire un’oligarchia morente con una rivoluzione nascente”.
Nel 1949, malgrado l’investimento americano a sostegno dei nazionalisti avesse ormai raggiunto i due miliardi di dollari, la dinastia di Chang era ormai allo sbando grazie all’ostilità del popolo cinese che non sopportava più la sua crudeltà, la tirannia e la corruzione dilagante mentre le aree conquistate dai comunisti rappresentavano modelli di onestà, progresso e giustizia sociale. Intere divisioni armate di Chang Kai-shek passarono con i comunisti mentre il generale e le sue corti si rifugiarono sull’isola di Taiwan, o Formosa, costringendo gli isolani a sottoporsi ai loro voleri. Oltre 28.000 persone vennero massacrate. Mentre Chou En-lai chiese agli Usa un trattato di amicizia, questi ultimi continuarono con le incursioni in territorio cinese ed attentarono più volte alla vita dello stesso Chou.
La Cia iniziò immediatamente ad organizzare i soldati nazionalisti rifugiati in Birmania e durante i primi anni cinquanta ci furono diverse incursioni in territorio cinese. Nell’aprile del 1951 migliaia di soldati nazionalisti, accompagnati dai consiglieri della Cia e sostenuti dall’aviazione americana, penetrarono il confine ma vennero respinti dai soldati comunisti in meno di una settimana. Le truppe nazionaliste vennero integrate da forze giunte da Taiwan e da uomini reclutati tra le tribù birmane, vennero trasportate ingenti quantità di armi pesanti americane e furono spiegate alcune squadriglie aeree della Cia. Le incursioni continuarono ed alla fine del 1952 Taiwan affermò di avere ucciso 41.000 soldati comunisti e di averne ferito altri 3.000. Nel frattempo gli agenti della Cia ed i soldati nazionalisti si dedicarono al redditizio traffico di droga in quello che venne chiamato il Triangolo d’Oro.
Nel novembre del 1952 due agenti della Cia vennero abbattuti dai cinesi, fatti prigionieri e condannati a lunghe pene di detenzione. Il dipartimento di Stato Usa rilasciò dichiarazioni indignate ed affermò che i due erano impiegati civili della sede giapponese del dipartimento di Stato in volo dalla Corea al Giappone, di non sapere come avessero potuto finire in mano ai comunisti e che questa era “un’ulteriore prova dell’assoluto disprezzo del regime comunista cinese per le consuetudini del diritto internazionale universalmente accettate”. Uno dei prigionieri venne rilasciato nel dicembre del 1971, poco prima del famoso viaggio di Nixon in Cina, l’altro nel marzo del 1973 dopo che lo stesso Nixon aveva pubblicamente riconosciuto la sua appartenenza alla Cia. Ovviamente la nostra stampa “libera e democratica” ci rivelò che l’ammissione del Presidente americano non rispondeva alla realtà ma era frutto del suo sentimento umanitario per liberare il prigioniero innocente. Avevano già allora la faccia come il culo.... I cinesi sostennero che fino ad allora le loro forze di sicurezza avevano ucciso 106 agenti americani mentre 124 erano stati catturati.
Il programma della Cia per rovesciare il Governo di Pechino fu mantenuto attivo almeno fino al 1960 ma i voli degli U-2 , dei droni e di altri tipi di velivoli, continuarono fino al 1971, anno in cui il segretario di Stato Henry Kissinger fece la sua prima visita a Pechino. Furono diversi gli aerei abbattuti e la Cina continuò a registrare la violazione del proprio spazio aereo.
Malgrado i continui fallimenti la Cia non rinunciò a cercare nuovi modi per destabilizzare la rivoluzione cinese. Uno di questi fu l’utilizzo della questione tibetana. I cinesi avanzavano pretese su questo territorio da almeno duecento anni e gli Stati Uniti avevano sempre sostenuto di non opporsi a quella che avevano sempre ritenuto un’aspirazione legittima. Dopo la vittoria dei comunisti Washington cominciò a cambiare opinione. A metà degli anni cinquanta la Cia iniziò a reclutare esuli tibetani, tra di loro anche i membri della guardia personale del Dalai Lama ed altri che avevano partecipato ad azioni di guerriglia contro i comunisti che avevano imposto dei profondi cambiamenti in quello che era ancora un paese dove prevalevano servitù e schiavitù. I prescelti vennero addestrati alle tattiche paramilitari sulle montagne del Colorado, ad una quota simile a quella della loro terra. Completato l’addestramento vennero infiltrati in Tibet dove si dedicarono a ad attività di sabotaggio, distruzione di strade, interruzione di linee di comunicazione ed assalti a contingenti comunisti. In poche parole quelli che, a meno che siano effettuati dagli Usa o da personaggi a loro fedeli, normalmente vengono definiti atti di terrorismo, il tutto appoggiato da aerei della Cia e da mercenari assoldati allo scopo.
I cinesi denunciarono che durante la guerra in Corea numerosi aerei americani compirono numerosi bombardamenti e mitragliamenti in territorio cinese, provocando la morte di numerosi civili e la distruzione di case ed infrastrutture. C’era poi la questione delle armi batteriologiche che gli americani utilizzarono sia in Corea che in Cina. A seguito delle denunce del Governo cinese, venne nominata una commissione scientifica composta da svedesi, francesi, britannici, italiani, brasiliani e sovietici che alla fine del loro lavoro stilarono un rapporto in cui sostenevano che i popoli della Corea e della Cina furono effettivamente sottoposti alle armi batteriologiche delle forze armate degli Stati uniti e che alcuni di questi sistemi erano l’evoluzione degli armamenti impiegati dai giapponesi durante l’invasione della Cina. In pratica gli americani catturarono gli scienziati giapponesi responsabili del programma utilizzato contro la Cina, si fecero dare le necessarie informazioni scientifiche, le integrarono con le loro conoscenze e le utilizzarono.... contro la Cina! Le armi batteriologiche fanno male, ma se “democratizzate” servono a combattere il male.... Tali armi benefiche, e forse anche benedette, vennero utilizzate in più situazioni, basta pensare alle operazioni condotte contro Cuba e contro l’Iraq dell’ex amico Saddam. E se pensiamo che i nostri soldati furono inviati a sostenere le operazioni “umanitarie” americane in Iraq, che il Governo di “sinistra” fu tra i promotori dei bombardamenti sull’ex Jugoslavia e stiamo ancora portando il nostro “aiuto umanitario” in Afganistan, non possiamo che vergognarci della nostra appartenenza.

Riferimenti: Il libro nero degli Stati Uniti di W. Blum - Fazi Editore

9.2.08

VOTARE O NON VOTARE? QUESTO E’ IL DILEMMA!


Come uomo di sinistra ho sempre pensato che l’astensione dal voto significhi fare un bel regalo alla destra ma questa volta il desiderio di astenermi è veramente elevato. Ho sempre lottato fin da giovanissimo per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza, trovando nel PCI il partito che con più convinzione portava avanti questi valori. Il PCI era un partito composto da dirigenti capaci e competenti, di alto spessore culturale e moralmente credibili, poi vennero i fatti del Cile e si pensò al compromesso storico. Non mi piacque molto che davanti alla criminale aggressione dell’impero ad un popolo che aveva scelto liberamente un Presidente socialista, si sia deciso di scendere a patti con il nemico piuttosto che sostenere che ci si sarebbe opposti con tutti i mezzi se un evento simile avesse interessato il nostro Paese. Poi cadde l’Unione Sovietica ed i dirigenti del più grande Partito Comunista dell’occidente che ha saputo resistere per quasi un secolo ad ogni tipo di aggressione, decisero di fare loro quello che i potentissimi avversari non erano riusciti a fare e sciolsero il PCI. Visto che le critiche verso l’esperienza sovietica erano uno dei pilastri del dibattito interno al PCI, non era il caso di sentirsi ancora più autorizzati a proseguire verso la strada della costruzione di una società socialista diversa da quell’esperienza, condannabile sotto alcuni aspetti ma anche portatrice di gloriose conquiste per i lavoratori non solo sovietici?
Quella scelta non l’avevo capita, l’ho capita più tardi quando mi sono accorto che i dirigenti dell’ex-PCI hanno sperperato l’enorme patrimonio di cultura e di lotte a favore dei più deboli, per dedicarsi a coltivare amicizie tra i potenti, hanno abiurato il socialismo ed abbracciata la più ben redditizia filosofia del mercato. Gli interessi dei lavoratori, dei giovani, degli studenti e di tutti coloro che speravano in un futuro migliore, vennero abbandonati definitivamente, la conferma la troviamo nei salari e nelle pensioni da fame, nei servizi non più elargiti dallo Stato e nella barbarie in cui è precipitata la nostra società, sempre più simile a quella della “grande democrazia” americana. Infatti anche da noi si iniziano a fare stragi nelle scuole, i figli ammazzano i genitori e viceversa, sportivi, attori e vip vari, vengono idolatrati ed usati per addormentare le coscienze, i ricchi sono sempre più ricchi e prepotenti, le galere sempre più piene di morti di fame ed i veri furfanti fanno carriera come non mai.
Con la scomparsa dei DS e la nascita del PD ho sperato che si sarebbe venuto a creare uno spazio per la nascita di un partito veramente di sinistra che vedesse nel capitalismo e nel liberismo il vero nemico e che proponesse la costruzione di una società socialista, giusta e democratica. Purtroppo non sembrano queste le intenzioni dei politici di quell’area indaffarati nei loro giochetti di potere. Poi la caduta del Governo Prodi, ovvia, visto che per vincere le elezioni ha fatto salire sul suo carro personaggi come Mastella e Dini che dei problemi del popolo italiano non glie ne può fregare di meno (in un articolo postato in tempi non sospetti avevo segnalato questi personaggi come i veri pericoli per la tenuta del Governo). Un Governo che delle classi più deboli, sempre più impoverite da decenni di recessione del potere di acquisto dei salari che ha impoverito pure le classi medie ad esclusivo vantaggio di chi è già troppo ricco, non se ne è fatto assolutamente carico, se non con ridicoli concessioni nell’ormai consolidata tesi che per aiutare i meno abbienti bisogna dare di più a chi ha gia troppo, se le loro tavole sono più ricche ci saranno più briciole per gli affamati....
Con la caduta di Prodi non ci resta che aspettare il ritorno di Berlusconi, dei fascisti, dei nazi-leghisti, dei paraculo bigotti e dei soliti ladroni. Tutto questo non può che rafforzare la convinzione che l’astensione di massa sia l’unico modo per mandare un forte segnale di dissenso.
Poi la decisione di Veltroni di correre da solo per lasciare definitivamente alle spalle un quindicennio di ingovernabilità e di mala politica. Il Partito Democratico è quanto di più distante ci possa essere dalle mie convinzioni politiche però mi sto convincendo che questa sia l’unica possibilità di dare una svolta decisiva alla politica, la sconfitta di Berlusconi e di tutto quello che rappresenta potrebbe aprire una nuova stagione politica. La mossa di Veltroni può veramente rimettere in discussione il risultato delle elezioni e scombinare i giochi ormai fatti che vedrebbero il sicuro ritorno del più volte autoassolto Cavaliere e dei suoi compari. Se le destre si presentano con tutti quei partiti e quelle facce che siamo abituati a vedere, Veltroni rischia veramente di essere un’attrazione per i molti che si sono stufati di questo spettacolo indegno. Se il Berlusca risponde correndo pure lui da solo, credo che non riuscirà a spuntarla contro Veltroni, malgrado la sua abilità nel proporre la propria immagine, l’enorme differenza di credibilità favorirebbe il sindaco di Roma. Io credo che alla fine il duce di Arcore farà delle finte rivoluzioni che non cambieranno assolutamente nulla nel disastrato panorama della destra ma cercherà come al solito di mischiare le carte per imbrogliare gli italiani come sempre, ma se Veltroni riuscirà a tenere alto il livello del confronto ed a smascherare con chiarezza i giochi del pagliaccio di Arcore, il risultato potrebbe anche essere sorprendente. Ed io potrei rivedere la mia intenzione di non voto, se capitalismo deve essere, che almeno sia efficiente e migliore dello schifo a cui stiamo assistendo ed è innegabile che Veltroni a Roma ha dato un fortissimo impulso per cambiare una situazione decisamente degradata. In attesa che qualcuno si decida a fare l’unica proposta che possa far uscire definitivamente l’Italia, e non solo, dal tunnel in cui si trova, cioè la costruzione di una società alternativa basata sui grandi valori che la sinistra ha sempre portato avanti, magari facendo tesoro degli errori commessi. Ed invece di gettare le armi ed abbracciare la vile strada del “libero mercato”, è proprio su questi errori che dovrebbero confrontarsi coloro che credono nell’unico progetto in grado di salvare l’umanità dalla catastrofe sempre più vicina. Mai come ora il socialismo rappresenta veramente il “sol dell’avvenir”.

3.2.08

A memoria viva

LA MEMORIA CORTA E' UN'ARMA MICIDIALE IN MANO ALL'IMPERO



La memoria storica rappresenta un’importantissimo strumento per leggere l’attualità, non a caso il nostro sistema mediatico è impegnato ad offuscare il ricordo degli avvenimenti che hanno permesso ai potenti di estendere il proprio dominio in ogni angolo del pianeta. L’utilità di tenere viva la memoria diventa di enorme importanza. E' pertanto molto utile divulgare la conoscenza di quei fatti che i nostri media si guardano bene dal commentare, se non per stravolgere artatamente la verità ad esclusivo ed unico vantaggio dei potentati economici che investono capitali astronomici per condizionare il pensiero delle masse in modo da rendere più facili i loro progetti di totale dominio del pianeta.
Dopo la caduta del muro di Berlino gli spazi di intervento della più grande potenza imperiale che la storia ricordi si sono fatti ancora più ampi, la caduta del blocco sovietico ha permesso al Governo Usa di intervenire anche in quelle aree che durante il periodo della guerra fredda orbitavano sotto l’influenza sovietica. Gli eventi succedutesi in questi ultimi due decenni nei Paesi dell’Est ed in altre aree del mondo sarebbero più facilmente capibili se si conoscesse la verità sugli accadimenti che hanno condizionato la storia più recente.
Le strategie messe in atto dai governi degli Stati Uniti si basano sempre sulla propaganda finalizzata a creare un nemico cattivo e pericoloso da combattere, creato il nemico si passa alla seconda fase, quella della sua distruzione. L’ultima fase è quella del controllo del territorio e delle persone che lo abitano. Se in questo secolo appena iniziato il nemico è rappresentato dal fondamentalismo islamico, il secolo scorso i nemici erano i rossi. Ancora non era nata l’Unione Sovietica che già i mezzi d’informazione americani e quelli del ”mondo libero” si scatenavano per imprimere nella mente dei cittadini l’immagine dei comunisti russi come dei maniaci criminali. Queste semplici strategie si sono rivelate infallibili nel fare accettare ai cittadini americani l’enorme cifra investita per il costosissimo apparato militare, la sconfitta del nemico minaccioso non ha prezzo.
La politica imperiale degli Usa ha trovato una forte resistenza all’interno dei Paesi ricchi fino alla fine degli anni settanta quando la repressione dei movimenti di protesta e di opposizione ha avuto definitivamente ragione a causa della resa della sinistra istituzionale che ha preferito imboccare un cammino che la portasse alla conquista del potere senza dover cambiare assolutamente nulla del sistema sociale, politico ed economico imperante. La rinuncia della sinistra a portare avanti le grandi battaglie di libertà, indipendenza, giustizia, che hanno caratterizzato la storia del movimento progressista è risultata determinante al fine di sconfiggere i movimenti che si opponevano alla devastante politica di dominazione statunitense. La sinistra istituzionale italiana in particolare dovrebbe spiegarci come fa a definire gli Usa la più grande democrazia del mondo dopo che l’intervento economico, politico e propagandistico americano è risultato decisivo per evitare che il Fronte progressista potesse governare il Paese dopo la lotta di Liberazione. Bisogna veramente avere la memoria molto corta per non ricordarsi nemmeno dell’incredibile ondata propagandistica che condizionò il pensiero di milioni di italiani e che continua ad essere dominante anche ai giorni nostri. I comunisti sono sempre brutti, sporchi e cattivi anche se non ci sono più.
La nostra sinistra dovrebbe anche spiegarci come fa a definire l’Italia un Paese libero vista la presenza sul nostro territorio di marines e basi militari americane piene di armi atomiche e di chissà quali altre diavolerie. Perché il più grande Partito Comunista d’occidente che ha fatto suo il motto “fuori la Nato dall’Italia, fuori l’Italia dalla Nato” è stato fatto fuori lui stesso dagli stessi suoi dirigenti che ora piuttosto che essere giudicati per il sostegno dato alle lotte dei lavoratori contro i potenti vengono giudicati per i loro intrallazzi con i potenti? E ci raccontano la favola della Nato, anche ora che il “nemico rosso” non c’è più. Se la Nato fosse veramente quello che ci raccontano dovrebbero esserci altrettanti basi militari, armi e soldati italiani anche negli Usa. Anche il più ingenuo pantalone non dovrebbe faticare a rendersi conto che la Nato è semplicemente una scusa per “legalizzare” il dominio politico e militare degli Usa su tutti i territori dei Paesi che fanno parte di questa scandalosa coalizione responsabile di feroci e criminali invasioni di Paesi definiti “canaglia” solamente per il fatto che non intendono sottomettersi totalmente agli interessi americani.
Se gli Stati Uniti avessero veramente a cuore la democrazia, la libertà ed il benessere dei cittadini di tutto il mondo, dovrebbero intervenire a sostegno dei ribelli che lottano per uscire dalla loro condizione di povertà e schiavitù, invece la storia ci insegna che i loro interventi sono tutti ed esclusivamente a sostegno delle più vili tirannie del mondo colpevoli di indicibili misfatti contro i loro stessi popoli. I leader americani parlano frequentemente di libertà e democrazia mentre sostengono politicamente le peggiori dittature del pianeta. Le restrizioni delle libertà civili avvenute nell’ex blocco comunista impallidiscono al confronto delle innumerevoli Auschwitz del “mondo libero”.
Chou en Lai, allora premier cinese, ebbe a dire che “Una delle più belle cose del popolo americano è che non ha nemmeno un briciolo di memoria storica”. Offuscare la memoria storica ad un popolo è un’impresa veramente ardua, ma se riesce vuol dire avere ottenuto il completo dominio, e negli Usa purtroppo l’impresa è riuscita, i metodi propagandistici americani si sono dimostrati veramente insuperabili, peccato che a farne le spese siano miliardi di persone indifese. Nel 1979, a seguito dell’incidente alla centrale nucleare di Three Mile Island, un giornalista intervistò le persone momentaneamente ospitate in uno stadio di hockey e scoprì che nessuno di loro aveva mai sentito parlare di Hiroshima. Nel 1982 un giudice rimase di stucco quando scoprì che nessuno dei cinquanta candidati per la giuria di un processo per omicidio che avrebbe potuto decidere una condanna a morte, aveva mai sentito parlare di Hitler! Nel Paese più democratico del mondo sembrano esistere molte lacune dal punto di vista dell’informazione.... Per l’oligarchia che a Washington si occupa di politica estera tutto questo non sorprende, non soltanto è una bella cosa ma addirittura una condizione sine qua non.
Non è difficile poter sostenere che negli Stati uniti esiste un severo regime di censura ideologica. La censura di fatto ha lasciato molti americani completamente all’oscuro della storia delle relazioni internazionali del loro Governo ed i direttori dei grandi mezzi di informazione non sarebbero diventati tali se non fossero stati tutti condotti per mano attraverso lo stesso tunnel di contraddizioni storiche e non fossero emersi dal nulla con la stessa memoria selettiva e la stessa consapevolezza limitata. Una situazione molto simile si sta verificando anche nel nostro Pese ed in tutti quelli dell’occidente “democratico”.

Capire le strategie messe in atto dal Governo Usa per imporre a tutto il pianeta il proprio dominio e la salvaguardia di quelli che vengono chiamati “gli interessi degli Stati Uniti”, serve a spiegare e rendere evidente la verità sui fatti della storia recente. La divulgazione delle nefandezze commesse dagli apparati politico-militari degli Usa in giro per il mondo è sicuramente un atto che può contribuire a tenere viva la memoria.

Queste mie considerazioni sono frutto della recente lettura di un libro che Noam Chomsky ha definito “Senza alcun paragone il miglior libro al mondo sugli interventi americani” mentre Gore Vidal dice che “Leggerlo è una goduria immensa” ed Oliver Stone afferma “L’ho regalato a molti miei amici perché gettasse nuova luce sulla loro idea della politica americana”. Si tratta de Il libro nero degli Stati Uniti che contrariamente al Libro nero del comunismo, contiene verità inconfutabili e non è il misero testo propagandistico tanto caro a Berlusconi ed a tutte le destre. L’autore è William Blum, ex funzionario del Dipartimento di Stato Usa che lasciò l’incarico nel 1967 per protesta contro l’invasione americana in Vietnam. Da allora si è dedicato alla ricerca di tutte le documentazioni riguardanti gli interventi americani in tutte le parti del mondo.

Invitando tutti a leggere questo testo, che contrariamente al Libro nero del comunismo sempre in bella vista in tutte le nostre librerie non viene ugualmente propagandato, ho deciso di pubblicare su questo blog una sintesi del suo contenuto che illustra le vicende degli interventi americani dal primo dopoguerra fino alla fine del secolo scorso. Quello che sta avvenendo oggi dovrebbe essere noto a tutti. O no?